Cito questa storia zen spesso: mi serve a spiegare che ho imparato a non curarmi di quel che gli altri pensano di me. Ed è vero, ma ora so di riuscirci solo entro certi limiti. Perché quando ti viene attribuito qualcosa che non appartiene alla tua vita, alla tua coscienza, ai tuoi valori, allora vedi bene che il "saggio zen" e le persona comuni come me hanno diversi limiti di sopportazione: questa lezione m'è arrivata addosso violentemente tra ieri ed oggi. Tanto più che se sono "rimproverato" di qualcosa che ho effettivamente commesso, seppure la situazione possa essere spiacevole riesco a gestirla e ad esserne responsabile, e se devo pagare giustamente pago. Ma se vengo "accusato" di qualcosa di cui sono innocente, quanto più ne sono del tutto estraneo, quanto più l'accusa è grossa e infondata, tanto più "vado nel pallone". Mutatis mutandis, non ero mai stato diffamato in modo paragonabile a quanto accaduto al saggio della storia zen e la mia prima reazione è stata quella di reagire con sdegno e cercare di far venire subito la verità a galla. E questo non sempre è bene. Vorrei avere l'imperturbabilità del saggio zen, ma non ce l'ho.
Siamo appassionati d’Amore onestà spiritualità arte poesia politica democrazia sostenibilità tecnologia green-energy cold-fusion LENR medicina alternativa cambi di paradigma rivoluzioni scientifiche criptoarcheologia e “tante cose infinite, ancor non nominate”. Siamo uno specchio capovolto della realtà, fuori c’è il patriarcato qui una "società gilanica", fuori c’è ancora la società del petrolio qui dentro siamo pro E-Cat (funzionanti), mobilità elettrica, fotovoltaico, sistemi d'accumulo ecc.
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domenica 10 maggio 2009
Altro che "Ah sì!"
Cito questa storia zen spesso: mi serve a spiegare che ho imparato a non curarmi di quel che gli altri pensano di me. Ed è vero, ma ora so di riuscirci solo entro certi limiti. Perché quando ti viene attribuito qualcosa che non appartiene alla tua vita, alla tua coscienza, ai tuoi valori, allora vedi bene che il "saggio zen" e le persona comuni come me hanno diversi limiti di sopportazione: questa lezione m'è arrivata addosso violentemente tra ieri ed oggi. Tanto più che se sono "rimproverato" di qualcosa che ho effettivamente commesso, seppure la situazione possa essere spiacevole riesco a gestirla e ad esserne responsabile, e se devo pagare giustamente pago. Ma se vengo "accusato" di qualcosa di cui sono innocente, quanto più ne sono del tutto estraneo, quanto più l'accusa è grossa e infondata, tanto più "vado nel pallone". Mutatis mutandis, non ero mai stato diffamato in modo paragonabile a quanto accaduto al saggio della storia zen e la mia prima reazione è stata quella di reagire con sdegno e cercare di far venire subito la verità a galla. E questo non sempre è bene. Vorrei avere l'imperturbabilità del saggio zen, ma non ce l'ho.
2 commenti:
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Direi che, per quanto mi riguarda, la strada per pronunciare la placida espressione del maestro zen è ancora lunga. Mi ci vorrebbero 80 camomille filtrate in 4 minuti esatti (ché si sa che oltre i 4 minuti la camomilla diventa eccitante)per pronunciare di cuore un "Ah, sì". Ciao Daniele :)
RispondiEliminaAh ah ah! ;o)
RispondiEliminaNo non è facile.
Su una cosa però ho vinto totalmente sai: è da almeno 10 anni che non so cosa significhi "incazzarsi per il traffico"... non so nemmeno io come ho fatto, però è così.
A presto carissima