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sabato 24 marzo 2018

Le parole che Roberto Fico ha pronunciato oggi nell'assumere l'incarico di Presidente della Camera dei Deputati

Signore deputate, signori deputati! Sono emozionato nel rivolgermi oggi, in quest’Aula, a tutti voi e a tutti i cittadini. Vi ringrazio per la fiducia che mi avete accordato con un incarico di così alta responsabilità. Onorerò il mio impegno con la massima imparzialità e il massimo rigore. Desidero innanzitutto rivolgere il saluto mio e di quest’Aula al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, garante degli equilibri e dei valori costituzionali. Valori che per essere affermati nella nostra Carta costituzionale hanno richiesto il sacrificio di tanti uomini e tante donne nella lotta contro il nazifascismo. Vogliamo ricordare quel sacrificio con particolare commozione oggi, nell’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Rivolgo inoltre il mio saluto alla Presidente Laura Boldrini, che mi ha preceduto in questo importante incarico, al Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e al Presidente della Corte Costituzionale. Mi perdonerete se cercherò di esprimere con un breve cenno personale l’emozione di rivolgermi oggi a questa Assemblea. Il mio impegno di cittadino nella vita pubblica, condiviso con tante altre persone, ha avuto inizio dalla difesa del territorio e dei beni comuni. Negli anni, l’impegno è andato oltre la dimensione locale, e ha raggiunto una dimensione nazionale, rendendomi portavoce di tutti i cittadini, e oggi, ad avere la responsabilità di rappresentare quest’Assemblea. 
Non vi nascondo che, se ripenso a questo percorso, a come è nato e mi ha condotto su una strada inaspettata, la giornata di oggi assume un significato che mi tocca umanamente nel profondo. Ci troviamo nel luogo in cui si esprime la sovranità popolare. Il luogo della proposta, dell’ascolto e dell’analisi di scelte destinate a incidere sulle vite di milioni di persone. Sento personalmente questa grande responsabilità. Questo è il luogo dove il futuro può prendere forma e intendiamo costruirlo insieme, a partire da oggi, con l’unico interesse del bene collettivo, perché abbiamo il compito di servire un’intera nazione. Dobbiamo far sì che in quest’Aula i cittadini possano sentirsi rappresentati, vedendola come un punto di riferimento in cui tornare a riporre la propria fiducia. Ed è proprio ai cittadini che penso, quando invito tutti noi a riflettere sulla necessità che il Parlamento ritrovi la centralità che gli è garantita dalla Costituzione. Obiettivo determinante per affrontare non soltanto le sfide interne, ma anche per dare nuovo valore all’idea stessa di Europa e affrontare le grandi sfide globali della nostra epoca. 
La questione della centralità del Parlamento ha attraversato la storia costituzionale del nostro Paese con declinazioni e sfumature diverse. Vorrei provare a dirvi cos’è, per me, oggi, la centralità del Parlamento e come possiamo contribuire a riaffermarla ai nostri giorni, in un contesto in cui il rapporto tra potere legislativo e potere esecutivo continua a essere caratterizzato dall’abuso di strumenti che dovrebbero essere residuali, in cui poteri e competenze sono spesso trasferiti in altre sedi decisionali, in cui gli interessi sono frammentati e le leggi sono sempre più settoriali e tecniche. Dobbiamo impegnarci a difendere il Parlamento da chi cerca di influenzarne i tempi e le scelte a proprio vantaggio personale. 
Abbiamo provato tante volte la sensazione amara di essere esposti a pressioni esterne inaccettabili. La massima apertura e la costruzione di rapporti, anche all’esterno del Parlamento, sono un contributo fondamentale al processo democratico, ma voglio affermare con forza che le decisioni finali devono maturare solo e soltanto nelle Commissioni e nell’Aula, perché soltanto un lavoro indipendente può dare vita a leggi di qualità. Per questo motivo voglio affermare con decisione che non consentirò scorciatoie né forzature del dibattito. Un Parlamento centrale, per me, è un Parlamento di cui i cittadini possano fidarsi, e possono farlo perché sanno che qui è perseguito esclusivamente l’interesse generale, qui sono esaminate le loro proposte di legge, qui si realizza la volontà espressa attraverso i referendum, qui si deve intercettare lo spirito di cambiamento che anima l’Italia del 2018 e che i cittadini hanno espresso così chiaramente con il voto del 4 marzo. Le istituzioni sono assolutamente tenute a farsi carico della richiesta di cambiamento, se non vogliono diventare vuote e inaridirsi. L’intento di rinnovamento deve essere la linfa vitale di questa legislatura. Il rinnovamento ha un significato molto chiaro: cominciare a fare scelte che guardino al bene di tutti, e non solo di una piccola parte. 
Gli squilibri che in questi anni si sono creati, vanno riequilibrati. Per questo, è ora prioritario andare verso il superamento definitivo dei privilegi.  Il taglio ai costi della politica dev’essere uno dei principali obiettivi di questa legislatura. Sono profondamente convinto che si debbano e si possano razionalizzare i costi della Camera dei deputati, senza per questo tagliare i costi della democrazia. Qualcosa è stato fatto, ma c’è ancora tantissimo da fare. Occorre andare avanti, perché certi interventi, che ancora oggi qualcuno riduce a una mera questione di bilancio dello Stato, toccano in realtà due temi cruciali della nostra democrazia: - il rispetto per la cosa pubblica e - il rapporto di fiducia tra i cittadini e la più alta istituzione rappresentativa. Questa fiducia non si costruisce con proclami o dichiarazioni d’intento, ma solo attraverso l’esempio, le azioni concrete, le nostre scelte quotidiane, i voti che quest’Aula esprimerà. Dobbiamo aprire ancora di più quest’Aula ai cittadini, sia in senso fisico sia valorizzando gli istituti di democrazia diretta previsti dalla Costituzione. Per esempio, attraverso la previsione di tempi certi per l’esame delle proposte di legge di iniziativa popolare. Ma non solo. Penso a come le Camere - condividendo una riflessione avviata in altri ordinamenti - possano anche diventare luoghi per utilizzare le nuove tecnologie digitali a supporto del processo legislativo, per coinvolgere maggiormente le persone. Quello dell’innovazione è un tema su cui in questi anni si è fatto un lavoro significativo. A questo proposito, voglio esprimere un ringraziamento a tutto il personale dell’Amministrazione della Camera dei deputati, che è un modello di qualità nel panorama europeo. Bisogna continuare su questa strada. 
Le innovazioni devono andare di pari passo con altri importanti interventi che potrebbero essere realizzati nell’ambito di una riforma del Regolamento della Camera dei deputati. Perché è anche da qui che passa il miglioramento della qualità della vita di tutti. Si tratta di interventi a cui non possiamo sottrarci, anche alla luce delle recenti novità introdotte al Senato della Repubblica. In questo senso il mio impegno come Presidente della Camera sarà ispirato a tre princìpi: - garantire un alto livello qualitativo della discussione parlamentare; - garantire il rispetto di tutte le componenti, sia di maggioranza sia di opposizione; - interpretare lo spirito di cambiamento che i cittadini ci hanno espresso nelle ultime consultazioni elettorali. Consentitemi ora una riflessione di carattere più generale. Se il Parlamento deve essere luogo di analisi e di visione di lungo periodo, deve dare una risposta alle domande: Quale legislazione vogliamo produrre? Quali strumenti adottare e come usarli per governare i processi economici e sociali? È necessario porre fine a un modo di legiferare confuso, fatto di aggiustamenti continui, deroghe, estensioni, perché questo modo crea incertezza e diventa un danno per i cittadini e per la crescita del Paese. 
Mi piace immaginare il Parlamento come istituzione pensante, come istituzione culturale che si interroga su che cosa deve fare. Un Parlamento capace di esprimere una visione di Paese è un Parlamento che rispetta i cittadini e ispira così in loro il senso di appartenenza e di fiducia, nel futuro e nella classe politica. E quando i cittadini sentono che le loro richieste sono ascoltate, che è data una risposta ai loro bisogni, allora consolidano il loro essere comunità ed è in quel momento che si crea unione e coesione. Una comunità unita non può tollerare nessuna forma di illegalità, e non si rassegna di fronte alle ingiustizie, anzi, è capace di rispondere con determinazione, perché ha la forza che gli deriva dal sentirsi pienamente rappresentata e rispettata dalle istituzioni. Così, ogni richiesta di pizzo a un imprenditore non sarà più un attacco al singolo, ma a tutta la collettività. Ogni ragazzo che abbandona la scuola e sceglie la via dello spaccio o della violenza, sarà una sconfitta per tutti noi. Ogni individuo che non riesce a vivere un’esistenza dignitosa, sarà una vergogna e una responsabilità per tutti. È solo ritrovando lo spirito di essere comunità di cittadini, che possiamo recuperare il senso di Stato che vogliamo incarnare: portare equilibrio laddove ci sono squilibri, in modo che nessuno debba più sentirsi ai margini e tutti riescano a esprimere le proprie potenzialità. È dall’individuo che bisogna ripartire. 
Per questo motivo, voglio concludere con l’auspicio che in quest’Aula ciascuno di noi porti avanti il proprio impegno con la continua tensione al miglioramento, andando a superare persino l’espressione migliore di sé stesso. Perché sono fermamente convinto che la bontà di ciò che possiamo realizzare sia sempre frutto del valore umano che mettiamo nelle nostre azioni. Auguri di buon lavoro a tutti noi.

venerdì 9 marzo 2018

La Lettera che vorrei che Di Maio scrivesse a tutti i partiti

Post di Alessandro Pepe
E mi dispiace amici socialisti e comunisti, mi dispiace davvero, perché vi voglio bene e perché  nell'intimo, chi sano od insano di mente non sarebbe socialista.

Insomma mi dispiace dirvelo, ma è tutto merce.

È merce ciò che compriamo, è merce ciò che comunichiamo, è in vendita o è già stata comprata ogni idea, concetto, problema e soluzione. Sono in vendita esseri umani più o meno disperati che attraversano il mare, è in vendita ed è acquistabile chi li aiuta, è molto richiesto invece il prodotto di chi non li vuole, di chi non ha pietà nel vederli annegare. È in vendita a carissimo prezzo la paura ed anche la speranza (quella a prezzi scontati), in vendita sono i rifiuti tossici e non, ma poi un rifiuto in quanto tale credo che sia comunque tossico. E c'è sempre un compratore, per tutto, anche per la merda, basta solo ampliare il proprio orizzonte di mercato. È merce la mia indignazione, il mio risentimento, e si può acquistare su di un qualsiasi portale il proprio senso di inadeguatezza, la propria insoddisfazione. È un prodotto molto richiesto il sentirsi esclusi nella vita reale, ma inclusi in quella virtuale e si possono guadagnare molti soldi con un insulto, con una frase fuori luogo. Sono state poi svendute per poche lire, sì lire, le narrazioni, i racconti complessi, in cambio di slogan e frasi ad effetto. Ogni nostro pensiero inespresso è un piccolo grande potenziale capitale d'investimento. Se si trovano i canali giusti c'è sempre un acquirente per il tuo insulto, la tua frustrazione. È una questione, in fondo, di visualizzazioni, di flussi, di share e like. Qui non si tratta più di plusvalore, qui si va oltre la produzione ed il mercato delle cose. Benvenuti nel mercato totale. Perchè è in vendita anche questa serie di frasi, pronte ad immettersi nella corrente del web sperando che qualcuno le compri. 

Quindi, amici socialisti, mettetevi il cuore in pace, perchè siete merce anche voi oramai. E se pensate di rifugiarvi in qualche luogo sappiate che hanno comprato il logo del vostro piccolo partito e lo hanno messo nello stesso scaffale dei Comunisti Italiani e di Rifondazione Comunista, in verità tutti i loghi sono in vendita, anche NoLogo. E non potete scappare o fuggire perchè è stata già acquistata anche la vostra idea di esiliarvi in una fattoria biodinamica nelle colline toscane. E tutto ciò che fate o dite non esiste fuori dall'universo multidimesionale del mercato delle cose, dei pensieri, delle parole e delle persone. 

Quindi per favore, amici socialisti, non mi disturbate con le vostre chiacchiere inutili, che agitarsi non serve, sopratutto adesso che il centro commerciale è chiuso. 
C'è solo da star tranquilli qui sullo scaffale ed esporre il prezzo. 

E se si dimenticano di voi perchè siete scaduti allora vi metteranno in un magazzino, abbandonati, e qualcuno prima o poi verrà a prendervi per acquistarvi in blocco nel grande mercato dello smaltimento rifiuti.

E mi dispiace amici democratici, così vi chiamate? Mi dispiace che abbiate perso il vostro leader e mi auguro che ne compriate subito un altro come è giusto che sia in una democrazia che si rispetti. Mi dispiace che non si trovi soluzione di continuità alla vostra ormai trentennale crisi d'identità, al vostro sentirvi sempre in mezzo tra due secoli, tra due dottrine. Mi dispiace che i miei amici socialisti di cui sopra non possano esservi di alcun aiuto. Mi dispiace che la gente non abbia capito e apprezzato i vostri risultati, che non abbia compreso come siate riusciti a bloccare gli sbarchi degli immigrati lasciandoli morire a casa loro con le loro speranze ed ambizioni.
Mi dispiace che il fastidioso popolo ignorante non capisca quanto siate comprensivi e democratici, perchè e' analfabeta e non e' in grado di leggere la vostra superiorità intellettuale. Mi dispiace che i vostri vertici siano in continuo conflitto ed a rischio scissioni ed i vostri caporali, capobastoni e capataz non comprendano il valore della democrazia. Mi dispiace che le vostre alleanze non siano state capite e comprendo il malumore che gira per i vostri corridoi all'idea che nuove ed impossibili alleanze vi verranno richieste a breve. Mi dispiace che vi costringano a perdere il controllo in conferenza stampa, che vi obblighino alla pubblica gogna per colpa di qualche chiacchiera e di qualche distintivo. 

E mi dispiace amici di destra, perchè state dall'altra parte del fiume. Così è e sarà purtroppo perchè così mi è stato insegnato.

Mi dispiace amici fascisti, perchè lo so che in fondo ci tenete. Mi dispiace per il vostro esilio morale che vi ha costretto ad allearvi con mafie e malaffare perchè soli, senza nessuno aiuto, dovevate assistere allo sfascio (in tutti i sensi) del vostro grande senso dello Stato e del vostro orgoglio nazionale. 

Mi dispiace amici leghisti se vi hanno costretto a chiamarvi italiani, mi dispiace per le vostre paure, il vostro senso di insicurezza, la vostra indaeguatezza al mercato globale. Mi dispiace se abbiamo capito male, se vi abbiamo detto che eravate razzisti, egoisti, vigliacchi. 

E mi dispiace per te, sopratutto per te che ci tenevi, lo so che ci tenevi. Perchè noi siamo la tua famiglia e ti abbiamo tradito. Noi figli degeneri, che con la tua cultura, con la tua storia e con i tuoi racconti siamo cresciuti. Tu che con la televisione ci hai insegnato tutto quello che sappiamo. Mi dispiace se ti abbiamo voltato le spalle e sono rimasti con te solo pochi anziani, qualche opportunista e qualcuno che non poteva votare a sinistra. 

E mi dispiace per tutti voi per quel che sta accadendo. Mi dispiace per questo MoVimento che pare proprio una sintesi di tutte le mie colpe. Del mio mancato senso di appartenenza, della mia disillusione, della mia drogata gestione dei sistemi di interazione digitale, del mio inadeguato senso di inappartenenza ai gruppi del passato, della totale atrofizzazione alla partecipazione, ridotta ad una manciata di click e connessioni. Del mio senso del comune che vale solo se riguarda me, le mie esigenze e le mie frustrazioni. Mi dispiace se son sordo e mi giro solo se mi mandano affanculo. Mi dispiace se sto rischiando di dissolvere tutte le vostre ambizioni per colpa di un cortocircuito relazionale che ci ha lasciati orfani di tutto, di storie, emozioni, ricordi, ragioni. Un mondo multipolare dove tutto è possibile, ma niente accade, dove tutto è in vendita, dove tutto è legale perchè niente lo è, dove tutto è permesso perchè niente è concesso. E mi dispiace se dopo tutto questo confondo la destra con la sinistra.

Mi dispiace, veramente e con il cuore. Vi tendo le mie due mani, se le volete, sono pronto, con voi tutti a ricominciare da zero. Perchè se la colpa è di tutti allora alla fine non ha molto senso dire 'mi dispiace'.

Vi voglio bene, a tutti, indistintamente.

giovedì 8 marzo 2018

RISPETTO DEL VOTO ESPRESSO DAGLI ELETTORI

Illustrissimo Presidente della Repubblica,
gli elettori che si sono recati alle urne il 4 marzo hanno espresso chiaramente la loro volontà votando al 33% il M5S: spetta pertanto a Luigi di Maio l’incarico di provare a formare un Governo.
Non può e non deve spettare alla coalizione di centro-destra; una coalizione messa insieme per cavalcare strumentalmente una legge elettorale riconosciuta pessima da tutto l’arco parlamentare e soprattutto da tutti i cittadini che l’hanno subita; una coalizione che prima del voto non è stata in grado di indicare un leader; una coalizione che si compone di partiti che hanno avuto solo il 17%, il 14%, il 4%, il 3% ciascuno, molto meno del 33% del M5S. 
33 è quasi IL DOPPIO di 17.
33 è quasi DUE VOLTE E MEZZA 14.
33 è circa OTTO VOLTE 4.
33 è UNDICI VOLTE 3.
Questi confronti sono eloquentissimi.
Presidente Mattarella, da cittadino Le chiedo e La prego di rispettare il voto espresso da un elettore su 3 e di affidare il primo incarico esplorativo a Luigi Di Maio. 

Distinti saluti

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SCRIVETE ANCHE VOI AL PRESIDENTE:
https://servizi.quirinale.it/webmail/

domenica 4 marzo 2018

Votate, votate, votate!


Sono giustamente orgoglioso della mia ultima tessera elettorale (la seconda della mia vita), da oggi in pensione senza aver mai perso un colpo.

Dalle elezioni politiche del 13 maggio 2001 alle elezioni politiche del 4 marzo 2017, in 17 anni ho risposto a 18 chiamate alle urne (politiche, amministrative, europee e referendarie), dunque in media più di una volta all'anno! 

Non parlatemi di astensione per favore... votate, votate, votate!

venerdì 2 marzo 2018

Autodenuncia di violazione del silenzio elettorale da parte del blog 22passi!


Rischio l’oscuramento del blog, ma devo farlo!
Pubblico il risultato di un sondaggio elettorale clandestino giudicato estremamente attendibile...


Il mio Felix non ha dubbi: tra CentroSx (bianco come la DC), CentroDx (verde come Lega), LEU (rosso) e M5S (ovviamente giallo) voterà M5S! 
Bravo Felix!

P.S. La gatta pezzata sullo sfondo è Cloe: al momento non si schioda dal "partito dell'astensione".