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sabato 28 ottobre 2017

SM(Y) UMBRIA: il primo crowdfunding sulla mobilità elettrica!


È partito SM(Y) Umbria - Sustainable Mobility, il primo progetto in Europa di diffusione “dal basso” di stazioni di ricarica per la mobilità elettrica tramite equity crowdfunding.

Si tratta di un progetto pilota dove
  • utenti finali (e-drivers)
  • ogni stakeholders della mobilità elettrica e sostenibile
  • chiunque voglia investire nel mondo della mobilità elettrica dal suo nascere
potranno contribuire insieme alla diffusione di reti di ricarica “partecipate direttamente” anche da chi le usa e/o le vorrebbe presenti nel proprio territorio.

Da ieri è possibile registrarsi a WeAreStarting.it (portale di crowdfunding autorizzato da Consob) e visionare i documenti della campagna SM(Y) Umbria lanciata dalla startup innovativa Sustainable Mobility Umbria s.r.l. 
Da lunedì 30 ottobre ore 12:00 sarà dato il via alla raccolta degli investimenti (minimo 200 euro a persona) con l'obiettivo, ambizioso ma a portata di mano, di arrivare a 120 mila euro.

Proprio la mia regione, l’Umbria, “cuore verde” d’Italia, si candida così a protagonista della “rivoluzione green" che, sia per opera della pubblica amministrazione sia - come nel caso in questione - dell'iniziativa privata, dovrà riallinearci al resto d'Europa (si spera in pochi anni e non in lustri!) rispetto alla diffusione sia del parco delle vetture elettriche circolanti sia della rete territoriale di infrastrutture necessarie alla loro ricarica, due crescite che devono avvenire all'unisono.

Ricordo infatti che, mentre in Europa la quota delle auto elettriche sul totale delle auto circolanti è pari in media allo 0,6% (ancora poco!), in Italia è pari solo allo 0,1 (6 volte più poco!). Ma il confronto diventa imbarazzante se ci si paragona alla Francia (1,1%) o alla Norvegia (12,6%).
Se guardiamo poi al numero di colonnine elettriche per abitante, la situazione dell'Italia è addirittura drammatica e non motiva di certo gli automobilisti a farsi pionieri della mobilità elettrica.

L’obiettivo della campagna di SM(Y) Umbria è quello di realizzare 10 stazioni di ricarica (comunemente dette "colonnine"), da 22 KWp per singola presa, in altrettante città dell'Umbria: Assisi, Castiglione del Lago, Città di Castello, Foligno, Gubbio, Marsciano, Passignano, Perugia, Spoleto e Terni.

Se volete far parte di SM(Y) Umbria o se semplicemente volte saperne di più, partite da questo link:

venerdì 20 ottobre 2017

Il futuro è l'auto elettrica, ma il futuro arriverà in Italia?


Post di Daniele Passerini

Si fa strada finalmente la consapevolezza che l’auto elettrica non può essere solo un capriccio da ricchi né un gingillo da nerd né un pallino da ecologisti. È giocoforza il futuro prossimo dell’auto di massa, salvo far crescere i nostri figli, o invecchiare noi stessi, in città dove non si potrà più aprire le finestre né uscire di casa senza una mascherina... succedeva a Pechino, ora succede anche a Torino:


Di fronte a tutto ciò, chi può essere così folle (Marchionne a parte!!!) da preferire un’auto a combustione ad un’auto a emissioni zero?

Nell'articolo che segue si evidenzia (se ancora ce ne fosse bisogno!😔) il gap drammatico che separa l’Italia dal resto d’Europa anche rispetto all’auto elettrica: siamo sempre indietro di 1 o 2 ordini di grandezza!😬 


In Francia lo Stato offre fino a 10.000€ di incentivi sull’acquisto... in Italia zero (dobbiamo accontentarci di esenzioni/agevolazioni bollo auto, parcheggi gratuiti e accesso alle ZTL). 

In Olanda sono già presenti 30.000 colonnine di ricarica (0,7 per kmq), in Italia arranchiamo ancora a quota 2.200 (0,007 per kmq!!!😱).

Tutto ciò ovviamente, unito ai prezzi ancora elevati delle auto elettriche, si ripercuote sullo sviluppo del mercato: ok essere “green” e “smart”, ma le ragioni del portafoglio vincono su tutto il resto. 
Così se in altre nazioni europee la quota di mercato delle auto elettriche raggiunge e supera l’1% (che è sempre poco!) di tutte le vendite, in Italia non si schioda dallo 0,1% (che è 10 volte meno!😭).

Alla vigilia della prossima primavera ci saranno le elezioni... diamine, è vero, una volta si andava persino a votarlo il Parlamento... un vero amarcord!!!😉
M'impegno a votare il partito che metterà seriamente nel proprio programma un piano di sviluppo complessivo per ridurre le emissioni automobilistiche in Italia: incentivi per l'acquisto dell'auto elettrica, sviluppo della rete di ricarica, rilancio delle energie rinnovabili.

La mia famiglia è pronta a fare la sua parte: 
  • ai primi di novembre farò istallare sul tetto un impianto fotovoltaico da 3kW e in garage un sistema di accumulo da 10kWh; 
  • guidiamo auto a metano e gpl da venti giorni che anni e non vediamo l'ora di potere passare all'auto ad emissioni zero.

sabato 14 ottobre 2017

No alla distruzione del laboratorio di Francesco Celani

Post di Daniele Passerini

Austin, Texas (USA): Francesco Celani al NI Week 2012
22 passi ha dedicato molto spazio alla situazione di mobbing e ostracismo nella quale Francesco Celani, prima di arrivare all'età della pensione, ha trascorso l'ultimo lustro della sua attività di ricerca nei laboratori INFN di Frascati. Si veda, per esempio, il post di 4 anni fa intitolato Il lato oscuro dell'INFN

Sulla vicenda recentemente è stata lanciata una petizione su Change.org, che invito tutti i lettori a leggere e sottoscrivere:



domenica 1 ottobre 2017

Dialoghi fb sull'autodeterminazione dei popoli nel XXI secolo


Post di Daniele Passerini

Riporto uno scambio di commenti dalla pagina fb di un caro amico.
Cosa succederà oggi in Catalogna? Speriamo innanzitutto che, eufemisticamente parlando, non si faccia male nessuno. A mio parere si tratta di prove generali di un futuro che avanza inesorabilmente: per affrontarlo sarà meglio per tutti che i governanti trovino vie nuove e pacifiche piuttosto che datate ed autoritarie.

***

G.  Io sono con la Catalogna. Chiudere dei seggi di forza non è un atto di Democrazia! 

D. Anche io sto con la Catalogna. E pure con la Scozia. Ma allora, per coerenza, il giorno in cui la Sardegna, il Trentino, il Veneto ecc. vorranno l’indipendenza, mi chiedo da che parte starò...Forse dovremmo tutti capire che lo Stato-nazione, nato del resto ai tempi delle monarchie assolute, non è più adatto a un mondo globale, che semplicemente sono tutti i confini che debbono cadere, e che è proprio la difesa dei confini “sacri” degli Stati-Nazione ad impedirlo.

G. In Sicilia un barbiere a Erice teneva una banconota da 1000 Turì moneta della Repubblica della Trinacria. La volevano federare agli USA.

A. Io penso che l’indipendenza della Catalogna sia un atto che riguarda anche tutta la Spagna. Perché il referendum avesse un senso dovrebbe essere fatto a livello nazionale e non solo con chi sicuramente voterà a favore dell’indipendenza. Se io volessi far cadere Renzi non è che posso raggruppare un gruppo di persone che non la pensano come lui e farle votare “liberamente” (pro o) contro il suo governo. Il voto sarebbe un po’ di parte (concetto ovviamente estremizzato ma che rende l’idea).

D. Tutto sensato quel che dici... ma - per esempio - non ricordo che gli USA si siano resi indipendenti dagli UK tramite plebiscito sottoposto a tutti i suddetti di sua maestà. Ma questa è una battuta  ma anche no! È come se tu stessi spiegando una modalità incruenta di autodeterminazione dei popoli. Ma una autodeterminazione di qualcuno DI SOLITO scontenta più persone di quante ne accontenti... è come se volessi dirci che una autodeterminazione incruenta è di fatto tecnicamente impossibile salvo particolari situazioni geografiche che la favoriscano... per esempio l’autodeterminazione di un’isola rispetto al resto di una nazione continentale. Se la stragrande maggioranza dei Sardi scegliesse l’autonomia, Roma dovrebbe invadere militarmente la Sardegna?
Il concetto che ho provato ad esprimere è che forse un mondo globale formato da quasi 200 nazioni è ormai un ossimoro e i suoi iati e le sue contraddizioni si esprimono, dal basso, in una spinta verso una sorta di ritorno a una “età dei Comuni 2.0”. Un nuovo Rinascimento del terzo millennio forse si basa più su concetti come “democrazia diretta”, “km zero”, “moneta locale”, “autosufficienza energetica” ecc. che su “governo mondiale”, “controllo centralizzato”, “moneta unica”, “grandi infrastrutture energetiche” ecc.
A mio avviso la Storia ha già sancito la fine dell’epoca degli Stati Nazione, e la risposta non potrà essere né un unico Stato Nazione che li comprenda tutti né una loro Confederazione globale (governo unico mondiale, che non potrebbe essere altro che una grande dittatura pseudodemocratica).
Cosa né uscirà fuori dalle tendenze centrifughe della Storia e quelle centripete dell’economia?
Sicuramente, soprattutto nella fase di transizione dal vecchio al nuovo, vedremo molti fenomeni cruenti e non pacifici.
Ma mantenere la pace, tramite “finte unioni” basate sulla forza militare, sicuramente non è una soluzione lungimirante.

D. Insomma il paradosso/sfida che il mondo di oggi ci porge è che per buttare giù i grandi confini bisogna prima rimettere in piedi quelli piccoli. Se fosse possibile intravedere un senso nel caos contemporaneo, intravedrei questo. 
Naturalmente sto dando per scontata la conoscenza storico-politica del concetto di Stato-Nazione: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Stato-nazione
Scusate se vi ho tediato, ma è un tema che mi prende parecchio

A. Interessante punto di vista ma non sono sicuro sia la strada giusta in un periodo storico come questo. Ma d’altronde come mi fa notare un mio amico: si rompe un equilibrio e se ne crea un altro.

D. Non ne sono sicuro nemmeno io... ma dimmi chi può essere sicuro di qualcosa oggi a livello di geopolitica, cambiamenti sociali e sociopolitici ecc. L'unica certezza è che - come fa notare il tuo amico - se non si rompe un equilibrio non se ne può creare un altro... e gli equilibri ereditati dal XX secolo sono in grande crisi.

[to be continued... nei commenti a questo post!]