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martedì 17 agosto 2010

Eros e poesia

Il placet
erano e persistono scie nei tuoi passi, impronte d'arcobaleno al parquet del soggiorno. Odore... il tuo desiderarmi fissato arrotolato tra le dita. Certificati-coinvolgimento i bouquet degli orgasmi. Le gambe cumludenti portano in trionfo il placet della vagina
Sono così attento ai contenuti che inserisco su Ventidue passi d'amore e dintorni, da poterlo definire un blog anche "per famiglie". Ci capita pure mia figlia che ha 12 anni. Spero pertanto che nessuno arricci il naso per questa poesia erotica, al mio sentire tutto men che volgare. Un omaggio al mistero della Natura che abita in ogni donna, pure un po' troppo erudito per me che reputo una poesia buona quanto più è semplice e immediatamente comprensibile. Perciò mi scuso con chi non avesse studiato latino, che forse non avrà colto al volo il motivo per cui, invece del verbo colludere, ne ho usato la radice etimologica cum-ludere, cioè giocare insieme. Quanto a placet - permesso, approvazione - è un vocabolo abbondantemente sdoganato dal linguaggio giuridico e utilizzato da giornalisti, politici ecc. L'elegia erotica era un genere letterario molto apprezzato dagli antichi Greci e Romani. È un grande dramma dell'occidente cristianizzato l'avere anteposto successivamente, anche nell'arte, l'apollineo al dionisiaco.

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