Ogni notte di qualche anno fa raccontavo ai miei piccoli, Horacio, Martìn e Serafin, una storia sui loro perché. La inventavo ma dovevo essere convincente per mantenere vivo il loro interesse finché non si fossero addormentati. Se li stupivo la loro curiosità si rinnovava la sera dopo.
Molti umani erano ancora un bel po’ pelosi e nella melma si riempivano di parassiti dei quali non riuscivano a liberarsi. La loro pelle si ammalava e campavano poco. Solo la nostra famiglia e poche altre poterono sopravvivere perché eravamo quasi senza peli: come i maiali, gli ippopotami e gli elefanti. Guai a noi però se si perdevano troppo presto anche i capelli o gli uomini adulti i peli del viso. Si perché i piccoli non riuscivano a tenere la testa fuori dal fango e non potevano avventurarsi da soli finché non fossero cresciuti e non avessero appreso tutti i segreti di quella vita complicata. Così sopravvivevano e diventavano adulti i bimbi capaci d'aggrapparsi ai capelli ricci della mamma. Il papà che era il più forte poteva attraversare il lago fangoso con un cucciolo attaccato ai capelli ed uno aggrappato alla barba, mantenendo le mani libere per difenderli. Di notte la nostra famiglia si rifugiava, come le altre, su un piccolo poggio asciutto circondato dal pantano che chiamavamo: Eden.
Nel buio si sentiva il fruscio di chiunque, persona o animale, s'avvicinasse tra le foglie. Ma non si poteva sapere chi fosse: irriconoscibile, tutto scuro e coperto di fango qual era. Né lo si poteva chiamare perché i predatori ci avrebbero sentito. Così si stava svegli a turno con un gran bastone tra le due mani. Nell'oscurità si potevano scorgere prima gli occhi e poi il biancore dei denti. Ma quando apparivano le lunghe zanne fosforescenti della grande tigre era troppo tardi se già non l'avevi colpita. Allora noi, molto prima di arrivare a tiro del bastone, imparammo a sorridere, a scoprire i nostri denti bianchi, inoffensivi: senza lunghi canini. E al luminoso sorriso di chi giungeva un accogliente sorriso rispondeva. Chiunque altro non fosse stato capace di mostrare in anticipo amicizia, sorridendo, prendeva una legnata proprio tra gli occhi luccicanti, perché un animale feroce subito dopo avrebbe spalancato le zanne, ruggenti dalla rabbia e dal dolore, e avrebbe preso una seconda randellata letale nei denti. Da allora non avrebbe potuto predare più nessuno. Molta gente che non sapeva sorridere morì. Ma la nostra famiglia sopravvisse perché un sorriso dal buio salvò l'umanità».
Questa del sorriso è bellissima Franco. Fa il pari con la genialata di Monsters & C., dove alla fine si scopre che la risata è molto più energetica della paura. Auguri.
RispondiEliminaIo quando sorrido non mostro i denti... Ho troppe labbra... :-)
RispondiEliminaCome ho fatto a sopravvivere?
Sento già il dolore della bastonata in testa...
@Franco
RispondiEliminaBel simbolismo, mi piace molto la tua favola sul sorriso!
Solo un dubbio: nelle notti di novilunio o comunque nuvolose, che fine hanno fatto tutti i "sorridenti bastonati" i cui denti non avevano alcuna possibilità di luccicare nel buio? :)
@ Domenico Canino
RispondiElimina«Fa il pari con la genialata di Monsters & C., dove alla fine si scopre che la risata è molto più energetica della paura.»
Sai domenico che non avevo pensato alla storia di Boo, la bimba senza paura che fa scoprire la potenza della risata. Credo che lo sceneggiatore di Monsters abbia a sua volta operato una sintesi tra il personaggio della bimba Scout e quello di Boo nel “Buio oltre la siepe”. Scout era l’unica del vicinato a non aver paura di Boo, un essere misterioso timido e solitario suo vicino di casa del quale si favoleggiavano cose terribili. E fu proprio Boo a salvarla, assieme al fratellino, da un tentativo di omicidio di un razzista che voleva vendicarsi del padre: Atticus, difensore di un uomo di colore ingiustamente accusato di violenza carnale. Nel buio li salvò.
@ Silvio Caggia
«quando sorrido non mostro i denti... Ho troppe labbra... :-). Come ho fatto a sopravvivere? Sento già il dolore della bastonata in testa...»
Non fosti tu ma i tuoi genitori portatori sani del tuo sorriso pudico a salvarsi. Sopravvissero perché erano parte della stessa comunità dei genitori di Domenico e Daniele, sempre molto comprensivi con loro, e simpatici: quando assieme s’avvicinavano alla capanna riuscivano a farli ridere a bocca aperta.
@ Daniele Passerini
« nelle notti di novilunio o comunque nuvolose, che fine hanno fatto tutti i "sorridenti bastonati" i cui denti non avevano alcuna possibilità di luccicare nel buio? »
Devi sapere Daniele che la dentina ha la proprietà di una leggera fluorescenza. Gli occhi abituati al buio totale del novilunio o della tempesta riuscivano ugualmente a scorgere il sorriso insistito dei visitatori. Nelle notti più buie, poi, i grandi felini erano svantaggiati perché i loro occhi sono i più fluorescenti di tutti. Ti confesso che il racconto è proprio vero. La storia è vera una volta sola mentre il mito è vero sempre. Anche nel futuro.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Scimmia_acquatica
RispondiElimina@silvio
RispondiEliminanon mi stuzzicare su Darwin, che poi non riesco a controllarmi e Daniele mi tira le orecchie...
Complimenti, bella la storia!
RispondiEliminaMi piace molto anche la parte della bastonata in testa a Silvio ;-)
La storia di Franco ricorda molto "L'origine della donna" libro di Elaine Morgan di cui ho letto solo frammenti su internet
RispondiElimina@ Silvio Caggia
RispondiEliminaMolto bello. Lo lessi 35 anni fa. Dovessi scrivere un saggio basato sulla favola dovrei intitolarlo: " Scimmia grufolante". Ma forse sarebbe più invitante: "scimmia sorridente" ;-)
@Alessandro Pagnini.
RispondiEliminaGrazie. Se Silvio avesse dovuto soccombere in tale contesto di selezione del più adatto ci mancherebbe molto. ;-)
http://ilfenotipoconsapevole.blogspot.it/2012/10/io-tarzan-tu-jane.html?m=1
RispondiEliminala mucca è l animale che ha sempre il sorriso in bocca
RispondiElimina(anche se non lo vediamo ,il loro modo di sorridere è esser quiete e pacifiche)
specialmente quelle al pascolo..
@ Silvio Caggia
RispondiEliminaSei incorreggibile, sempre alla ricerca dei presupposti teorici: anche di una favola. Così mi costringi a prendermi più sul serio di quanto vorrei. Le tesi di Elaine Morgan nel suo “origine della donna”, non mi convinsero. Sostanzialmente assimilava senza distinzioni il processo selettivo degli umani, dei maiali, degli ippopotami, degli elefanti e quello di tutti i mammiferi glabri a quello dei delfini e delle balene. Dal punto di vista del fenotipo, invece, gli umani non hanno le capacità natatorie di nessuno di quei mammiferi: se non educati sono ancor più scarsi dei maiali. Né possiedono le doti di apnea di ippopotami e dei mammiferi marini. Secondo me pur condividendo alcune caratteristiche che presuppongono un processo selettivo in ambienti “umidi” i biotopi nei quali e maturato quello di ciascuna specie può essere anche molto differenziato: acque limpide in ambiente marino per delfini, orche e balene; fiumi calmi e lanche per gli ippopotami; paludi per gli elefanti; aree limacciosa di esondazione per i maiali, laghi di fango in terre umide equatoriali per gli umani. Le principali fasi del “divenire umani” sono strettamente associate al “fango”, che non è nulla ma tutto può essere, come dice Joë Bousquet parlando del sottosuolo dell’anima. Dalle aree di esondazione dove scorrono torrenti a portare per concime il limo” (Virgilio, 31 e 29 a.c. Georgiche) dove prese avvio la rivoluzione agricola, alle città d’argilla nate dal fango della Mesopotamia. Non so se sia proprio così. Ma mi piace pensare a un mito che lo renda vero per sempre.
@ Franco
RispondiEliminaNon guardare me che schiatto se provo a scendere sotto i 10 metri, ma qualche 'umano' meglio attrezzato all'uopo credo riesca a rimanere in immersione attiva anche per diversi minuti. Con preparazione apposita e con una semplice apnea statica a bordo piscina, mi pare si sia intorno addirittura ai 15 minuti (forse però dopo aver respirato ossigeno). Inoltre pare che i grandi apneisti abbiano la capacità di accedere ad un metabolismo anaerobico quando il bisogno lo richiede. Fu fatto un esperimento con un'apnea in piscina e il tipo di metabolismo dell'apneista cambiò dopo, mi pare, un paio di minuti. Qualche strano meccanismo di adattamento acquatico, pare ce lo abbiamo anche noi!
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RispondiElimina@ Alessandro.
RispondiEliminaLo penso anch'io e può includere anche la capacità di "nascondersi" o di raccogliere o pescare anche in apnea, ma fondamentalmente credo che p'adattamento sia fondato più sulla postura eretta che sulle capacità natatorie.
@Franco Sarbia
RispondiEliminaAcqua o fango poco cambia...
Il tuo racconto mi ha stimolato la voglia di ritornare su quel libro... ha molti spunti interessanti che mi ero perso... Magari non sempre ci prende... Ma l'evoluzione vista con gli occhi della donna è intrigante... Con buona pace di Domenico ovviamente... :-)
Domenico é un gentiluomo e non credo vorrà contraddire una signora :-)
RispondiElimina@silvio, alessandro e franco
RispondiEliminaringraziate il fatto che è Natale, sennò dovevate sorbirvi qualche mio pistolotto accalorato sulle c..z..te di sir Charles Darwin e seguaci. Più che altro i seguaci, chè se Darwin fosse vivo avrebbe già capito ed abiurato.
@unbe
RispondiEliminaA voi che difendete il fortino dell'ortodossia, auguro che il vostro bastione difensivo faccia la fine della KODAK. Molto anni fa scrissi e fui profetico, che con l'arrivo del digitale nella fotografia, in breve tempo avremmo dovuto dire addio a chimica, sviluppo e rullini. Il passo era troppo grande e il vantaggio sulla vecchia tecnologia era enorme per velocità e costi. Mi risposero che mai e poi mai il vecchio rullino ed il bagno chimico sarebbero spariti, anche perchè le grosse compagnie del settore come Kodak e Fuji non lo avrebbero permesso. Ed invece Kodak che era un grande multinazionale solidissima è sparita e fallita in pochi anni. Lo stesso in parte vale per l'industria del disco con il passaggio al digitale. Di fatto non si vendono che pochi cd audio fisici, la gente preferisce i tunes o spotify. E le multinazionali per vivere vendono diritti ed organizzano eventi e concerti, il fatturato dl venduto fisico è irrisorio rispetto ad un tempo. Lo stesso accadrà con le LENR: ma i petrolieri non lo permetteranno, ma gli arabi perderanno il loro potere, ma la Russia perderà la sua sola fonte di reddito. Tutti questi fattori al massimo ritardano, ma ormai grazie ad INTERNET le conoscenze non si possono tenere segrete per sempre. Spero di avere azzeccato questa profezia, esattamente come accadde per le altre due. Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento. (proverbio cinese). Io preferisco i mulini.
@Franco
RispondiEliminaDevi sapere Daniele che la dentina ha la proprietà di una leggera fluorescenza. Gli occhi abituati al buio totale del novilunio o della tempesta riuscivano ugualmente a scorgere il sorriso insistito dei visitatori.
Non lo sapevo, grazie! :)
Tutto ciò mi fa pensare alla corrispondenza tra le espressioni disegnate dalle nostre labbra e le fasi lunari:
) Luna crescente = sorriso, gioia, entusiasmo
( Luna calante = tristezza, disperazione
O Luna piena = stupore, meraviglia
Luna nuova = mancanza di espressione, apatia
Siamo tutti figli della Luna! :-)
P.S. I sorrisi "mi costano" circa 30-50€ al mese (400-600€ all'anno): ogni volta che parcheggio l'auto quando vado al lavoro o a fare la spesa c'è sempre qualcuno che chiede la carità, e a chi lo fa con un sorriso vero (cosa in cui si distinguono soprattutto gli africani) apro sempre il portamonete. Se tutti i ricchi facessero, in proporzione, la stessa cosa, questo mondo sarebbe decisamente migliore.
@ Domenico
RispondiEliminaTra le tante profezie di cambiamento felice perché non aggiungere quella di un sorriso che ci salvi dal buio.
Buon Natale cari amici! Qualunque cosa sia per voi oggi, vi auguro di viverlo con la stessa emozione, la stessa fiducia nell'amore e la stessa attesa di sogni che si stanno per avverare di quando eravate bambini. Domenico è la dimostrazione che anche da grandi si può non smettere di sognare. ;-)
Non smettiamo di sognare, ma mi raccomando, moderatevi:-)
RispondiEliminaBuon Natale a tutti!
buon natale!
RispondiEliminaTanti auguri a tutti !!
RispondiEliminaBuon Natale e Felice 2016 a tutti!
RispondiEliminaAuguri a tutti :)
RispondiEliminaSia un felice Natale per tutti (anche se... tra poco è ormai santo Stefano...). :)
RispondiEliminaBuone feste (Natale è ormai alle spalle) a tutti. :-)
RispondiEliminaCome dice Mario, non esageriamo, nemmeno con le libagioni (avrete letto di quegli anziani che si sono sentiti male per aver ecceduto al pranzo festivo)!
E il buon Frank Acland ci segnala uno che non esagera:
http://www.e-catworld.com/2015/12/25/cfa-institute-on-possible-global-impact-of-cold-fusion/
Solito pistolotto con doverosa e prudenziale premessa di 'whatif'. Strano però come si leggano interventi e ipotesi, pur cauti, e nemmeno provenienti da parte di 'smemorati di collegno' su qualche blog e forum di pazzerelloni(con tutto il rispetto per i blog, ovviamente, specialmente questo ;-) ), che hanno per argomento la FF. Se davvero quest'ultima è equiparabile ai draghi rosa in garage, mi sorprendo di non trovare altrettanto interesse, a livelli di autorevolezza confrontabile, per quelle deliziose bestioline, tra l'altro tenerissime a dispetto dell'immagine distorta loro affibbiata da un complotto pluto, giudaico, massonico, ecc... ;-)
@Franco Sarbia
RispondiElimina@Domenico Canino
Che ne pensate di questa notizia?
http://changera.blogspot.fr/2016/01/decouverte-des-restes-dune-colonnie-en.html?spref=fb&m=1
@Silvio Caggia
RispondiEliminaIpotesi molto interessante anche se lontana dall'essere dimostrata.
Sicuramente la deriva del continente poteva collocarlo a latitudini meno estreme, ma in ere geologiche lontane dalla presenza dell'uomo moderno sul pianeta. La supposizione di una porzione dell'antartico non coperta di ghiacci nei periodi interglaciali degli ultimi 30.000 anni non mi pare poi così fantasiosa. Possono aver concorso diversi fattori di cambiamento climatico. Il primo è quello ipotizzato nell'articolo: di un leggero spostamento dell'asse di rotazione della terra. Il secondo è associato al fatto che per effetto della precessione degli equinozi l'emisfero sud è attualmente all'afelio durante l'inverno, tant'è che gli unici ghiacciai che non si ritirano, a dispetto del riscaldamento globale, sono quelli dell'America del sud. Ma circa 15 e 30 millenni fa era al perielio con inverni più temperati e minor accumulo di ghiacci. Questo associato ad un ciclo di iper attività solare potrebbe aver causato un parziale scioglimento dei ghiacci su ampie porzioni del continente. Se di questo si fosse trattato possiamo immaginare correnti calde meridionali che favorissero l'accesso alla ricca fauna marina e spingessero a sud i cacciatori, pescatori, fino a incontrare nel continente un ponte naturale fra Australia e isole Auckland (2400 km), sud Africa (3800 km)e Terra del fuoco (solo 1000 km, dalle sue coste. Chissà.