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giovedì 29 maggio 2008

Donne di Vrindavan a Trento

Mi collego al volo da Trento, dove la mostra Donne di Vrindavan è allestita nella Sala Wolkenstein del Teatro Sociale (Palazzo Festi), per precisare che l'orario di apertura è esclusivamente dalle ore 15 alle 20 e solo fino a sabato 31 maggio (non 2 giugno come previsto dal programma del Festival dell'economia). Non mi è facile entrare in internet qui... ecco il motivo della telegraficitá!

domenica 25 maggio 2008

In partenza per Trento

Domani parto per Trento per l'esposizione della mostra Donne di Vrindavan dal 27 maggio al 2 giugno alla Sala Wolkestein di Palazzo Festi. L'orario da programma e dalle 15 alle 20, ma Tamara e io assicureremo l'apertura anche durante la mattina (più sul tardi che sul presto!). Non so se avrò modo e tempo di collegarmi a internet in trasferta; spero di sì, così vi dirò anche qualcosa in diretta del Festival dell'Economia da cui siamo ospitati, che ha un calendario di eventi veramente fitto. Arrivo a questo appuntamento con le energie al lumicino: mi ci volevano proprio queste ferie!

sabato 24 maggio 2008

Al felino che fa le fusa e graffia in ogni donna

Le Chat
(Charles Baudelaire)

Viens, mon beau chat, sur mon coeur amoureux;
Retiens les griffes de ta patte,
Et laisse-moi plonger dans tes beaux yeux,
Mêlés de métal et d'agate.

Lorsque mes doigts caressent à loisir
Ta tête et ton dos élastique,
Et que ma main s'enivre du plaisir
De palper ton corps électrique,

je vois ma femme en esprit. Son regard,
Comme le tien, aimable bête,
Profond et froid, coupe et fend comme un dard,

Et, des pieds jusques à la tête,
Un air subtil, un dangereux parfum,
Nagent autour de son corps brun.



Il Gatto

Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato;
trattieni le unghie della zampa,
e lasciami sprofondare nei tuoi begli occhi striati
di metallo e d'agata.

Quando le dita indugiano ad accarezzare
la tua testa e il dorso elastico
e la mano s'inebria del piacere di palpare
il tuo corpo elettrico,

vedo la mia donna in spirito. Il suo sguardo
come il tuo, amabile bestia,
profondo e freddo, taglia e fende come un dardo,

e, dai piedi fino alla testa,
un'aria sottile, un minaccioso profumo
circolano attorno al suo corpo bruno.

Ringrazio Arzach per avermi fatto incontrare questa sensuale poesia.

Notizie fresche sulla fusione fredda

Pubblico un articolo preso dal sito de Il Sole 24 ore, in fondo al post spiego perché intendo dare spazio su Ventidue passi d'amore e dintorni alla fusione fredda.

Nucleare
la fusione fredda funziona
di Ludovica Manusardi Carlesi (22/05/08)

Ce l'hanno fatta: il primo esperimento pubblico di Yoshiaki Arata di Condensed Matter Nuclear Science, meglio nota come fusione fredda è stato un successo. Poche ore fa all'Università di Osaka è stata dimostrata, di fronte a un pubblico qualificato, la realizzazione di quello che viene definito ormai "Arata Phenomena". La prova è stata compiuta facendo diffondere Deuterio gassoso su una matrice a struttura nanometrica di 7 grammi composta per 35% di palladio e per il 65% di ossido di zirconio alla pressione di 50 atmosfere, la metà della pressione di una idropulitrice per autolavaggio. Il calore, prodotto fin dall'inizio, e cioè in concomitanza dell'immissione del Deuterio, ha azionato un motore termico che si è messo in moto cominciando a girare. Dopo circa un'ora e mezzo l'esperimento è stato volutamente fermato per effettuare le misure della presenza di Elio-4 a testimonianza dell'avvenuta fusione. Non sono state evidenziate emissioni di origine nucleare pericolose (l'elio-4 è inerte). L'energia riscontrata è stata circa di 100.000 Joule, equivalente grosso modo a quella necessaria per riscaldare di 25 gradi un litro di acqua ( si tenga presente la modesta quantità della matrice nanometrica, 7 grammi). Quanto all'Elio, la quantità è assolutamente confrontabile e compatibile con l'energia prodotta, ed è la firma inequivocabile dell'avvenuta fusione nucleare. Al di là delle quantità misurate, si apre ora un capitolo nuovo nella comprensione dei comportamenti e delle reazioni che hanno luogo nella materia condensata, comportamenti che sembrano differire dai modelli fin qui seguiti dalla fisica nucleare classica. A partire da oggi inizia un'altra fase, altrettanto delicata, legata principalmente a due fatti: la ripetizione dell'esperimento con una quantità maggiore di Palladio-Zirconio per ottenere quantitativi maggiori di energia; l'estrazione dalla matrice dell'elio senza danneggiarla e poterla così riutilizzare.

Parlare di nucleare a proposito di fusione fredda, come recita il titolo dell'articolo de Il Sole 24 ore è corretto, ma fuorviante. In questo caso si tratta di nucleare pulito (senza radioattività), non del nucleare sporco delle nuove centrali che il neoeletto Governo vuole costruire. Ovunque il nucleare è diffuso sta venendo rimpiazzato (vedi ad esempio quel che succede nel resto del mondo), ma certo c'è in Italia qualche gruppo industriale, ben introdotto tra chi ha le leve del potere, pronto a costruire le nuove centrali... chi ci guadagnerà non sarà l'ambiente i cittadini! Per di più Scajola ci promette centrali di terza generazione che nessuno ormai vuole più, veri e propri fondi di magazzino. Investire oggi sulle centrali nucleari del tempo che fu è segno di ottusità mentale. Il deficit energetico non si risolve con le megacentrali ma al contrario con la delocalizzazione e parcellizzazione della produzione dell'energia e naturalmente con la riduzione degli sprechi. Il nucleare sporco è l'ultimo sussulto del modello di produzione di energia centralizzata: solo un'energia prodotta in questo modo può essere venduta e permettere la sopravvivenza di un mercato dell'energia. In realtà è ormai tecnicamente possibile per ogni famiglia diventare energeticamente autosufficiente, ma questo ovviamente disturba chi vende l'elettricitò. La fusione fredda oggi sembra ancora qualcosa di esotico, poco accreditato dalla scienza "ufficiale", ben lontana da applicazioni pratiche. Attenzione: questo presto verrà clamorosamente smentito. Quello proveniente da Osaka è solo un primo segnale di una svolta epocale in cui la fusione fredda avrà un ruolo importante, accanto a solare, eolico, idrogeno ecc. In particolare proprio l'Italia sarà leader mondiale nell'accreditamento scientifico e utilizzo commerciale della fusione fredda... e se mi sbilancio così tanto e perché lo so da fonte certa. Presto ne sentirete delle belle sulla fusione fredda!

venerdì 23 maggio 2008

Durezza

Devo essere molto cambiato in sei anni anni. 
Altro che, sento di essere una persona diversa, sicuramente migliore e con quel po' di orgoglio che discende da questa consapevolezza.
Naturalmente ogni disgrazia ha il suo lato positivo. 
Infatti la separazione mi ha costretto a cambiare, a contare su me stesso, mi ha fatto imparare che nella vita non ci si può fidare di nessuno, proprio di nessuno. 
E non c'è soluzione: se ami una persona non puoi che fidarti (se l'amore è vero va a braccetto con la fiducia) ed è chiaro che non c'è persona al mondo che può farci più male di quella che amiamo. 
Lei, se il suo cuore gira con il vento, ci strazierà. 
Allora, nel caso questo calice amaro tocchi proprio a noi, possiamo solo cercare di essere forti, dimostrare a noi stessi che possiamo ricominciare da capo, confidare che il migliore dei mari sia ancora da navigare, sempre.
Tutti abbiamo affrontato tradimenti, delusioni, umiliazioni... si può ritrovare la gioia, sempre. 
Oggi penso di essere capace di amare in maniera più profonda e matura di quando mi sposai, ma allo stesso tempo sento di essere diventato più duro; non è poi un male, perché questa durezza la riservo, quando serve, solo a chi vuole approfittarsi della mia buona fede, calpestare i miei sogni, usarmi strumentalmente per le sue necessità. 
Finché vivrò non permetterò più a nessuna persona, nessuna, di farsi scudo di chi più amo al mondo per impormi e farmi subire le scelte che più convengono a lei: sei anni fa ho alzato bandiera bianca pur di non rischiare di colpire lo scudo; se mi ritroverò ancora nella medesima situazione stavolta farò in modo di andare a segno senza colpire lo scudo. 
Infine: donna avvisata, mezza salvata e a buon intenditor poche parole...

martedì 20 maggio 2008

Il Roseto-Ragazzi di Dania Lupi

Con grandissimo piacere presento oggi il Roseto-Ragazzi dell'amica Dania Lupi (la poetessa delle rose): ho avuto la fortuna di ascoltare, soprattutto per telefono, la genesi di questo progetto sin dall'estate scorsa, ed è proprio grazie a tutta la positività ed energia di Dania che ora sta finalmente venendo alla luce. L'idea di Dania è giustamente ambiziosa: prevede il recupero dei giardini della Biennale di Venezia per realizzarvi un roseto didattico, dove assieme alle piante si pianteranno pensieri, testimonianze e conoscenze e assieme ai fiori spunteranno consapevolezza, luce dell'anima e poesia, coinvolgendo un gruppo di 21 ragazzi (e facciamo pure 22, su!) tra i 14 e i 18 anni ciascuno dei quali "adotterà" e si prenderà cura di 100 rose. Tra 2 anni, al termine del primo round di questo sorta di scuola di poesia - insegnata tramite la metafora antica del giardiniere - ci sarà un roseto vero e proprio e probabilmente più di una sorpresa.

Il primo appuntamento è dunque giovedì 22 maggio, alle ore 11 (brava Dania, hai scelto ottimi numeri!) al Liceo Foscarini di Venezia. Per maggiori particolari cliccate sulla locandina.

lunedì 19 maggio 2008

Lua

Dedico questa canzone di Mayra Andrade a un'amica che mi è molto molto cara, per festeggiare i 44 mesi che ci conosciamo... ho fatto i conti ora e mi è venuto fuori proprio questo 22+22: chi l'avrebbe detto! :-)



Mayra Andrade è una brava e incantevole cantante di Capo Verde, segnalatami dal mio blog-amico innamorato del surf.

domenica 18 maggio 2008

Il surf come metafora esistenziale

Oceans è la canzone che ha metà anni '90 mi fece scoprire i Pearl Jam. Non m'ero mai reso conto prima d'oggi che parlasse di surfing, o meglio del surfing come metafora esistenziale: affidarsi al mare abbandonando la sicurezza della terra, e attendere, fino a trovare l'emozione di un'onda unica e irripetibile che ci solleva e fa volare sopra i flutti. E ancora - confidando che tutto vada bene - tornare a riva e ricominciare il gioco da capo. Naturalmente immagino che ci sarebbe molto molto altro da dire... ma non sono mai andato sopra una tavola da surf! Dedico con piacere questo post all'amico surfer Michele che sicuramente avrebbe molto di più da dire.


P.S. ovviamente il surfing è metafora anche di qualcos'altro! ;-)



Oceani 

Sì così, aggràppati al filo: 
le correnti cambieranno 
e mi faranno scivolare verso te. 
Sai che qualcosa è rimasto 
e che a noi è assolutamente permesso 
sognare della prossima volta che ci toccheremo... 

Sì così, non devi perderti: 
gli oceani sono al largo, 
solo le onde corrono nei miei pensieri. 
Sì così, tieni stretto il bordo: 
il mare si gonfierà. 
Ti prego, attendimi sulla spiaggia... 
ritornerò... ritornerò... ancora una volta... 

Oceans 

Hold on to the thread 
The currents will shift 
Glide me towards 
You Know something's left 
And we're all allowed 
To dream of the next time we touch... 

You don't have to stray 
The oceans away 
Waves roll in my thoughts 
Hold tight the ring... 
The sea will rise... 
Please stand by the shore... 
I will be... I will be... There once more...


Come sempre non so quanto abbia tradotto bene questa canzone. Ma nemmeno le traduzioni che trovo sul web mi soddisfano e a fare i pignoli esistono versioni diverse anche degli stessi testi in inglese: ad esempio in Oceans la maggior parte delle fonti riporta il verso guide me toward you mentre una minoranza glide me towards you: nel brano che i Pearl Jam hanno inciso io sento pronunciare il verbo to glide!

La lista dei desideri




Una canzone dei Pearl Jam che associo a tanti bei ricordi, in primis la nascita di mia figlia.


La lista dei desideri


Avrei voluto essere una bomba N, per scoppiare almeno una volta
avrei voluto essere un sacrificio, ma in qualche modo senza morire
avrei voluto essere una romantica decorazione che tu appendessi 
sull'albero di natale, avrei voluto essere la stella che va sulla punta
avrei voluto essere la testimonianza, avrei voluto essere la causa
di cinquanta milioni di mani alzate e aperte verso il cielo.

Avrei voluto essere un marinaio con qualcuno che mi aspettasse
avrei voluto essere fortunato, fortunato come me
avrei voluto essere un messaggero, e solo di buone notizie
avrei voluto essere la luna piena sul cofano della tua Camaro.


Avrei voluto essere un alieno, a casa dietro il sole
avrei voluto essere il souvenir tenuto da te come portachiavi
avrei voluto essere il pedale del freno da cui dipendi
avrei voluto essere "la fiducia", e non deluderti mai.

Avrei voluto essere l'unica canzone alla radio che ascolti
avrei voluto, voluto, voluto... suppongo questa lista non finisca mai!


Wishlist


I wish I was a neutron bomb, for once I could go off
I wish I was a sacrifice but somehow still lived on
I wish I was a sentimental ornament you hung on 
The christmas tree, I wish I was the star that went on top
I wish I was the evidence, I wish I was the grounds 
for fifty million hands up raised and open toward the sky

I wish I was a sailor with someone who waited for me
I wish I was as fortunate, as fortunate as me
I wish I was a messenger, and all the news was good
I wish I was the full moon shining off your Camaro's hood

I wish I was an alien, at home behind the sun
I wish I was the souvenir you kept your house key on
I wish I was the pedal break that you depended on
I wish I was the verb to trust, and never let you down

I wish I was the radio song, the one that you turned up
I wish, I wish, I wish, I wish, I guess it never stops.


N.B. Faccio riferimento al testo di Wishlist che Eddie Vedder canta nell'album Yeld (1998): ho notato che spesso Eddie Vedder cambia qualche strofa o parola... del resto attinge ad una lista infinita di desideri! Anche il testo del video che ho scelto ad esempio contiene qualche differenza da quello che ho qui provato a tradurre: the sound of fifty million hands up raised and open to the sky invece che the grounds for fifty million hands up raised and open toward the sky; a Camaro invece che your Camaro; a living beam invece che an alien; that one you could turn on invece che the one that you turned up; e manca del tutto l'ultimo verso: I guess it never stops.

sabato 17 maggio 2008

InfoJò 15/8/08, Bastia Umbra (PG): WRITERS

Riporto da www.bastianotizie.it questo articolo di Sara Stangoni che si occupa del progetto di promozione della salute che sto cordinando.

A caccia del logo per il camper
del benessere giovanile


Bastia Umbra 16 maggio 2008 - Bombolette-spray alla mano e tanta creatività: un invito aperto a tutti i "writers" di Bastia, i giovani artisti e a tutti i curiosi. Sabato 17 maggio dalle ore 16 si svolgerà di fronte lo Stadio Comunale di Bastia Umbra l'incontro "Loghiamoci", un concorso rivolto a tutti i disegnatori di murales, indetto dal settore Servizi Sociali. L'iniziativa rientra nel progetto InfoJò, finalizzato al benessere e alla salute in età adolescenziale [*]. Si tratta di un progetto d'ambito territoriale, riguardante cinque comuni: Bastia, Cannara, Bettona, Assisi e Valfabbrica. Non intende sottolineare i disagi giovanili ed insegnare agli adolescenti come prevenire i rischi, ma si propone di promuovere la loro salute attraverso iniziative che li possano coinvolgere direttamente. loro vicini in questo difficile momento di passaggio, quando Un modo per esseresi è più vulnerabili e meno coscienti della realtà. In questa ottica, la formazione del personale che entrerà in contatto con i ragazzi è già attiva da due anni. Il progetto InfoJò prevede l'utilizzo di un camper che girerà nel comprensorio, avvicinando i giovani e dialogando con loro. Tra i graffiti realizzati sabato pomeriggio verrà scelto il logo dell'iniziativa, da stampare sul camper. Questo speciale mezzo sarà presentato ufficialmente a metà giugno, per partire poi nel suo viaggio di promozione. L'evento di sabato sarè arricchito dall'esibizione di giovani gruppi musicali emergenti.

[*] Non solo: il progetto copre anche la fascia di età giovanile.





Per immagini

Per immagini:
ogni nostro pensare
procede da immagini a verba -
condensandosi
parola cangiante
al corpuscolo luce -
cammeo d'incastro nobile
di attente mani  -
non casuali né vane.


Ho scritto questi versi 22 anni fa. Spiegano come e perché mi piace far poesia (e quale genere di poeti posso amare). Oggi è stata una bella giornata. Arianna e io abbiamo scoperto un ospite delle nostre campagne di cui ignoravamo l'esistenza: la nutria. Ci siamo concessi un bel pranzetto al ristorante. Ho imparato a guidare un aquilone a due fili; pensavo fosse difficile e invece mi ci sono voluti un paio di tentativi per "ricordare" come fare... e domani conto di completare il corso di addestramento di mia figlia! Buon mese di maggio a tutti.

venerdì 16 maggio 2008

Le scie azzurre dell'amore

Il ritratto di Guglielmina
 
Quando mia sorella l'invitò  
E andai ad aprirle la porta  
Entrò il sole,
Entrarono le stelle.  
Entrarono due trecce di grano
E due occhi interminabili...  
Allora entrò Guglielmina  
Con due bagliori azzurri. 

(Pablo Neruda)

Ho appena riletto sul blog di Digitale Purpurea questa straordinaria poesia di Pablo Neruda, come se fosse un veloce spezzone di un film che non si può dimenticare. È stato subito deja-vu. Così dico riletta, ché sicuramente, anche se non ricordo dove e quando, è già successo: circa 25 anni fa divoravo con avidità tutto quello che riuscivo a trovare di Neruda e altri poeti moderni. E l'inconscio deve avere conservato quei "due bagliori azzurri", covandoli come la cenere la brace, in me, fino a farli riemergere 4 anni fa nella forma di "due fiamme azzurre". 

La somiglianza tra Il ritratto di Guglielmina di Neruda con Il dubbio che ho pubblicato su Ventidue passi d'amore è inequivocabile: raccontano due storie diverse attingendo alla stessa Fonte universale. Ma lo scopro solo adesso! 

Il dubbio
 
Splendente
d'arcobaleno il viso  
colpisci cuori  
con frecce di cielo.  
Ed io, come tanti  
al petto ferito,  
fra tanti astri miro  
la scia di una meteora.  
E due fiamme azzurre,  
incuranti e sbadate.

giovedì 15 maggio 2008

Dialogo sul dimenticare

Non l'ho mai fatto. C'è sempre una prima volta: da uno dei blog che frequento riporto uno scambio di commenti degno d'assurgere a onor di post!

All'amica H - che a proposito del suo amore non più corrisposto ha scritto
Io non voglio dimenticare. Dimenticare è come morire. Io non posso dimenticare e non dimenticherò. - ho commentato:

In tutta franchezza, per me è proprio l'opposto: dimenticare è come rinascere. E soltanto "morendo" si può rinascere. Tu ti aggrappi ai tuoi ricordi e al sogno di una vita che non esiste più. Così facendo opponi resistenza a vivere la tua nuova vita, quella ancora da scrivere. E avendo un po' di esperienza più di te (non tanta ma un po' sì) ti assicuro che ho scoperto che è assolutamente così; ma naturalmente alla tua età la pensavo come te. (...)

Un altro suo amico, S, è intervenuto approvando: Quoto e co
ndivido questo commento, ché non avrei saputo trovare parole migliori. Ciao.

Poco dopo ha giustamente precisato che ripensandoci poi non si dimentica, si metabolizza e si cresce arricchiti da nuove esperienze. E i ricordi da martellanti si fanno via via più discreti, lasciando spazio ad un sorriso ormai svelato.

H allora
ha risposto: ORA CONCORDO!... "metabolizzare i ricordi": questo voglio dire! scordare è come negare le cose belle che hai vissuto, fingere che non siano mai state... e io non voglio! sono troppo belle per essere messe da parte! questo non significa che io viva nel ricordo... vivo l'oggi tenendo ben presente cosa significhi "felicità" per me, in modo da poterla riconoscere subito quando si ripresenterà ai miei occhi. (...)

Ho riflettuto su come la mia amica avesse usato il verbo scordare come sinonimo di dimenticare. Tale sovrapposizione non mi convinceva: avevo scritto "dimenticare è come rinascere" ma non avrei mai affermato che "scordare è come rinascere", anzi la seconda frase mi suonerebbe falsa. Così sono andato a cercare su un utile dizionario etimologico on line (che da oggi ho inserito trai link nella sidebar del blog) quale fosse la sfumatura che distingue dimenticare da scordare.

Tutto giusto... grazie S, ottima la precisazione del metabolizzare (o elaborare in senso psicodinamico) vissuti e ricordi...però, mia cara H, non condivido la tua paura del
dimenticare (...).
Dimenticare viene dal latino
dimentàre e significa fare uscire di mente. Scordare viene da ex corde, dunque in origine significava mettere fuori dal cuore.
Fatta questa precisazione, ho detto che dimenticare è come rinascere e lo confermo. Scordare invece è come morire, è vero... ma si rinasce sempre lo stesso! :)


Dimenticare mi suona come un'opportunità di "rinascere" perché fare pulizia nella mente per me è sempre un fatto positivo! Scordare no: cancellare le emozioni è proprio come morire... ma ancora c'è sempre la possibilità di "rinascere".

Ha così concluso H: Che belli 'sti comment
iiiiiiiii!!! grazie! è grandiosa la differenza tra "dimenticare" e "scordare"...che amici fighi che ho ;-) un bacioneeeeeeeeeeeee

La morale? Tempi duri per gli psicologi... se tutti i loro pazienti scoprissero quanto bene ci si può aprire e guardarsi dentro sui blog, individualmente o in gruppo e gratis! :-)

mercoledì 14 maggio 2008

Every Little Thing She Does Is Magic

Semplicemente una delle più belle canzoni di tutti i tempi: un pezzo che musicalmente trasmette un'incontenibile energia, gioia, voglia di vita e libertà... nonostante il testo lasci un po' l'amaro in bocca: è la storia di un amore non corrisposto, anzi neppure professato. Ma forse proprio in questa ambivalenza agrodolce di registri, tra un tessuto di note che decolla altissimo, un loop virtuoso e trascinante, e un lieto fine che forse non arriverà mai, sta la magia irripetibile di Every Little Thing She Does Is Magic, dall'album Ghost in the Machine (1981).

Le parole composte da Sting sono perfettamente all'altezza della grande partitura, contraddistinte magistralmente dal contrappunto di cui ho appena detto (le traduco dall'inglese, non troppo letteralmente, sperando di coglierne il senso).

Da una parte le strofe raccontano come la timidezza impedisca a un innamorato di farsi notare dalla sua amata fata:

Anche se ci ho provato e riprovato, a dirle
dei sentimenti che ho per lei nel cuore

ogni volta che m'avvicino a lei
perdo il controllo, l'ho fatto sin dall'inizio.

(ritornello...)

Devo proprio raccontare la storia
di
migliaia di giorni di pioggia da che ci siamo incontrati:
l'ombrello sembrerebbe grande quanto basta
ma alla fine mi ritrovo sempre bagnato."

(ritornello...)


Sono stato sul punto di telefonarle
migliaia di volte al giorno
per chiederle di sposarla, come si faceva una volta,
ma le mie
paure mute mi hanno sempre bloccato
prima di raggiungere la cornetta
prima che la mia lingua balbettasse.
Il mio destino è rimanere
sempre solo?

Dall'altra il ritornello che si ripete tante e tante volte, che si conclude con
la consapevolezza che un grande amore vale comunque la pena di viverlo perché vive comunque di vita propria; un ritornello che contiene proprio quelle frasi d'amore che forse sarebbero perfette per dichiararsi, se solo lui riuscisse a rivolgerle a lei invece che suonarsele e cantarsele nella propria testa:

Ogni piccola cosa che lei fa è magica,
ogni cosa che lei fa mi accende.
Prima pensavo che la mia vita fosse tragica,

ora so che c'è l'amore per lei, che va avanti.




The Police
(Gordon Matthew Sumner alias Sting, Andy Summers, Stewart Copeland)


Every Little Thing She Does Is Magic


Though I've tried before to tell her
of the feelings I have for her in my heart,
every time that I come near her,
I just lose my nerve as I've done from the start.

Every little thing she does is magic.
Everything she do just turns me on.
Even though my life before was tragic,
now I know my love for her goes on.

Do I have to tell the story
of a thousand rainy days since we first met.
It's a big enough umbrella,
but it's always me that ends up getting wet.

Every little thing she does is magic.
Everything she do just turns me on.
Even though my life before was tragic,
now I know my love for her goes on.

I resolved to call her up
a thousand times a day
and ask her if she'll marry me
in some old-fashioned way.
But my silent fears have gripped me
long before I reached the phone,
long before my tongue has tripped me.
Must I always be alone?

Every little thing she does is magic.
Everything she do just turns me on.
Even though my life before was tragic,
now I know my love for her goes on.

Every little thing she does is magic.
Everything she do just turns me on.
Even though my life before was tragic,
now I know my love for her goes on
on and on and on,
and every little thing, every little thing,
every little thing, every little thing,
every little, every little,
every little, every little thing she does,
every little thing she does,
every little thing she does,
every little thing she does,
thing she does is magic.

Eeoh eeoh, eeoh eeoh, eeoh eeoh, eeoh eeoh,
eeoh eeoh, eeoh eeoh, eeoh eeoh, eeoh eeoh.

Every little thing, every little thing,
every little thing she do is magic, magic, magic,
magic, magic, magic.

Oh, eeoh, eeoh. Ah.
a thousand rainy days since we first met.
It's a big enough umbrella,
but it's always me that ends up getting wet.

Nel campo della musica "leggera" i Police sono la mia band preferita sin dall'adolescenza: adoro come abbiano saputo felicemente contaminare punk, rock, reggae, jazz e pop. E le canzoni di cui ci s'innamora tra i 15 e i 20 anni (come Every Little Thing She Does Is Magic ne avrei molte altre dei Police da citare) restano nel cuore per sempre!

P.S. E se vi piacciono i Peanuts non potete perdervi questa versione a fumetti!

martedì 13 maggio 2008

Mr Magorium e la bottega delle meraviglie

Un film uscito a fine 2007 che consiglio di vedere coi vostri bambini... o anche senza se vi sentite ancora bambini dentro! L'ho guardato domenica scorsa (su DVD a noleggio) con la mia Ari e un suo amichetto... ahimè senza prestare alla proiezione il massimo d'attenzione perché, da buon papà-single, in contemporanea stiravo; però la pellicola era talmente delicata e magico da gustarmela anche tra gli sbuffi del ferro. In vena di pigrizia, lascio il link a una recensione trovata in rete che mi pare perfetta e a cui non mi sento di aggiungere o togliere nulla. La mia frase preferita del film (da cui son risalito con Google al link di cui sopra) è assolutamente questa:

La nostra vita è un'occasione, 
non fartela scappare.


P.S. Dopo aver pubblicato questo post ho letto dei 10000 morti del terremoto di ieri in Cina: mi sono sentito come imbarazzato a parlare di favole a cospetto di tale tragedia. La vita è un costante paradosso, sfida la nostra logica e il nostro cuore, ed è illusione quanto lo è la morte. Non credo riuscirei a farmi una ragione del mondo se non credessi fermamente a questo.

lunedì 12 maggio 2008

Cominciamo a parlare di InfoJò

Un anno e una manciata di mesi che scrivo su questo blog e non ho mai parlato del mio lavoro! Ho fatto giusto un accenno 6 mesi fa quando ho riportato un articolo di Ramona Premoto sul Corriere dell'Umbria con un nota biografica dove, riguardo la mia formazione e attività, si leggeva:

"Diplomatosi al Liceo Classico
Mariotti, ha studiato qualche anno ingegneria per poi spostarsi sulla laurea breve in servizio sociale. Come obiettore di coscienza ha prestato opera di volontariato in un gruppo-famiglia per disabili. Prima di entrare di ruolo nei servizi pubblici ha lavorato nella cooperazione sociale all'interno di strutture psichiatriche della ASL 2. Diventato assistente sociale specialista, ha nel frattempo conseguito la laurea quadriennale in scienze politiche. Attualmente, come funzionario del Comune di Assisi, si occupa di progettazione sociale."


Perché non ho mai parlato di quel che faccio in ufficio? Francamente è un'azione più agìta senza volerlo che predeterminata... per una sorta di pudore a tenere ben distinte le passioni (ormai un secondo lavoro non retribuito), concretizzatesi nei miei due libri e nella mostra Donne di Vrindavan, dalla mia professione, spesso abissalmente lontana dalle cose che nutrono la mia anima, a volte per fortuna più in sintonia.

Ora vorrei offrire un po' di spazio a un progetto che coordino, in preparazione da diversi mesi, e ormai in fase di preapertura, in cui ho potuto mettere a frutto anche il mio lato creativo. Si tratta del Servizio InfoJò, che interessa l'Ambito Territoriale 3 dell'Umbria (Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Cannara, Valfabbrica), che ha come importanti sponsor YKS Channel e Radio Subasio, che vede impegnate le Cooperative sociali ASAD di Perugia e La Goccia di Bastia Umbra, che cammina in sinergia con un ulteriore intervento d'Ambito che sovrintendo, il Progetto Peer Education, e coinvolge dunque numerosi ragazzi formati come peer educators. In due parole InfoJò consiste in una équipe educativa territoriale che si muoverà sui cinque Comuni dell'Ambito 3 a bordo di un info-camper per... beh, a questo dedicherò un altro post!

Sabato prossimo si svolgerà una manifestazione propedeutica all'inaugurazione vera e propria a metà giugno. L'immagine sopra è la bozza del volantino mentre quello che segue è il testo dello spot preparato dai peer educators che andrà in onda nei prossimi giorni su Radio Subasio, preparato su indicazione dei ragazzi nello stile "Donne, donne: è arrivato l'arrotino!"

Giovani, giovani! E' arrivato l'InfoJò, il nuovo servizio di animazione territoriale dei Comuni di Assisi, Bastia Umbria, Bettona, Cannara e Valfabbrica. Il prossimo weekend InfoJò vi offre tanto divertimento con musica dal vivo e la possibilità di vedere i writers al lavoro, per realizzare il logo dell'InfoJò. Sabato 17 maggio dalle 15.30 al parcheggio dell'antistadio di Bastia Umbra. Accorrete numerosi.

domenica 11 maggio 2008

Progetto Alice in India

Invito chi è in zona Milano o Bologna a visitare la mostra fotografica dell'amico Piero Sirianni La scuola che insegna il sorriso:

  • a Milano il 15 e 16 maggio in Via Tortona n. 31 presso l'Atelier Kailash;
  • a Bologna dal 16 al 21 maggio a cura del Centro Studi Censerig.
Sul blog di Piero troverete maggiori informazioni su contenuti, sedi, orari e altre iniziative collegate alle due esposizioni, come gli interventi di Luigina De Biasi, fondatrice e insegnante del Progetto Alice (a lato il logo). L'intento della mostra (ne ho parlato già a fine marzo) è proprio quello di promuovere di tale progetto educativo; ciò la rende un'iniziativa particolarmente lodevole.

Colgo l'occasione per ricordare l'appuntamento per la prossima esposizione di Donne di Vrindavan: dal 27 maggio al 2 giugno a Trento, presso la Sala Wolkenstein di Palazzo Festi (Teatro Sociale), tra gli eventi artistici (Artinfestival) del Festival dell'economia.