Pagine

venerdì 19 dicembre 2008

Se possedessimo specchi interiori...

L'amore e la rabbia marchiano la realtà in modo assai diverso.
L'amore cura, la rabbia ferisce. L'amore addolcisce, la rabbia acuisce. L'amore rimedia, la rabbia rovina. L'amore ripara, la rabbia distrugge. L'amore edifica e innalza, la rabbia rade al suolo.
Le conseguenze di questi due sentimenti sono così diverse quanto simili sono le modalità con cui essi si manifestano nelle nostre vite. Il cuore dell'innamorato scoppia di gioia quando legge negli occhi della persona amata le stesse splendide emozioni provate da lui, sentendo la bocca di lei pronunciare le stesse parole d'amore che lui dedica a lei. Il petto dell'arrabbiato - se frena la propria ira e si estranea per un attimo dal conflitto - si stringe sconcertato in se stesso quando legge negli occhi della persona "nemica" le stesse emozioni cupe provate da lui, sentendone la bocca pronunciare le stesse recriminazioni che lui rivolge a lei. Se veramente tutte queste "maschere" sono in buona fede, come sostengono, è la dimostrazione che - sia nell'amore che nell'odio - "usiamo" l'interlocutore come uno specchio, per rifletterci sopra noi medesimi; se possedessimo specchi interiori sufficientemente nitidi non "strumentalizzeremmo" l'altro a tale fine e potremmo riconoscere noi stessi e i nostri compagni di viaggio per quello che realmente siamo. Qualcuno di voi sa dirmi chi realmente è? Io no.

8 commenti:

  1. L'amore crea entusiasmo, la rabbia non fa altro che fagocitarci tutte le energie. Chi siamo? Domanda difficile. Credo che sia capitato a tutti di essere amore e rabbia talvolta. Siamo vita, in ogni caso. Cià.

    RispondiElimina
  2. Ciao Daniele,
    la rabbia è il sentimento più deleterio che può esistere, è sterile quando non è ancora violenza da distruggere oltre che non far crescere nulla, eppure talvolta è l'unica percezione che riusciamo ad avere in quel momento,e se abbiamo modo di avere con una persona un rapporto abbastanza vero da farla emergere in entrambi, e se davvero si vuole proseguire con quella persona (la cosa deve essere però reciproca, se ci si tiene abbastanza per sostenere, anche questi sentimenti)io credo che si possa arrivare a spiegarci a vicenda cosa è a provocarci quella rabbia e perchè...che magari l'altro contribuisce solo poco al suo scatenamento,sono altre le situazioni dove abbiamo subito lo scacco e non ce ne possiamo magari quasi ricordare, e però in noi la reazione è immmediata e sproporzionata (perchè la ferita è a monte...e lì viene solo riaperta) Se però ci si può parlare delle proprie ferite e del e del perchè quando veniamo solo sfiorati da qualcosa di simile a ciò che in passato ci ha fatto tanto male, e di vedere come ognuno si porta dentro un bagaglio di cui anche l'altro si deve far carico...credo che non si sarà mai inobiettivi al punto di addossare le responsabilità solo ad uno dei menbri di una coppia (io naturalmente, ho in mente -Uomo-Donna, o anche solo due amcici...ma a volte anche solo persone che si frequentano per lavoro,sempre escludendo pochi casi, in cui è impossibile stabilire un minimo di rapporto)e si può provare quella che in senso più alto viene chiamata "compassione", solo così è possibile, piano piano uscire da certi automatismi, e arrivare anche ad una evoluzione e conoscenza di sè.
    Detto in poche parole, si tratta di riuscire ad avere una relazione autentica, cosa che avviene più raramente di quanto si creda, perchè il più delle volte, stiamo ancora lottando coi nostri fantasmi.
    Riporto una frase che ho preso a prestito da uno scritto di Lou Andrè Salomè, (che è stata allieva di Freud, ed è diventata lei stessa analista):
    "Sono sempre i nostri muri, quelli con la quale ci veniamo a scontrare", è una frase che la prima volta ho colto subito, ma facevo ancora fatica ad accettare...ora mi è molto più chiara, anche se di muri con la quale scontrarmi qualcuno lo trovo ancora...il cammino della consapevolezza è molto lungo.
    Grazie di questo post Daniele
    un abbraccio e un saluto
    Mi esprimo a volte in una maniera non troppo corretta, ma spero di essere riuscita a passare che cosa intendo con le mie parole.

    RispondiElimina
  3. Ed anche in questo posto percepisco un'amarezza non indifferente, con una goccia di malinconia e rabbia...:(
    (anche nel post precedente)

    Per quanto riguarda gli "specchi", bè...è abbastanza triste, ma è ciò che accade il più delle volte. E' facile specchiarsi in qualcun altro. Ma dobbiamo capire che per riconoscere noi stessi e per vederci non ci sono specchi se non quelli "di casa propria",ma si sa, nessuno desidera fare i conti con i "propri spettri", che certo sono il nostro riflesso. La paura ci atrofizza in questo. E preferiamo di gran lunga avere a che vedere con altri specchi, ma quando questi non ci danno risposte, ci si infuria... senza capire che non si possono ottenere risposte da uno specchio che riflette solo. I veri specchi ti afferrano e ti aprono gli occhi, per questo negli altri non vedi niente. Perché appunto non c'è niente da vedere. Che bisogno c'è di guardare in altri specchi?

    RispondiElimina
  4. @Surrealina

    Sì siamo vita. Difficilmente quella che abbiamo sognato... non che ciò sia un male, anzi a volte è la nostra fortuna! :)

    @Donnachenina

    Certo. Anche io non amo la rabbia, quando mi capita di provarla mi succhia le energie di una giornata intera. E ti assicuro che è davvero difficile che io prenda l'iniziativa di "aggredire" qualcuno... il mio problema è che, qualora venga (o per lo meno percepisca d'essere) "aggredito", tendo a reagire con la stessa moneta, e questo so farlo bene; al che l'altro non vede più la sua rabbia ma la mia (effetto "specchio" e "contro-specchio"). Ho abbastanza consapevolezza comunque di rendermi conto di questo meccanismo: talvolta ci riesco a disinnescarlo preventivamente ma più spesso ne divento consapevole solo dopo esserci finito dentro. Allora dopo avere sparato a mia volta i primi colpi, mi rendo conto di quel che sta succedendo e ci provo - come dici tu - a spiegarmi con quella persona. Ed è proprio in questo momento che può verificarsi (come stamattina) la situazione che più mi ferisce e fa stare male: vedere il tuo interlocutore che non coglie la tua mano tesa, il tuo invito a fare entrambi un passo indietro, ma anzi approfitta della bandiera bianca che provi ad alzare per sferrarti la mitragliata di parole finale, proprio nel momento in cui avevi alzato le tue difese.

    @MKB

    In questo post c'è molta amarezza, hai ragione. Mi sta bene anche la goccia di malinconia e rabbia. Aggiungerei pure un bel sottofondo di disappunto e delusione per completare il quadro emotivo.

    Devo invece obiettare che questo sia pure lo sfondo del post precedente (quello sugli "occhiali da sole")... no, rileggilo, lì hai preso un abbaglio: mi sa che devi mettere pure a te un paio di occhiali da sole nuovi sotto la pioggia! :)))

    Veniamo agli specchi. Scrivi che piuttosto che quelli forniti dagli altri dobbiamo imparare a usare i nostri propri specchi interiori (dunque a trovarli e a tenerli puliti), su questo non ci piove, è proprio il caso di dirlo eh eh. Però bisogna anche essere realistici MBK: noi viviamo in un mondo di specchi. E non direi che sono "inutili", sono utili per noi quanto lo siamo noi per loro. Riflettici (eddaje co' sti giochi di parole, è più forte di me): quante volte ogni giorno usi uno specchio vero (di vetro e mercurio) per compiere tutta una serie di gesti quotidiani? Potresti anche farne a meno degli specchi, naturale. Un cieco per esempio impara a farne a meno, o meglio trae da necessità virtù. Ma tu che hai gli occhi perché non vuoi specchiarti? Certo, vedrai niente più che te stessa... ma se non hai altre aspettative perché dovresti esserne delusa? Secondo me il punto non è tanto quello di non ricorrere agli specchi altrui ma solo ai propri, quanto imparare a saper usare entrambi in modo giusto. Se - per assurdo - tu usassi solo i tuoi specchi interiori, troveresti ancora tempo e interesse di specchiarti negli altri? E se non lo fai, non stai forse privando qualcuno della possibilità di specchiarsi in te? Discorso alquanto complesso... non so se sono stato sufficientemente chiaro... ed il sonno è ormai arrivato!

    Un abbraccio a tutte e tre, carissime. E buonanotte.

    RispondiElimina
  5. Uno, mi sono sbagliata per il post precedente...mi sono dimenticata una frase. Infatti, ciò che in verità volevo dire era un'altra cosa,anzi.non volevo proprio dire niente!XD mi è uscito quello che ho scritto solo perché mi è andato all'occhio la frase sporcizia depositata sulle nostre vite"...in realtà non volevo dire niente.XD

    Per quanto riguarda gli specchi, sì, sei stato chiaro. E' ovvio che bisogna equilibrare il tutto. Non si può fare affidamento solo sui propri specchi e nemmeno solo su quelli degli altri, perché nel primo caso, ci si perde in sé stessi, e nel secondo non ci si trova proprio!
    [Liquido la faccenda così perché ho una forte emicrania...ci sono giorni, e questo è uno di quelli, dove sento il peso della vita... a 19 anni!!!pensa quando ne avrò 50!!! che tristezza...]

    RispondiElimina
  6. @ MKB

    L'esperienza comune insegna che a 50 anni sentirai il peso della vita molto meno di ora, sempre che nel frattempo tu l'abbia spesa bene... un bel peso eh! ;)

    P.S. A giudicare dalla tua ritrattazione del commento che avevi aggiunto al post sugli occhiali da sole dire che... l'emicrania era particolarmente forte!!! :)))
    Spero che ti sia passata adesso. Buona serata!

    RispondiElimina
  7. Non immagini cosa divento quando ho l'emicrania...se ci si aggiunge anche il mal tempo divengo la personificazione dell'angoscia,del male di vivere e della cattiveria!! (Faust e compagnia bella mi farebbero un baffo!XD)

    RispondiElimina
  8. @MKB

    Non immagino, perché per mia fortuna non ne ho mai sofferto, ma ho visto molte persone, soprattutto donne, soffrirne, è ho visto quanto possa essere devastante. So comunque che esistono vari metodi, anche non tradizionali, per affrontare e ridurre emicranie e cefalee e spero che tu possa trovare il tuo.

    RispondiElimina

N.B.PER LASCIARE COMMENTI È NECESSARIO REGISTRARSI CON LA PROPRIA GMAIL
22passi è un blog non una rivista on line, pertanto la responsabilità di quanto scritto in post e commenti dovrebbe appartenere solo ai rispettivi autori. In ogni caso (cfr. Sentenza Corte di Cassazione n. 54946 del 27 dicembre 2016), le persone fisiche o giuridiche che si reputassero diffamate da determinati contenuti, possono chiederne la rimozione contattando via email l'amministratore del blog (vd. sezione "Contatti") e indicandone le "coordinate" (per es. link, autore, data e ora della messa on line).