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venerdì 29 maggio 2009
Le veline di Mussolini
"Come tutti i regimi totalitari, anche quello fascista si fondava e affermava grazie al controllo dei flussi di informazione rivolti alla popolazione. La radio divenne il suo megafono, mentre i giornali vennero messi sotto il giogo delle "veline": suggerimenti, se non piuttosto imposizioni su cosa dovevano scrivere e non scrivere."
(Giancarlo Ottaviani)
Oggi si parla di velinismo a proposito degli ideali superficiali proposti dai nostri mass media come inevitabili conseguenze della modernità. Come ci ricorda Giancarlo Ottaviani nel suo Le veline di Mussolini, ai tempi dal fascismo le "veline" non erano le ballerine di Striscia la notizia ma i fogli su cui il Miniculpop (Ministero della Cultura Popolare, già Ministero per la Stampa e la Propaganda) passava ai giornali le indicazioni su ciò che si poteva e ciò che non si poteva dire .
In tal senso l'immagine utilizzata l'altro ieri dal Finacial Time - "Berlusconi non è evidentemente Mussolini: ha squadroni di veline al seguito, non di camicie nere" - offre corrispondenze e chiavi d'analisi tutt'altro che improvvide e campate per aria. Non voglio addentrarmi in questo post nei motivi per cui mezza Italia sia diventata favorevole a Berlusconi. Mi limito a parlare da una prospettiva del tutto personale. Al liceo i miei amici mi davano spesso dell'idealista... e mi sento tutt'ora tale: un idealista non può identificarsi nella linea di pensiero oggi personificata da Berlusconi. Mi spiego. Checché egli ne dica, nessuno più di lui, in questa fase storica della nostra nazione, rappresenta un voto ideologico. Quando gli ideali non trovano più terreno fertile per crescere e trovano piuttosto una lacuna da riempire, degenerano in ideologie. La sinistra stessa era da tempo degenerata in ideologia. Berlusconi un po' come la falce saturnina o l'arcano senza nome (La Morte), ha fatto piazza pulita di tutte le fronde secche, però a sua volta non ha proposto ideali, bensì una vuota ideologia, di quelle capaci di far presa in una società confusa e smarrita. Una nazione ha bisogno di leader capaci di unirla, Silvio Berlusconi, ha invece ampiamente dimostrato di essere capace soprattutto di dividerla, alimentando la polarizzazione e l'estremizzazione del conflitto destra-sinistra. Sono convinto che se la destra fosse guidata da un leader come Gianfranco Fini - il cui buon senso super partes è oggigiorno riconosciuto da ambo i fronti politici - sarebbe veramente possibile una nuova epoca di grandi riforme, concordate tra maggioranza e opposizione, e un bipolarismo sano, basato sull'alternanza costruttiva di schieramenti che una volta al governo non disfino tutto quel che trovano. In altre parole, se vedessi Berlusconi guidare l'Italia verso progresso e coesione sociale, non sarei contrario alla sua presenza nella scena politica. Purtroppo vedo avvenire esattamente il contrario. Ecco perché, pur essendo idealista, la mia è un'opposizione pragmatica non ideologica.
ALTRI LINK
la scheda dell'interessante libro di Giancarlo Ottaviani
Arte'... si vede che è un po' che non vivi in Italia! ;-) Qui Fini è rispettato e stimato più dalla sinistra che dalla destra ormai. Chiaro, le persone (per fortuna) cambiano: non è più lo stesso Fini di 10 anni fa.
Cerchiamo di capirci. Io parlavo solo dell'opportunità che a capo di entrambe le coalizioni ci siano leader che basano la loro immagine sulla forza delle proprie idee non sulla demonizzazione degli avversari. In questo senso, da uomo di "sinistra" che sono e che continuerà a votare in tale area politica confidando in un forte ricambio generazionale dei suoi vertici, vedrei bene Fini a capo del centro-destra.
Il focus, a mio parere, deve essere colmare il solco che si è aperto tra due parti d'Italia... in caso contrario di qui a qualche anno il rischio di una vera e propria guerra civile non è tanto peregrino: ovviamente è uno scenario che non può piacere a nessuna persona di buon senso!
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Condivido il tuo pensiero.
RispondiEliminaSul principio di alternanza bisognerebbe che ci fossero delle regole ben precise...
Se è Fini in Italia a rappresentare il "buonsenso", poveri voi.
RispondiEliminaArte'... si vede che è un po' che non vivi in Italia! ;-)
RispondiEliminaQui Fini è rispettato e stimato più dalla sinistra che dalla destra ormai. Chiaro, le persone (per fortuna) cambiano: non è più lo stesso Fini di 10 anni fa.
@ Pia
RispondiEliminaIo e te ci siamo capiti al volo su questa questione... per forza, viviamo questa Italia qui. ;)
P.S. Per stare in tema, leggete questo post da Haramlik.
RispondiEliminaÈ proprio questo che mi preoccupa e mi rattrista...
RispondiElimina(non che non vivo in Italia, ma che so che molti la pensano come te)
Ma so anche che molti, che vivono in Italia, non la pensano così. E allora non si perde la speranza.
@Artemisia
RispondiEliminaCerchiamo di capirci. Io parlavo solo dell'opportunità che a capo di entrambe le coalizioni ci siano leader che basano la loro immagine sulla forza delle proprie idee non sulla demonizzazione degli avversari. In questo senso, da uomo di "sinistra" che sono e che continuerà a votare in tale area politica confidando in un forte ricambio generazionale dei suoi vertici, vedrei bene Fini a capo del centro-destra.
Il focus, a mio parere, deve essere colmare il solco che si è aperto tra due parti d'Italia... in caso contrario di qui a qualche anno il rischio di una vera e propria guerra civile non è tanto peregrino: ovviamente è uno scenario che non può piacere a nessuna persona di buon senso!
Già molto meglio.
RispondiElimina:)