La querelle che mette contro la parola dell'operaio Gino Flamiamo contro il presidente operaio Silvio Berlusconi, non deve certo fare passare in secondo piano il problema di diritti civili fatto esplodere dagli ultimi giri di vite del governo sull'immigrazione.
Sicurezza, la protesta dei padri comboniani
"Permessi di soggiorno in nome di Dio"
ROMA - Contro la politica sulla sicurezza del governo scendono in campo anche i padri Comboniani di Castelvolturno. I missionari invitano le associazioni a partecipare alla Giornata mondiale del rifugiato il 20 giugno distribuendo "permessi di soggiorno in nome di Dio". ma perché in nome di Dio? "Riteniamo - dicono i padri - che in una società come la nostra frazionata, divisa in molti modi, in cui il nome di Dio viene usato in mille modi, spesso per interessi politici ed economici, che Dio stia dalla parte dei più deboli e indifesi". I religiosi si sono fatti promotori, contattando numerose organizzazioni, di un manifestazione contro il pacchetto sicurezza (e attendono altre adesioni). "Una giornata, quella del 20 giugno - dicono i Comboniani - in cui ogni associazione potrà organizzarsi secondo le situazioni e gli interessi locali. Attraverso questa iniziativa invitiamo tutte le associazioni, movimenti, singoli che operano attivamente nei propri territori a distribuire Permessi di Soggiorno in Nome di Dio". "Con questa azione - continuano i missionari - vogliamo dire il nostro no alle attuali politiche sull'immigrazione. È questa un'azione che parte dal diritto di ogni persona ad esistere, ad essere rispettata nella sua umanità, nella sua ricerca di vita democratica e libertà. Il diritto a costruire un futuro per sé e per i propri figli. E noi che ci consideriamo colti e civilizzati siamo chiamati a rispondere, di rispettare quei valori che da anni proclamiamo".
Restando in tema, proprio in questi giorni mi è capitato tra le mani l'appello che l'Associazione Cidis onlus ha rivolto ai Questori di Perugia e Terni, per una durata "flessibile" del Permesso di soggiorno per attesa occupazione. Eccone il testo:
La crisi economica si è velocemente generalizzata. Licenziamenti, cassa integrazione, contratti di lavoro di brevissima durata, estrema difficoltà a collocarsi o ricollocarsi sul mercato del lavoro, stanno colpendo lavoratori italiani ed immigrati. Per questi ultimi, tuttavia, le conseguenze risultano particolarmente gravi, perché la instabilità della posizione lavorativa non coincide solo con un peggioramento delle condizioni economiche, ma è anche connessa alla possibilità o meno di restare in possesso di un documento di permanenza legale nel paese. Senza un lavoro infatti è pressoché impossibile per l’immigrato ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno. E qualora decidesse di restare in ogni caso sul territorio italiano senza un adeguato titolo di soggiorno, si vedrebbe comunque preclusa ogni possibilità di regolare la sua posizione lavorativa anche se riuscisse a trovare un nuovo lavoro. In relazione a questa grave situazione, i firmatari del presente Appello denunciano con preoccupazione:
- le conseguenze particolarmente gravi dell’estendersi della crisi occupazionale per un numero crescente di immigrati;
- la già avvenuta perdita della titolarità di un regolare permesso di soggiorno per moltissimi di loro;
- un aumento significativo del numero degli sfratti per morosità, in conseguenza della riduzione del reddito da lavoro e più in generale l’acutizzarsi del disagio abitativo di singoli e nuclei familiari;
- l’incremento dell’accesso degli immigrati disoccupati al mercato del lavoro nero;
- l’affacciarsi in esso di donne che, in ragione della perdita di reddito familiare, si vedono costrette ad un primo inserimento lavorativo che si rivela particolarmente difficoltoso sia per l’età di ingresso sia per la totale assenza di formazione e qualifiche;
- il sempre più frequente ricorso al rimpatrio di familiari a carico che comporta lo sradicamento in particolare di minori nati e cresciuti nel nostro paese.
Chi volesse sottoscrivere l'appello può comunicare la sua adesione a perugia@cidisonlus.org, specificando nome, cognome, città e organismo di appartenenza.
Sottoscriverò anch'io l'appello. Credo però che un fondo di verità ci sia nel fatto che le multinazionali sfruttino a loro vantaggio un' immigrazione controllata male, imponendo salari da fame con questa paventata crisi.
RispondiEliminaBenvenuto Veneris, ti ringrazio per il tuo commento e per la tua sottoscrizione... quelli del Cidis sono in gamba, meritano attenzione.
RispondiEliminaNon c'è mai nulla di vero o falso al 100%, dunque concordo che un fondo di verità in ciò che dici ci sia. Di certo, però, la scelta di rimandare indietro i barconi tout court non ammette sfumature, è un 100% che fa di tutta l'erba un fascio!
Ciao a presto
P.S. Mi piace molto l'epigrafe del tuo blog: "Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero."Mooolto d'attualità! ;o)