Questi versi di Giuseppe Ungaretti, (nella foto) sono un buon esempio sia della forma essenziale sia della fonte preziosa della sua produzione poetica, qui sulle stesse vette eterne di altri suoi celebri componimenti quali Sereno, Soldati, Mattino.
L'allusione allo scavare in basso, data dal titolo e dal secondo verso, che evoca lo sprofondare dell'artista fino alle radici dell'inconscio, non è in antitesi al salire verso il cielo, sfiorare cioè le sorgenti stesse della Vita e dell'Amore, come spiega la famosa massima ermetica: Quod est inferius est sicut quod est superius, et quod est superius est sicut quod est inferius ad perpetranda miracola Rei Unius (Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per compiere i miracoli della Cosa Una). Comunque la si voglia vedere, un buon poeta è solo apparentemente un autore (etimologicamente colui che crea e inventa cose nuove), piuttosto è un canale che mette in comunicazione il mondo visibile con quello invisibile, un traduttore del divino in termini umani. L'indicibile è come un unicorno che non può essere catturato dalle gabbie delle parole, il poeta che ha avuto la fortuna di incontrarlo prova a raffigurarcelo con una sorta di dipinto lessicale... e a volte ci riesce!
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