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S. Rita da Cascia (1381-1457) |
Salve a tutti, scusate se trascuro un po' il blog, ma è estate! Ieri io e la mia metà ci siamo dedicati a un bel giro in Vespa (una
300GTS Super con quasi 13.000 km sul groppone) nel cuore mistico e spirituale della verde Umbria. La prima tappa è stata
Roccaporena, dove nacque S. Rita.
Il paesino è dominato dallo
scoglio di S. Rita, lo sperone roccioso su cui la Santa s'arrampicava per arrivare in cima a pregare. Ai nostri giorni ci sono agevoli scale e il masso apicale su cui pregava S. Rita non tocca più il cielo perché sopra di lui è stata costruita una cappelletta.
Arrivati sulla sommità dello scoglio, sono successi due fatti strani. Per una ventina di minuti siamo stati soli, cosa davvero insolita in un luogo meta di continuo pellegrinaggio. Ma ancora più incredibile è stato vedere un bellissimo scarabeo verde - credo una
Cetonia aurata - che seguiva letteralmente le orme di S. Rita, cercando anch'esso di arrivare in cima in cima allo scoglio, gli mancavano solo un paio di metri. Puntando dritto verso la sua meta stava percorrendo un tratto di pietra verticale e riusciva a conquistarlo, centimetro dopo centimetro, con la forza delle sue zampine. Sfortunatamente la pendenza, da verticale che era, stava ora diventando addirittura negativa, e il povero scarabeo, per potere procedere, doveva camminare come una mosca sul soffitto. Ma uno scarabeo non è una mosca! Così dopo minuti e minuti di tentativi per trovare la presa, l'ha inevitabilmente persa ed è caduto giù, sulla cengia sottostante. Be', si è rimesso subito pancia a terra e ha ripreso a salire e questa volta è stato più fortunato: ha imboccato un profilo meno ripido e quando lo abbiamo salutato era sulla buona strada per arrivare in vetta.
Sì, su questo sperone di roccia qualcosa attira verso il Cielo: lo sentono i Santi e i mistici, lo sentono gli animali e lo sentivamo anche noi. Tornati giù al paese abbiamo osservato lo scoglio dal basso. Di fronte a esso, oltre una stretta gola dove un tempo passava un corso d'acqua e dal 1950 la strada asfaltata che collega Cascia a Roccaporena, svetta un'altra parete rocciosa caratterizzata dalla "
Grotta d'oro". In realtà si tratta solo di una netta concavità, ma s'intuisce che un tempo doveva essere la parete interna di una grande cavità carsica ipogea; oggi custodisce una grande croce, visibile da tutta la valle. Con un po' di fantasia potevamo immaginare di fronte a noi, milioni d'anni fa, un monte compatto. Poi un fiume sotterraneo ne scavò il ventre, aprendoci grotte su grotte, infine la cupola crollò e il fiume continuò a scavare fino a disegnare la gola attuale che divide
la parete con la "Grotta d'oro" da un lato e lo scoglio di S. Rita dall'altro. Queste formazioni rocciose hanno strati geologici ben marcati: i movimenti orogenetici li hanno spinti e piegati fino a farli diventare quasi verticali. In effetti le linee di stratificazione dello scoglio di S. Rita, dalla base puntano e convergono tutte verso l'alto, per la precisione proprio verso il masso su cui S. Rita sentiva di dover andare a pregare e su cui ieri persino lo scarabeo tentava di arrivare in tutti i modi. Non è un caso... ma non è questa la sede per arrampicarsi su questo discorso! ;-)
Al pomeriggio, dopo un salto a Cascia, siamo tornati improvvisando una strada diversa e, senza saperlo, ci siamo trovati a percorrere la bella
Valle del Menotre. Abbiamo fatto sosta prima al
Santuario della Madonna delle Grazie e infine all'Abbazia di Sassovivo alle porte di Foligno.
Alle pareti dell'abside del Santuario erano appesi numerosi ex voto. Uno raccontava la storia di un gruppo di 22 (e ti pareva!) abitanti del posto che nel 1944 erano stati rastrellati dai nazisti in ritirata e stavano per essere fucilati. Furono salvati in extremis dall'arrivo degli alleati!
All'
Abbazia di Sassovivo nessun altro 22, ma altri numeri interessanti. Arrivato nel chiosco, composto da 128 colonnine binate, mi ha colpito che tra le coppie di colonnine che cingevano il porticato c'è ne fossero alcune decisamente particolari, scolpite per dare l'illusione di due colonnine ancora più sottili annodate tra loro a doppia spirale (nella foto riportata su Wikipedia una coppia di queste colonnine "speciali"
è ben visibile).
I lati Nord e Sud del chiostro hanno 7+7 coppie di colonne ciascuno; i lati Est e Ovest hanno 9+9 coppie ciascuno e una porta centrale che permette l'accesso al chiostro. Di colonnine "speciali" ce ne sono 3 coppie più una singola, per un totale di 7. Sorvolo sulla geometria della collocazione di queste sette colonnine nel chiostro (sul lato nord e nei pressi dello spigolo Sud-Est), non certo casuale, e mi soffermo sulle 128 colonne collocate 2 a 2, di cui 7 speciali, numeri ben collegati tra loro, infatti 27=128.
Curiosamente 128 sembra essere l'unica potenza di 2 che ha la proprietà di essere formata da cifre a loro volta potenze di due (20=1, 21=2, 23=8)
in altre parole 128 = (20*102) + (21*101) + (23*100).
Che messaggio ha voluto lasciarci il costruttore nel XIII secolo? Non ne ho la più pallida idea!
:-)
@Daniele
RispondiEliminaCome sicuramente saprai perchè sei di casa della successione geologica più bella del mondo, la storia della della tua regione e la deposizione di quelle formazioni rocciose che descrivi inclinate, piegate, fagliate, ecc... comincia esattamente 220 milioni di anni fa... 220 non è 22 ma lo comprende... Chissà cosa volevano dirti i dinosauri lasciando che potessi osservare a tuo piacere il livello KT con un semplice giro in Vespa... :O
A proposito, io ho una 125 px arcobaleno dell'82 versione America. Ebbene sì, versione America con miscelatore, frecce a batteria, tachimetro in miglia orarie... ;) Da restaurare ma strepitosa!!!
@Daniele
RispondiEliminaquesto era uno dei più bei post che tu abbia mai scritto eppure non ti ha "cagato" nessuno... strana la vita.... Forse gli utenti non sono mai venuti in Umbria e non sanno cosa hai descritto....
@sandro75k
RispondiEliminaGrazie Sandro, ormai ci ho fatto il callo. Per capire le cose più importanti tocca usare testa e cuore insieme, ma - a dispetto di come son fatto - questo blog ormai è letto molto con la testa e poco col cuore. E mi dispiace. Mi dispiace soprattutto per chi non coglie certe cose...
Alla fin fine per chi usa solo la testa ci sono i blog di Franchini e Ocasapiens che danno molta più soddisfazione! ;)
Un abbraccio forte
io ho letto e apprezzato, e non ho scritto perché già stavo scrivendo nell'altro post, ed è estate e un po' lavoro anch'io, non sto più a pettinar bambole come in inverno.
RispondiEliminaCi vorrebbe un pulsante like.
Ps: sapete che quando Santa Rita era neonata le api andarono a posarle il miele sulle labbra?
RispondiEliminaok ok, lo so che è una leggenda, ma il mito vuole che le api donino spontaneamente il miele alle sciamane, e amo molto questa rappresentazione popolare delle qualità di Santa Rita.
@anto
RispondiEliminaCi vorrebbe un pulsante like.
E il pulsante "g+1 Consigliato su Google" in fondo a ogni post cos'è per te? :)))
Ps: sapete che quando Santa Rita era neonata le api andarono a posarle il miele sulle labbra?
Ci sono varie versioni credo, ho letto che uno sciame l'aveva coperta nella culla... che al contadino, ferito, che era corso ad allontanarle la mano era miracolosamente guarita, o qualcosa del genere.
Ma mi piace molto la versione che riporti! :)
I simboli di S. Rita sono la rosa, i fichi e le api.
io su google+ non ci vado.
RispondiElimina@anto
RispondiEliminaNon vorrei aver capito male, ma a me risulta che quel pulsante sia l'equivalente del "mi piace" di fb e migliora il posizionamento nelle ricerche su Google. Correggimi se sbaglio.
sì, può darsi, ma finisce comunque sulle mie attività in google+ sul quale sono pentita di essermi iscritta.
RispondiEliminaIl like di facebook rimane su fb, mentre il like sul blog non resta in blogger, emigra in google+. Insomma, son menate mie :D