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Il manifesto ufficiale della Marcia della Pace Perugia-Assisi 2011 |
L'ultima
Marcia della Pace a cui partecipai fu la XVI edizione
contro la miseria e la guerra, quella dell'11 settembre 2005
di cui vi ho parlato qualche giorno fa. Questo blog sarebbe nato pochi mesi dopo dopo, il 5 gennaio 2006. Da allora il tempo è volato via veloce come un neutrino!
Siamo già alla
XIX Marcia della Pace Perugia-Assisi intitolata quest'anno
"per la pace e la fratellanza tra i popoli" come fu per la prima edizione del 1961 voluta da
Aldo Capitini. All'edizione 2011 hanno aderito più di 1000 scuole, istituzioni, associazioni da ogni parte d'Italia.
Nel suo piccolo anche
22 passi d'amore e dintorni è cresciuto in fretta, tanto da concorrere quest'anno al titolo di
Blog Awards 2011 nella categoria
Miglior blog a sfondo sociale (ricordo che si può votare fino al 28 settembre
a questo link).
Se oggi, dalle 9 alle 15, volete un collegamento in diretta con i marciatori non violenti in cammino dal capoluogo umbro fino alla cittadina di S. Francesco, potete lasciare un commento a questo blog. Tramite iPhone potrò leggere e rispondervi e raccontarvi le impressioni che raccoglierò strada facendo, però sempre scrivendo nello spazio commenti di questo post: editarne uno vero e proprio via telefonino è improponibile.
OCCHIO PERCIÒ OGGI ALLO SPAZIO COMMENTI!
NOTE PERSONALI
- Mi unirò alla marcia pochi chilometri dopo la sua partenza, a Ponte San Giovanni, e la concluderò a Santa Maria degli Angeli pochi chilometri prima della sua conclusione alla Rocca Maggiore che domina Assisi.
- Con me verranno mia figlia e altre due care persone per un totale di 99 anni d'età e 24 anni e 3 mesi in media a testa... be', magari per me! :-)
ALTRI LINK:
Le strade di Ponte S. Giovanni sono pienissime di gente che aspetta di unirsi alla colonna umana che sta scendendo da Perugia. La testa della colonna dovrebbe arrivare a minuti.
RispondiEliminaManifestate anche contro i bombardamenti della Nato in Libia ?
RispondiEliminaOppure è solo una manifestazione contro la guerra in genere ?
Siamo partiti da una ventina di minuti. È una grande festa, gente di tutte le eta e colori politici, cittadini, associazioni, bellissimo!!!
RispondiEliminaChi non ha mai partecipato a questa marcia non può capire: non è una protesta, è una festa, un grande abbraccio e un fantastico sorriso collettivo!
@rampa
RispondiEliminaTi ho risposto
Siamo quasi a Collestrada. Ho riconosciuto Don Ciitti tra la folla
RispondiEliminaEhm... l'idea di far passare la marcia nel parcheggio del centro commerviale non credo che avrebbe incontrato il favore di Aldo Capitin! :(
RispondiEliminaEra decisamente meglio il percorso "tradizionale"!!! :))
Scusate gli errori di battitura: sto digitando sull'iPhone marciando! :))
RispondiEliminaMi sa che finisco sul TG3 :)))
RispondiElimina"A cosa serve essere qui a marciare?" mi ha chiesto il giornalista. "A stare tutti insieme e dare un messaggio al mondo," ho risposto.
Fantastico il camIoncino dei NO TAV che manda una canzone più bella dell'altra. Mitico il DJ! :))
RispondiEliminaE' bello manifestare A FAVORE di qualcosa! Siamo con te, Daniele! Ciao!!!
RispondiEliminaCiao Luca!! :))
RispondiEliminaSi! Fino a una decina di anni fa questa marcia era molto politicizzata. Ora è una manifestazione popolare, una grande festa, da famiglia e da generazioni riunite!
Siamo quasi a Bastiola.
Mozione finale letta alla Rocca di Assisi al termine della Marcia Perugia-Assisi 2011 «per la pace e la fratellanza dei popoli»
RispondiEliminaMOZIONE FINALE
A conclusione della Perugia-Assisi, che abbiamo convocato a cinquant’anni dalla prima Marcia organizzata il 24 settembre 1961 da Aldo Capitini, vogliamo lanciare un nuovo appello per la pace e la fratellanza dei popoli.
Lo facciamo richiamando il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che proclama: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
La fratellanza dei popoli si basa sulla dignità, sugli eguali diritti fondamentali e sulla cittadinanza universale delle persone che compongono i popoli. I diritti umani sono il nome dei bisogni vitali di cui è portatrice ogni persona. Essi interpellano l’agenda della politica la quale deve farsi carico di azioni concrete per assicurare “tutti i diritti umani per tutti” a livello nazionale e internazionale. La sfida è tradurre in pratica il principio dell’interdipendenza e indivisibilità dei diritti umani – civili, politici, economici, sociali e culturali – e ridefinire la cittadinanza nel segno dell’inclusione. L’agenda politica dei diritti umani comporta che nei programmi dei partiti e dei governi ciascun diritto umano deve costituire il capoverso di un capitolo articolato concretamente in politiche pubbliche e misure positive.
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RispondiEliminaIl nostro appello per la pace e la fratellanza dei popoli contiene alcuni principi, proposte e impegni:
Principi
Primo. Il mondo sta diventando sempre più insicuro. Se continuiamo a spendere 1.6 trilioni di dollari all’anno per fare la guerra non riusciremo a risolvere nessuno dei grandi problemi del nostro tempo: la miseria e la morte per fame, il cambio climatico, la disoccupazione, le mafie, la criminalità organizzata e la corruzione. Se vogliamo uscire dalla crisi dobbiamo smettere di fare la guerra e passare dalla sicurezza militare alla sicurezza umana, dalla sicurezza nazionale alla sicurezza comune.
Secondo. Se vogliamo la pace dobbiamo rovesciare le priorità della politica e dell’economia. Dobbiamo mettere al centro le persone e i popoli con la loro dignità, responsabilità e diritti.
Terzo. La nonviolenza è per l’Italia, per l’Europa e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, metodo e stile di vita, strumento di liberazione, strada maestra per contrastare ogni forma d’ingiustizia e costruire persone, società e realtà migliori.
Quarto. Se vogliamo la pace dobbiamo investire sulla solidarietà e sulla cooperazione a tutti i livelli, a livello personale, nelle nostre comunità come nelle relazioni tra i popoli e gli stati. La logica perversa dei cosiddetti “interessi nazionali”, del mercato, del profitto e della competizione globale sta impoverendo e distruggendo il mondo. La solidarietà tra le persone, i popoli e le generazioni, se prima era auspicabile, oggi è diventata indispensabile.
Quinto. Non c’è pace senza una politica di pace e di giustizia. L’Italia, l’Europa e il mondo hanno bisogno urgente di una politica nuova e di una nuova cultura politica nonviolenta fondata sui diritti umani. Quanto più si aggrava la crisi della politica, tanto più è necessario sviluppare la consapevolezza delle responsabilità condivise. Serve un nuovo coraggio civico e politico.
Sesto. Se davvero vogliamo la pace dobbiamo costruire e diffondere la cultura della pace positiva. Una cultura che rimetta al centro della nostra vita i valori della nostra Costituzione e che sappia generare comportamenti personali e politiche pubbliche coerenti. Per questo, prima di tutto, è necessario educare alla pace. Educare alla pace è responsabilità di tutti ma la scuola ha una responsabilità e un compito speciali.
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RispondiEliminaProposte e impegni
1. Garantire a tutti il diritto al cibo e all’acqua
E’ intollerabile che ancora oggi più di un miliardo di persone sia privato del cibo e dell’acqua necessaria per sopravvivere mentre abbiamo tutte le risorse per evitarlo. Ed è ancora più intollerabile che queste atroci sofferenze siano aumentate dalla speculazione finanziaria sul cibo, dall’accaparramento delle terre fertili, dalla devastazione dell’agricoltura e dalla privatizzazione dell’acqua.
2. Promuovere un lavoro dignitoso per tutti
Un miliardo e duecento milioni di persone lavorano in condizioni di sfruttamento. Altri 250 milioni non hanno un lavoro. 200 milioni devono emigrare per cercarne uno. Oltre 12 milioni sono vittime della criminalità e sono costrette a lavorare in condizioni disumane. 158 milioni di bambine e di bambini sono costretti a lavorare. Occorre ridare dignità al lavoro e ai lavoratori, giovani e anziani, di tutto il mondo.
3. Investire sui giovani, sull’educazione e la cultura
Un paese che non investe, non valorizza e non dà spazio ai giovani è un paese senza futuro. La lotta alla disoccupazione giovanile deve diventare una priorità nazionale. Investire sulla scuola, sull’università, sulla ricerca e sulla cultura vuol dire investire sulla crescita sociale, politica ed economica del proprio paese.
4. Disarmare la finanza e costruire un’economia di giustizia
La finanza, priva di ogni controllo internazionale, sta mettendo in crisi l’Europa politica e provoca un drammatico aumento della povertà. Bisogna togliere alla finanza il potere che ha acquisito e ripristinare il primato della politica sulla finanza. Occorre tassare le transazioni finanziarie, lottare contro la corruzione e l’evasione fiscale e ridistribuire la ricchezza per ridurre le disuguaglianze sociali.
5. Ripudiare la guerra, tagliare le spese militari
La guerra è sempre un’inutile strage e va messa al bando come abbiamo fatto con la schiavitù. Anche quando la chiamiamo con un altro nome è incapace di risolvere i problemi che dice di voler risolvere e finisce per moltiplicarli. Promuovere e difendere sistematicamente i diritti umani, investire sulla prevenzione dei conflitti e sulla loro soluzione nonviolenta, promuovere il disarmo, contrastare i traffici e il commercio delle armi, tagliare le spese militari e riconvertire l’industria bellica è il miglior modo per aumentare la nostra sicurezza.
6. Difendere i beni comuni e il pianeta.
Se non impariamo a difendere e gestire correttamente i beni comuni globali di cui disponiamo, beni come l’aria, l’acqua, l’energia e la terra, non ci sarà né pace né sicurezza per nessuno. Nessuno si deve più appropriare di questi beni che devono essere tutelati e condivisi con tutti. Urgono istituzioni, politiche nazionali e internazionali democratiche capaci di operare in tal senso. Occorre ridurre la dipendenza dai fossili, introdurre nuove tecnologie verdi e nuovi stili di vita non più basati sull’individualismo, la mercificazione e il consumismo.
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RispondiElimina7. Promuovere il diritto a un’informazione libera e pluralista
Un’informazione obiettiva, completa, imparziale, plurale che mette al centro la vita delle persone e dei popoli è condizione indispensabile per la libertà e la democrazia. Sollecita la partecipazione alla vita e alle scelte della collettività; favorisce la comprensione dei fenomeni più complessi che attraversano il nostro tempo, promuovere il dialogo e il confronto, costruisce ponti fra le civiltà, avvicina culture diverse, diffonde e consolida la cultura della pace e dei diritti umani.
8. Fare dell’Onu la casa comune dell’umanità.
Tutti nelle Nazioni Unite, le Nazioni Unite per tutti. Se vogliamo costruire un argine al disordine internazionale, i governi devono accettare di democratizzare e rafforzare le Nazioni Unite mettendo in comune le risorse e le conoscenze per fronteggiare le grandi emergenze sociali e ambientali mondiali.
9. Investire sulla società civile e sullo sviluppo della democrazia partecipativa
Senza una società civile attiva e responsabile e lo sviluppo della cooperazione tra la società civile e le istituzioni a tutti i livelli non sarà possibile risolvere nessuno dei grandi problemi del nostro tempo. Rafforzare la società civile responsabile e promuovere la democrazia partecipativa è uno dei modi più concreti per superare la crisi della politica, della democrazia e delle istituzioni.
10. Costruire società aperte e inclusive.
Il futuro non è nella chiusura in comunità sempre più piccole, isolate e intolleranti che perseguono ciecamente i propri interessi ma nell’apertura all’incontro con gli altri e nella costruzione di relazioni improntate ai principi dell’uguaglianza e alla promozione del bene comune. Praticare il rispetto e il dialogo tra le fedi e le culture arricchisce e accresce la coesione delle nostre comunità. I rifugiati e i migranti sono persone e come tali devono vedere riconosciuti e rispettati i diritti fondamentali.
Queste priorità devono essere portate avanti da ogni persona, a livello locale, nazionale e globale, in Europa come nel Mediterraneo.
Per realizzarle abbiamo innanzitutto bisogno di agire insieme con una strategia comune e la consapevolezza di avere un obiettivo comune.
Per realizzarle abbiamo bisogno di dare all’Italia un governo di pace e una nuova politica, coerente in ogni ambito, e di investire con grande determinazione sulla costruzione di un’Europa dei cittadini, federale e democratica, aperta, solidale e nonviolenta e di una Comunità del Mediterraneo che, raccogliendo la straordinaria domanda di libertà e di giustizia della primavera araba, trasformi finalmente quest’area di grandi crisi e tensioni in un mare di pace e benessere per tutti.
Grazie Luca!
RispondiEliminaNoi siamo a Bastia Umbra :-)
Riempie il cuore vedere chilometri e chilometro di persone parlare insieme, sorridere, cantare. Devo dire che non rimpiango per nulla le marce del XX secolo fatte di slogan urlati e di rabbia contro. Mi trovo molto più a mio agio nel segno del XXI secolo e dell'età dell'Aquario.
RispondiEliminaQuesta ve la devo dire! Son partito con una sola tacca di batteria sulla Nikon D80, pronto a sostituirla con quella di scorta. Be' siamo ormai a Santa Maria degli Angeli e - dopo centinaia di foto - mi ritrovo con due tacche!!!
RispondiEliminaC'è un sacco di energia in questa folla in marcia :-)
"le battaglie in cui si crede non sono mai perse" (Nino Caponnetto)
RispondiEliminaL'effetto moltiplicatore di energia non funziona con la batteria dell'iPhone che è ormai agli sgoccioli. Saluti da Santa Maria degli Angeli di Assisi.
RispondiEliminaBellissima giornata, in tutti i sensi :)
Han detto ora al TG3 che eravamo in 200.000: molto probabile.
RispondiEliminaStavo leggendo "Codice Genesi. La rivelazione Finale"... ed ho avuto la netta impressione che il PRESIDENTE OBAMA stia seguendo le istruzioni che gli fornisce MICHAEL DROSNIN... alla fine ci troveremo con una GUERRA IMMENSA e TERRIFICANTE... chimico-nucleare-batteriologica.
RispondiEliminaNon so come noi, piccoli individui ed isolati ma geniali ricercatori potremo difenderci da questo "doppio muro di odio" (in buona parte costruito dalla famiglia BUSH)... ma credo che dobbiamo provarci in tutti i modi... e questo blog ti rende onore, caro Daniele.
Almeno stiamo cercando di portare avanti l'alternativa della PACE SUBITO e non si potrà dire che non ci avevamo tentato...