Mia figlia sarebbe dovuta nascere col parto acquatico all'Ospedale di
Poggibonsi (SI). Questo fino a poche settimane prima del parto, quando la gravidanza, fino a quel momento del tutto nella norma e "fisiologica", fu valutata "a rischio" dal ginecologo: all'ultima ecografia il feto risultava inaspettatamente
sottopeso. Ragion per cui mia moglie Daniela e io fummo costretti a cambiare programmi e fare nascere Arianna all'Ospedale di
Monteluce a Perugia. Quando venne alla luce fu chiaro che il ginecologo aveva clamorosamente sbagliato a interpretare l'ecografia: pesava quasi 4 chili! Dopo il parto avvenuto nel cuore della notte Daniela cominciò ad avvertire delle
lancinanti fitte inguinali. Sapendo quanto lei avesse solitamente una grande sopportazione del dolore, cominciai a preoccuparmi e a richiamare l'attenzione degli infermieri e dei medici. La cosa fu liquidata con un
"È normale, molte donne fanno così dopo avere partorito...". Ma il tempo passava e i dolori invece di placarsi s'intensificavano. Dopo essermi incazzato con la dottoressa di turno, qualcuno si decise a fare un'iniezione di
Voltaren (praticamente una dose da cavalli!) a Daniela, ciononostante lei per il dolore perse conoscenza. A questo punto la dottoressa finalmente capì che qualcosa non andava. Una telefonata concitata e via di corsa. Nemmeno due ore dopo il parto intubata in sala operatoria: intervento d'urgenza per complicazione post-
partum.
Cos'era successo? La ginecologa nel praticare l'
episiotomia (il cosiddetto "taglietto precauzionale") aveva tagliato una vena senza accorgersene. Quando tutto s'era concluso aveva suturato il taglio, ma lasciato la vena aperta... risultato:
emorragia interna! Invece di "andarsene" di lì a quattro anni chiedendomi la separazione, quella sera mia moglie rischiò seriamente di
andarsene al Creatore per le conseguenze della medicalizzazione a tutti i costi della nascita. Per la cronaca l'episiotomia è fondamentalmente una pratica superflua: infatti la piaga puzzolente la fanno non solo i medici pietosi ma pure quelli che
prima fanno meglio è! Tutto questo mi è tornato in mente,
perché su questo blog è approdata da qualche settimana
Maria Teresa Lanza dell'
Associazione MATRES MATUTAE (Madri della Luce del Primo Mattino) di Albino (
BG). Riporto in calce i link ai suoi due ricchissimi canali su YouTube dove si parla di parto naturale, allattamento al seno e molte altri interessanti approfondimenti. Come assaggio inserisco qui il video sulla
Mozione per la nascita senza violenza del
Movimento NonViolento:
Questo è il testo che accompagna il video:
Ho trovato casualmente su Internet la mozione (di seguito riportata approvata all'unanimità in occasione del XXII Congresso del Movimento NonViolento svoltosi a Verona dal 1 al 4 novembre 2007. Ritengo estremamente importante e significativo il fatto che una delle principali associazioni italiane che promuove la non violenza abbia avuto il coraggio di denunciare una VERITÁ anche se scomoda a troppi: quella della "CECITÁ EMOTIVA" della cultura odierna che SACRIFICA SULL'ALTARE DELL'IGNORANZA IL PARTO E LA NASCITA NATURALI. Ogni singolo punto della mozione ci esorta a interrogarci con serietà sulle pratiche ospedaliere applicate di routine al parto e alla nascita e che noi diamo per scontate, per "normali", ma che, purtroppo, NATURALI E INNOCUE NON SONO AFFATTO, come risulta da numerosi studi e dalle raccomandazioni prodotte già nel lontano 9 maggio 1985 dal Congresso sulla Tecnologia Appropriata per la nascita dell'Organizzazione Mondiale per la Sanità a dal libro "La Macchina del Parto" del coraggioso Marsden Wagner (neonatologo, epidemiologo, ex direttore e commissario straordinario dell'O.M.S.). Viene la tentazione di chiudere gli occhi, di allontanare lo sguardo, lo riconosco: è doloroso accettare di aprire la mente e il cuore sulle inutili crudeli sofferenze psico-fisiche imposte alle donne e ai loro piccoli durante il parto e la nascita. Ecco il prezioso testo della mozione approvata dal Movimento NonViolento: MOZIONE PER LA NASCITA SENZA VIOLENZA "Ogni donna è perfettamente preparata a partorire come ogni neonato è perfettamente preparato a nascere". A partire da questa frase di Lorenzo Braibanti, grande amico della nonviolenza, il Movimento NonViolento si impegna: - a diffondere un pensiero e una pratica di attenzione al momento della nascita nel qual le pratiche dannose comunemente accettate espropriano donne e nuovi nati di ogni soggettività e li sottopongono a violenze di ogni genere: fisiche, psicologiche, relazionali, sociali;
- a diffondere informazioni e conoscenze e pratiche sulla nascita senza violenza;
- a riconoscere le violenze (posizioni, solitudine, taglio cesareo, ecc.) e le espropriazioni cui sono sottoposte le donne durante il parto in ospedale, come violenze sessuali e di genere;
- a lottare contro una medicina che si è sostituita al sapere delle donne e dei nuovi nati;
- a riconoscere la nascita come bene comune.
LINK:
Incredibile, nonostante tutte le magagne di cui sono protagonisti gli ospedali, ancora non si decino ad essere scrupolosi. Il parto in acqua è una cosa a cui ho sempre pensato, se mai dovessi avere un bimbo, credo lo farei nascere così :) Un abbraccio
RispondiElimina"decidono" (...no, perché conoscendo la tua scrupolosità... :P)
RispondiEliminaCiao Naima,
RispondiEliminae sì, quella del parto acquatico era una primissa esperienza di mondo che come padre desideravo pure io regalare a un figlio... peccato sia sfumata, senza alcuna ragione poi, se non l'errore del ginecologo.
Ho intravisto che ieri hai postato qualcosa (ho letto l'inizio) di molto molto carino... mi sono riservato di tornare a leggerlo quando non sono di corsa. Questi giorni lo sono un po' troppo. Baci
P.S. perdonami ma non ho capito il tuo secondo commento... :(
Poveri miei neuroni che se ne vanno!!! :/
Altro tema "fangoso" quello dei cesarei, in continuo aumento... chissà perchè si fanno più cesarei di sabato sera, o alla vigilia delle feste...si vede che i bambini si mettono di traverso apposta per rovinare la vita agli ostetrici?
RispondiEliminaSono stata fortunatissima, ho partorito da sola con un'ostetrica che passava ogni tanto, e senza vedere mai neanche l'ombra di un medico, senza l'aiuto di medicinali e senza epifisiotomie, nella massima tranquillità, ed è stata la cosa più bella della mia vita.
(Non ho partorito in Italia.)
e non c'è come provarlo sulla propria pelle,
RispondiEliminaquando arrivi ad un passo dal non uscirne più ti rendi veramente conto di quanto siamo impotenti davanti a chi prende decisioni assurde
la speranza è che tutti possano poterla raccontare
ma questo purtroppo, troppo spesso, non accade!
Carissimo Daniele,
RispondiEliminanon ho parole per esprimerti la mia profonda gratitudine per il tempo e lo spazio (psico-fisico-emotivo e quant'altro) che hai riservato a una tematica che mi sta profondamente a cuore da quasi ventun anni (cioè da quando nacque mio figlio).
Ho sofferto nel leggere la tua esperienza, vissuta attraverso Daniela e Arianna. Mi complimento con Te poiché… non tutti i maschi hanno la capacità di stare di fronte al dolore e alla verità: tanti, anzi, quasi tutti, scappano da sé e dalla vita. Il dramma è che oggi stanno tentando la fuga anche le donne, giovani e meno giovani, a causa dell’atrofizzazione delle primigenie energie femminili, dovuta all’esiguo numero di esseri umani che oggi accettano di farsi Canale, su questo agonizzante Pianeta.
Passo a raccontare la mia esperienza.
Michele ebbe la sfortuna di nascere il giorno di ferragosto: sacra ricorrenza per il calendario ecclesiatico ma giorno di vacanza per tutti i medici del reparto ostetrico dove venne alla luce. Successe di tutto e di più a causa di una "vecchia" e "arcigna" ostetrica, della cui esistenza, io e le donne partecipanti al corso pre-parto, non eravamo state messe al corrente, proprio perché non ci avvedessimo del grosso rischio a cui saremmo andate incontro qualora ci fosse toccata in sorte proprio nell'assistenza al nostro parto.
Durante il corso veniva decantato “il metodo Leboyer” (di cui mai io avevo sentito parlare prima): era il fiore all'occhiello di questo piccolo ospedale di provincia. Allora non potevo immaginare che quanto veniva esplicitato a parole (ero troppo ingenua allora per sapere che la “carinerìa” spesso è sinonimo di “subdolo abuso”) sarebbe poi stato brutalmente disatteso nella pratica.
Non sapevo infatti che tale “sbandieramento” serviva loro per incrementare il numero di parti onde evitare di essere costretti a chiudere definitivamente il reparto (problema annoso, in quanto erano sempre ben lungi dal raggiungere il numero minimo previsto dalla legge regionale), con la perdita del posto di lavoro da parte di 3 ginecologi, 5 ostetriche, 3 pediatri ecc…
Ecco, in termini reali, cos'è costato a mio figlio il DISUMANO OPPORTUNISMO che distingue gli umani, con la loro crudeltà e malvagità, dagli altri mammiferi: Michele è stato immediatamente ETICHETTATO come bambino prematuro sofferente (quando invece il suo indice Apgar era 7/8, nonostante fossimo stati costretti durante l’intero travaglio al monitoraggio fisso, in posizione supina e senza possibilità di movimento alcuno). Fu immediatamente "spedito" ad un reparto di Patologia-Neonatale di un ospedale che distava 50 km.: venne intubato per 11 gg. e trattenuto per altri 10 gg. Durante la degenza Michele ebbe una seria infezione ad un tallone, a causa dei prelievi quotidiani di sangue, estremamente dolorosi per i piccoli e spesso inutili. Non vi dico le cose, a dir poco indecenti, che ho visto - una volta dimessa dal primo ospedale, quando, dietro esplicita richiesta, venni ospitata nelle stanze attigue al reparto di neonatologia, per poter allattare direttamente almeno una settimana prima delle previste dimissioni.
Il dolore che provo è ancora molto pregno di rabbia, di rancore, per l’impotenza a cui sono stata esposta, a seguito dell’ESPROPRIAZIONE TOTALE DEL DIRITTO DI INTENDERE E DI VOLERE, tacitamente previsto e legittimato (ancor oggi - che vergogna – alla faccia del diritto del “Consenso Informato”) dalle pratiche routinarie ospedaliere. Anche qui, risultò essere vera un’altra cosa che spesso ancor oggi viene taciuta: ingenti sono le spese per tenere attivo un reparto di Patologia-Neonatale e spesso è inevitabile si inneschi la crudele “caccia al piccolo” (anche non bisognoso) a cui far occupare un posto di terapia intensiva (anche in quest’altro reparto mio figlio visse il risvolto disumano dell'occupazione di posti di lavoro da parte di 3 medici specializzati e di altre figure sanitarie che, con evidenza schiacciante, risultavano essere in esubero – ciò in base al numero di culle vuote; la drastica riduzione del personale suddetto, avvenuta pochissimo tempo dopo… sta a testimoniare che non racconto fottole… magari! Tutto quanto affermo mi è stato confidato da varie figure professionali che a distanza di tempo hanno potuto permettersi di raccontare la verità senza scrupoli, anche se però non si sono ancora rese conto della gravità del loro comportamento (lo stesso medico che intubò Michele mi disse - logicamente dopo un bel po' di tempo - che in effetti non era un vero prematuro e che lui fu costretto a intubarlo poiché, come da protocollo, non poteva fare altrimenti in quanto "proveniente" da un altro ospedale; il protocollo non prevedeva eccezioni anche quando la condizioni fisiche del bambino erano ottime e la diagnosi redatta dall’altro ospedale risultava essere totalmente infondata). Le altre mamme di prematuri chiamavano mio figlio “l’alpino” poiché anche l’occhio più cieco o ignorante si domandava cosa ci facesse Michele in un reparto di terapia intensiva. Un bambino sano e a termine sottoposto a cure intensive con intubazione è qualcosa che rasenta LA TORTURA solo a vederlo, è qualcosa che può essere paragonata agli ORRORI DELL’OLOCAUSTO, ve lo assicuro.
Il “Metodo Canguro” conosciuto come l’unica risposta umana ai bisogni dei neonati prematuri non sembra aver mai sfiorato i cuori dei medici dei reparti di ostetricia sul territorio italiano.
Dopo 8 mesi dalla nascita, grazie all'incontro - presso la sua abitazione a Fiorenzuola d'Arda - dell'umile e coraggioso dottor Lorenzo Braibanti (che morì, purtroppo, dopo soli 4 mesi, il 31 agosto 1989, a seguito, pare, delle infinite umiliazioni - politiche e non – in quanto subìte anche per mano di strette collaboratrici) iniziai a intraprendere in modo più consapevole la difficile e impervia strada della Conoscenza.
Cioè non riuscii più a chiudere minimamente gli occhi sulla realtà riguardo alla Nascita e ai bisogni del Bambino, soprattutto durante l’esogestazione: accettai quindi di guardarla, di osservarla e di vedere anche come il meccanismo socio-culturale da me ereditato per abbellire e alleggerire certe “MISERIE UMANE” tentava malignamente di farmi desistere e di ri-innescarsi nel mio intimo come commensura, come una vera e propria forza avversa.
La sofferenza subìta da Michele per mano di persone ottuse e meschine (con le quali, inconsapevolmente, ho collaborato, a causa della mia ignoranza di allora e la mia “riverenza” nei confronti dell’autorità, anche quando ingiusta e crudele, ereditata dalle umili origini dei miei genitori) mi ha insegnato tantissime cose che non potrò mai e poi mai dimenticare o liquidare con nessuna giustificazione! Cerco di ricordare tutti i giorni il dolore immenso di questi Innocenti, che nessuno ha il tempo e la voglia di prendere in seria e quotidiana considerazione; utilizzo anche i video che ho inserito su YouTube, cercando di far emergere il contenuto vero, reale, anche se schiacciante e devastante per chi non ha mai pensato che chi assiste al parto e alla nascita spesso è UN TORTURATORE , SPESSO INCONSAPEVOLE E, PER QUESTO, ANCOR PIU’ PERICOLOSO.
Io non sono cattolica ma ricordo come monito a tutti noi che SI PUO’ PECCARE IN PENSIERI, OPERE E “OMISSIONI”.
La nostra attenzione deve appunto essere indirizzata sulle OMISSIONI, sul nostro istinto a chiudere gli occhi sulla realtà - quando questa non corrisponde ai nostri schemi mentali, alla nostra cecità emotiva, alle nostre illusioni, sul come non desideriamo PRENDERE IN CONSIDERAZIONE LE ATROCITA’ PERPETRATE NELLE SALE PARTO E NELLE NURSERY D’ITALIA A DANNO DELLA SALUTE PSICO-FISICA DEI NUOVI NATI, nonché delle donne.
Perché non tenere in considerazione la sofferenza ATROCE inflitta a piccole vittime che fossero appartenuti ad altre specie mammifere sarebbero state difese e rispettate dagli stessi esseri umani/operatori che invece li torturano, in nome della prevenzione? Il parto e la nascita, sono eventi straordinari da onorare e da rispettare in quanto apportatori di Sacralità, di Luce, di Svelamento.
Frédérick Leboyer ha osato già all’inizio degli anni ’70 parlare dell’INIZIAZIONE CHE VIVE ATTRAVERSO IL CORPO LA DONNA, per LEGGE DI NATURA, DURANTE QUESTO ESTATICO E SACRO AVVENIMENTO.
Dovremmo iniziare seriamente a INTERROGARCI, A SOFFERMARCI, ANCHE SE NON SIAMO PIU' IN ETA' FECONDA. Vedere come piccoli gesti quotidiani, apparentemente insignificanti, possano trasmutare la nostra codardìa e riescano ad allontanarci dal retaggio dei disumanizzanti paradigmi socio-economico-culturali che hanno segnato quest’ultimo ventennio.
“CAMMINARE LE PROPRIE PAROLE”, come dicevano i Nativi Americani, penso significhi oggi, per l’uomo occidentale, iniziare a convivere con le proprie paure, con il proprio dolore PER ACQUISIRE L’UMILTA’ NECESSARIA PER PERMETTERE (nei tempi e nei modi che saranno unici e irripetibili per ognuno) CHE IL SAPERE (frutto delle tante informazioni che ci arrivano soprattutto oggi anche grazie alla rete, cioè grazie alle tante persone che come Daniele dedicano la loro Vita alla Propria Evoluzione Personale e, di riflesso, al Bene Comune) arrivi al nostro Cuore: solo così la REALTA’ verrà accolta senza omissione o manipolazione alcuna e si trasformerà in CONOSCENZA e, QUESTA, in AZIONE.
Avremo così ancora occhi e orecchie per vedere e sentire, per un sacro-umano discernimento: cosa che prima non ci era più possibile immaginare né intuire.
E’ facilissimo, per tutti noi, tradire il “sapere”… ma è confortante sapere che sarà impossibile, per tutti noi, tradire la “conoscenza”, che troverà ESPRESSIONE nel NOSTRO LIBERO PENSIERO E NELLA NOSTRA LIBERA AZIONE QUOTIDIANA su questa MERAVIGLIOSA TERRA. A questo punto lo sforzo da parte nostra sarà minimo, poiché sarà LA NOSTRA ESSENZA a fare tutto,senza vergogna, senza pudore, senza sensi di colpa, senza ostentazioni, senza paura, senza vanagloria, senza vittimismo!
Solo da QUESTO TIPO DI AZIONE PUO’ NASCERE L’ATTENZIONE ALL’ALTRO, LA COMPASSIONE, LA CONDIVISIONE ATTIVA.
Una raccomandazione: leggete il libro di Frédérick Leboyer “Per una nascita senza violenza” e, se qualcosa risponde in voi, fate circolare il contenuto o consigliatene l’acquisto.
Sapete perché vi invito a questo? Poiché ho scoperto che ci sono tantissime ostetriche giovani a cui è stato precluso di conoscere Leboyer e il suo messaggio.
Vi informo pure di una cosa: hanno censurato da diversi anni nelle note biografiche che accompagnano la presentazione dei suoi libri (in IV di copertina) delle suoi libri il fatto che Leboyer verso la fine degli anni ’60 si dimise dalla Clinica Ostetrica Universitaria, di Parigi, dove lavorava da tantissimi anni come Primario, poiché non riusciva più a “collaborare con una medicina che non poteva permettersi l’umiltà di ascoltare i bisogni del bambino.”
Scusate se sono stata sconclusionata nella forma e nella sintassi ma la mia emotività non potevo zittirla e censurarla come invece a tranquillamente e oculatamente fatto l’Editore Bompiani.
Un abbraccio a tutti e, in particolar modo, a Daniele e ad Arianna, nonché a Daniela,
Maria Teresa Lanza
P.S.: L’episiotomìa vent’anni fa venne adottata su vasta scala in quanto considerata alla stregua di un’operazione chirurgica permetteva di travasare cospicue somme dalle casse regionali a quelle dei reparti di ostetricia; tutto questo senza porre minimamente attenzione alle malattie iatrogene che spesso ne derivano alla mamma (e, di riflesso, al bambino e al padre).
@Artemisia
RispondiEliminaCiao, è da un po' che non ti sentivo passare! Un commento prezioso il tuo, visto che proviene da un medico. Grazie 1000.
Oltre a quello che dici -sacrosanto - penso ci sia un un filo rosso che collega la medicalizzazione del parto all'alienazione del corpo nella nostra società: sempre più percepito senz'anima, come mero oggetto di attenzione non sana ma morbosa, da sacrificare sull'altare della manipolazione estetica... discorso lungo!
@irish coffee
La medicina in sé non è ovviamente "cattiva", il problema nasce quando (vedi anche l'intervento di Maria Teresa) finisce nelle mani di chi non la vede come un "servizio alla persona", ma vede piuttosto la persona come occasione di business per gli interessi farmaceutico-economici che si nascondono alle spalle della medicina. Alla faccia di Ippocrate! Perciò si deve raccontare, raccontare, raccontare... tutto ciò che è malasanità, è far sì che la gente scopra che esiste anche una "buonasanità".
@Maria Teresa
Grazie infinite a te della tua vivissima testimonianza... voglio riprenderla - sono certo che non ti dispiacerà - e farne un post a parte... lasciarla qui negli angusti box dei commenti è un delitto! In quella sede riprenderò alcuni spunti che mi dai con le tue parole. A presto dunque.
Cesarei di Sabato eh...eccomi, un'altra che ha subito... ci sono troppe cose da dire. lascio il link alla storia del mio parto, "buona" lettura e grazie per questo post di denuncia, piu' siamo meglio è e forse piano piano riusciremo a cambiare le cose.
RispondiEliminawww.amorvincitomnia.splinder.com
Grazie a te pinkluna,
RispondiEliminaintanto complimenti, siete bellissimi tu e tuo figlio, e poi grazie a te per avere linkato la tua testimonianza. Un abbraccio.
P.S. Ma qui in Umbria (vedo che sei di Narni) c'è rimasta qualche neonatologia di cui parlar bene? I tempi che si andava a far nascere i bimbi all'ospedale di Assisi son finiti da un pezzo, Perugia non ha mai avuto una gran fama, anche Terni mi dici che siamo lì... una volta augurare di non dover entrare in ospedale significava "spero che tu non ne debba avere bisogno" ora significa "Dio non voglia, che non si sa mai come ne esci fuori!"
Carissima Pinklunamoon,
RispondiEliminaLa tua testimonianza mi ha profondamente scossa, mi ha fatto gonfiare il cuore, mentre scorreva sotto i miei occhi e da qui entrava nelle mie viscere e raggiungeva la conoscenza del cuore.
Purtroppo la triste realtà nei reparti di ostetricia e di patologia-neonatale sta infangando e violentando i valori più sacri della specie umana, A TAL PUNTO CHE LE COMPETENZE SPECIFICHE NATURALI DELLE DONNE RISCHIANO DI ESSERE ESTINTE.
Il tuo racconto richiama in me il dubbio che forse è opportuno passi a Daniele un articolo da me redatto riguardo all'ESOGESTAZIONE, la cui scoperta è frutto di lunghi e accurati studi scientifici, che però sembra essere sconosciuta o occultata dagli stessi operatori che se ne dovrebbero avvalere - quale inequivocabile commensura riguardo al processo fisiologico del travaglio-parto-nascita.
In base alla comprensione di questa ormai vecchia scoperta avrai LA COMPROVA che il tuo intimo INTUITO (spesso ben veicolato dai messaggi inequivocabili del corpo), in quella FATIDICA GIORNATA del 22 MAGGIO 2008 era FONDATO E MERITAVA UMANO E SACRO RISPETTO, da parte delle tante, ahimé, persone inconsapevoli che occupavano posti di "RAGGUARDEVOLE" IMPORTANZA presso l’Ospedale di Terni:
Un abbraccio,
Maria Teresa
Grazie Daniele, no, dicono che partorire a Narni sia meglio, ma poi...non so se ho messo la testimonianza sull'esperienza neo-puerperale riguardo l'allattamento e cio' che si erano permessi di dire all'ospedali di Narni al riguardo nel mio post? se no, vedo dove ne ho scritto e poi magari riporto, anche li' uno schifo per cio' che riguarda le aggiunte artificiali...
RispondiEliminaGrazie Maria Teresa non conosco l'esogestazione, ora la vado a cercare e si, credo anche io che avrei dovuto fidarmi di piu' del mio corpo e di meno dell'ospedale. Ma magari se nasceva gemelli non sarebbe stato un cosi' bravo bambino chissa'... :) (sdrammatizziamo...)dicono che il segno dei gemelli è piu' irrequieto.
Volete un ospedale dove poter partorire in maniera naturale... ma naturale davvero? Venite a Viterbo, dove il cesareo no ve lo fanno neanche se state in travaglio da giorni e vi sentite morire. Vi posso assicurare che avrei preferito cento volte un cesareo piuttosto che dover partorire per via naturale un figlio morto (morte intrauterina del feto), dopo essermi sentita dire che il cuore si era fermato "da non più di due minuti, perchè col doppler nelle gambe c'è ancora un residuo di circolazaione".
RispondiEliminaSono alla mia quinta gravidanza e spero tantissimo di riuscire ad arrivare a Narni, dove ho partorito anche l'ultima volta (in fuga da Viterbo).
Smettiamola di stare ad ascoltare le statistiche che dichiarano migliore un ospedale solo perchè fa un minor numero di cesarei... volete un parto naturale? fate come le nostre nonne: partorite a casa!
Non sono un esperto in materia, posso solo esprimere considerazioni un po' banali al riguardo. Penso che le donne/coppie che hanno la fortuna di avere una gravidanza "no problem" fanno benissimo a prendere sempre più in considerazione la possibilità di far nascere i loro figli a casa. Invece chi non ha una gravidanza "fisiologica" e ha necessità del cesareo ovviamente è meglio che vada a partorire in un ospedale di sua fiducia. Non dimentichiamoci dei secoli in cui il parto era tra le principali cause di mortalità delle donne e ben venga il cesareo quando è necessario. Mi auguro che i ginecologi pronti a fare un cesareo solo per "fare prima" siano una leggenda metropolitana o veramente pochi. Mutatis mutandis, proprio ieri un'amica avvocato mi parlava di certi suoi colleghi (spesso quelli più giovani e inesperti) che invece di scegliere la strategia di difesa meno pregiudizievole per i loro assistiti scelgono quella più semplice per loro stessi! È sempre una questione di coscienza di chi viene pagato per fornire una prestazione e di consapevolezza, informazione e contrattualità da parte di chi deve avvalersi di quella prestazione.
RispondiEliminavolevo aggiornare brevemente, ho avuto un altro cesareo, un'altra esperienza perche' almeno stavolta sono stata rispettata in molte cose durante tutto il mio travaglio(completo nonostante gravidanza gemellare)tranne pochi minuti prima che la situazione cambiasse, non so se per volonta' divina (dopo abbiamo appurato che il gemello vicino all'uscita aveva un difettino cardiaco)o perche' la ginecologa che stava controllando la situazione ha insistito a metterci la mano piu' volte (letteralmente tanto che le ho dovuto dire di levarla che mi faceva male), ma da che sembrava avrei partorito in pochi minuti vuoi il fato o il fastidio uno dei gemelli si è messo orizzontale bloccando il tutto e facendo optare per un cesareo a pochi minuti dalla sensazione di spingere (l'ho provata almeno). Mi rimarra' sempre un gran vuoto per il non aver mai partorito, ma stavolta almeno il travaglio me lo sono fatta tutto e quasi tutto in pace e armonia, non mi hanno dato subito i bimbi sul petto come speravo, ma me li hanno dati dopo mezzoretta massimo massimo, meglio che l'altra volta e non ci siamo piu' separati. Ho scelto l'allora primario di Marsciano, oggi di Spoleto, che mi ha concesso di provarci finche' ci fossero le condizioni per farlo senza rischi per nessuno. E per questo lo ringrazio. Mi spiace solo che in seguito al taglio vuoi che mi hanno preso un nervo o che mi si siano create aderenze ora soffro (in certi casi atrocemente)ogni contrazione uterina di qualsiasi tipo e anche quando si muove l'intestino in quella zona. I controlli ecografici non hanno evidenziato nulla. Mi sono stati consigliati antidolorifici(da prendere mezz'ora prima...gia' perche' lo so io, non è piu' una questione spontanea??come se aiutassero poi...) e agopuntura(come se me la potessi permettere...)
RispondiEliminaE la ciliegina sulla torta? Nn ho vaccinato i gemelli perche' nel frattempo ho scoperto che i primi due vaccini fatti al primo me lo hanno ben benino intossicato(chi ci è passato sa che intendo)...stendiamo un velo pietoso su quello che si fa in questo paese come in altri pur di arricchirsi.