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domenica 3 luglio 2011

L'intuizione usa i versi...

Perché amo la poesia. 

Per la sua sintesi. Perché come la logica usa le operazioni matematiche per quantificare ciò che è quantificabile, così l'intuizione usa i versi per distillare significato da ciò che è percepito come sensazione ed emozione.

Per la sua capacità di condensare opposti e fotografare vissuti, momenti, ricordi. 

Ho sfogliato a caso Sospensioni di gravità e mi si è aperta la pagina con questa poesia... sì mi sembra un esempio adeguato a quello che stavo dicendo.


Alterno fare

Ad un tratto ti eclissi
dissimulato il volto

.
Poi candida ritorni

Luce di bianco acciaio
mi cadi sopra il petto


All'ombra dei tuoi dubbi
arrugginisci e vieni


Così ti tengo stretta
rido e gioco:
...............il bimbo
salta a colpir la luna.


Scusate la parentesi, nella vita non si sono solo gatti (tanto più che le gatte da pelare non mancano mai!) e a furia di dedicarmi all'E-Cat sto trascurando troppo la poesia. 

Buona domenica e a domani

P.S. Avevo già portato Alterno fare nel blog in occasione dell'eclissi parziale di Luna del 21/02/08. La stessa donna descritta nei suoi versi mi ispirò anche un'altra composizione, di ben diverso genere: Se dubito non amo.

8 commenti:

  1. Perché contrapporre logica, matematica a intuizione, significato?
    Personalmente non sono mai riuscito a trovarci una vera differenza. Se si riesce a superare l'aspetto più superficiale ed esteriore, matematica e poesia hanno molto in comune.

    Per questo mi piace segnalare questa bellissima poesia sui numeri primi, letta tanti anni fa in un vecchio numero delle Scienze.

    E' di Helen Spalding, questa è una traduzione (che mi sembra fatta molto bene).
    Il web, che spesso rigurgita informazioni sulle cose più impensabili, è stranamente avaro di notizie su di lei: ho trovato solo una segnalazione di una raccolta di poesie del '50 e un articolo (di argomento matamatico) in cui si accenna all'autrice.

    (http://www.math.uconn.edu/~glaz/My_Articles/ThePoetryOfPrimeNumbers.Bridges11.pdf)

    Mi farebbe molto piacere se qualcuno ne sapesse qualcosa di più.


    Lodiamo i numeri primi

    Lodiamo i numeri primi
    insieme ai padri che ci generarono:
    la forza, la speciale gloria
    dei numeri primi
    è che nulla li ha generati
    non avi, non fattori,
    sono gli Adamo delle generazioni
    che si moltiplicano.

    Nessuno può prevedere il loro arrivo.
    Tra i numeri ordinali
    non fanno prenotazioni, ma
    arrivano all'improvviso.
    Lungo la fila dei cardinali
    si ergono come incredibili pontefici,
    puri, imperscrutabili,
    eletti da sé stessi.

    All'inizio, dove il caos
    finisce e lo zero si impone,
    affollano la scena senza risparmio
    come una foresta,
    ma la media distanza si assottiglia,
    la grande distanza che li porta
    all'infinito
    li rende rari come comete
    che non fanno ritorno.

    O inverosimili numeri primi,
    possano i cacciatori di formule
    a lungo affannarsi nell'astrazione,
    consumare la loro pazienza e
    ridursi a scheletri:
    restate anticonformisti,scomodi,
    fenomeni irriducibili
    a sistema, serie, schema
    o spiegazione.

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  2. @Eddy
    Ma guarda che sono totalmente in accordo con te! :-)
    Le dicotomie sono sempre apparenti, mai reali... "qual è il rumore di una mano sola"?
    Io parlavo più che altro di modalità della comunicazione, non del suo contenuto. Ovvio che si può scrivere una poesia sui numeri primi... anche se mi riesce difficile immaginare qualcuno che possa commuoversi leggendola. Ma solleticano molto la testa.
    Eccoti una poesia di Sospensione di gravità dedicata ai numeri dall'1 al 9:

    Adpunto esoterico

    Un punto
    e concludi il pensiero.
    Due e l'apri
    come l'alba il giorno:
    tre lo sospendono
    al Cielo e poi...
    quattro cardinali
    fanno la croce.
    Cinque
    per il Pentacolo del potere.
    Sei punti morti
    imbastiscono dolori,
    sette di coccinella
    ne sanano le ferite.
    Otto ai polpastrelli
    di chi non vede.
    Nove in dieci
    elevato ventisette
    i nostri punti di fuga
    nell'infinito stellato...

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  3. > anche se mi riesce difficile immaginare qualcuno che possa commuoversi leggendola

    bisognerebbe aver vissuto molti anni assieme ai numeri primi!! :-)

    comunque devo confessare che quando la rileggo qualche emozione non puramente intellettuale la provo (lo so siamo strani :-)

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  4. @Eddy
    Hai ragione tu. In effetti mi ero già pentito di avere scritto quella frase, troppo apodittica. Il punto sta in quello che i numeri primi possono rappresentare per qualcuno... e allora possono essere benissimo fonte di commozione e di tantissimi altri sentimenti.
    Un abbraccio

    P.S. Sto ricavando un post da questo bello scambio. Grazie 1000

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  5. Aarà che la filosofia mi ha corroso il cervello ma io la differenza la vedo eccome. Una cosa è il giudizio determinante della scienza che oggettivizza, altra è il giudizio rilettente estetico che per sua natura rimane soggettivo pur tendendo ad essere comunicato e condiviso. Non c'è misura che tenga nel giudizio estetico, ma questo non vuol dire che sia meno vero, anzi.

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  6. @Daniele
    Ci tenevo a precisare che non ho vissuto per anni con i numeri primi!! :-)

    Beh, se nasce un post non può farmi che piacere!!


    @Fabio V.
    Piccola prova pratica:-) Prova ad applicare il giudizio estetico alle teorie scientifiche o costruire una teoria scientifica della coscienza e della soggettività...

    Forse dovrei precisare un po' il senso della mia opinione. E' ovvio che ci sono delle differenze tra scienza e arte (uso qui due etichette generiche), ma sono entrambe il prodotto del pensiero umano.
    Sono tutte e due estremamente umane e nonostante il fatto che la scienza faccia di tutto per non sembrarlo, paradossalmente alla fine lo è ancora di più se possibile.

    Se personalmente provo a fare qualcosa cosa di scientifico o di artistico, posso raggiungere risultati di valore molto diverso a causa di attitudini più versate in una rispetto all'altra.
    Ma non sento che sto utilizzando delle "funzioni" mentali diverse. Penso nello stesso modo sia per l'una che per l'altra.
    Entrambe coinvolgono funzioni dell'emisfero destro e funzioni dell'emisfero sinistro.

    Quando leggi un libro con quale personaggio ti identifichi? Se provi a immedesimarti con l'autore hai un punto di vista completamente diverso...

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  7. Qualcuno me la spiega?

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  8. @Daniele

    Questa associazione tra matematica e poesia non mi è aliena.

    Ho sempre trovato molta bellezza nelle susseguirsi delle espressioni matematiche, come fossero versi, appunto.

    Peccato che questa bellezza, come del resto per la poesia, non possa essere percepita da un pubblico più vasto.

    Peccato anche che l'iperspecializzazione delle scienze nell'ultimo secolo, abbia fatto perdere questo connubio tra arte e scienza, dal quale la scienza, con Galieleo in senso stretto, ma molto prima in generale, ha preso il via.

    Saluti,
    Zar

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