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martedì 26 aprile 2016

Vuoi vivere di più e in buona salute? Medita!

I dati 2015 della Sanità mostrano che per la prima volta (credo dal dopo guerra) in Italia ha smesso di crescere la speranza di vita alla nascita, era da un po' di anni che me lo aspettavo e non sarò per nulla sorpreso se, nel giro di qualche decennio, retrocedesse parecchio rispetto all'apice raggiunto nel 2014 e tornasse a valori ben più "antichi": 
C'era da aspettarselo perché l'andamento di un altro importante indicatore, quello della aspettativa di vita sana, cui chiaramente è correlato quello della speranza di vita, già da vari anni dava indicazioni sconfortanti:
C'era da aspettarselo perché  l'ambiente che ci circonda è troppo degradato, gli inquinanti sono ovunque, come esseri umani siamo esposti a troppi fattori di rischio, come cittadini a troppi fattori di stress e, in definitiva, la Scienza medica ha ancora idee molto confuse su cosa sia veramente utile per stare in buona salute. Se a tutto questo si aggiungono anche i tagli alla Sanità, la situazione si fa drammatica.

Ma se la Scienza medica - più concentrata su come riparare i guasti del corpo-macchina che su come mantenere/ristabilire il benessere dell'organismo-sistema - avesse le idee più chiare, avrebbe già promosso, per esempio, l'introduzione a scuola dell'ora di meditazione, che per la salute psicofisica sarebbe decisamente più utile di altre ore. Ecco, fosse per me, abolirei subito l'anacronistica ora di religione cattolica e introdurrei quella di Tecniche di Meditazione e Principii universali della spiritualità: ne deriverebbe un intervento capillare di promozione della salute sin dall'età scolare, nessuna spesa aggiuntiva nell'immediato e anzi enormi risparmi pubblici nel futuro. Su quali siano i benefici della meditazione c'è l'imbarazzo della scelta:
Non avete mai meditato e pensate sia complicato e difficile imparare? Fate un passo alla volta è cominciate così (poi l'appetito vien... camminando!):

lunedì 25 aprile 2016

Viva la libertà di essere liberi !


Ieri sono andato a visitare un forum dove non tornavo da parecchio e, leggendo gli interventi dei suoi utenti, mi sono ricordato perché non avevo più sentito voglia di visitarlo: sembra un gioco di ruolo collettivo (anzi un autentico psicodramma!) dove - a parte quelli in gamba che salgono sul palco (e pure in cattedra) e un po' di pubblico educato che interagisce civilmente coi primi - si può tranquillamente affermare che il 50% e più dei commentatori interviene solo per coprire di lazzi e schiamazzi le discussioni altrui.

È passato esattamente un anno da quando - per non veder ridotto nello stesso modo 22 passi - decisi di lasciare solo ai lettori realmente interessati la possibilità di scrivere commenti, relegando fuori dalla porta quel manipolo "affezionato" di multiformi e multipli nick, che il blog si trascinava dietro come lo scafo di una barca le brume e le cozze.
Fu un ottimo modo per festeggiare la Festa della Liberazione.

E solo l'altro ieri mi sono reso conto - quasi con spavento - che erano già passati 12 mesi... altro che tempus fugit! Non so a voi, a me i giorni volano via come fossero risucchiati da un black hole... troppe cose di cui occuparsi, troppe persone a cui pensare, e in un istante ti trovi a sostituire il calendario vecchio col nuovo. Di sicuro sono passati molti anni, alcune decine, da quando ho cancellato la parola "noia" dal mio vocabolario: noia e indolenza sono lussi di chi può starsene con le mani in mano. Beh, un pizzico di invidia per chi riesce ancora ad annoiarsi a volte la provo... è un privilegio raro!

Chiusa la parentesi tempo, se c'è una cosa che mi lascia indifferente - l'età in questo rende saggi - sono i commenti di chi non ama questo blog; a me piace proprio così com'è: imperfetto, autentico e sincero. Qui gli iscritti possono discutere anche animatamente tra loro, ma sempre entro buoni limiti di educazione, senza le cadute di gusto e stile a cui s'assiste altrove.

Ma cos'è che irrita tanto coloro che sono disturbati da 22 passi? Che assomiglia a me, probabilmente. A me che non devo rendere grazie a nessuno - per esempio - del lavoro che svolgo e di quello che ho. Che non mi sono mai fatto raccomandare da nessuno in alcuna occasione e non devo rendere favori (di quelli sottobanco e pelosi) a nessuno. Che, nei limiti dei miei obblighi e doveri, sono perfettamente libero di fare quel che mi pare, libero di essere libero, libero di seguire l'obiettivo di essere soddisfatto di quel che faccio.

P.S. Il forum a cui mi riferivo all'inizio è il thread Blackout di Cobraf. Per far sì che quel thread torni ad essere leggibile (accedervi "in chiaro" è più da coprofagi che da "cobrafili"), basta oscurare Lo_Spinoso, Onan il Barbaro, Radagast, Raman, Schnibble, Sergente, Shine: strani internauti con un nick diverso in ogni porto che, ovunque possono, danno sfogo alle proprie compulsioni... su 22 passi non possono più e perciò non gli resta che parlarne male! :-)

***

Piccola divagazione su un tema che ha più a che fare con il mio lavoro che con i temi di casa nel blog.

Qualche giorno fa ho letto un interessante articolo sul mutamento di rotta della comunità scientifica internazionale (in ambito sanitario e sociale) circa il modo migliore di combattere la diffusione e l'uso delle sostanze psicotrope: "Droga, il proibizionismo globale verso il capolinea?"
Dopo anni e anni di "tolleranza zero" e di criminalizzazione del consumatore (in Italia un terzo della popolazione carceraria è tossicodipendente) si sta finalmente per cambiare rotta, come gli esperti suggeriscono da molto tempo: la priorità diventa la riduzione del danno nel consumatore, strategia che - nelle nazioni in cui è stata sperimentata - si è dimostrata capace sia di diminuire il numero dei morti per droga più delle campagne di repressione, sia d'essere una base più solida su cui poggiare i percorsi di cura nei servizi residenziali (comunità di recupero) o territoriali (Ser.T.).

Ci sono naturalmente pro e contro, come in qualsiasi scelta, ma va sottolineato che non si tratta tout court di legalizzare il consumo delle droghe (tanto meno di quelle cosiddette "pesanti") quanto di non criminalizzarlo. Per chiarire il concetto, oggi è scontato che un malato di mente vada curato, ma fino a pochi secoli fa i "folli" venivano rinchiusi dove capitava, persino in carcere insieme ai delinquenti comuni (cfr. "Storia della follia" di Michel Foucault, uno dei testi di riferimento culturale della Riforma Basaglia); la società vedeva la malattia mentale come un problema essenzialmente di ordine pubblico e gettava sul malato mentale lo stigma e la colpa di essere tale. Oggi una simile costruzione sociale della colpevolezza la vediamo operata sui tossicodipendenti: considerarli più come affetti da un male che come afflitti da una colpa può sembrare banale, in realtà è un cambio di direzione di 180° rispetto a come il problema droga è stato affrontato in Italia.

mercoledì 20 aprile 2016

Casa dolce casa... vuoi la sciarpa o il cappotto?


Post di Emilio Molinari

Di soluzioni per risolvere il problema energetico ne esistono diverse. Parlo di “problema” perché sono evidenti le implicazioni economiche, sociali e ambientali legate all’energia. È sicuramente importantissimo che le energie rinnovabili, che per ora sono di frontiera, si sviluppino perché una cosa certa è che le fonti da idrocarburi sono di quantità finita mentre quelle rinnovabili sono ipoteticamente infinite. 
È più corretto, però, affrontare la questione energetica dando priorità al risparmio energetico prima ancora che alla produzione di energia. Ed è di questo che voglio parlare: mi occupo di riqualificazione energetica su edilizia esistente, è un capitolo molto importante perché il consumo civile di energia termica copre un buon 30% del fabbisogno nazionale e anche perché, una volta ridotti i consumi delle nostre case, basta poco per renderle, se non autosufficienti, quantomeno a basso impatto ambientale. 
Riqualificare un edificio è anche il miglior sistema per sviluppare fonti energetiche rinnovabili, che sono discontinue, proprio perché gli edifici che accumulano calore, fanno da volano energetico, mantenendo l’energia nel tempo. Ma se si decide di coibentare un edificio sicuramente si affronta una spesa significativa se il sistema che si vuole adottare è quello dell’isolamento esterno denominato comunemente ”a cappotto”: è pur sempre un ottimo investimento, ma scoraggia la maggioranza delle famiglie che non ha redditi elevati. È in ogni caso una soluzione indicata a chi deve ristrutturare la propria casa, quindi non a tutti. 
Ci sono soluzioni molto, molto più economiche e veloci, anzi velocissime, per coibentare gliedifici, sia condomini che case indipendenti. Mi riferisco ai materiali sfusi insufflabili nei sottotetti e nelle intercapedini dei muri perimetrali di una casa, compresi i controsoffitti. Servono soltanto due operai per isolare un sottotetto in mezza giornata e tre persone per i muri di un appartamento, anche abitato, in un solo giorno. È importante sapere che il 70% del patrimonio edilizio nazionale si può isolare così, restano escluse ovviamente le case con i muri in pietra. 
Scrivo questo post con il cuore in mano perché, pur trattandosi di un settore in espansione, siamo troppo poco incisivi, viste le poche imprese che effettuano questi lavori. Queste tecniche esistono dagli anni settanta e, se anche sono stati effettuati una decina di migliaia di interventi, il mercato è ancora intonso, vergine. Praticamente tutte le abitazioni costruite in Italia dagli anni '50 agli anni '80 hanno le intercapedini: quando vedete un palazzo con la struttura in cemento armato, lo stesso ha anche i muri esterni con le intercapedini. 
Due esempi esplicativi. Il primo è la casa dove abito: è stata costruita nel 1969, ho isolato il contro-soffitto e i muri nel 2006, in un giorno solo, abitandoci (non era cioè un appartamento in ristrutturazione). Il mio appartamento ora disperde circa 2 gradi in 10 ore. Tecnicamente ha 25 cm di fibra di cellulosa nel controsoffitto e 13 cm nelle pareti. Secondo esempio: ho isolato (in sole tre ore) il sottotetto della casa dei miei genitori (costruita nel 1958) con 60 cm dello stesso materiale, divertendomi a farla diventare probabilmente la casa con il tetto più isolato del mondo, con una trasmittanza termica di soli 0,065 W/m2K

Tutti devono capire, quanto prima, che le soluzioni al problema energetico esistono, perché non c’è più tempo: i ghiacciai si sciolgono, le tensioni internazionali aumentano, le economie si bloccano. Vi raccomando di incrociare sempre le informazioni e di essere critici (a queste tecniche per esempio si imputa il mancato isolamento dei ponti termici e per darvi già una risposta vi invito a casa mia), ma anche di avere una mentalità aperta. Proprio perché le soluzioni molte volte sono pronte e possono essere anche semplici - come quelle di cui ho parlato - ma non è detto che se ne colga la reale portata, restando magari in attesa di qualcosa di sensazionale, nuovo, spettacolare. 
Se desiderate che le cose cambino non fate sempre le stesse cose. La rivoluzione, se volete, potete iniziarla voi stessi: informandovi.

sabato 16 aprile 2016

SURSUM QUORUM !

ore 7:03 - screenshot de Il Fatto Quotidiano
Post di Daniele Passerini (22passi)


Come cambiano i tempi... Il Fatto Quotidiano diventa sempre più moderato e trasversale, La Repubblica sempre più populista e di parte! :)

Non ci credete? Stamattina, appena sveglio, sono andato col telefonino sulle home on line delle due testate.

Su FQ ho trovato un buon ed equilibrato invito a votare...
e - più avanti - due altri articoli:

ore 6:55 - screenshot de La Repubblica
Mentre su Repubblica troviamo accorpati in home, uno dopo l'altro, prima questo "articolo principale"...
e a seguire questi tre "corollari":
  1. Referendum trivelle, l'attesa sulla piattaforma: "Quanta amarezza, non siamo inquinatori"
  2. Trivelle, viaggio tra gli operai sulla piattaforma: "Non siamo inquinatori"
  3. Referendum trivelle, l'amarezza degli operai sulla piattaforma

Già la difesa d'ufficio dell'invito di un capo di governo all'astensione (come un prete che invitasse il suo gregge a non andare a messa!) non mi pare degna del quotidiano fondato nel 1976 da Eugenio Scalfari, ma La Repubblica - si sa - sotto De Benedetti è diventata ben altra cosa dal riferimento della Sinistra italiana che fu per tanti anni. Poi repetita iuvant, devono pensare i giornalisti di Repubblica:
  1. Referendum trivelle, l'attesa sulla piattaforma: "Quanta amarezza, non siamo inquinatori"
  2. Trivelle, viaggio tra gli operai sulla piattaforma: "Non siamo inquinatori"
  3. Referendum trivelle, l'amarezza degli operai sulla piattaforma
Poverini, li capisco, in questo momento sono stati schierati in campo, come bravi soldatini, per essere di parte e propinare propaganda filogovernativa... con i pochi argomenti che hanno, cos'altro possono fare se non moltiplicare lo stesso spot?

Esiste un censimento dei giornalisti che sono transitati da Repubblica al Fatto Quotidiano dal 2009 ad oggi? Immagino che non siano pochi!

La Repubblica di stamattina è un bell'esempio di quanto il fronte "si-triv" del NO (no quorum soprattutto) si stia attaccando a tutto (o meglio, a quel poco che trova) pur di dipingere il fronte "no-triv" del SI come non è.

Il principio dello sfruttamento sostenibile delle risorse non rinnovabili è concetto ben più complesso del tema generico e generale dell'inquinamento. Dire che il movimento "no-triv" (voto SI) sia motivato tout court dalla paura dell'inquinamento è becero travisamento, bieca banalizzazione, mera disinformazione. Basta semplicemente informarsi (per esempio qui).

Chi ha pagato le concessioni per le estrazioni, decenni fa, ha già ben guadagnato abbastanza: non si capisce proprio perché debba ricevere ulteriori sconti, vantaggi e leggine ad hoc, perché debba essergli procrastinato sine die (o meglio, sino al giorno del prosciugamento dei pozzi) lo sfruttamento dei giacimenti. O meglio, si capisce benissimo, se riflettiamo su come le lobby stiano influenzando le azioni del governo Renzi non meno di quanto già facessero con i governi Berlusconi.

Capisco ovviamente la preoccupazione di qualche migliaio di lavoratori del comparto e delle loro famiglie, ma di chi è già in cassa integrazione in altri settori e con ben alte cifre non diciamo nulla? (*)
Dobbiamo infliggere all'ambiente l'ennesimo prosciugamento delle sue risorse, per difendere - confrontando le cifre in gioco - pochi posti di lavoro? 
C'è molto più da preoccuparsi per i milioni di posti di lavoro a rischio per la dilagante automatizzazione e robotizzazione dei processi produttivi, fenomeno che in tutta Europa (tranne poche eccezioni come l'Italia) ha già giustificato l'introduzione del reddito minimo garantito, destinato inevitabilmente a diventare più la norma che l'eccezione.

(*) A marzo 2016 l'INPS ha registrato, tra cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, ben oltre 52 milioni di ore autorizzate a operai e impiegati (fonte).

P.S. Perché mai le posizioni contrapposte a questo referendum sono state apoditticamente "etichettate" in no-triv e si-triv? In effetti le trivelle non c'entrano un tubo con questo referendum: sarebbe stato più corretto distinguere al limite in no-poz e si-poz, visto che si parla di sfruttamento di pozzi già esistenti. Probabilmente la sintesi giornalistica ha trovato facile gancio con l'assonanza al noto movimento no-tav, da lì a no-triv e quindi a si-triv il passo è breve. Non sono riuscito a capire chi, quando e dove abbia coniato il termine no-triv, mentre si-triv sembrerebbe apparire per la prima volta il 14/09/2015 su e-gazzette.it.

venerdì 15 aprile 2016

Plantalampara, energia dalle piante e dalla terra

Post di Andrea Rampado

Sono molto emozionato nel riportare questa notizia che da qualche mese gira in rete, ma a quanto pare non abbastanza da essere riportata in modo capillare dalle ONG.
Di necessità virtù, ma soprattutto ingegno, l'ingegno di un gruppo di studenti peruviani dell'UTEC (Università di Ingegneria e Tecnologia) che hanno progettato e poi realizzato un semplice sistema in grado di catturare gli elettroni prodotti nei normali processi biochimici delle piante, nello specifico dai microrganismi simbionti che collaborano con le piante per produrre i nutrienti di cui necessitano. Lo scopo era di trovare una soluzione semplice ed economica per risolvere il problema della scarsa distribuzione di energia nelle zone rurali del paese (circa il 40% della popolazione vive senza corrente elettrica).
Plantalampara
Il sistema è semplice e geniale allo stesso tempo: in pratica succede che in alcune tipologie di vegetali (non tutte le specie sono idonee), mentre assorbono la luce diurna per i normali processi fotosintetici, i microrganismi simbiotici presenti sul terreno in prossimità delle radici rilasciano elettroni; la terra a contatto con degli elettrodi permette il trasferimento degli elettroni a una batteria che si carica di energia. L'energia così immagazzinata viene poi utilizzata per accendere una lampada da 50 watt  nelle ore notturne.
Studenti: Isabel Mora, Vladimir Carrera, Milton Bozzo, Juan Carlos Barbaran,
Lauren Wong, Jose Avalos, Marcello Barbieri, Angello Vindrola.
Professori : Victor Freundt, Elmer Ramirez, Renzo Giudice, 
Julien Noel, Luis Peña, Víctor Murray, Ricardo López
Una soluzione solo per le zone rurali della Terra o l'inizio di un nuovo sviluppo tecnologico ed ecosostenibile? Forse è presto per dirlo, ma viste le premesse la fantasia spazia fin dove l'emozione stringe il cuore con l'immagine di un futuro più sano, naturale e in armonia con la natura. Bravi!!!

Links:
https://www.utec.edu.pe/ingenio-en-accion/plantalamparas-plantas-que-dan-luz
http://www.eniscuola.net/2016/04/12/piante-batteri-ridanno-luce-alle-comunita-off-grid https://www.youtube.com/watch?v=_5mDAGxOw1Q
http://www.bbc.com/mundo/noticias/2015/11/151109_tecnologia_plantalamparas_energia_electrica_selva_indigenas_luz_peru_amazonas_utec_lb

martedì 12 aprile 2016

Referendum sulle trivelle: BOICOTTIAMO CHI VUOLE BOICOTTARE IL QUORUM !


Assisi (PG), 6 giorni al voto e plance praticamente vuote!
Post di Daniele Passerini (22passi)

In una surreale sordina mass-mediatica (accanto una foto emblematica), si avvicina il giorno del cosiddetto referendum sulle trivelle.

Un referendum platealmente boicottato dal nostro "simpatico" governo, che punta a sabotarlo per fare un regalo alle "munifiche" lobby dei petrolieri: che senso ha infatti fissare il referendum il 17 aprile, senza accorparlo alle  prossime elezioni amministrative del 5 giugno (al voto 1371 Comuni su 8000), se non quello di voler boicottare il raggiungimento del quorum?
Tanto per cambiare, l'Italia si ritrova con l'ennesimo governo di bucciotti, pupazzi e burattini, con le lobby a tirarne i fili... e l'ambiente continua ad essere una delle vittime sacrificali più gettonate. 

A dispetto di chi vuole affondarlo, questo referendum merita grande attenzione, la stessa attenzione che merita la salute del nostro pianeta e il futuro dei nostri figli. E se il quorum venisse raggiunto vincerebbe il SI. 

Ma questo referendum è particolarmente paradossale... prendiamo il caso di Ravenna. A seguito delle estrazioni selvagge vicino alle proprie coste, la città sta lentamente scivolando nell'abbraccio del Mar Adriatico, con le spiagge in procinto di trasformarsi in paludi. Eppure proprio a Ravenna  (vedasi questo link) potrebbero prevalere i NO sui SI, o forse no, perché il miglior modo di far vincere il NO è puntare al non raggiungimento del quorum. 
Ma tutti gli Italiani sono informati su questo referendum quanto i cittadini di Ravenna? Non credo.

Per questo è importante che chi non conosce bene quale sia la posta in gioco domenica prossima, si informi quanto prima... e vada a votare.

Per questo è fondamentale che tutti quanti sono convinti che le concessioni petrolifere entro le 12 miglia non debbano essere prorogate oltre le scadenze, vadano a votare in massa il loro SI.

Per approfondire perché votare NO e perché votare SI vi lascio alcuni link:
In conclusione, che vi sentiate più PRO o più CONTRO, domenica prossima esercitate il vostro sacrosanto diritto elettorale e ANDATE A VOTARE. Io voterò SI.

mercoledì 6 aprile 2016

Leonardo Corporation Press Release...
and Industrial Heat Statement.

Post di Daniele Passerini (22passi)

COLD FUSION (LENR) VERIFIED – INVENTOR SUES INDUSTRIAL HEAT, LLC.

Leonardo Corporation announced today that on March 29, 2016, Leonardo Corporation received independent third party validation of the overwhelmingly positive results of a nearly yearlong test of Leonardo’s 1MW Energy Catalyzer (“E-Cat”).

According to the inventor, Andrea Rossi, the E-Cat generates a low energy nuclear reaction (“LENR”) which produces excess heat energy at a cost substantially below more traditional energy sources. According to the independent third party report, over the 352 day test period, the E-Cat consistently generated energy at a rate in excess of six (6) times the amount of energy consumed by the plant, often generating energy exceeding fifty (50) times the amount of energy consumed during the same period. According to Andrea Rossi, Leonardo Corporation considers the results of the third party test to be “an overwhelming success” and that “the world is one step closer to the realization of a commercially available new, clean and efficient energy source.”

The independent third party validation test was performed by Dr. Ing. Fabio Penon, a Ph.D. in Nuclear Engineering, at the behest of Leonardo Corporation and one of its licensees, Industrial Heat, LLC. as both desired independent third party verification of the sustainability of the energy production of the E-Cat over a prolonged period. “The results of Dr. Penon’s test was consistent with the measurements taken by the representatives of Leonardo Corporation and Industrial Heat respectively during the course of the test” said inventor Andrea Rossi.

“Leonardo Corporation is working diligently with its licensees, corporate partners and material suppliers to implement a production and distribution plan consistent with the expected demand for the E-Cat units when they are made commercially available” stated Rossi.

Notwithstanding, Licensee Industrial Heat continued involvement in the development and manufacturing of the E-Cat is uncertain at this time. As stated in a lawsuit filed by Leonardo Corporation on April 5, 2016, Leonardo Corporation believes that Industrial Heat breached the terms of its license agreement and misappropriated Leonardo Corporation’s intellectual property relating to the E-Cat. Additional information is available regarding the E-Cat at www.ecat.com. The lawsuit can be viewed at www.pacer.gov, Case No. 16-CV-21199-JLK, U.S. District Court, Southern District of Florida. Leonardo Corporation does not anticipate that there will be any delay in the commercial release of the E-Cat technology as a result of the lawsuit.

Contact: Leonardo’s attorney John Annesser, Esq. JWA@silverlawgroup.com

SOURCE: Leonardo Corporation




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INDUSTRIAL HEAT STATEMENT ON MERITLESS LITIGATION
FROM LEONARDO CORPORATION AND ANDREA ROSSI

RESEARCH TRIANGLE, N.C., April 7, 2016 /PRNewswire/ -- We are aware of the lawsuit filed by Andrea Rossi and Leonardo Corporation against Industrial Heat. Industrial Heat rejects the claims in the suit. They are without merit and we are prepared to vigorously defend ourselves against this action. Industrial Heat has worked for over three years to substantiate the results claimed by Mr. Rossi from the E-Cat technology – all without success. Leonardo Corporation and Mr. Rossi also have repeatedly breached their agreements. At the conclusion of these proceedings we are confident that the claims of Mr. Rossi and Leonardo Corporation will be rejected.

Industrial Heat continues to be focused on a scientifically rigorous approach that includes thorough, robust and accurate testing of promising LENR technologies. Our goal remains to deliver clean, safe and affordable energy.

SOURCE: Industrial Heat, LLC

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Questa storia non smette di stupire, meriterebbe un canale del digitale terrestre dedicato: un E-Cat Channel!
Scherzi a parte, che la vicenda sia approdata in Tribunale, alla fin fine, può essere solo un fatto positivo: i giocatori saranno costretti a mostrare le loro carte e ad esibire prove del funzionamento o meno dell'E-Cat finalmente. E credo che la giustizia americana abbia tempi molto più "civili" di quella italiana, giusto?
A detta degli unbe' (ndr. unbeliavers) accaniti, sarebbe possibile montare tutto un universo di roba come la vicenda E-Cat, dal 2009 a questa parte (se non erro è dal 2009 che Rossi e Focardi uscirono allo scoperto), sul nulla, sul magheggio, sul VUOTO ASSOLUTO. Io continuo a ritenere decisamente più probabile che - se l'E-Cat fosse stato il bidone che loro credono - tutta la storia si sarebbe naturalmente sgonfiata da un bel pezzo.
Mi auguro che l'innalzamento del livello del gioco, ora approdato all'attenzione della giustizia USA, non possa che essere un segnale dell'avvicinarsi del finale.
Segnalo il post di Mats Lewan a proposito di questo nuovo avvincente capitolo della saga E-Cat e ne riporto i link finali:

Files regarding the lawsuit:

Generatore di energia allo stato solido:
resoconto dall'Expo Ferroviaria 2016.

1. A sx Ernesto Ermanno Franceschini, inventore; a dx Silvio Caggia, inviato speciale del blog 22passi.
Post di Silvio Caggia

Grazie al post di Andrea Rampado, sul "generatore di energia allo stato solido", ho scoperto che dietro casa mia ci sarebbe stata una mostra ferroviaria cui avrebbero partecipato i suoi amici inventori del "generatore". Ho approfittato quindi dell'occasione per andare a curiosare ieri mattina tra gli stand della Expo Ferroviaria 2016 presso il Lingotto Fiere di Torino.
La mostra è molto specialistica e poco apprezzabile per chi non è del settore, mi sono quindi subito diretto presso lo stand 754, padiglione 1, dove gli inventori sono ospiti presso lo stand della RIMEF. 
2. Il trenino alimentato dal generatore di energia
Qui ho potuto ammirare (foto 2) un plastico ferroviario circolare con un trenino elettrico che girava in tondo per un quarto d'ora e stava poi in pausa per un altro quarto d'ora, ciclicamente, tutto il tempo. La gioia di ogni bambino del passato, si potrebbe pensare, solo che qui nella mostra i bambini non sono proprio ammessi per regolamento. Questo trenino non è qui per far divertire i bambini infatti ma per mostrare una nuova fonte di energia non convenzionale.
Come in tutti i plastici ferroviari tradizionali, il trenino è alimentato da una batteria da 12 Volt cui è semplicemente aggiunto un timer per farlo funzionare un quarto d'ora sì ed un quarto d'ora no, niente di strano fino qui, la novità sta nel fatto che la batteria è a sua volta ricaricata dal "generatore di energia allo stato solido" da 15 Volt.
Ma come è fatto questo "generatore"? Il "generatore" consiste di un pacco di 10 moduli da 1,5 Volt collegati in serie tra loro.
3. La misura della differenza di potenziale
E come sono fatti questi moduli? Ciascun modulo ha dimensioni poco più grandi di un biglietto da visita, se ne vedeva uno dimostrativo collegato tutto il tempo ad un voltmetro digitale (foto 3) indicante una differenza di potenziale intorno ai 1444 milliVolt.
L'aspetto del modulo è quello di due sottili fogli di metallo con qualcosa in mezzo, che non si vede, il tutto protetto da una foderina di plastica trasparente sigillata, tipo quella per proteggere i documenti, da cui escono solo i due terminali elettrici positivo e negativo. Uno dei due fogli metallici è di alluminio, come il terminale stesso (il negativo mi pare), l'altro non si capisce di cosa sia fatto, ma il terminale che vi è collegato è di rame.
Ho fatto alcune domande ad Ernesto Ermanno Franceschini, uno degli inventori presenti ieri mattina in mostra; ne riporto a memoria il senso e le risposte che ricordo, purtroppo non ho preso appunti precisi:
Quanta corrente genera ogni modulo?
1,5 - 2 milliAmpere, è variabile, di notte per esempio è maggiore.
Quindi il pacco di 10 moduli che vediamo genera 15 Volt per 1,5 milliAmpere?
Contrariamente a quanto ci si può aspettare, mettendo in serie più moduli la corrente aumenta.

Potrebbe essere che all'interno avvenga una reazione chimica dovuta ai due metalli diversi e "l'elettrolita" che li separa?
No, abbiamo costruito anche dei moduli con entrambi i fogli fatti di alluminio e funzionavo lo stesso.
La potenza prodotta è proporzionale alla superficie dei moduli? Con moduli più grandi si avrebbero potenze maggiori?
No, la potenza è più legata agli "strati" dei materiali tra i due fogli, vorremmo infatti cercare di migliorare i risultati sfruttando tecnologie di deposizione tipo quelle per fare i circuiti stampati.
Avete pensato alla deposizione di materiali con qualcosa tipo una stampante 3D?
Sì, anche quella è una delle idee.
Avete una teoria che spieghi da dove viene l'energia prodotta dai moduli?
No, ci servirebbe infatti un partner che finanziasse la ricerca di una spiegazione teorica del fenomeno coinvolgendo esperti nelle varie scienze toccate dal fenomeno.
Come è nata questa idea?
In modo abbastanza strano... avevo costruito una grande piramide tetraedrica di legno per meditarci dentro e da lì è nata l'intuizione...
Al di là delle attuali e future versioni, sempre più raffinate, che richiedono ovviamente delle tecnologie di costruzione adeguate, i primi prototipi di questo generatore sono stati invece fatti con materiali abbastanza semplici ed alla portata di tutti?
Sì, nei primi modelli avevamo macinato dei cristalli di quarzo che si trovano nelle nostre valli...
Cosa vi ha spinto a condividere pubblicamente le informazioni del vostro brevetto su 22 passi?
Siamo stati informati da un amico che il nostro brevetto aveva cominciato a girare sottobanco in certi ambienti, abbiamo allora preferito dare la possibilità a tutti di conoscerlo.
La prima impressione che si ha a guardare questo "generatore" è: se è così semplice, come mai nessuno ci ha pensato prima? In effetti forse anche altri ci hanno pensato... la struttura di questo apparecchio mi ricorda molto quella dell'electret , e ovviamente anche il sistema Orbo di Steorn.

I lettori di qualche anno fa ricorderanno forse la discussione che ebbi con Mario Massa e Franco Morici riguardo l'electret ed alcuni esperimenti di free energy con dei condensatori elettrolitici che potete ritrovare (tramite Search22) a questa pagina.
Personalmente auguro ad Ermanno di poter incontrare presto i partner giusti per poter verificare, sviluppare, ingegnerizzare e commercializzare la sua idea, magari aiutato in questo da chi vorrà replicare il suo brevetto e magari avanzare una teoria scientifica solida sul funzionamento di questo "generatore" che a me sa tanto di futuro quanto di "antico"...

venerdì 1 aprile 2016

Quei bontemponi di Cobraf...


Post di Daniele Passerini (22passi)

In giornata di 1 aprile qualcuno, armato di Photoshop, s'è preso la briga e di certo il gusto d'incollare un po' di volti (tre - evidenziati in verde - riferiti al qui presente blog, gli altri - evidenziati in celeste - all'affaire E-Cat in generale) su «Il ciarlatano» della scuola di Hieronymus Bosch o forse di Pieter Brueghel il Vecchio... aspetto lumi.

Un modo colto e un po' snob degli unbe' di Cobraf per dare ai be' di 22passi del credulone, semplicione, ingenuotto, allocco, gonzo, sprovveduto ecc. ecc. ecc.
Aiutatemi a scoprire tutte le identità che sono state messe in gioco; mi mancano la 1, la 5 e la 6! :-)
  1. Graziano Gentili
  2. Andrea Rossi
  3. Fulvio Fabiani
  4. Giuseppe Levi
  5. Sven Kullander (R.I.P.)
  6. Alex Schibli
  7. Domenico Fioravanti
  8. Sergio Focardi (R.I.P.)
  9. Vessela Nikolova
  10. Silvio Caggia
  11. Andrea Rampado
  12. Daniele Passerini
P.S. Cosa diavolo c'entra Alex Schibli, proprietario di Rat Island, con gli argomenti dibattuti su Cobraf? Ah be', chiedetelo agli unbe' di Cobraf: quelli col Q.I. alto sono loro! :-)

P.P.S. E cosa diavolo c'entra con tutta questa storia Graziano Gentili, professore ordinario di geometria  presso il Dipartimento di Matematica e Informatica dell'Università di Firenze?