"Le statistiche sono come i bikini. Ciò che rivelano è suggestivo, ma ciò che nascondono è più importante. ”
(Aaron Levenstein)
Un gruppo di ricercatori, di fronte a dati "anomali" ottenuti dalla
somministrazione di un test, in primis dovrebbe chiedersi se non abbia concepito male il test stesso e/o la metodologia di
somministrazione e/o se è in grado o meno di far si che venga attuato il protocollo
sperimentale. Dovrebbe, ma spesso non lo fa.
Il fatto. Le ultime prove INVALSI (
Istituto Nazionale per la Valutazione del sistema educativo di Istruzione e di formazione) avevano rivelato in prima battuta che in Italia (per lo meno nelle materie di Italiano e Matematica) gli studenti di terza media del Meridione battevano quelli del Nord, a metà strada - manco a dirlo - si collocavano quelli del Centro.
Per cominciare, la
considerazione che le differenze fossero comunque minime avrebbe dovuto portare i ricercatori a chiedersi: ho elaborato delle prove adatte a misurare le variabili che volevo studiare? Nossignore, l'INVALSI ha fatto leva sulla presenza di dati "anomali", spiegabili - a suo dire -
esclusivamente con la frode, e ha attribuito pesi correttivi ai risultati in modo da
normalizzarli a quello che secondo il
senso comune (o forse le aspettative della committenza politica) dovrebbe succedere: gli studenti migliori sono quelli
Settentrionali, seguiti da quelli del centro, ultimi quelli del Sud!
Ovviamente un corretto approccio scientifico avrebbe dovuto portare a formulare diverse ipotesi capaci di spiegare i dati ottenuti, a verificarla una ad una e quindi suggerire la migliore, ma forse è chiedere troppo a chi magari si era impegnato a tirare fuori dei risultati prima di andare in ferie.
Dimenticavo (cito dal sito
istituzionale):
"l'INVALSI è soggetto alla vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione che individua le priorità strategiche delle quali l'Istituto tiene conto per programmare la propria attività. La valutazione delle priorità tecnico-scientifiche è riservata all'Istituto." In parole povere, l'INVALSI è soggetto al controllo del Governo, salvo rivestire di
"scientificità" i dati che produce come meglio crede.
APPROFONDIMENTI
La pseudostatistica è una pseudoscienza che vanta illimitate applicazioni. I politici l'adorano. Si può "dimostrare" tutto e il contrario di tutto. Il problema, caro Daniele, è che il 99% delle persone non ha gli strumenti per individuare l'errore (io direi: la frode).
RispondiEliminaNon ci resta che sperare nelle capacità logiche degli studenti del sud.
Come dici tu, "il 99% delle persone non ha gli strumenti per individuare la frode".
RispondiEliminaIl restante 1% si divide in quelli che se ne approfittano e quelli che - come noi - cercano di "svegliare" il 99% di cui sopra!