- ai primi di novembre farò istallare sul tetto un impianto fotovoltaico da 3kW e in garage un sistema di accumulo da 10kWh;
- guidiamo auto a metano e gpl da venti giorni che anni e non vediamo l'ora di potere passare all'auto ad emissioni zero.
Siamo appassionati d’Amore onestà spiritualità arte poesia politica democrazia sostenibilità tecnologia green-energy cold-fusion LENR medicina alternativa cambi di paradigma rivoluzioni scientifiche criptoarcheologia e “tante cose infinite, ancor non nominate”. Siamo uno specchio capovolto della realtà, fuori c’è il patriarcato qui una "società gilanica", fuori c’è ancora la società del petrolio qui dentro siamo pro E-Cat (funzionanti), mobilità elettrica, fotovoltaico, sistemi d'accumulo ecc.
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venerdì 20 ottobre 2017
Il futuro è l'auto elettrica, ma il futuro arriverà in Italia?
90 commenti:
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La questione inquinamento va affrontata sul piano tecnico, non emotivo.
RispondiEliminaComincio dalla fine del post di Daniele:
1 - "guidiamo auto a metano e gpl da venti anni"
Bravo! Questa è certamente una scelta senza controindicazioni che consiglio a tutti: io, più vecchio di te, l'ho fatta 35 anni fa.
2 - "ai primi di novembre farò istallare sul tetto un impianto fotovoltaico da 3kW e in garage un sistema di accumulo da 11kWp"
Per essere pignoli il sistema di accumulo sarà da 11kWh e non 11kWp. Questa seconda scelta è a mio avviso criticabile dal punto di vista ambientale. Essa è effettuata nell'ottica di un risparmio di denaro (chi li installerebbe se non ci fosse la detrazione del 50%?). Sono certo che chi, come Daniele, fa questa scelta la fa pensando prima di tutto di ridurre l'inquinamento, ma è da dimostrare che porti a un beneficio dal punto di vista ecologico.
La costruzione delle batterie è tutt'altro che pulita, poi c'è lo smaltimento (vanno cambiate , mediamente, ogni 7 - 10 anni), poi c'è il loro rendimento (se anzichè installare batterie fai lo scambio sul posto, cioè rimetti in rete l'eccesso di energia prodotto, il rendimento è quasi 1). L'adozione delle batterie avrebbe l'unico vantaggio sul piano ecologico di poter aumentare il numero degli impianti fotovoltaici installabili. Infatti non è possibile produrre più di una certa percentuale di energia in modo fotovoltaico, perchè, allo stato attuale della rete, porterebbe a instabilità (troppa energia prodotta di giorno, necessità di fermare delle centrali per riavviarle di notte). Non sono esperto del settore, ma sono convinto che milioni di batterie nelle abitazioni non sia la soluzione. Anche perchè di notte il grosso dell'energia è utilizzata da impianti industriali che sono alimentati dall'alta tensione, quindi separati dalla rete a bassa tensione.
Sono convinto che questa scelta delle batterie non è una scelta ragionata, ma semplicemente commerciale: troppa gente ci guadagna e ha interesse a sostenerla.
3 - "Di fronte a tutto ciò, chi può essere così folle (Marchionne a parte!!!) da preferire un’auto a combustione ad un’auto a emissioni zero?"
L'auto elettrica sposta solo l'inquinamento dalla strada alla centrale che produce l'energia elettrica. La scelta dell'auto elettrica, dal punto di vista ecologico, è quindi sensata solo se l'energia elettrica è prodotta in modo pulito, localmente o meno (per esempio con l'eolico come in Danimarca, ma anche con il nucleare come in Francia). In Italia quasi il 70% dell'energia viene dal termoelettrico: gas, carbone e petrolio. Se si mettono in conto tutti i rendimenti e tenendo conto dell'elevato rendimento degli attuali motori automobilistici, delle soluzioni ibride e degli impianti di teleriscaldamento, l'inquinamento prodotto in Italia da un'auto elettrica è certamente superiore a quello di un'auto tradizionale. Solo è stato trasferito fuori dalle città.
In altre parole in Italia (ma è così in moltissimi paesi) adottare l'auto elettrica è mettere il carro davanti ai buoi.
Per me la scelta dell'auto elettrica è una PRIMA soluzione tampone che va fatta, e sarà fatta spinta dalle circostanze.
RispondiElimina1° per le batterie si sperava nelle batterie della EESTOR basate su strati di alluminio separati da un dielettrico fortissimo (titanato di bario con aggiunte di droganti) Si avrebbe una sorta di multi_condensatore a strati (migliaia di strati da pochi micron)si operava a 1200 Volt La batteria risultava più leggera e ricaricabile oltre 50.000 volte. La velocità di carica era nettamente superiore. Ma pur avendo realizzato prototipi funzionanti la produzione NON è mai decollata. Purtroppo il dielettrico DEVE essere sempre con caratteristiche ottimali, basta che uno solo dei migliaia di strati vada in corto per far esplodere letteralmente tutto. Chiaramente con queste caratteristiche rischiosissime sulle auto direi che sarà dura, ma abbassando le caratteristiche accontentandosi di rendimenti inferiori batterie casalinghe statiche isolate in modo che eventuali rotture non facciano danni è possibile che arrivino. Fra l'altro sono riciclabili e pochissimo inquinanti.
Per il momento accontentiamoci di quello che c'è.
2° Spostando l'inquinamento dalle auto alle centrali elettriche è notevolmente vantaggioso. I sistemi di abbattimento dei fumi delle centrali è enormemente migliore di quello delle auto. In più si potrebbe aumentare ulteriormente a scapito di un costo maggiore.
Dal 2007 ho un impianto da 3kW di potenza. Ora sto valutando di affiancarli un impianto da circa 1 kW con pannelli al silicio monocristallino ( si trova in commercio roba riciclata a prezzi modesti) tale impianto sarebbe slegato dalla rete e funzionerebbe per un condizionatore che rinfresca d'estate e contribuisce a scaldare d'inverno.
L'eolico in questo momento è quello che dà risultati migliori, ma serve vento; in Italia poi c'è l'opposizione di molti "sedicenti ecologisti" da strapazzo che non vedono oltre il loro naso. Vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca. Volendo salvare il mondo finiscono per peggiorare le cose.
Daniele Passerini ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Il futuro è l'auto elettrica, ma il futuro arriver...":
RispondiElimina@Mario
Ciao! Grazie per l’intervento.
Per prima cosa preciso che al fv ci penso seriamente dall’inizio del 2014: cioè da quando ho cambiato casa e per la prima volta ho avuto la possibilità di istallarmi il fv sul tetto (se no lo avrei già fatto una decina di anni fa, quando c’era il contributo statale - o regionale, non ricordo bene - per la campagna “tetti fotovoltaici”). Insomma non stata è un’idea dell’ultima ora e ho soppesato bene tutti i pro e contro.
E appena ne avrò tempo racconterò pure come mai sono stati necessari 8 mesi solo per avere tutte le autorizzazioni necessarie.
Ma veniamo ai punti che sollevi.
1. Perfettamente d’accordo. Oggi ho 52 anni, vado a metano da quando ne avevo 32 (e ancora si doveva girare con la mappa dei distributori a bordo!)... tu sei stato più pioniere di me.
2. kWh non kWp, è vero. Grazie per aver segnalato il refuso, ora correggo.
Verissimo, praticamente nessuno si lancerebbe sulle energie rinnovabili se non ci fosse la detrazione al 50% della spesa.
Sulla scelta ecologica o meno della batteria: i progressi sia a livello di produzione che di smaltimento sono di anno in anno notevoli... avevo letto che sia i pacchi-batteria delle auto sia gli accumuli domestici potranno avere una seconda vita ricollocati nella infrastruttura/rete di ricarica delle auto elettriche... ti risulta o mi sono fidato di una boutade?
Lo scambio sul posto dell’energia prodotta dal fv conviene economicamente all’ENEL e molto meno al “produttore”. L’energia immessa e stoccata nell’accumulo la consumerei di notte (non intendo modificare le mie abitudini di fare la sera - in genere - lavatrice, asciugatrice, lavastoviglie... e anche stirare) ed è solo in questa prospettiva che penso anche all’automobile elettrica.
3. Certo, l’automobile elettrica ha senso solo se viene caricata tramite energie rinnovabili. Ma è proprio quello che auspico, e che nel mio piccolo realizzerò.... non appena potrò permettermi di acquistare un’auto elettrica da famiglia (non un’utilitaria) e con un’autonomia decente. Speriamo che l’offerta continui a crescere e i prezzi a scendere! :)
> La scelta dell'auto elettrica, dal punto di vista ecologico, è quindi sensata solo se l'energia elettrica è prodotta in modo pulito, localmente o meno.
RispondiEliminaE' vero solo in parte: anche se l'energia elettrica si producesse con sistemi tradizionali, l'efficienza dovuta ad un grosso impianto industriale è abissalmente maggiore di quella di un motore a combustione interna.
Quindi, oltre ad un abbattimento effettivo dei fumi inquinanti ci sarebbe il notevole vantaggio di non doverseli respirare tutto il giorno tutti i giorni...
E scusa se è poco :-)
@Portico
RispondiEliminaQuel che dici è giusto, i motori benzina-diesel che circolano sulle nostre strade hanno un’efficienza energetica del 30-40% (ed inquinano), un motore elettrico del 90% (e non inquina). Resta il fatto che se l’elettricita per caricare le batteria la produciamo “á la Trump”, bruciando carbone da qualche parte, è un po’ come mettersi a dieta rigida bevendo però Coca Cola durante i pasti! :)
@Camillo
Anche per me l’auto elettrica a batteria è uno step importante, ma certo non l’ultimo. Il vettore energetico migliore che possiamo immaginare è l’idrogeno. Sogno i distributori di idrocarburi sostituiti da distributori di idrogeno, autosufficienti, che da fv e altre rinnovabili producono per idrolisi l’idrogeno e riforniscono i serbatoi di vetture elettriche ma a fuel-cell. Se non sbaglio la Toyota è la casa automobilistica più avanti rispetto all’idrogeno.
@Daniele
RispondiElimina> Quel che dici è giusto, i motori benzina-diesel che circolano sulle nostre strade hanno un’efficienza energetica del 30-40% (ed inquinano), un motore elettrico del 90% (e non inquina)
Il mio confronto non è tra un motore a combustione interna (al 40% penso non ci arrivi nemmeno il più efficiente) e l'elettrico (efficienza anche del 99%!), ma tra un motore a combustione interna e, ad esempio, una centrale a ciclo combinato (rendimento anche del 60%), oppure centrale a gas naturale che genera inquinamento minimo (il motore a metano non inquina).
Se poi ad un certo punto viene scoperto un modo efficiente per recuperare l'idrogeno e produrre quindi energia totalmente non inquinante diventa sufficiente cambiare le centrali e non c'è bisogno di toccare nessuna auto (elettrica)!
Un bel vantaggio: si sposta la necessità di sostituire il materiale obsoleto a monte e quindi si rendono le auto molto più longeve, abbattendo quindi anche i costi (ambientali) di costruzione e smaltimento.
Nel marzo 2004 collaborai a una ricerca coordinata dal mio amico Mario Agostinelli ex segretario della CGIL Lombardia e ricercatore all’ENEA presso il CCR di Ispra per la realizzazione di un polo di ricerca e sviluppo dell’auto ecologica nello stabilimento dell’Alfa di Arese che aveva dismesso la produzione della 600 bipower. Marchionne cooptato l’anno prima nel CdA Fiat da Umberto Agnelli fu parte attiva nel più devastante atto di auto terrorismo del quale io abbia mai avuto notizia. Un pattuglia di autogrù entrò nottetempo nello stabilimento con una squadra di saldatori armati di fiamma ossidrica e tagliò a pezzi l’intera catena di montaggio robotizzata facendola precipitare sul pavimento canalizzato per gli Automated Guided Vehicles (AGV), distruggendolo. Tutto era nuovo di pacca e realizzato con il contributo d’ingenti finanziamenti pubblici nazionali ed Europei. L’intervento si proponeva di impedire qualsiasi trattativa regionale o nazionale per la ripresa dell’attività e per scongiurare la minaccia d’intervento di investitori stranieri, quali Toyota, che da tempo erano sul mercato con l’auto ibrida. Documentammo la devastazione con telecamere ma nessuno diffuse la notizia dello scandalo. Il link seguente contiene la sintesi del pacchetto di lavoro di mia responsabilità sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Milano. https://www.academia.edu/29585948/Programma_di_realizzazione_di_una_piattaforma_logistico-produttiva_per_la_mobilit%C3%A0_sostenibile_nellarea_ex_Alfa_di_Arese
RispondiEliminaAllora mi pareva suicida la strategia di Marchionne che già prospettava di destinare all’Italia la produzione dei SUV. Pensavo che fosse una pazzia investire su linee di prodotto mature e ad alto impatto ambientale che a me parevano inesorabilmente in declino. Invece, caro Daniele, stava capitando quel che sempre ricorre: chi anticipa troppo i tempi finisce a pagare lacrime e sangue il suo impegno. Perde e apre a sue spese il mercato agli opportunisti che verranno dopo di lui. Aveva ragione Marchionne a produrre auto per i ricchi, aveva ragione Moretti a puntare sull’alta velocità per i manager e ad abbandonare il trasporto merci su ferro e lo sviluppo del trasporto regionale per gli sfigati pendolari. In questi 13 anni chi ha lavorato per i ricchi sempre più ricchi ha guadagnato più di ogni altro perché sul mercato di massa sovraffollato e sempre più povero possono competere solo quelli che se ne strafottono dei diritti del lavoro e dell’ambiente. Ma intanto la lobby nazionale dell’auto monopolizzata da un’azienda straniera che non paga più nemmeno le tasse in Italia ha fatto e farà il possibile per sabotare qualsiasi prospettiva di sviluppo del mercato e delle infrastrutture per l’auto elettrica. Con buona pace di Virginia Raggi che ospiterà a Roma la Formula Elettrica senza FIAT.
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RispondiElimina@ Franco
RispondiElimina"Aveva ragione Marchionne a produrre auto per ricchi"
Quando espressi il mio giudizio controcorrente su Marchionne - pur senza sapere nulla di questa sua ignobile iniziativa contro la ricerca ecosostenibile in ambito Alfa - tutti, anche la sinistra sedicente "illuminata", lo stavano beatificando per le promesse - mai mantenute - di miliardi di investimenti in Italia. Se la storia ha dato ragione a lui nei panni di turbocapitalista votato alla produzione di utili per i suoi padroni, hanno avuto torto gli italiani osannanti che hanno visto la Fiat e la ricchezza espatriare per mano di chi li ha raggirati e fottuti.
@ Franco, già è proprio così.
RispondiEliminaInteressi finanziari SCAVALCANO con miopia impressionante la logica del buon senso.
Aggiungerei che è possibile che esistano batterie migliori delle attuali, ma per interessi vengano occultate o rimandate.
Però la natura è tremenda, te la fa pagare. Peccato che a pagare sia l'intera umanità.
Una superciviltà dovrà prendersi cura del pianeta oltre che degli esseri umani.
C'è un libro che ne parla consigliatomi dal mio Maestro di Alchimia il titolo ufologico... pfui.. non mi piace molt, ma quando superata il mio pregiudizzio l'ho letto l'ho trovato scientifico e molto costruttivo. Fra l'altro l'autore è un ingegnere MOLTO ben quotato. Il titolo è "ho incontrato gli extraterrestri" scritto alla fine degli anni 60 fa delle affermazioni che poi si sono rivelate vere (esempio superconduttori di aspetto ceramico, possibilità di analisi DNA che negli anni 60...) Chi ha letto questo libro ha confermato di avere trovato le risposte ai tanti quesiti che gli uomini del nostro tempo si pongono.
Il futuro per forza dovrà comprendere:
il riciclaggio
un autolimitazione della popolazione
un'educazione scolastica egualitaria per tutti, fatta con filmati che sfruttino al meglio i media, essi forniscono lo zoccolo di impostazione, i docenti integrano, delucidano, agevolano ma la base per ogni anno scolastico dovrebbe essere qualche centinaio di eccellenti filmati, calcolati dai migliori didattici e realizzati dai migliori registi.
I trasporti saranno oltre che elettrici basati sui treni ad alta velocità.
Le merci dovranno essere il più possibile trovate sul posto.
A tutti gli esseri dovrà essere garantito un decoroso minimo in beni casa, scuola sanità cibo.
Per forza ci dovranno essere differenziazioni ma solo dopo il minimo, per evitare lo scoramento dei più capaci ci dovrà essere un sistema meritocratico su base efficienza con livelli di avanzamento, ma non troppi livelli massimo 5 livelli raggiunti con grande efficienza dimostrata.
I parametri in equilibrio sono 3 Libertà,Efficienza, Giustizia.
L'equilibri tra i tre valori è dinamico.
Per mantenerlo servono governanti ad alta efficienza ma nello stesso tempo staccati dal potere, quindi un po' scienziati e un po' asceti. Le paghe dei politici dovrebbero essere minime, poco superiori al primo livello, questo per dare un esempio e trascinare tutti a mettere il massimo di buona volontà. l'esempio trascina, tanto in alto come in basso... Povera Italia... che inefficienti strapagati che ti ritrovi!!!!
@ Camillo
RispondiEliminaQuel racconto che si svolge in mare?
La barca che sbatte sull' ufo semisommerso?
@Daniele
RispondiElimina"Oggi ho 52 anni, vado a metano da quando ne avevo 32 (e ancora si doveva girare con la mappa dei distributori a bordo!)... tu sei stato più pioniere di me."
Ho voluto guardare quando ho comprato la mia prima auto a metano (una Lancia Beta usata): 1975! Quindi 42 anni. Ricordo che nel 1983 avevo una 127 a metano. Lavorai per una settimana con un tecnico americano e un giorno, montando sulla mia macchina, mi disse:"fantastico, siete avanti anni luce, noi andiamo ancora a benzina".
@Mario
RispondiEliminaHo voluto guardare quando ho comprato la mia prima auto a metano (una Lancia Beta usata): 1975! Quindi 42 anni. Ricordo che nel 1983 avevo una 127 a metano. Lavorai per una settimana con un tecnico americano e un giorno, montando sulla mia macchina, mi disse:"fantastico, siete avanti anni luce, noi andiamo ancora a benzina".
Meraviglioso! :)
In quegli anni eravamo pionieri in tante cose... pensa ad Olivetti per esempio...
Oggi andare ad elettrico è come andare a metano 40 anni fa! :)
È TEMPO DI ESSERE PIONIERI DELL’AUTO ELETTRICA e chi può permettersi (io no di certo, tu probabilmente si) di guidare una “almeno” una BMW, Mercedes, Audi, Alfa ecc. da 50.000-100.000€ oggi dovrebbe acquistare una Tesla! ;)
P.S. Mio padre comunque andava a GPL già negli anni ‘70, mi ricordo che ero piccolo... credo lo abbia montato nel 1973 (gli anni del primo grande shock petrolifero), quando ci trasferimmo a Perugia, e da allora per 41 anni (è morto 3 anni fa, sigh) è rimasto sempre fedele a quella alimentazione. Però lui nel 1973 aveva 43 anni.
Io vado a metano dal 1997, quando di anni ne avevo 32... buon sangue non mente! :)
Per chi fosse interessato alla storia della locomozione a metano:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Veicoli_a_gas_naturale
@Alessandro, sì vedo che lo conosci, dà un buon schema di base.
RispondiEliminaapro parentesi che non c'entra io sono in provincia di Vicenza, qui ai seggi per referendum code da 25-30 minuti.. direi che c'è qualcosa di represso che si sta sfogando, non servirà a nulla ma almeno c'è una panoramica sulla situazione ideologica. Le province che andranno meno a votare saranno quelle più "rosse" da una parte il PD è favorevole ma la propaganda sottobanco è per l'astensione, in tal modo spera di dire in fin dei conti sono in pochi ma si sbagliano di grosso da quel che sto vedendo. Comunque Vicenza non è il Veneto.
A proposito di lungimiranza: a chi vanno i nostri riconoscimenti ?
RispondiEliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10/22/auto-elettriche-marchionne-e-la-cecita-degli-imprenditori-italiani/3927103/
"...Mio padre comunque andava a GPL già negli anni ‘70, mi ricordo che ero piccolo..."
RispondiEliminaIdem. A quei tempi c'era praticamente un solo distributore in zona, situato a qualche centinaio di metri dall'uscita Prato-Calenzano della A1. Ora mi sembra che l'uscita si chiami diversamente e il GPL si trova in un sacco di posti, per fortuna, perchè anch'io lo utilizzo. Il primo impianto GPL di mio padre fu su una FIAT 125, poi passò alla 132, sempre con l'amato GPL, poi morì prematuramente, nel 1979.
@CLaudio
RispondiEliminaLa penso anch’io come l’autore dell’articolo che hai linkato e non capisco come Mario possa trovare lungimirante Marchionne.
Sbaglierò, ma Marchionne sembra preoccuparsi di spremere il massimo profitto per FCA finché è AD, ma dopo? Il mercato automobilistico va verso l’elettrico e lui ferma FCA al palo.
Penso che i posteri ricorderanno Elon Musk, ma di Marchionne potranno dire solo: “Chi era costui?”.
@Ale
Mio padre FIAT 124, che tempi! :)
La tecnologia dell'auto elettrica non è matura né per le batterie (quelle al litio durano meno di 7 anni), né per la rete di distribuzione, né per il disegno complessivo delle auto (dovrebbero essere in alluminio, in modo di pesare come un auto normale pur con il carico di batterie. Inoltre la batteria dovrebbe stare in un una specie di "piastrone gommato", scaricabile o scambiabile dal benzinaio.
RispondiEliminaLa produzione di energia elettrica in Italia è soltanto per il 45% di fonte rinnovabile, e per la parte non rinnovabile i protagonisti sono il gas naturale, il carbone, il nucleare e persino il petrolio ultra-pesante in Sicilia e dove ci sono molte raffinerie.
Piuttosto pensa a produrti energia elettrica QUASI GRATIS in inverno la notte, con la cogenerazione.
http://it.verdiana.wikia.com/wiki/TANDEM_(cogeneratore)
Se utilizzi l'elettricità piuttosto di sera, allora ti serve un tetto orientato ad ovest o sud-ovest, senza intralci, e ovviamente l'accumulatore al Litio, ma non ci giurerei sulla grande durata.
http://www.fotovoltaicoperte.com/l/preventivi/index9u.html
Marchionne capisce di finanza e del futuro immediato della FCA... ma se non la fa "sposare" immediatamente con produttori come la TOYOTA (te l'immagine un'auto ibrida FIAT con l'iniezione diretta) o addirittura con la TESLA... vedrei un futuro incerto.
RispondiElimina
RispondiEliminaIn quanto al carburante nella mia auto, una Fiesta del 2000 che non prendo quasi mai...
https://www.youtube.com/watch?v=MgavgIS00sk
@RED TURTLE
RispondiElimina1. Fammi capire, per te il futuro è l’evoluzione del Totem della FIAT???
2. Bella forza. È come se tu proponessi di “essere pionieri” con un camper con la Jacuzzi lungo l’autostrada invece che con un carro a cavalli nel Far West! Certo che l’auto elettrica non è matura... ma non è più nemmeno acerba come 10-20 anni fa. Tu pensa cosa significava girare a metano “a caccia” di un distributore solo 20-30 anni fa e confronta con oggi. La Chevy Bolt (aka Opel Ampera-e) è un buon esempio del compromesso ottenibile oggi per avere un’auto-elettrica ben ingegnerizzata ma realmente producibile (lascio da parte le Tesla... ma solo perché sono ancora “auto di lusso”).
3. Benzina??? Va beh, tante di queste “gran Torino” con le PM alle stelle e la circolazione auto bloccata per ordinanza del sindaco allora! :)))
PM10
RispondiElimina> La tecnologia dell'auto elettrica non è matura né per le batterie (quelle al litio durano meno di 7 anni)
RispondiEliminaQueste erano ipotesi, smentite dai fattio: le prime Tesla costruite hanno ormai più di 8 anni e la qualità delle batterie è molto più alta di quanto ipotizzato, al punto di non richiedere la sostituzione. Le nuove previsioni portano ora a 12 anni la vita delle batterie, quelle costruite allora!
Ma sono già in fase avanzata di realizzazione (sempre da Tesla) evoluzioni che promettono di migliorare anche di un fattore 10 questi già buoni risultati.
Anche perché Tesla ha lavorato moltissimo sull'ottimizzazione della ricarica ed implementato via sw molte ottimizzazioni che ne aumentano in maniera importante la vita.
> né per la rete di distribuzione
Anche in questo campo Tesla sta facendo un lavoro immenso, costruendo una rete di ricarica ad alta potenza che ormai permette di girare potenzialmente il 90% dell'Europa.
Un altro vantaggio dell'auto elettrica è che te la puoi (anzi, devi!) ricaricare nel box, di notte, quindi evitando anche il tempo perso alle stazioni di servizio.
A chiunque pensi che l'auto elettrica sia una chimera irrealizzabile o poco pratica consiglio caldamente di cercare di fare un giro su di una Model S: normalmente è una esperienza che segna in maniera indelebile e che in pochi minuti fa cambiare la propria visione del mondo delle auto.
Viene da chiedersi com'è possibile che stiano ancora costruendo robaccia con cose che scoppiano, inquinano, fanno rumore, e... hanno performance pietose (in confronto!).
E' vero che le Tesla Model S e X sono auto per pochi visto il costo esorbitante, ma c'è da considerare una cosa importantissima: il loro costo non è dato dal materiale e dalla complessità da cui sono composte, come ad esempio avviene per una supercar, perché dal punto di vista HW un'auto elettrica è estremamente più semplice di un auto convenzionale:
* il motore ha una decina di parti mobili contro le più di 2000 di un motore a combustione interna
* non c'è bisogno di cambio, differenziale (è fatto via software!), e molti altri componenti della trasmissione
* tutta la complessità (ed è tanta!) è implementata via software e questo implica che una volta fatto il grosso dello sviluppo il costo di produzione può scendere praticamente a zero (il sw ha un costo enorme di sviluppo, ma poi si copia a costo zero!)
Per cui chi compra una Tesla ora è un apripista per tutti gli altri, esattamente come lo era chi 30 anni fa comprava un costoso PC, o come i primi possessori di telefoni cellulari: l'evoluzione tecnologica e di tutto ciò che ci gira intorno farà si che in futuro i costi diventino anche più bassi delle auto tradizionali.
In tal senso, con l'uscita della Model 3, comincia la prima produzione di massa di auto elettriche accessibili ad una fascia più ampia della popolazione, e questo non è che il primo passo...
In effetti il punto chiave è lì... nelle batterie.
RispondiEliminaVorrei però essere sicuro dell'affermazione:
"Queste erano ipotesi, smentite dai fattio: le prime Tesla costruite hanno ormai più di 8 anni e la qualità delle batterie è molto più alta di quanto ipotizzato, al punto di non richiedere la sostituzione. Le nuove previsioni portano ora a 12 anni la vita delle batterie, quelle costruite allora!
Ma sono già in fase avanzata di realizzazione (sempre da Tesla) evoluzioni che promettono di migliorare anche di un fattore 10 questi già buoni risultati."
Non sono certo che le batterie durino 12-15 anni di vita. Fra l'altro una macchina elettrica ben fatta potrebbe avere una vita media molto alta, con pochissima manutenzione.
In sala d'attesa poi ci sono le prospettive di batterie ai nano_tubuli di carbonio.
Se risolvessimo con CERTEZZA il problema delle batterie, resterebbe quello della mancanza di colonnine di ricarica, ma sarebbe facile da superare in questo modo:
1° posizionarne moltissime nei distributori, parcheggi, autogrill ecc (cosa avvia)
2° per la paura di rimanere a secco, si potrebbe tenere in auto un piccolo generatore a benzina per la ricarica di grave emergenza, andrebbe a benzina che gode di un'ottima reperibilità.
3° Parti dell'auto potrebbero essere ricoperte da pannelli fotovoltaici ad alta efficienza, certo non ci si potrebbe contare sulla quantità ma per emergenze e leggero contributo...ci sta.
4° Il recupero dell'energia in frenata usando i super_capacitori (tecnologia quasi pronta) permetterebbe di allungare l'autonomia. Ovviamente il coefficiente di penetrazione dell'aria deve essere basso, ma nella Tesla lo è.
4° l'uso di fari a led ad alta luminosità ed efficienza porta un soffio di autonomia.
> Non sono certo che le batterie durino 12-15 anni di vita.
RispondiEliminaNessuno ha ancora certezze, essendo quell'impiego del tutto nuovo. La cosa interessante è che sembra che la realtà è migliore delle aspettative, soprattutto grazie alle migliorie che si possono portare ottimizzando correttamente i cicli di ricarica.
> Fra l'altro una macchina elettrica ben fatta potrebbe avere una vita media molto alta, con pochissima manutenzione.
Assolutamente vero, come del resto possono confermare i possessori di Tesla: ci sono testimonianze di persone che hanno percorso 100.000 facendo praticamente.... niente: non c'è nemmeno l'olio da cambiare.
> Il recupero dell'energia in frenata usando i super_capacitori (tecnologia quasi pronta) permetterebbe di allungare l'autonomia
Non c'è bisogno dei supercapacitori per recuperare totalmente l'energia della frenata, e questo già funziona a pieno sulla Tesla ed in buona parte anche sulle ibride attuali.
> per la paura di rimanere a secco, si potrebbe tenere in auto un piccolo generatore a benzina per la ricarica di grave emergenza, andrebbe a benzina che gode di un'ottima reperibilità
Per esperienza ti posso dire che questa (giustificata) paura diminuisce molto nel tempo man mano che ti abitui a conoscere l'auto ed a fare affidamento sul computer di bordo e delle sue previsioni, così come sui suggerimenti sui percorsi da fare per passare dai supercharger, se necessario.
@Camillo
RispondiEliminaDa come parli non sei molto aggiornato sullo stato dell’arte delle auto elettriche già esistenti.
È un vero peccato che in Europa (in poche nazioni e comunque non in Italia) le Opel Ampera-e (anche a seguito della vendita di Opel da GM a PSA) siano arrivate col contagocce, mentre in USA delle identiche Chevrolet Bolt ne girano già per strada 15.000!
È un prodotto molto più “semplice” ed economico, ma non meno affascinante delle auto Tesla... e il recupero di energia dalla frenata (o meglio dal “freno motore” elettrico) e già bello che implementato (idem nella Nissan Leaf, la Renault Zoe ecc.).
Ti consiglio di cercare e guardare su YouTube il video di Attivissimo che con famiglia al seguito prova su strada in Svizzera l’Ampera-e.
P.S. Avere un’auto elettrica e ricaricarla con un generatore a benzina????
Ma come ti viene in mente :D
@Camillo
RispondiEliminaP.S. Al momento è vero che le batterie (60kWh) della Opel Ampera hanno una garanzia di 8 anni o 160.000km, ma i progressi sono velocissimi... l’auto elettrica è roba da pionieri ancora, ma da pionieri del XXI secolo! :)
Io spero tanto di riuscire a fare il salto all’auto elettrica senza passare per l’ibrido che giudico una sorta di “masturbazione” tecnologica. Come diceva Henry Ford tutto quel che non c’è non si rompe e l’auto elettrica da questo punto di vista è semplicemente meravigliosa! :)
Sono un soddisfatto possessore di una KIA sportage con GPL, acquistata nel 2009. Durante i primi 3/4 anni viaggiavo parecchio, ma ormai ho percorrenze annue che non superano i 5000 km. Complessivamente sono a circa 110.000 e confido che l'auto possa arrivare ad almeno 150.000, quindi, non vedo una sfida impossibile, con la normale manutenzione (più la sostituzione decennale obbligatoria della bombola), avvalermi dei suoi apprezzati servigi per almeno altri 6 anni. Mi sono quindi riproposto, salvo sorprese, di tenere quest'auto ancora almeno fino al 2023/2024 e passare poi direttamente ad un'auto 2.0, che sarà probabilmente elettrica e a guida autonoma. Nel frattempo voi temerari apritemi la strada! :-D
RispondiEliminaCiao Daniele, vedo che hai intenzione di istallare un impianto fotovoltaico di 3 Kw e un sistema di accumulo di 10 Kwp. Io ho istallato un impianto di 3,924 Kw e un sistema di accumulo di 6 Kwp.
RispondiEliminaTi consiglio di valutare meglio l’equilibrio tra produzione e accumulo, perché mi sembra non sia corretto. Ti faccio questo esempio: oggi a Milano è stata una giornata particolarmente limpida e luminosa e la produzione complessiva del mio fotovoltaico è stata di 10 KW. Tieni presente che la posizione del mio impianto non è quella ideale e ho una perdita di circa il 15%. Se tu hai una posizione ideale e considerato che sei in una zona più soleggiata, il tuo impianto da 3 KW dovrebbe produrre come il mio. Tornando alla produzione di oggi le batterie si sono ricaricate solo al 50% e questo valore continuerà a diminuire fino al 21 dicembre. Per poter ricaricare completamente le mie batterie, sempre in una giornata con pieno sole, dovrò aspettare fino alla prima settimana di marzo.
Considera che più la tua casa è energivora, maggiore è la convenienza a istallare un impianto fotovoltaico.
Ho messo un impianto da 3, 924 Kw (12 pannelli Sunpower di 327 W) perché il mio consumo annuale è di circa 4200 KW. (costo annuale di circa 1250 euro).
L’intero impianto, al netto della detrazione del 50%, mi è costato circa 12000 euro. Calcolando un risparmio del 75% tra produzione e accumulo ho un attivo di circa 950 euro per anno e in questo modo l’intero impianto si dovrebbe ripagare in 12/13 anni.
Oggi, rispetto a 3 anni fa i costi sono sicuramente diminuiti ed è probabile che l’impianto di possa ammortizzare più velocemente. Io, in ogni caso, non ho fatto una scelta più ecologica che puramente economica. Altro elemento a favore è che nei tempi lunghi il costo dell’energia tenderà ad aumentare, piuttosto che a scendere. Dieci anni fa il Kw, tasse comprese, costava attorno a 0,25 euro contro le 0,295 di oggi.
Spero che queste informazioni ti siano utili.
PS Hai valutato l’impianto di accumulo Tesla da 7 o 14 Kwp che oggi è disponibile anche in Italia?
Io invece ho una bicicletta e mi muovo anche a piedi. Prendo il treno e se proprio serve il taxi che mi costa meno di benzina e multe ed assicurazione. Una banalità che non fa male ricordare. Qunado proprio non posso farne a meno affitto una macchina o faccio car sharing una volta ogni due mesi circa. Ho una bici non per motivi ecologici ma solo perché almeno a Roma è più comoda. Punto.
RispondiElimina@Alessandro
RispondiEliminaBeato che fai solo 5.000km all'anno... negli ultimi 7 anni ho fatto in media 30.000km all'anno con la Multipla a metano (più 6.000km all'anno con la Vespa a benzina!)... a me e mia moglie piace molto girare! :)
La Multipla l'ho presa usata (a 35.000km) e ora sono a quasi 250.000km (ho appena rifatto per la seconda volta la distribuzione e cambiato per la seconda volta le bombole, ma sarà l'ultima volta!). Se riuscirò ad arrivare a 360.000km andrebbe benissimo, questo succederà al più tardi verso il 2021/2022 quando la Multipla avrebbe 13 anni di vita. Ma parliamo di una FIAT, in altre parole incrocio parecchio le dita e si potesse materializzare prima la possibilità di passare all'auto elettrica la coglierei al volo! ;)
@Alessandro.
RispondiEliminaCiao Daniele, vedo che hai intenzione di istallare un impianto fotovoltaico di 3 Kw e un sistema di accumulo di 10 Kwp.
Beh, è più che una intenzione. Ho firmato il contratto con la ditta 8 mesi fa... prima o poi farò un post per spiegare perché sono stati necessari 8 mesi per avere tutte le autorizzazioni necessarie... anche se sono circondato da zone industriali (BRT, Emi, Liomatic ecc.), per 50 metri mi trovo all'interno di una zona con vincolo paesaggistico molto stretto... al punto che in un primo momento mi avevano autorizzato solo l'istallazione totalmente integrata (al posto dei coppi). Ho dovuto richiedere una variante per una istallazione parzialmente integrata (sopra i coppi), che è stata respinta, e ritornare alla carica una seconda volta riuscendo finalmente a dimostrare che la legge mi dava ragione.
Ma prima di scegliere la ditta mi ero documentato e ascoltato parecchio i consigli di un amico che, come te, aveva già fatto questo passo.
Io ho istallato un impianto di 3,924 Kw e un sistema di accumulo di 6 Kwp...
Intanto una domanda, ma la capacità dell'accumulo si misura in kWp o kWh? Vedo che in giro si usa l'una o l'altra unità di misura, ma Mario mi ha corretto quando ho usato kWp.
Mi è stato sconsigliato di mettere più di 3 kW (non so se è cambiata la normativa dopo che hai istallato il tuo fv) perché sopra i 3kW cambia il regime (fiscale? tariffario? non ricordo più) per cui a un privato come me non convengono tagli superiori. Ma se anche avessi potuto non avrei avuto la superficie utile sul tetto. L'unica falda che mi ritrovo esposta in modo ottimale ha già due comignoli, l'antenna TV e il pannello del solare termico. Ho dovuto montare i pannelli SunPower ad altissima prestazione per riuscire a raggiungere 3kW con solo 8 (di più non mi entravano).
Ti consiglio di valutare meglio l’equilibrio tra produzione e accumulo...
Valutato, valutato: dalle previsioni di rendimento che l'ingegnere mi ha fatto, l'accumulo lo sfrutterò benissimo d'estate e naturalmente meno d'inverno.
Oggi, rispetto a 3 anni fa i costi sono sicuramente diminuiti ed è probabile che l’impianto di possa ammortizzare più velocemente. Io, in ogni caso, non ho fatto una scelta più ecologica che puramente economica.
Tu hai messo anche gli ottimizzatori? Nel mio caso erano indispensabili. Ho preso il non plus ultra che offre oggi il mercato. In 15 anni al massimo pareggio la spesa, realisticamente. Ma come nel tuo caso anche la mia scelta non è stata dettata dal risparmio, non solo, ma in primis da un discorso di stile di vita: invece che investire in banca quel pochino di soldi che mi sono ritrovato ereditati da mio padre o preferito piazzarli sul tetto! :)
Hai valutato l’impianto di accumulo Tesla da 7 o 14 Kwp che oggi è disponibile anche in Italia?
A voglia che l'ho valutato! Avevo scelto proprio la PowerWall 2 di Tesla, ma alla fine ho ripiegato sulla LG Chem da 10Kwp. Pare che la PowerWall 2 stia facendo impazzire non poco gli installatori e dal prodotto fantastico che sembrava essere un anno fa, sulla carta, nel concreto per ora si sta dimostrando un flop. Alla fine ho preferito un prodotto rodassimo e "open" piuttosto che uno "chiuso>" (un po' alla Apple).
P.S. il secondo commento chiaramente era per Guglielmo (pegupe) non per Alessandro! ;)
RispondiElimina@pegupe
RispondiEliminaDimenticavo: l'impianto è "tarato" già in prospettiva di un'auto elettrica da ricaricare la notte.
@Alessandro Pepe
RispondiEliminaIo invece ho una bicicletta e mi muovo anche a piedi. Prendo il treno e se proprio serve il taxi che mi costa meno di benzina e multe ed assicurazione. Una banalità che non fa male ricordare. Qunado proprio non posso farne a meno affitto una macchina o faccio car sharing una volta ogni due mesi circa. Ho una bici non per motivi ecologici ma solo perché almeno a Roma è più comoda. Punto.
Evidentemente la tua vita lo permette. Io ogni giorno devo fare 17km in auto solo per andare al lavoro e altrettanto per tornare. Se dovessi usare il treno (la stazione è comunque a 4km da casa) dovrei rinunciare a un'ora di sonno secca.
Capisci perché sogno l'auto elettrica? ;)
@Daniele,
RispondiEliminaper quanto l'uso di un piccolo generatore a benzina per ricariche piccole di emergenza, forse non mi sono spiegato:
poichè in questo momento e per molto tempo ancora la disponibilità di colonnine è modesta, supponi che stai in strada per motivi vari sei in riserva con batteria che non ti da disponibilità di raggiungere un qualsiasi punto d'appoggio, che fai?
Ti fermi? Questo è un problema non da poco che incide molto come paura nel valutare l'acquisto. Ora se hai in auto un piccolo generatore a benzina di RISERVA il problema si risolve, certo che inquini in quel frangente ma è un caso eccezionale. Il punto chiave è trovare il modo di avere la riserva della riserva. Per me non è un'idea da buttare.
Per il recupero frenata mi aggiornerò.
@Camillo
RispondiEliminaHo capito quello che intendevi.
Ma quello che tu proponi è semplicemente l’auto ibrida! Chi ha “ansia da autonomia” non deve viaggiare con un’elettrica portandosi nel bagagliaio un motorino d’emergenza a benzina, deve viaggiare con un auto ibrida! Tutto qui.
Se devo spostarmi con un’elettrica ai limiti od oltre i limiti della sua autonomia, pianifico bene il viaggio e se sbaglio (o trovo una colonnina fuori servizio) e resto senza energia... pace: chiamo un carro attrezzi!
Se invece viaggio in città non c’è nessun problema (oggi un’auto elettrica percorre tranquillamente 300-400km con una carica): alla sera me la ricarico in garage.
La tua idea di portarsi il motorino a benzina dietro (perché non si sa mai) è anacronisticamente volta al passato. ;)
Come se ai primi del ‘900 avessimo consigliato ai primi temerari sui “carri a motore” di portarsi dietro un cavallo per ogni evenienza! :)
@Amici cari,
RispondiEliminacome spesso mi capita se dovessimo prendere una decisione sull’elettrificazione dei trasporti mi troverei in “schiacciata” minoranza. Non riesco ad essere d’accordo con nessuno dei vostri interventi fin qui: né con chi sostiene che la tecnologia dell’auto elettrica non è ancora matura; né con la tara ideologica di chi pare proporre il buon esempio risolutivo e fa a gara su chi ha cominciato prima a inquinare di meno.
Trent’anni fa, nell’ambito del programma LIfe, proposi al Comune di Genova l’elettrificazione del trasporto merci nel centro storico. E la tecnologia era già matura, cinque anni prima ero uscito dalla fabbrica dove da un decennio era proibita la trazione a combustione interna dei “muletti” nei reparti. Chi ha visitato Genova sa quali sono i vincoli geometrici nel far circolare furgoni diesel o Apecar nei caruggi. La loro lunghezza non è di molto superiore a quella del reparto di una grande fabbrica e i polmoni di chi abita nei sei piani delle loro schiere di palazzi non meno esposti e densi di quelli degli operai su un solo piano.
Proponevo di usare il movimento merci ferroviario del porto per giungere a piazza Caricamento con le merci già condizionate per strada. Da li comitati di via dei commercianti le avrebbero distribuite a raggiera con silenziosi veicoli elettrici autocaricanti condivisi, simili ai muletti. Alcuni degli urbanisti che partecipavano al progetto obiettarono che l’energia elettrica per far girare i muletti era prodotta nella centrale a carbone sotto la lanterna all’estremità del promontorio a meno di due chilometri dal centro. Però le sue alte ciminiere non sparavano, gas, polveri e piombo (nella benzina c’era ancora) direttamente nei polmoni della gente e si poteva contare sulle potenti capacità di autodepurazione del mare e della vegetazione attorno alla città. Non se ne fece nulla. Il problema pareva essere una rottura di carico aggiuntiva assieme all’apparente gratuità del servizio esistente per i commerciati che avrebbero dovuto acquistare i mezzi e gestire la distribuzione locale. Nel 2000, come follow up del programma Urban Milano, proposi la realizzazione di centri merci con la completa elettrificazione della distribuzione in città, sull’esempio di alcune città del nord come Duisburg. Chi conosce Milano sa che la il trasporto merci avviene per il 90% su gomma con veicoli pesanti che viaggiano a 7 km/h di media. Il problema dell’inefficienza delle città radiali consiste nel fatto che al mattino tutti, a Milano circa un milione di veicoli al giorno, nelle stesse ore cercano di avvicinarsi al centro in spazi sempre più ridotti, rapidamente saturati. Inoltre i grandi furgoni frigorifero o telonati iniziano la distribuzione dalla periferia, e quando giungono in centro sono pieni di vuoto perché il loro volume congestionante resta invariato. La “furbata” che proposi consisteva nel far arrivare le merci in centro, via sottosuolo usando la rete metropolitana di notte, o i binari sottostanti la stazione centrale, su container composti da unità di carico loro sottomultipli (come quelle che si usano in aeroporto) già condizionate per area. Senza alcuna rottura di carico, sarebbero stati istantaneamente trasferiti da un impianto automatizzato su veicoli elettrici che si sarebbero mossi in espansione verso la periferia mentre tutti gli altri veicoli cercavano di avvicinarsi al centro, e sarebbero ritornati la sera, mentre tutti cercavano di uscire raccogliendo imballaggi e vuoti differenziati alla fonte. Ora come sapete il traffico pesante è il principale responsabile delle emissioni di gas serra e pm10 in città. La parte preponderante di quest’ultimo in particolare, è dovuta al consumo di pneumatici, asfalto e freni: a Parigi ad esempio rappresentano il 41 % delle emissioni di polveri sottili. In Francia le sole pasticche emettono 20.000 tonnellate l’anno di pulviscolo. L’unica soluzione sarebbe il trasferimento su rotaia del trasporto merci pesante completamente elettrificato, possibilmente in sottosuolo. E di quello privato: dei pendolari.
(Continua)
RispondiEliminaMa qui casca l’asino. Gli enti ferroviari nazionali hanno smesso da decenni d’investire sul trasporto merci perché, dicono, non sono di loro convenienza. E le condizioni del trasporto locale delle persone le conoscete. Le mie assolutamente ragionevoli proposte di miglioramento del della city logistic non avevano e non hanno nessuna probabilità di essere accolte. So che molti di voi storceranno il naso ma, come già ho anticipato a proposito del sabotaggio dell’auto elettrica da parte di Fiat, anche il rifiuto dell’elettrificazione del trasporto merci e la tendenza ad aumentare il trasporto merci su gomma, fa parte della feroce quanto unilaterale “guerra di classe” in atto da molti decenni. I primi a insorgere, a Genova come a Milano, furono i “corrieri”: per una ragione banale. Non sono loro a pagare i costi della bassa efficenza e della lentezza del trasporto merci in città. I loro clienti sono le grandi catene di distribuzione, non i destinatari, i loro magazzini sono in periferia, fuori da congestionamento. Quando le merci arrivano nel loro centro distribuzione le dispongono a terra per via. Lì schiere di padroncini le caricano sui loro mezzi, quanto più scarrupati possibile, e le distribuiscono per pochi centesimi a collo, indipendentemente dal tempo impiegato. Ce la possono fare e sono più competitivi quelli che investono di meno nel rinnovo delle flotte e lavorano in nero, magari impiegando moglie e figli. La competitività dei corrieri si basa sul controllo assoluto di questa catena di affamati. Per puro paradosso il commercio elettronico ha aggiunto alla loro schiera gli addetti dei centri distribuzione pagati a cottimo e in nero, fino al suicidio. Ai tempi delle mie proposte spesso erano immigrati sudamericani. Ora probabilmente giova al sistema la miseria totale dei rifugiati. Guerra di classe significa fondare la competitività del proprio business sull’arretratezza e sullo sfruttamento brutale anziché sull’innovazione, fregandosene di quella dell’intero sistema produttivo: in questo caso dell’assoluta importanza strategica della logistica urbana per la competitività del sistema Italia. That's it.
@tutti
RispondiEliminaIl futuro è l’auto elettrica, dicevano... https://www.sicurauto.it/auto-elettriche/news/opel-blocca-gli-ordini-dellampera-e-in-norvegia-scatta-la-lista-dattesa.html
Intanto terza application:
RispondiEliminaInternational Application No.: PCT/US2016/068229
Publication Date: 12.10.2017 International Filing Date: 22.12.2016
IPC: G01N 25/20 (2006.01)
Applicants: IH IP HOLDINGS LIMITED [US/US]; 44 Esplanade St. Helier Jersey, JE4 9WG (GB).
BURGESS, Darren, R. [US/US]; (US).
GREENWALD, Michael, Raymond [US/US]; (US).
BARBEE, Brent, W. [US/US]; (US)
Inventors: BURGESS, Darren, R.; (US).
GREENWALD, Michael, Raymond; (US).
BARBEE, Brent, W.; (US)
Agent: QIN, Letao; (US)
Priority Data: 62/259,537 24.11.2015 US
Title (EN) EXOTHERMIC REACTION ANALYSIS BY PRE-REACTION SAMPLE RETENTION
(FR) ANALYSE DE RÉACTION EXOTHERMIQUE PAR CONSERVATION D'ÉCHANTILLON DE PRÉ-RÉACTION
………[0008] Two types of reactors may be explicitly described in this disclosure. They are dry cell reactor and wet cell reactor. Examples of dry cell reactor include solid state reactors and plasma reactors, while examples of wet cell reactor include electrolytic cells. A solid state reactor contains hydrogen or deuterium that is in a solid form and is then released as a gas upon heating. A plasma reactor contains hydrogen or deuterium gas and has a voltage applied across electrodes to create a plasma of ionic species. An electrolytic reactor contains electrodes that are submerged in a solution and have a voltage applied across in order to induce the flow of current through the solution.
Quello della benzina era uno scherzo, ovviamente...
RispondiEliminaOppure il "modo olandese" di concepire la circolazione (Dio quanto amo l'Olanda!) Li vedi la gente girare in bicicletta, con una bicicletta "strana" e allungata con un gigantesco portapacchi dove mettono la spesa e un pupo.
Poi girano in tranvia, treni, metropolitana, ecc.
La domenica (quando non si può andare a vela sullo Zuidersee) tirano fuori una vecchia auto* americana, che tengono come risparmio e reliquia e "sgasano" un po. (* ad es. la Ford Mustang, oppure la Dodge Charger simile al "Generale Lee" dei Duchi di Hazzard). Scusami ma sono nato in un paese petrolifero e adoro l'odore della benzina di una volta, senza schifezze come il MTBE.
Quello che volevo sottolineare era che per inquinare poco bisogna CONSUMARE POCO, e per consumare POCO:... 1) Avere una macchina leggerissima, ad in ALLUMINIO, meno di 1000 Kg di peso.
2) Avere bassa resistenza al rotolamento (ad esempio ci sono degli appositi pneumatici della Michelin).
3) Auto ibrida ricaricabile col motore più piccolo ed efficiente possibile... forse il due cilindri boxter delle vecchie BMW.
4) Se finalmente esce... come ibrido il motore a TURBOCOMBUSTIONE.
5) PANNELLI SOLARI SUL TETTO (nessun auto è così)... se lascio l'utilitaria al sole sabato e domenica... vorrei una carica GRATIS di 160 km da usare lunedi e martedi!
RispondiEliminahttp://it.verdiana.wikia.com/wiki/Motore_a_turbocombustione
@Red Turtle
RispondiElimina" PANNELLI SOLARI SUL TETTO (nessun auto è così)... se lascio l'utilitaria al sole sabato e domenica... vorrei una carica GRATIS di 160 km da usare lunedi e martedi! "
I migliori pannelli solari ben orientati (e la macchino non lo è) producono al sud Italia 0.6 kWh/m^2 day. Se l'area del tetto auto è 2 m^2 in 2 giorni otterrai circa 2.5 kWh da moltiplicare per il rendimento di carica (0.9). Con poco più di 2 kWh percorri al massimo 16 km non 160.
@Daniele
(rivolto a Camillo)
"La tua idea di portarsi il motorino a benzina dietro (perché non si sa mai) è anacronisticamente volta al passato. ;)"
Non ne sarei tanto sicuro. Quello che propone Camillo non è l'auto ibrida che conosciamo, ma assomiglia più all'auto a metano: la usi sempre a metano, ma comunque ha un serbatoio da 15 litri di benzina. La benzina serve anche per partire, ma è una scusa perchè in realtà le auto a metano partirebbero perfettamente anche direttamente a metano (forse le ultime lo fanno: io ora ho auto GPL). L'idea di spendere 300 euro per un carro attrezzi e perdere mezza giornata non credo piaccia a nessuno.
@daniele
RispondiEliminaSi la mia non era polemica. Solo appuntavo,per chi può, che esiste anche questa possibilità. Credo che ha fianco di ogni discorso ecologico vada ricordato anche che il paradigma dell ecologia deve essere sostenuto anche da una riflessione sulle proprie abitudini etico-estetiche, almeno per chi può permetterselo. Essere senza macchina cambia proprio la prospettiva delle cose, e molti come me in città come Roma potrebbero farlo. Un discorso analogo è quello del riciclio dei rifiuti. Ogni riflessione a riguardo va accompagnata dall idea che oltre alla differenziata sarabbe giusta una campagna sul minore e più consapevole consumo di cibo e di oggetti in generale. Il vero problema dell inquinamento e del traffico a Roma ad esempio non sono i pendolari o chi come te deve avere un mezzo perché abita lontano ma chi anche vivendo a 4/5'chilometri da luogo di lavoro prende comunque la macchina. 4 chilometri sono 45 muniti a piedi, 3200 passi, 600 calorie, metà dell attività giornaliera comsigliata. Ognuno di questi dati è un potenziale portatore di felicità e benessere. Inoltre camminare per il centro di Roma è, malgrado tutto, un'esperienza mistica, un passeggiata museo meravigliosa di cui non ci si stanca mai. Il 70% dei romani sono ad un passo da questa felicità gratuita che risolverebbe la gran parte dei nostri problemi e non la colgono.
@Mario
RispondiEliminaQuello che propone Camillo non è l'auto ibrida che conosciamo...
Certamente, è l'auto ibrida plug-in, l'ultima evoluzione dell'elettrica.
Citando Toyota:
Un'ibrida plug-in ricarica le batterie direttamente dalla rete elettrica domestica come un'auto elettrica, ma può utilizzare con efficienza un motore a benzina come un'auto ibrida, liberandoti dalla preoccupazione di esaurire la carica nei tragitti più lunghi.
@tutti
RispondiEliminaMi scuso, ma non riesco a collegarmi.
Lascio giusto questo link che cade a fagiolo:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10/25/fca-una-ricerca-smentisce-marchionne-nel-loro-ciclo-di-vita-le-auto-elettriche-emettono-meta-co2-di-quelle-diesel/3933150/
@GuidoGG
RispondiElimina"Certamente, è l'auto ibrida plug-in"
Non mi pare. La differenza fondamentale è che l'ibrida Toyota ha un motore termico da almeno 60 - 80 kW e mantiene il collegamento diretto motore termico - ruote, mentre ciò di cui parla Camillo è una vera auto elettrica con solo in più un piccolo gruppo elettrogeno monocilindrico (5 kW) che può alimentare il bus batterie (come la trasmissione diesel - elettrica dei treni). Per l'utente il costo aggiunto rispetto a una elettrica sarà dell'ordine di 1000 euro al massimo. Il peso aggiunto è 40 kg al massimo (considerando un serbatoio benzina da 10 litri). Hai 150 km di "riserva" (il generatore ti permette di viaggiare al massimo a 60 - 70 km/h) e se proprio resti a secco sia di elettrico che di benzina basta versare nel serbatoio una tanica di benzina e riparti invece di chiamare il carro attrezzi. Si tratta quindi di un gruppo di soccorso che non utilizzerai quasi mai ma che nel periodo di transizione con scarsità di impianti di ricarica e di sistemi di ricarica ultraveloci ti permette di usare l'auto elettrica con tranquillità.
Non direi che il 70% dei romani sia in centro oppure vicino. Piuttosto credo che circa il 30% possa recarsi al lavoro a piedi o in bicicletta.
RispondiEliminaIo vivo sulla Cassia, e per fortuna lavoro part-time qui vicino, ma per anni ho dovuto fare la spola con la Sapienza... 80 minuti di viaggio all'andata e 80 al ritorno... 20 minuti con la macchina + 5 per parcheggiare in luoghi improbabili, come il cimitero del Verano o i marciapiedi sulla Tiburtina (ora sarebbe impossibile).
Sulla Cassia sarebbe urgentissimo mettere il tranvia (dopo averla portata a 4 corsie nel percorso tra Giustiniana e Corso di Franica). Purtroppo le amministrazioni precedenti pensavano soltanto a rubare e a costruire opere inutili, come le Piscine di Calatrava (250 milioni di euro buttati, zero litri d'acqua nelle piscine, e zero gare), la Fuffo-Nuvola di FUKSAS (500 milioni buttati) e altre cose abbastanza inutili come l'Auditorium.
Adesso i mezzi informativi non fanno altro che dare addosso alla Raggi, perché la sua amministrazione ha fatto perdere ai loro padroni (Caltagirone, Impregilo, ecc.) una torta da 2-10 Miliardi di euro (le Olimpiadi), che non avrebbe risolto nessuno dei problemi VERI di Roma...
Mario Massa... se Io parcheggio la macchina in direzione Nord-Sud, sotto al sole di maggio-giugno-luglio-agosto-settembre, per 48 ore di seguito (una macchina con celle ad alta efficienza, piazzate su uno speciale tetto da monovolume, con un inclinazione di 20° verso sud)... un tetto di almeno 3 metri quadri, non mi ritrovo con una carica di 160 Km... uhm... non credo!
RispondiEliminaGiancarlo
PS-> Forte la dichiarazione nell'articolo del motore a Turbocombustione... "abbiamo cessato la ricerca su questo motore, perché abbiamo trovato soluzioni più efficienti che stiamo sperimentando".
PS-2-> Secondo me hanno ricevuto la visita di qualcuno che ha offerto loro 100 Milioni di Dollari e inoltre gli hanno poggiato sul tavolo un IMPIANTO FRENANTE... proprio quello che avevano istallato sulla loro auto, ma non un campione, proprio quello!
PS-3-> Andrea Rossi è un cocciuto che non si fa comprare... prima o poi risentiremo parlare delle LENR!
PS-4-> Avete visto come i progettisti dell'Auto ad Aria abbiano la brutta tendenza a fare "bungy-jumping" dal 60° piano... ma addirittura senza cavo!
Bisogna calcolare il lavoro necessario... per un auto elettrica da 1000 kg (trovo disdicevole qualsiasi auto sopra la tonnellata), a una media di 40 Km/h, per 4 ore, più manovre di parcheggio.
RispondiEliminaLavoro = Forza x Distanza.
OK... mi accontento di fare 40 Km a gratis il Lunedi
RispondiEliminama utilizzo queste cellule qui (efficienza > 40%)...
http://www.greenstyle.it/fotovoltaico-efficienza-celle-solari-al-46-per-cento-nuovo-record-mondiale-125340.html
Auto racchissima in alluminio da 800 Kg (praticamente con sezione a forma di formaggio arrotondato, la parte tondeggiante verso il davanti). 4,5 metri di superficie del tetto.
Sistema di parcheggio "AD HOC"... la parcheggi su una specie di piedistallo... che prima la gira con la coda verso l'alto e poi fa che insegua il sole.
Quando non la utilizzo... immette elettricità nella corrente elettrica, e mi fa guadagnare.
(mica sono REDTURTLE per niente... )
Per le tristi giornate invernali... motore ausiliario per caricare la batteria... bicilindrico (come quello delle moto BMW) a metano oppure a BENZINA di una volta (a certi profumi non rinuncio).
RispondiElimina@Mario
RispondiEliminaSono ben consapevole che l'ibrida plug-in non è identica all'ibrida-Camillo, ma è comunque la proposta di mercato offerta da varie case automobilistiche che viene presentata come il miglior compromesso economico per non fermarsi mai, ad esempio 80km di autonomia in elettrico e 500km con motore a benzina.
@tutti
RispondiEliminaUn buon riassunto dell’offerta di auto elettriche del 2018, che sottolinea come questo mercato, ancora acerbo e di nicchia, si trovi in una fase per un verso ancora interlicutoria, per l’altro già con tutti i segnali di una prossima grande svolta... magari nel 2019:
http://www.gruppoacquistoauto.it/news/auto-elettriche-2018/
Fra le varie proposte, l'idea di una elettrica pura (non ibrida), con generatorino 'anti-ansia' caldeggiata da Camillo e da Mario, convince anche me. Tuttavia, spero di riparlarne tra almeno un lustro, per quanto mi riguarda, e quindi forse per allora il problema della ricarica elettrica sarà già risolto e il generatorino non sarà più necessario. Al momento non mi dispiace, invece.
RispondiElimina@tutti
RispondiEliminaGuardate che l’idea di Camillo è tutt’altro che nuova:
http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/notizie/2016-11-02/nissan-prepara-elettrica-che-si-auto-ricarica-162939.shtml?uuid=ADb49znB&refresh_ce=1”
Ma, come dice Ale, spero che tra cinque anni ci sia già una rete di colonnine di ricarica abbastanza fitta da renderla un’idea da archiviare definitivamente.
P.S. Considerate che già ora nella piccolissima Umbria (meno di 900.000 abitanti) succede questo:
RispondiEliminahttp://www.infinityhub.it/2017/10/26/smy-umbria-prima-campagna-equity-crowdfunding-europa-mobilita-elettrica/
;)
@Daniele
RispondiElimina"Guardate che l’idea di Camillo è tutt’altro che nuova"
Sono convinto che con 7 miliardi di persone Camillo non sia il primo a pensare a quella soluzione. Però non è la soluzione Nissan che indichi.
La soluzione Nissan è una vera trasmissione Otto - elettrica (adotta motore 1200 e ha una piccola batteria come una classica ibrida) che può anche risultare vincente contro le altre ibride, ma non è un'auto elettrica.
Quella di Camillo è un sistema di soccorso per auto elettriche e come ho già detto molto economico (il costo principale probabilmente è la piccola marmitta catalitica che deve comunque far rientrare il motorino in classe almeno euro6.).
@Mario
RispondiEliminaMa abbiamo letto lo stesso articolo?
Riporto:
Il Nissan e-Power, questo il suo nome, ha come obiettivo prioritario quello di rendere accessibile a tutti l'elettrico. Debutterà per ora in Giappone sul monovolume compatto Note. Il sistema, infatti, utilizza la tecnologia dei veicoli elettrici già disponibile sulla Nissan Leaf. Ma a differenza della Leaf attuale, l'e-Power prevede anche un piccolo motore a benzina che serve a ricaricare, quando è necessario, le batterie ad alta capacità, eliminando così la necessità di un caricatore esterno e garantendo la stessa erogazione di potenza.
Il sistema e-Power prevede un motore completamente elettrico che fornisce coppia motrice alle ruote con l'energia generata dalla batteria ad elevata capacità trasmessa al gruppo propulsore compatto del sistema e-Power, costituito da motore a benzina che ha funzioni di generatore, inverter oltre che dal motore elettrico.
A differenza dei sistemi ibridi convenzionali che prevedono un motore elettrico a bassa potenza affiancato a un motore a benzina che provvede ad azionare le ruote quando la batteria si scarica o quando si viaggia a velocità elevate, nel sistema e-Power, il motore a benzina non è collegato alle ruote, perché ha una funzione semplicemente quella di caricatore della batteria. La differenza, invece, rispetto ad un veicolo totalmente elettrico l'energia proviene anche dal motore a combustione e non soltanto dalla batteria.
È vero che a un certo punto il giornalista fa un po' di confusione, ma nel complesso il contenuto è chiarissimo. L'e-power Nissan È L'IDEA DI CAMILLO.
Dove sbaglio?
L'auto elettrica, a livello di città è pulitissima (meno che per eventuali particelle, forse anche di amianto rilasciate dai freni e dalle esalazioni durante la verniciatura).
RispondiEliminaSe l'elettricità viene prodotta da fonti fossili, il grado di CO2 prodotta dipende dal rapporto tra atomi di idrogeno/carbonio contenuti nel combustibile e dall'efficienza della conversione in elettricità/calore. (oltre al potenziale recupero del calore con il teleriscaldamento... ad esempio mio fratello in Russia viveva in una casa della ex-nomenclatura, con doppie pareti e quadruple finestre... e al palazzo arrivava un tubo da una vicina centrale termoelettrica... in casa tutti quelli che lo venivano a trovare si mettevano in mutande o in costume da bagno, anche se fuori nevicava).
L'indice H/C per il Metano è sempre 4.
Per il GPL varia molto (Propano 8/3, Butano è 10/4).
Per la benzina e gasolio supera 18/8.
Per il Carbone da composti organici sta attorno a 1.
Per la grafite, che è composta per la quasi totalità da esagoni di carbonio (ibridizzati sp2) tende a ZERO.
https://it.wikipedia.org/wiki/Centrale_termoelettrica_a_ciclo_combinato
PS-> Dunque se il "CARISSIMO CITTADINO SVIZZERO" ... (600 Milioni di euro tramite MPS e ripianamento dei conti) CARLO DE BENEDETTI (padrone di REPUBBLICA) mi viene a dire che la sua centrale a carbone della SORGENIA è "pulita"... Io come minimo gli vomito in faccia!
Giancarlo Rossi.
http://it.verdiana.wikia.com
RispondiEliminaLe procedure di generazione dell'energia elettrica che prevedono la combustione di piante coltivate SENZA IRRIGAZIONE, sono tendenzialmente CARBON-NEUTRAL o addirittura CARBON-NEGATIVE (assorbono più carbonio rispetto a quello che producono), specialmente in luoghi come il Brasile, dove non si impiegano fertilizzanti né macchine agricole.
Tra queste piante molto convenienti, possiamo citare la combustione della CRASSULA del SUD AFRICA, e del BAMBOO coltivato accanto a stagni o vicino alle foci dei fiumi con un pesante inquinamento fecale.
Una delle mie proposte era la centrale elettrica a combustione del BAMBU "MOSO" (anzi non dell'intero bambù, ma delle parti non utilizzate nella costruzione di tetti, anche lamellari), che è una pianta erbacea a crescita molto più rapida del suo concorrente in questo ambito (il POPULUS NIGER")
http://it.wikipedia.org/wiki/Economia_a_bambù
http://it.wikipedia.org/wiki/Economia_a_legna
http://www.infosostenibile.it/notizia/la-coltivazione-del-bamb%C3%B9-gigante-onlymoso-%C3%A8-realt%C3%A0-anche-lombardia
Giancarlo Rossi
"La centrale a carbone di Vado Ligure costerà 142 milioni di euro e oltre tremila morti" (Ambiente & Veleni)
RispondiEliminaE' la denuncia dell'associazione ambientalista "Moda" di Savona che si è basata su un calcolo delle emissioni. Nelle scorse settimane hanno fatto appello a Carlo De Benedetti, che attraverso Sorgenia controlla Tirreno Power.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/21/la-centrale-a-carbone-di-vado-ligure-costera-142-milioni-di-euro-e-oltre-tremila-morti/62547/
@RED TURTLE
RispondiEliminaGrazie, sei sempre una fonte inesauribile di informazioni... ogni tuo link meriterebbe un post di approfondimento. Se tu avessi piacere a scriverli e pubblicarli su 22passi accomodati pure! ;)
@Daniele
RispondiEliminaL'articolo è questo:
http://www.dday.it/redazione/21475/nissan-e-power-il-motore-elettrico-a-benzina-da-37-km-l
A me sembra chiaro che è solo un modo diverso di costruire un'ibrida.
@Red Turtle
Attento però che, se non sbaglio, un atomo di idrogeno ossidandosi genera solo 1/6 dell'energia prodotta dall'ossidazione di un atomo di carbonio, quindi il rapporto H/C è ingannevole (il metano produce 0.6 volte la CO2 del carbone fossile, la benzina 0.8 volte: non sono differenze grandi come il rapporto H/C porta a pensare).
@Mario
RispondiEliminaOk!
Ho sbagliato a fidarmi del giornalista del Sole (mai dare per scontato che un giornalista sappia di cosa scriva!). L’articolo che hai linkato è chiaro: sì è solo un nuovo modo di declinare l’idea dell’ibrido... con un effimero successo a breve-medio termine possibile, ma senza alcun futuro.
Francamente usare un motore a benzina per caricare una batteria che fa girare un motore elettrico mi pare andare nell’esatta direzione opposta del saggissimo aforisma di Henry Ford: quello che non c’è non si rompe.
Bisogna guardare dritto al futuro elettrico, senza queste tergiversazioni da collusione con ansia da ricarica di una fetta degli automobilisti.
La cosa importante da capire è che Tesla ha rovesciato gli equilibri, o meglio, ha mostrato che sono rovesciabili, da una parte costruendo una supercar ad un prezzo minore delle supercar "convenzionali", dall'altra con 400.000 utenti che gli hanno dato centinaia di milioni di $ per una macchina che esisteva solo su carta e che avrebbero avuto dopo almeno 2 anni di attesa.
RispondiEliminaQuando ci si accorge che le persone sono disposte a sborsare per alternative alle scelte attuali, allora chi ha le capacità si mette all'opera per soddisfare la nuova domanda.
L'evoluzione tecnologica dell'elettrico e delle necessarie batterie è probabilmente solo iniziata, ecco per esempio una recente notizia di Toshiba:
https://futurism.com/a-new-electric-car-battery-lasts-for-200-miles-and-charges-in-just-6-minutes/
Japanese tech company Toshiba has just announced their next-generation SCiB rechargeable batteries for electric vehicles. According to the company, these new batteries can charge in just six minutes and deliver a range of 200 miles.
@Il PorticoDipinto
RispondiElimina"According to the company, these new batteries can charge in just six minutes and deliver a range of 200 miles."
Attenti però che per viaggiare 200 miglia a media velocità occorrono circa 80kWh. Se la ricarichi in 6 minuti ti serve una colonnina da 800kW! (a parte l'impossibilità pratica di realizzare una spina di ricarica per queste potenze, quelle da 20kW di cui parla Daniele costano già 12.000 euro)
@Mario
RispondiElimina...quelle da 20kW di cui parla Daniele...
22kW! ;)
@Mario
RispondiEliminahttps://www.google.it/amp/motori.quotidiano.net/autoecologiche/porsche-le-stazioni-ricarica-super-rapida-le-elettriche-del-futuro.htm/amp
@Mario
RispondiEliminaChi ha il pane non ha i denti: se io avessi avuto le tue possibilità avrei un’auto elettrica già da un pezzo! :)
http://www.ansa.it/canale_motori/notizie/eco_mobilita/2017/10/02/nissan-punta-su-elettrico-con-colonnine-e-ricarica-veloce_b0c9e741-b33a-46da-862a-4f8785210712.html
@Daniele
RispondiEliminaColonnine da 350kW (che comunque non sono 800kW di cui parlavamo) secondo me, a parte il costo, sono talmente pericolose che non prenderanno piede. Aspettiamo la prima esplosione poi vedremo. Quelle da 150kW sono credibili anche se secondo me ancora eccessive.
Camillo Franchini ritiene che l'iniziativa SM(Y) Umbria sarà un fallimento. Io spero di no, ma spero anche che se le colonnine verranno installate verranno pubblicati annualmente i kWh erogati e il numero di ricariche effettuate in modo da capire se ne valeva la pena. Qui a Reggio qualche colonnina (Enel) c'è. Una è davanti al supermercato ove vado normalmente: in due anni non ho MAI visto un'auto attaccata.
@Mario Massa:
RispondiElimina> "Colonnine da 350kW (che comunque non sono 800kW di cui parlavamo) secondo me, a parte il costo, sono talmente pericolose che non prenderanno piede"
Le colonnine di Tesla sono da 130KW, ce ne sono già diverse migliaia nel mondo, e Musk ha dichiarato voler arrivare a 10.000 nei prossimi mesi. Qui puoi vedere quelle già operative:
https://www.tesla.com/it_IT/findus?redirect=no#/bounds/45.535689,9.29034630000001,45.3897787,9.065118200000029?search=store,service,supercharger,destination%20charger&name=Milan,%20Metropolitan%20City%20of%20Milan,%20Italy
Quelle attuali sono da 6/8 posti ma in vista dell'uscita della Model 3 Tesla ne sta cominciando ad approntare anche da 40 o più posti (anche se ovviamente non tutte assieme riusciranno a fare 130KW di ricarica).
Come già menzionato, lo standard di ricarica che si sta formando tra le altre marche (audi/bmw/mercedes/etc) dovrebbe essere attorno ai 250KW mentre le indicazioni in casa Tesla per la prossima versione di ricarica ad alta potenza sono quelle di avere più di 300/350KW.
Non sono i 800KW sopra indicati ma mi sembra senz'altro un buon inizio: con 130KW già i tempi di ricarica cominciano ad essere gestibili: il tempo di sgranchirsi un po' le gambe e prendersi un caffè.
Forse sono eccessivamente ottimista, ma il trend mi pare senz'altro molto positivo.
@Mario
RispondiElimina...in due anni non ho MAI visto un'auto attaccata.
Beh, finché in Italia abbiamo così poche auto elettriche in giro cosa ti aspetti?
Ma la questione non è SE, ma QUANDO: quanti anni ci vorranno per vedere l’Italia raggiungere i livelli (attuali) della Norvegia?
Leggi e cfr. con attenzione:
http://www.greenstart.it/egolf-auto-elettrica-piu-venduta-norvegia-12570
@Portico
RispondiEliminaForse sono eccessivamente ottimista, ma il trend mi pare senz'altro molto positivo.
Sarò eccessivamente ottimista anche io allora, perché la vedo esattamente come te: il trend positivo è evidente.
@Mario
RispondiEliminaTu che sei di quelle parti perché non ci fai un salto?
http://www.forumelettrico.it/forum/programma-parata-elettrica-a-reggio-emilia-del-12-11-17-t1448.html
Secondo me confrontarti direttamente con un po’ di “pionieri” della mobilità elettrica ti porterebbe a riconsiderare alcuni tuoi “pregiudizi” sulla fattibilità o meno del passaggio dai carburanti alla pompa alle spine elettriche!
@IlPorticoDipinto
RispondiElimina@Daniele
" il trend positivo è evidente"
Sono rimasto di sasso: 1000 stazioni Tesla di ricarica rapida (30 minuti per l'80% di carica) in Italia. Ai tempi delle mie prime auto a metano me li sognavo. E non ce n'era nemmeno uno in autostrada. E il tempo di ricarica non era molto inferiore. E la sera non potevi fare il pieno a casa. Ancora oggi i distributori di metano sono meno delle stazioni di ricarica rapida delle auto elettriche.
Continuo a nutrire dubbi sulla sicurezza, ma mi arrendo all'evidenza: l'auto elettrica, che sia un bene o meno, è una realtà e la rete per la ricarica è già presente.
Ma le stazioni Tesla ricaricano anche le altre auto? Perchè se ogni casa adotta propri standard è una follia: sarebbe il fallimento della politica, in una Europa che unifica anche le misure delle vongole.
Comunque a questo punto il problema sembra essere che costano troppo e che probabilmente tra 5 o 6 anni non varranno più nulla.
21 iscritti al raduno di Reggio (di cui la metà di RE o MO) dà l'idea di quante poche siano le auto elettriche con una ragionevole autonomia presenti in Italia. A Reggio ci sono parecchi Porter gestiti dal comune, ma sono chiaramente per solo uso urbano.
Comunque i miei migliori auguri ai nuovi pionieri. Se son rose fioriranno.
@Mario
RispondiElimina...mi arrendo all'evidenza: l'auto elettrica, che sia un bene o meno, è una realtà e la rete per la ricarica è già presente.
Benvenuto a bordo! :)
Comunque fino a un anno fa ero scettico anche io... oh, a questo punto, se ti va, prova a convincere anche il tetragonissimo Franchini! :)
> "Ma le stazioni Tesla ricaricano anche le altre auto? Perchè se ogni casa adotta propri standard è una follia"
RispondiEliminaLa Tesla, in una maniera molto inusuale per l'industria, ha aperto i suoi brevetti (li ha resi open source e quindi utilizzabili da chiunque), proprio per promuovere standard aperti, la collaborazione, ed una competizione più "fair".
I produttori convenzionali però, che si stanno letteralmente cagando addosso per l'inaspettata concorrenza per una dittarella che confronto a loro è ridicolmente minuscola (per numero di auto prodotte), a parte poche eccezioni (vedi Volvo ed il loro ringraziamento pubblico verso Tesla: https://futurism.com/volvo-says-that-they-will-stop-making-diesel-engines-thanks-to-tesla/), invece di approfittarne cerca di ripercorrere i canali convenzionali e redditizi, evitando di collaborare e cercando di creare standard alternativi.
Il problema è che stanno partendo con anni di ritardo, quindi chissà...
Scusate l’OT ma a fine novembre ci sarà La DEMO di Rossi per l’E CAT QX...due paroline in merito ?:-O
RispondiEliminaIl tallone di Achille sono le batterie al Litio,
RispondiEliminama forse si sta risolvendo. Comunque una volta che ci saranno anche ottimi pannelli solari, dovrebbe essere resa obbligatoria l'installazione in edifici non storici e che non alterino l'insieme architettonico e paesaggistico di una città.
https://www.nbcnews.com/tech/innovation/new-lithium-oxygen-battery-could-one-day-power-electric-cars-n454131?cid=par-weather-right%20module
A quelli che dicono che le auto elettriche possono essere pericolose, posso rispondere che una macchina a benzina che possedevo (una FIAT 132) si è incendiata dopo che l'abbiamo venduta e che ho visto di persona incendiarsi un'altra FIAT.
RispondiEliminaPensate alle persone che si suicidano (o vengono "suicidate") con il collegamento al tubo del gas.
Pensate alle BOMBE MOLOTOV... ripassatevi le notizie sulle violenze commesse dai BLACK BLOCK in VIA MERULANA.
Pensate alle decine di migliaia di morti per malattie polmonari e cardiovascolari causate dal particolato carbonioso e dalle esalazioni di toluene, MTBE e altre porcherie.
Anche la famosa marmitta catalitica, contiene PLATINO, quando diventa vecchia, disperde micro-particelle che sono mutagene e cancerogene!
Daniele, se vuoi prendi l'articolo di Wikipedia ECONOMIA A BAMBU... e ricopialo, senza alcun problema (sta in licenza GNU Creative Commons 2.0, basta che metti che alcune di queste cose le ha scritte Giancarlo Rossi... ma in quel articolo commisi l'errore di non dire che alcune varietà di bambù resistono ai -25° centigradi)
RispondiEliminaQuesto articolo sta inspirando centinaia di persone, almeno per la parte iniziale della coltivazione.
Ad esempio vorrei trovare ingegneri strutturali che sviluppino il BAMBU LAMELLARE, in modo che non sia troppo "bambusoformo"... le caratteristiche pregevoli che ha rispetto al legno nostrano sono: 1) Minor costo per la maggior velocità di crescita; 2) Minor peso (in quanto contiene molte microcavità, micropori); 3) Minor spreco di materiale... le sezioni tonde sono l'ideale per formare colonne portanti interne di sostegno di solai e tetti; 4) Per non tagliare e bucare il bambù stavo proponendo dei raccordi misti in PVC e acciaio... per creare travi a "X" antisismiche, tetti.
Soprattutto volevo creare un TETTO MODULARE... a cassoni, antisismico, con all'interno isolante come l'AEROGEL oppure la EDILANA (Lana di pecora sarda) oppure il più tradizionale POLISTIROLO... ma forse con spazi trattati con CO2 o con qualche gas nobile come l'ARGON, per evitare la combustione.
Questi cassoni, molto più leggeri del legno normale, sarebbero in parte auto-portanti, conterrebbero già fili elettrici, e forse addirittura LED. Potrebbero avere già i panelli solari montati (pensa a cassoni larghi 50 cm e lunghi 5 metri). Per tenerli assieme basterebbe avvitarli.
Giancarlo
@REDTURTLE
RispondiEliminaL’economia da bambù è davvero fantastica!
Quando 24 anni fai visitai Honk Kong e un po’ di Cina, salto all’occhio anche a me come il bambù lì avesse usi impensabili per noi occidentali.
Sì, penso che appena posso, forse la settima prossima, farò un post su 22 passi per presentare la voce di Wikipedia sull’economia da bambù.
Grazie ancora
@Triziocaio...
RispondiEliminaHa detto:Scusate l’OT ma a fine novembre ci sarà La DEMO di Rossi per l’E CAT QX...due paroline in merito ?
Già, Stiamo a Vedere.
Riassumo quello che "credo di aver capito"
- Fin dai primi messaggi Rossi citò il fatto che in certe condizioni, quando era innescata la reazione (cosa incerta allora), si notava una differenza di potenziale in grado di erogare potenza.
- quando Rossi riuscì a rendere più ripetibile l'innesco della "presunta reazione FF" usando una configurazione minima di innesco ben codificata che a sua volta innescava una più grande reazione dando il nome allegarico " il gatto che insegue il topo", ottenne una ripetibilità decisamente migliore (i dati sulla ripetibilità NON sono mai emersi)
- a quel punto riprese in mano il fenomeno della produzione diretta di energia elettrica.
- in un primo tempo dichiarò di avere 100 Watt elettrici più calore notevole da smaltire.
- poi si corresse e disse che era troppo instabile scese prima a 50 Watt poi a 20 watt (può darsi che mi sia perso qualcosa)
- da come scrive si deduce che ci sono ancora problemi o di sovracalore che fonde tutto o di innesco mancante
Rossi dice che è al 95% cosa significhi esattamente solo lui lo sa.
-la dimostrazione sembra pubblica sembra avvenga tra il 20 e 30 Novembre.
Non è chiaro (almeno a me) in cosa consista. Spero che l'apparato funzioni in autosostentamento così il caos di critiche si ridurrà.
Forse sarà invitato amche Daniele...in fondo nel 2011 a Bologna lui c’era :)
RispondiEliminaScusate, vorrei dire anch'io la mia su questo argomento.
RispondiEliminaLa corsa all'auto elettrica non vi sembra una mossa di marketing? Le auto ibride sono forse ecologiche? Sostituire il parco auto con nuove auto elettriche non sarebbe comunque un enorme spreco di risorse. L'energia non deve forse essere prodotta? Anzi qualcuno immagina una transizione prima ad auto a gas, poi elettrica, poi ad idrogeno? Compresa l'auto attualmente posseduta sono ben 4 auto che il sistema deve produrre. Non è pensabile, e tutto perchè non si vuole capire che se si ragiona a lungo termine a maggior ragione è più facile pensare ad una società che punti tutto o quasi sui trasporti pubblici: car-sharing, ma soprattutto mezzi pubblici, taxi (sì taxi, ovviamente con una diminuzione delle tariffe: quante corse ci si potrebbe permettere con il costo di 1,2 o 3 automobili acquistate in un certo lasso di tempo?)
No, i pannelli sul tetto secondo me non sono la soluzione, la tecnologia fotovoltaica secondo me non produce abbastanza energia, a meno di non fare delle rinunce, che ci stanno. Ma in ogni caso i pannelli solari devono essere assicurati contro intemperie e altro, e/o acquistati con prestiti (quindi fanno parte di un'economia drogata e basata sul debito), vanno bene per chi ha la villetta, ma pensiamo davvero che tutti vadano a vivere in villette con tutto il consumo di territorio che già ci caratterizza?
A proposito @Daniele Passerini hai poi letto il mio ebook? Mi sa di no, vero? Fa niente.
Una notizia interessante in tema: www.greenstyle.it/auto-elettriche-colonnine-di-ricarica-obbligatorie-nelle-nuove-case-238088.html
RispondiEliminaNel nostro Paese comincia ad esserci un’attenzione sempre più crescente nei confronti delle auto elettriche. Ecco perché il Testo Unico dell’Edilizia ha stabilito che le amministrazioni locali entro il 31 dicembre 2017 dovranno inserire nel loro regolamento una norma per rendere obbligatorie le colonnine di ricarica nelle nuove case.
Il vincolo riguarda gli edifici residenziali e non residenziali più grandi di 500 metri quadrati. Con molte difficoltà nel nostro Paese si sta passando a questo tipo di adeguamento. Attualmente soltanto alcune città, fra le quali Milano, Torino e Bologna, rispettano le norme essenziali del Testo Unico.
https://www.startupmagazine.it/il-tema-hot-della-mobilita-elettrica-legata-al-fintech/
RispondiElimina@tutti
RispondiEliminaMa lo sapevate che le prime auto erano... ibride? :)))
https://it.m.wikipedia.org/wiki/STAE