Pagine

giovedì 5 aprile 2007

...e per chi ama le fantasie floreali!


Trovo sul sito de La Repubblica di oggi una suggestiva galleria fotografica da cui ho tratto queste foto... purtroppo non c'è un link permanente. Riporto la breve didascalia:
Potrebbe evocare il fantasma delle modificazioni genetiche questa rosa in cui ciascun petalo ha un diverso colore. In realtà si tratta di una tecnica sperimentata da artisti della botanica che, iniettando sapientemente colori naturali in punti diversi dello stelo ottengono effetti sorprendenti sulla corolla del fiore. Molto amate sono le rose "arcobaleno" ma il "nuovo concetto floreale" coinvolge anche gerbere, crisantemi, primule... Il brevetto si chiama Happy Flowers ed è diffuso in tutto il mondo dall'olandese Riverflowers.
Ho inserito altre foto di fiori arcobaleno in questi "vecchi" post:

3 commenti:

  1. Sono stato sempre affascinato dal Giappone e dalle sue contraddizioni, ed ogni volta che ci torno per lavoro mi affascina l'estrema tecnologia contrapposta all'immensa pace delle tradizioni,la vita frenetica convulsa e la calma dei villaggi più interni e distanti dalle città.

    Oggi in relazione all'articolo che Daniele ha pubblicato relativo alle fantasie floreali vorrei inserire la magica trama del Buto detta anche la danza dell'anima.

    "Se desideri danzare un fiore puoi mimarlo e sarà un fiore qualunque, banale e privo di interesse; ma se metti la bellezza di quel fiore e l'emozione che esso evoca nel tuo corpo morto, allora il fiore che crei sarà vero e unico e il pubblico ne sarà commosso". Kazuo Ono

    Definita "danza delle tenebre", nasce in Giappone negli anni sessanta, durante una profonda crisi di identità nazionale causata dall'incontro con il modello di vita statunitense basato sul consumismo e sulla materialità.

    Gli Stati Uniti cercano di cambiare l'assetto sociale giapponese importando la democrazia, una nuova costituzione e nuove leggi; si assiste al processo di urbanizzazione che vede il passaggio dalla vita rurale contadina a quella della metropoli che causa violente manifestazioni di rivolta all'interno del paese.

    La nuova danza d'avanguardia manifesta proprio questa crisi: essa si pone sia come forma di contestazione contro la rigidità imposta dal teatro No, sia contro la "Modern dance" nordamericana e contro i tabù imposti dalla cultura giapponese.
    I temi portati in scena hanno l'obiettivo di provocare, di scuotere gli animi del pubblico e di fargli aprire gli occhi di fronte alla vera essenza dell'essere umano: il desiderio sessuale e l'erotismo, la violenza e la morte, sempre inseriti in un'atmosfera surreale, quasi allucinatoria.

    Corpi seminudi dipinti di bianco che compiono movimenti lenti caratterizzati da gesti minimali, essenziali. Tipici sono la retroversione degli occhi, la bocca spalancata, le gambe piegate e i movimenti a terra.
    Nel movimento i danzatori non cercano forme precise ma una libera espressione del corpo. La danza è mezzo di esplorazione interna, è ricerca di sé. Si tratta di svelare l'inconscio attraverso la libera circolazione dell'energia e l'esplorazione dello spazio circostante.

    I padri fondatori furono Kazuo Ono e Tatsumi Hijikata, dal quale deriva il nome Ankoku Buto (danza delle tenebre), infatti, doveva inoltrasi nelle tenebrose profondità del corpo per divenire la massima espressione delle energie vitali.
    Il danzatore doveva perdersi totalmente, dimenticando la sua identità, dimenticandosi di sé e del suo corpo. Egli doveva donarsi senza riserve, liberarsi da qualsiasi condizionamento trasformandosi in un puro flusso di energia.

    Nel danzare si evocava un mondo primitivo, come rifiuto dei principi razionali della modernità, del produttivismo e del consumismo derivanti dal processo di urbanizzazione che stava avvenendo in quegli anni in Giappone.

    L'uomo, infatti, abbandona la vita nel villaggio caratterizzata dalla semplicità, dall'amore per la famiglia e per il prossimo per ritrovarsi solo come un anima vagante ed abbandonata nella grande metropoli. La danza Buto allora diventa una pura espressione dell'anima: il corpo del danzatore diventa un corpo morto che sprigiona tutte le emozioni che in esso risiedono.

    RispondiElimina
  2. Grazie ideavagante, commento azzeccatissimo.

    RispondiElimina
  3. Commento azzeccatissimo dicevo. Sono grato a te per avercelo fatto conoscere e - soprattutto - alla sua autrice Anna Volpicelli ed a www.lifegate.it che lo ha pubblicato il 05/11/02.

    RispondiElimina

N.B.PER LASCIARE COMMENTI È NECESSARIO REGISTRARSI CON LA PROPRIA GMAIL
22passi è un blog non una rivista on line, pertanto la responsabilità di quanto scritto in post e commenti dovrebbe appartenere solo ai rispettivi autori. In ogni caso (cfr. Sentenza Corte di Cassazione n. 54946 del 27 dicembre 2016), le persone fisiche o giuridiche che si reputassero diffamate da determinati contenuti, possono chiederne la rimozione contattando via email l'amministratore del blog (vd. sezione "Contatti") e indicandone le "coordinate" (per es. link, autore, data e ora della messa on line).