Avevo bisogno di velocità. A volte sento la necessità che corpo e mente provino il liberatorio senso di avvicinarsi a quel che è estremo. A volte faccio lo stesso con il mio cuore e in questo caso non è una buona cosa, non lo proteggo.In questa calda primavera veneziana, con i colori e le atmosfere dell’estate, ho trascorso un pomeriggio fino alle prime luci della sera a fendere le acque della laguna a bordo di un velocissima, quanto leggera barca, a planare sulle acque leggermente increspate, battute da un vento di scirocco, tra rimbalzi e spruzzi d’acqua, il viso teso nell’impatto con il vento. C’è da essere incoscienti, si direbbe, ma ero in buone mani. Qualche imprudenza calcolata e adrenalina che scorre. Da un po' convivo con una realtà interiore che sembra svuotata, dopo che ho raschiato tutto il vocabolario della mia espressività - in quegli attimi, però, ho sentito una nuova spinta. Fisicamente oggi mi sento “ammaccata”, come dopo un'impegnativa giornata di sport, ma il corpo dolorante è un riferimento a un ricordo buono. Ho anche ricevuto un dono, una sorpresa di due signore a me care, di grande apertura intellettuale e profonda esperienza culturale. Un libro, un viaggio nella poesia tra Occidente ed Oriente, un'ampia antologia di qualità unica, dai canti di popoli africani, asiatici, americani, fino alle liriche d’oriente, passando per i più grandi poeti occidentali. Il caso vuole che tra le liriche d’oriente segnalate ve ne sia una di Attar, uno dei massimi esponenti della letteratura Sufi.
Allegorie delle Farfalle
Un notte le farfalle si riunironoin assemblea, volevano conoscereche cosa fosse una candela. E dissero:“Chi andrà a cercar notizie su di essa?”La prima andò a volare intorno a un castelloe da lontano, dall’esterno videuna luce che brillava. Tornòe con parole dotte la descrisse.Ma una saggia farfalla – presiedevalei l’assemblea – le disse:“Tu nulla sai”.Ed un’altra partì, si avvicinòarrivò sino a urtare nella cera.Nei raggi della fiamma fece svoli.Tornò, raccontò quello che sapeva.Ma la farfalla saggia disse: “Tu,tu nulla più della prima hai conosciuto”.Un terza si mosse infine, ed ebbra entròbattendo le ali forte nella fiammatese il corpo alla fiamma, l’abbracciòin essa si perdette piena di gioiaavvolta tutta nel fuoco, di porporadivennero le sue membra, tutte fuoco.E quando di lontano la farfallasaggia la vide divenuta unacosa sola con la candela, e tutta lucedisse: “Lei sola ha toccato la meta, lei sola sa”.Chi più di sé è dimenticoquello tra tutti sa.Finché non oblieraiil tuo corpo, la tua anima,che cosa mai sapraidell’Amata?
Grazie Betty, post favoloso!
RispondiEliminaEfficacissima la descrizione della corsa in barca "parallela" al tuo stato d'animo del momento... leggendoti sentivo l'adrenalina e gli spruzzi come ad esserci.
Ed è bellissima la poesia/parabola sufi! Farò un post su quello che mi suscita...
Grazie Daniele! Ecco, la fluidità piano piano torna. Attendi, mai fermo nell'attesa. Non cerchi, ma trovi. O sei trovato ?
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