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mercoledì 28 marzo 2007
A proposito del vecchio sito (II)
4 commenti:
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Voglio provare ad alimentare un po' questo blog che sta diventando statico.
RispondiEliminaUna pressione del dito leggera
e scatta velocemente l'otturatore
ecco come ti ho fermato nel tempo.
Riapro la palpebra pensando
che il futuro può ancora aspettare
mentre il passato è già avvolto
nel turbine scuro del suo tempo.
L'immagine nello scatto è ferma e nitida
ma il ciclo crudele della vita continua
e nulla si ripresenta uguale a prima.
Il disordine sembra preordinato
incurante del demente che comanda
uomini piccoli si allenano
a sostituire o diventare Dei
per bloccare il passato e il futuro
e imprigionare in una sfera : il tempo.
Costretti a rincorrere con il fiato corto
una realtà che supera
la più sbrigliata delle fantasie
nel turbine del disordine mentale,
del bieco interesse o della passionalità,
con manipolazioni o intrusioni
con errori o reazioni..........
.......e mentre con folle ferocia
si inebriano i sogni di potenza
cercando la chiave di quel tempo
per bloccare il passato e il futuro
non si accorgono che i loro sforzi
si perdono nel caos del nulla.
Ciao ideavagante, colgo la sollecitazione e pubblico la tua poesia (che ovviamente non è un commento) di cui mi colpisce (è il caso di dirlo) l'immagine dei primi tre versi e la metafora che da li apri.
RispondiEliminaL'ambiguità del dito che preme e dello scatto dell'otturatore è davvero inquietante: dapprima penso a un fotografo che ha congelato nel tempo l'icona della donna che ama... poi vedo un cecchino che ha tolto la vita ad un nemico!
Ed ecco evocate scene da Iraq o Afghanistan... soldati che si affannano a ricalcare disegni tracciati sopra le loro teste, a violentare la vita, altrui e propria. Dolore... tanto dolore...
Ma io resto fedele alla mission di questo blog, dare e trasmettere positività... non per fare finta che non esista negatività nel mondo, anzi, proprio per buttare granelli piccoli ma preziosi nel piatto opposto della bilancia... e tanti granelli di sabbia, per mano di tante persone, formano la spiaggia che incorona l'oceano.
Perciò torno alla suggestione che l'otturatore sia quello di una macchina fotografica e non di un'arma da fuoco e per libera associazione vado con la mente ad una poesia di Salinas a cui, appena trovo un momento, dedicherò il prossimo post.
Un abbraccio.
Sai Daniele,porto sempre con me la mia fedele e inseparabile Nikon.
RispondiEliminaGirando in lungo e in largo sia in italia che all'estero ho colto molti momenti belli e meno belli ma ho sempre pensato e vivo con questo mio ideale che la macchina fotografica debba sempre cogliere l'attimo,fermare il tempo,il momento,sia esso positivo sia esso negativo,un fiore che sboccia non è meno bello o commovente di un bimbo che piange perchè ha perduto il suo aquilone.
Immortaliamo il soggetto e la sua anima forse,il suo contesto e forse anche le paure la fragilità la sicurezza la sincerità la bellezza la spontaneità.
Il cecchino che identifichi nello stesso gesto trasposto dalla macchina fotografica al grilletto del fucile egli coglie l'attimo,lui porta via l'anima ed anche qualcosa di molto più prezioso,la vita.
E' stupefacente e sempre fonte di riflessione come le stesse parole possano veicolare una scena o un'altra ben diversa. Di fronte alle due immagini che mi si aprivano leggendo la tua poesia il cuore propendeva per quella dello scatto, la ragione per quella dello sparo... alla fine ho scelto di aderire alla prima, che è anche quella che volevi trasmettere.
RispondiEliminaTi ringrazio della tua precisazione e corro a postare Salinas, come promesso.