Maurizio Melis - Smart City – Radio 24
puntata del 23-02-2012
Intervista a Peter Hagelstein sulla fusione fredda (seconda parte)
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Maurizio Melis |
MM Questa sera ascolteremo la seconda parte dell’intervista a Peter Hagelstein, fisico teorico, professore associato al MIT, uno dei più noti centri di ricerca al mondo. Nella puntata di ieri, Hagelstein, scienziato con vari successi in carriera, ci ha raccontato della dimostrazione condotta al MIT con NANOR, un piccolo apparato – tenetevi forte – a fusione fredda, realizzato da Jet Energy una piccola società collegata a sua volta con lo stesso MIT e diretta da Mitchell Swartz, a sua volta studioso della fusione fredda. Secondo Hagelstein l’apparato, nel corso della dimostrazione, tenutasi nei laboratori del MIT e durata 23 giorni, ha prodotto 10 volte più energia di quella consumata, tanto che lo scienziato ha definito l’esperimento “rivoluzionario”. Hagelstein, d’altra parte, conosce bene la materia: tra le sua varie attività di ricerca da 20 anni è impegnato a mettere a punto un modello teorico che possa spiegare la fusione fredda e, come abbiamo visto ieri, ritiene anche di essere a buon punto. Ecco perché nell’intervista di oggi gli abbiamo chiesto la sua opinione riguardo la possibilità di arrivare più o meno rapidamente ad applicazioni industriali e anche che cosa pensa della vicenda di Rossi e Focardi, dei quali qui a Radio 24 ci siamo occupati approfonditamente e che, a partire dall’inizio dell’anno scorso, hanno tenuto dimostrazioni pubbliche – per quanto, insomma, mai del tutto convincenti – con un apparato, l’E-cat, che produrrebbe energia sulla base di una reazione nucleare, questa volta tra Nichel e Idrogeno. E allora sentiamo che cosa ne pensa il professor Hagelstein.
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Peter Hagelstein |
PH In letteratura i primi esperimenti con il sistema Nichel e Idrogeno sono stati effettuati negli anni ‘90 dal gruppo di Francesco Piantelli, di cui Sergio Focardi era uno dei membri di punta. Le loro pubblicazioni furono molto interessanti e insegnarono molto sul fenomeno. Dalla lettura delle loro pubblicazioni ho tratto la convinzione che stiamo parlando di un fenomeno molto simile a quello delle reazioni Palladio e Idrogeno, tutto lo fa pensare: come l’esperimento risponde agli stimoli, la sistematica del fenomeno eccetera. Personalmente sono convinto che livelli di guadagno energetico elevati siano stati raggiunti a suo tempo già dal gruppo di Piantelli. Per quanto riguarda Rossi, parliamo di una tecnologia che avrebbe un enorme valore economico, ma nello stesso tempo molto difficile da brevettare. Il risultato è che Rossi e colleghi non hanno mai dato informazioni precise su ciò che è contenuto nell’apparato, né abbiamo a disposizione reports affidabili delle dimostrazioni che ha condotto. Insomma, non abbiamo una buona documentazione tecnica, anzi, in pratica non abbiamo nulla di ciò che sarebbe necessario per fare una valutazione.
MM Lei però che opinione ha?
PH Io ritengo che l’apparato di Rossi sia fondamentalmente un derivato di quello di Francesco Piantelli. Se questo è vero, sappiamo abbastanza bene di cosa si tratta e i miei modelli fisici, che ho sviluppato per il sistema Palladio-Idrogeno, sembrano riprodurre bene anche quanto si osserva nei sistemi Nichel-Idrogeno. Secondo il mio punto di vista, negli esperimenti con il Deuterio e il Palladio, sono gli atomi di Deuterio a reagire e, fondendosi, a formare elio. Mentre negli esperimenti con il Nichel a reagire sono atomi di Idrogeno e Deuterio, che si combinano a formare Elio3. La differenza tra i due processi fisici è che, nel caso del Nichel, questo viene coinvolto nella reazione, finendo per disintegrarsi. Il risultato è che il Nichel si consuma, mentre questo non accade con il Palladio, ma credo anche che sia possibile controllare la reazione in modo tale che ciò non accada e che il Nichel venga preservato, dando luogo ad una reazione più pulita ed efficiente.
MM Ecco, lei pensa che stiamo andando verso una stagione in cui si stabilirà finalmente che la fusione fredda, intanto è un fenomeno reale, e che poi sarà finalmente possibile utilizzarla a livello industriale per produrre energia?
PH Sono convinto, da molti anni, che il fenomeno di cui stiamo parlando sia di estrema importanza e che, molto realisticamente, ci porterà una nuova e importante tecnologia per produrre energia. La mia speranza è che, con la diffusione di questi primi esperimenti, sarà chiaro, già quest’anno, che siamo di fronte a una frontiera di grande interesse per tutti noi. Personalmente sono molto ottimista: da quello che so, anche il gruppo di Piantelli ha trovato dei finanziamenti per sviluppare un apparato di tipo commerciale. Credo che, in generale, stiamo vivendo un momento storico molto eccitante.
MM Quanto pensa che ci vorrà per vedere delle applicazioni pratiche della fusione fredda? Insomma, parliamo di mesi, di anni o di decenni?
PH Ci sono molti gruppi nel mondo che dichiarano di aver sviluppato a sufficienza la tecnologia per le prime applicazioni industriali. Certo, è necessario che questi apparati si confrontino con tutti gli aspetti legati alla sicurezza, come ogni altro apparecchio commerciale. Bisognerà fare tutti i test necessari per assicurare che non ci siano radiazioni pericolose, che la piccola scorta di Idrogeno non possa prendere fuoco ed esplodere. Insomma, si tratta di regolamentare questi nuovi apparati e assicurare che rispettino tutte le regole. Questo potrà richiedere un po’ di tempo, ma non vedo ragioni per cui, nel corso del prossimo anno, non debbano essere disponibili sul mercato i primi esemplari di apparati a fusione fredda. Naturalmente parliamo solo della prima generazione, ma penso proprio che faremo in tempo a vedere i primi esemplari installati in normali abitazioni, dove produrranno calore ed energia elettrica, con benefici enormi per tutti noi. Sono molto ottimista.
MM Beh, insomma, ottimismo a parte, quel che è certo è che la vicenda del MIT è solo l’ultimo di vari segnali, venuti fuori nel corso dell’ultimo anno, che qualcosa si sta muovendo davvero su questo fronte. Al di là anche di voci che parlano di apparati a fusione fredda già in corso di produzione in Cina e negli Stati Uniti. Voci che davvero non sono facilmente verificabili. Noi comunque qui, da “Smart City” continueremo a tenervi aggiornati su questo argomento così interessante e così trascurato da gran parte dei media.
Oltre al suggerimento che ho scritto nella prima parte, scrivere le domande in grassetto faciliterebbe la lettura secondo me.
RispondiEliminasostiene esattamente quello che sostiene Rossi sulla commerciabilità eventuale dei sistemi....
RispondiEliminaBeh...insomma...
RispondiEliminavisto cio' che è accaduto questi ultimi mesi era leggittimo aspettarsi un escalation come quella cui stiamo assitendo...
Sentire però una personalità come peter hgelestein che parla del lavoro di rossi come un'evoluzione della cella piantelli focardi è davvero incredibile.
Immaginatevi tra qualche anno che razza di dispositivi lenr che avremo...io sto in fissa con la propulsione spaziale basata sulla ff...ed allora raggiungere giove o saturno ed esplorare le rispettive lune sarà un gioco da ragazzi.
Non erano oggi i test della Defkalion?
RispondiEliminaDureranno 4 giorni, poi ci vorra` tempo per i report. Pero` in DGT avevano promesso di fornire informazioni sulle modalita` di test ed i partecipanti (opzionalmente a seconda della loro volonta`) prima del loro inizio...
RispondiEliminaTrovo molto interessante la frase di Peter Hagelstein in cui si ipotizza che nei sistemi Nichel-Idrogeno la fusione potrebbe essere tra Idrogeno e Deuterio venendosi cosi' a formare Elio-3 che e' un isotopo stabile dell'Elio.
RispondiEliminadavvero vorrei riuscire a scrivere del mio sentire positivo per i concetti che anche lo scenziato del massachuttes esprime con parole semplici, che i vari commentatori negativisti sarebbero pronti a sbeffeggiare quanto in sottinteso penso avranno fatto quando è stato il turno degli scenziati italiani. Per il livello di certezza del fenomeno nel mio sono arrivato al capolinea già da un bel po', pero' stavolta ho l'impressione che questo bel capolinea sia in coatta vista per tanti e tanti, con davvero poche deroghe.
RispondiEliminaOk, si scrive Massachusetts, lo ammetto il MIT lo ho interiorizzato sempre come un qualcosa di poco di buono che riguardava affari della radioattività e non mi interessava proprio per nulla. Forse adesso potrei iniziare a pensare di ricredermi un pochino per volta.
RispondiElimina?
RispondiEliminaIs the untranslated version of the interview in English available?
RispondiElimina@taser_this: blog admin Daniele Passerini is trying to obtain it from the interviewer Maurizio Melis.
RispondiElimina@Tizzie
RispondiEliminaCirca il suggerimento editoriale, sì è lo standard che di solito adotto anch'io, ma quando le domande sono più strutturate, come in questo caso, il grassetto appesantisce un po' la lettura sul blog. A gusto mio.
@taser_this
Thank you.
I hope to have the untranslated version within a few days.
sincerely
Thanks for this interview. The translated version is good and appreciated. Revolution in energy. We need this.
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