Il prof. Alessandro Burgognoni (Fondazione J. Von Neumann) misura la temperatura in plasma pulsato |
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mercoledì 25 settembre 2013
Prima accensione dell' f-pulsator,
schema e basi teoriche degli effetti
60 commenti:
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Ing Abundo, ho provato a leggere la parte teorica nel file "report" ma non è che ci abbia capito più tanto. Una sola domanda voglio porre: Per quale ragione la probabilità che avvengano le reazioni nucleari paventate sono superiori nell' f-pulsator ripsetto ad un normale acceleratore? Quale proprietà del vostro apparecchio determinerebbe tale effetto? Grazie mille
RispondiElimina@sandro 75k
RispondiEliminaringraziando per la interessante domanda posta, espongo molto sinteticamente l' IPOTESI DI LAVORO che ci muove.
Pensiamo che si possa conferire grande energia agli elettroni, cosi' da trasmutare un protone in neutrone (e dar luogo successivamente ad una catena di trasformazioni esoenergetiche),impiegandone relativamente poca (alta efficienza) , mediante sollecitazione forzante pulsata che, opportunamente cadenzata, possa attivare modi di oscillazione elettronica "naturali" nel lattice catodico,ad alta energia per via della dipendenza inversa (addirittura quadratica) tra energia e dimensioni (micro e nanometriche) del materiale.
Molti cordiali saluti.
Ugo Abundo
@abundo
RispondiEliminacomplimenti, tra tanti che chiacchierano qualcuno che opera; e che ha una chiara strategia di come arrivare all'obbiettivo; una curiosità: il pulsare ha a che fare con il generatore di frequenze fantomatico che rossi utilizzò nella dimostrazione del gennaio 2011 a Bologna?
ciao
Interessante e intrigante ipotesi, non sono esperto di M.Q. (Meccanica Quantistica) ma considero i concetti espressi particolarmente affini alla comune conoscenza dei meccanismi fisici noti riguardo i fenomeni di risonanza isofrequenziale. Mi pare di ricordare che anche Defkalion ultimamente dichiara di usare il plasma pulsato per innescare la reazione che asserisce di raggiungere in appena 30 minuti, anzichè le tre ore dichiarate necessarie per l'E-cat. Mi sentirei di dire che l'ipotesi formulata dall'Ing. Abundo "fa quadrare i conti" con tutto quello che noi (mi riferisco agli ignoranti come me) si possa conoscere riguardo i fenomeni LENR noti.
RispondiEliminaChissà invece il Dott. Celani che ne pensa in merito, purtroppo credo che lui ora abbia ben altre gatte da pelare...
Lodi all'abnegazione e caparbietà dell'Ing. Abundo e colleghi.
Chissà invece il Dott. Celani
RispondiEliminaVisita del suo laboratorio questa mattina da parte di un ispettore..
Forse chiusura per "motivi di sicurezza"
@MISTERO
RispondiEliminaGià. Le stanno provando tutte... il bello è che se andassero a far le pulci allo stesso modo in tutti i lab INFN probabilmente l'ente dovrebbe sospendere al 90% tutte le sue attività di ricerca. Ma tant'è...
Qualcuno sa dirmi qualcosa riguardo www.progevita.com ?
RispondiElimina@Salvatore
RispondiEliminaLa domanda la devi porre nell'altro post..:-)
@Salvatore Boi
RispondiEliminaFrancesco Celani ha utilizzato impulsi (ma su filo, mentre per le polveri c'e' qualche problema che abbiamo risolto) e, se non ho interpretato male alcuni suoi scritti, vede interessante l'approccio pulsato, solo che lo ha rimandato ad una fase piu' matura della ricerca.
In effetti, tutti gli amici che ho sentito in questi giorni si stanno generosamente prodigando in consigli, trasferimento di esperienze, modelli di azione; tutti vedono nella sollecitazione pulsata l'elemento comune trasversale ai diversi approcci alle LENR, giudicandola potenzialmente molto influente dal punto di vista quantomeccanico.
@ Domenico Canino
Ovviamente non ne ho conoscenza diretta, ma mi pare che il cerchio si chiuda, e penso proprio che l'obiettivo sia il medesimo.
Nonostante gli abbottonamenti di molti, sembra che la faccenda non possa piu' essere ritenuta un segreto.
Grazie a tutti della costante attenzione.
Ugo Abundo
@Abundo
RispondiEliminatutti vedono nella sollecitazione pulsata l'elemento comune
Se non pulsa non vale nulla.
Pierluigi Ighina
@Abundo
RispondiEliminaMi permetto di consigliarle di sperimentare l'uso di polveri piezoceramiche
per incrementare la reazione come sembra abbiano provato con buonissimi risultati i ricercatori finlandesi della ETIAM i quali affermano di aver ottenuto COP superiore a 10 con nanopolveri nichel avente una dimensione media delle particelle di 10 nm mescolate a cristalli in polvere di litio tetraborato piroelettrico L12B4O7
domanda di brevetto WO LENR ottenuto pubblicato il 30 maggio da Etiam
OY, una LENR finlandese start-up.
questo è il link del forum dove reperire il brevetto
http://www.talk-polywell.org/bb/viewtopic.php?t=3200&p=102518
@Abundo
RispondiElimina"...Grazie a tutti della costante attenzione."
Grazie a Lei per la generosa condivisione delle informazioni e, sinceramente, più che Lei a ringraziare noi, siamo noi a ringraziare Lei, così attento alle (nel mio caso specifico) nostre povere considerazioni.
@carloluna
"Mi permetto di consigliarle di sperimentare l'uso di polveri piezoceramiche..."
Intrigantissimo!!! :-)
Commento sibillino di Cures su Cobraf:
RispondiEliminaDi frasca in palo: ha considerato gli isomeri nucleari?
Questo riporta in auge una delle tante ipotesi fatte sulla natura delle LENR, discusso in un paio di anni fa su vortex:
Maybe what Rossi found is a two-fold process, which:
1) Induce a given (naturally ocurring, hidden in the mass statistics?) Nickel nuclear isomer to decay. Through the use of nano-powders, the presence of Hydrogen, pressure, and some heat. Probable, at least.
2) Increase the IC coefficient, for the given nuclear isomer, so (almost) no gammas are produced. Through the selection of specific temperature and pressure ranges, by using electromagnetic fields, by using a "secret catalyst", etc. etc.
http://www.mail-archive.com/vortex-l@eskimo.com/msg54356.html
Sarebbe interessante sentire l'opinione di qualche esperto (Vettore, Ubaldo, ecc) su questa ipotesi.
@Abundo
In bocca al lupo anche da parte mia
http://www.investireoggi.it/finanza-borsa/fiat-industrial-oggi-saluta-piazza-affari-lunedi-ce-cnh-industrial/
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-09-27/investire-italia-scoppia-polemica-170847.shtml?uuid=AbH3REdI
RispondiElimina@Hermano
RispondiEliminaMi sono accorto di una cosa e volevo farti partecipe di questa "riflessione".
Ogni qual volta che un certo ingegnere X riprende alcuni commenti o ipotesi cercando di smontarli, in molti casi ho personalmente verificato che sbaglia.
Riflessioni:
1) e' uno sfigato
2) porta fortuna
Nella riflessione uno basta fare sempre il contrario di quello che dice.
Nella riflessione due basta fare quello che già si sta facendo.
In entrambi i casi questa tipologia di ingegneri sono utili alla società solo nel caso in cui si conosce questa statistica e si fa di testa propria.
E' una caratteristica di molti ingegneri il che conoscendola non è un male, anzi se ci pensi ti da delle certezze.
@Hermano Tobia
RispondiEliminaL'ipotesi degli isomeri non mi convince, per tanti motivi, sia "teorici" che pratici (soprattutto)...
Invece ultimamente, anche a seguito della demo di Cravens, ho approfondito un pò l'argomento dei catalizzatori (in senso chimico), e continuo a scoprire delle cose note ma sorprendenti se li si guarda "retrospettivamente" e con in mente le LENR e non le reazioni chimiche. In quest'ottica sono andato a rileggere il brevetto di Rossi per trovarci qualche indizio che poteva essere passato inosservato. Ne ho trovato uno ipoteticamente molto rilevante, anche questo sempre stato sotto gli occhi di tutti, ma trascurato. Non sappiamo quanto di quello che c'è nel documento sia vero (e soprattutto quanto sia stato messo a bella posta per sviare), ma se prendiamo per buone le figure che mostrano gli spettri EDX delle polveri (e tutto sommato anche la sua foto al SEM che confermano), si nota una cosa singolare: oltre al Ni, c'è anche parecchio Zn. Lui dice che sarebbe un prodotto della reazione, ma la cosa non quadra perchè sarebbe troppo rispetto al Ni! E qui lancio un suggerimento a Nevanlinna, che so che ogni tanto passa di qui e capirà subito: esiste qualcosa che unifica bene questi fatti... Non solo, ho anche approfondito un'altra questione (mi rivolto sempre a Nevanlinna che l'ha tirato in ballo di recente): sempre negli spettri EDX c'è un picco molto ben visibile che però non è etichettato. Cosa sarà mai? E perchè è stata cancellata l'etichetta? Posso rispondere per certo alla prima domanda: si tratta di Cu. E non è quantitativamente poco. Il perchè non l'abbia voluto mostrare può far nascere ipotesi interessanti...
@vettore
RispondiEliminaallora idruro di zinco potrebbe essere il catalizzatore, come accennava mistero qualche tempo fa?
@Vettore
RispondiEliminaciao Vettore,
qual è l'elemento o gli elementi che ti fanno essere fiduciosi circa un condizionamento delle reazioni nucleari da parte dell'ambiente chimico?
@Carloluna
RispondiEliminagrazie, e' un suggerimento importante.
Infatti sono gia' nel piano di sperimentazione e fa piacere sentirlo condividere da fonte indipendente che non poteva sapere.
Saluti cordiali
Ugo Abundo
@tutti
RispondiEliminaFacciamo un esperimento mediatico ?
Qui, poco visibile ma non nascosta, lanciamo una sollecitazione:
una tra le idee che abbiamo nel cassetto viene schiusa, senza l'arroganza di attribuirle importanza eccelsa, ma senza nemmeno trascurarne a priori il potenziale contenuto.
Sappiamo tutti che occorre, in prospettiva, produrre energia elettrica direttamente senza ciclo termodinamico di filtro.
E' questo il motivo per cui lavoriamo a plasma !
Da semplici considerazioni siamo sicuri che il tungsteno superi i 1500°C, senza tema di smentita da parte di ipotesi alternative (frantumazione meccanica dell'elettrodo, corrosione chimica, ecc.) che senz'altro avvengono, ma non escludono l'alta temperatura.
Qual e' la prova ? Fate una semplice prova con catodo di acciaio e trovate che la griglia anodica viene FORATA da proiettili di gocce di acciaio, sicuramente dopo fusione dello stesso.
Se, inoltre, schegge di tungsteno colpiscono l'allumina, vi rimangono incluse.
Sono a tutti note le temperature di fusione dell'acciaio e di rammollimento dell'allumina.
Allora, una opportuna conformazione geometrica a catodo cavo puo' permettere, dietro uno spessore termoconduttivo ma elettroisolante (ancora allumina) di alloggiare una circolazione di refrigerante INTRACATODICO potenzialmente elevabile ad alta temperatura o, meglio, convertitori diretti calore/corrente anche eventualmente per emissione termoionica in vuoto intracatodico.
Veniamo alla richiesta di supporto: ci aiutereste a reperire in tempi ristretti una selezionata letteratura su studi riguardanti convertitori di questo tipo, tra cui le promettenti nanoantenne ?
L'idea sarebbe di mettere a frutto l'incredibile capitale di competenze interrelate di cui disponete, l'apertura mentale e le capacita' di correlazione e sintesi, potenziate dall'effetto sinergico "a cascata" conferito dalla comunicazione cooperativa.
Puo' darsi che nessuno accolga questa istanza, puo' darsi che ne esca una cosa utilissima.
La preghiera, pero', e' semplice: non inondateci di tutto, ma vengano selezionate, con la vostra competenza, le sole segnalazioni piu' appropriate.
Grazie, e stiamo a vedere.
Ugo Abundo
@Abundo
RispondiEliminaL'idea di usare un convertitore termoionico dentro il catodo potrebbe essere molto buona, a parte due considerazioni contingenti:
1) come qualsiasi tipo di conversione, il rendimento sarà inferiore a 1, quindi ha senso porsi il problema solo se nella cella si accerta che ci sia un guadagno di energia;
2) il catodo cavo, anche se "riempito" con il convertitore potrebbe andare incontro a accumulo di idrogeno e quindi danneggiarsi in breve tempo.
Riguardo alle nanoantenne, sono sempre stato molto scettico, fin da quando ne lessi i primi abbozzi su... Keelynet (!)... O si inventano qualche variante molto furba (?), o ci sono delle questioni che intrinsecamente non sono superabili e non consentono una conversione decente dell'energia.
Le suggerisco un'alternativa forse inedita: il plasma della cella produce delle forti emissioni elettromagnetiche. Si potrebbe raccogliere questa energia e verificarne prima di tutto l'entità ed eventualmente il rendimento di conversione. Il modo più semplice per farlo è costruire una specie di trasformatore "attorno" alla cella, realizzato con ferriti per alta frequenza o materiali ferrosi ad alta permeabilità, in cui il circuito che attraversa il plasma rappresenta il primario del trasformatore. In pratica viene fuori una specie di trasformatore di corrente... Al secondario si può collegare un raddrizzatore a diodi shottky per alta frequenza ed un condensatore (le emissioni raggiungono frequenze molto alte, e sarebbero impossibili da utilizzare senza un conversione in DC).
@ Abundo
RispondiEliminaNel commento di Vettore la frase:
... ha senso porsi il problema solo se nella cella si accerta che ci sia un guadagno di energia
ci riporta al punto principale.
Le chiedo, credo per l'ennesima volta, di dimostrare scientificamente tramite misura calorimetrica (il suo Calorimetro appositamente progettato l'ha poi utilizzato con Hydrobetatron e con quali risultati?) gli eccessi energetici vantati e nella fattispecie quello di calore.
Lei ha dichiarato pubblicamente anni fa di essere in grado di ottenere un eccesso di calore, vuole dare finalmente evidenza scientifica dei suoi claim termici o continuare a far finta di niente?
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RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina@Abundo Complimenti per il l'ottimo lavoro, mi permetto di darLe un paio di suggerimenti, il plasma è bello, e luminoso, ma con una configurazione del genere gran parte dell'energia se ne va sotto forma di fotoni e non viene recuperata, basterebbe aggiungere all'elettrolita della polvere di grafite per far assorbire anche la luce aumentando le prestazioni termiche della cella.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la raccolta degli elettroni emessi se si pensa la cella come una valvola termoionica credo basti raccoglierli con una o più griglie, che circondano gli elettrodi, si interrompe il circuito mentre c'è l'impulso agli elettrodi e si chiude e raccoglie mentre gli elettrodi sono a riposo e si raffreddano, se c'è guadagno di energia si dovrebbe raccogliere più di quanto si da, noterà un bel' impulso a 20 mSec.
Per la cattura elettronica credo siano altri i meccanismi in gioco non credo sia p + e- ma una questione cinetica tra atomi, mi riferisco a qualcosa del genere: http://pra.aps.org/abstract/PRA/v26/i4/p1892_1
Ancora complimenti per l'ottimo lavoro.
Beh, di questo passo, direi che stiamo implementando la versione italiana del Jonp! ;-)
RispondiElimina@Vettore
RispondiEliminail tipo di recupero che suggerisce e' stato preso seriamente gia' in considerazione, poiche' effettivamente potenzialmente promettente.
Al link seguente http://www.youtube.com/watch?v=jU_4uCcKazc&feature=c4-overview&list=UUYQWsSxX4XiJItfNC0ySVHQ facciamo vedere una misurazione di radiazioni EM emesse, che si attesta su circa 300MHz soprattutto in fase di pre-plasma; ma a plasma stabilizzato, la radiazione scema immediatamente.
Sono programmate misure con polveri invece che con catodi monolitici, e queste potrebbero risultare in plasma emissivo continuativamente, a causa, se cosi' si rivelasse, delle interruzioni di contatto che gia' Vi abbiamo mostrato in foto all'oscilloscopio. Aspettiamo di approntare un piano di misure in plasma pulsato, ed effettueremo anche le dette misure in plasma stabile ma con polveri. Speriamo,,, E comunque, la sovrimposizione di campi magnetici potrebbe permetterci di "schiavizzare" il plasma ai nostri fini.Davvero molte grazie per il suggerimento, lo sentiamo nostro da tempo.
@GabriChan
il problema di raccogliere la emissione visibile e' davvero di formidabile interesse!
Per ora abbiamo circondato la cella con alluminio riflettente, e la ragionevolissima proposta di immettere sospensioni intorbidanti, di qualsiasi natura, e' programmata ad una fase successiva.
Il motivo: inizialmente, per isolare gli effetti, dovremmo immettere inerti scuri, non carbonio; infatti l'immissione in sospensione di fullereni e' oggetto di indagine conoscitiva bibliografica, al fine di verificare poi sperimentalmente la validita' della presenza di carbonio COME CO-REAGENTE nel mix di polveri; va detto subito che la cella e' stata idoneamente accesa in plasma anche col solo catodo (monolitico) di carbonio, pertanto la reattivita' del carbonio e' cosa intanto gia' ASSODATA.
Perfettamente d'accordo per pensare a griglie, ben sincrona l'idea di sintonizzare la raccolta elettronica con le frequenze degli impulsi.
Grazie per la segnalazione del link, anche noi stiamo dando sempre meno per scontato il meccanismo elettrone+protone=neutrone, e contiamo di snidare, con gli impulsi, utili fononi, nel reticolo, che agiscano cineticamente.
@Alessandro Pagnini
Possiamo davvero pensare a qualcosa di simile, naturalmente molto in piccolo, ma con caratteristiche innovative: potrei chiedere a Daniele di metterci tecnicamente a disposizione un pulsante diretto, o qualcosa di analogo, ad un "luogo" ove spostare la discussione tecnica INTERATTIVA sempre aperta e aggiungere un altro forte elemento di interattivita': semplice linkabilita' a singole foto da immettere rapidamente nel nascendo Forum del nostro sito hydrobetatron.org.
Non siamo interessati ad azioni di dispersiva duplicazione di Forum, pertanto studierei con Daniele la possibilita' di discutere sempre su 22passi (siamo tutti abituati, anch'io) e immettere rapidi link a materiale che risiederebbe, per pura semplicita' di uploading e manutenzione, a "casa nostra".
Il prossimo passo, piu' emozionante di quanto non sia tecnicamente difficile, sarebbe la risposta ai quesiti con :"ecco, ora ti faro' vedere domani il filmato e ne discuteremo !"
Chissa' che non supereremo anche questa fase...ma poi sarebbe fantascienza..., anche se abbiamo gia' in mente qualcosa che non somiglierebbe al MF Foundation, ma lo supererebbe: decidere INSIEME alcune (naturalmente solo ALCUNE) sperimentazioni, e svolgerle in diretta video.
Ora Vi salutiamo cordialmente, perche' stiamo iniziando alcune prove.
Ugo Abundo
Di là da cobraf ci sono delle belle teste. Abundo potrebbe provare a scrivere anche di là?
RispondiElimina@Paul
RispondiEliminaDi là da cobraf ci sono delle belle teste. Abundo potrebbe provare a scrivere anche di là?
Perché mai di là? Le belle teste temono di sporcarsi i neuroni a venire a leggere e scrivere qui? ;)
Ora che è attiva la moderazione non vedo che problema ci sia.
"Ora Vi salutiamo cordialmente, perche' stiamo iniziando alcune prove.
RispondiEliminaUgo Abundo "
In bocca al lupo! :-)
Nevanlinna mi sembra abbia assunto una posizione molto negativa e pessimistica sul fenomeno delle Lenr e che in fondo rischia di far il paio con l’altra del nostro di là dall’altra parte. IL 27 Settembre 2013 13:51 Ha scritto :”Qui Lei oscilla tra le fallimentari esperienze dei fusionisti freddi classici e la fantascienza. Dall'intero segmento che ha per estremi da una parte gli ICCF ufficiali e dall'altra Abundo [o gli altri epigoni locali], Lei sa bene che non uscirà MAI fuori nulla: inutile continuare a lisciare il gatto con le stesse ideuzze...... - son tutte strade senza sbocco......... Nessuno sa in cosa si sia imbattuto Rossi, e se c'è chi lo sa non viene a dirlo in un forum frequentato da dilettanti” Può darsi invece che qualcuno lo sappia, qualcuno che commennta con lui magari!! Capisco difendere gli interessi di Rossi ma ormai lui e vari altri di chi difendono i segreti e gli interessi?? Di multinazionali USA?? Ed allora mi domando qualche mail, qualche dritta un po’ segreta a Celani, ad Abundo per arrivare ai Kw...perchè no??? Non credo che solo Rossi sappia!!
RispondiElimina@Abundo
RispondiEliminaquesto link può essere interessante per la conversione termoelettrica per emissione termoionica: http://www.powerchips.gi/technology/Power_Chips_STAIF_10Feb04_S2.pdf
Seguivo questa ditta e i loro brevetti per una conversione molto più efficiente rispetto ai convertitori a stato solido attuali, ma ho visto che la Powerchips non procede oltre da diversi anni. Ho studiato la cosa perchè serve "purtroppo" la tecnologia microelettronica (avanzata) per realizzarli, ma tra i colleghi non ho trovato chi volesse cimentarsi su questa tecnologia.
Per la conversione con nanoantenne, al limite anche dei disturbi a radifrequenza, avendo studiato anche questa via per il fotovoltaico e per la visione notturna IR, ricordo che le antenne funzionano efficientemente solo con radiazione coerente, (fotoni con la stessa frequenza devono essere tutti in fase tra loro), per cui penso che questa via di recupero dell'energia non sia praticabile.
Inoltre, questa è una mia curiosità, essendo io molto scettico sulla possibilità della beta inversa, ma non escludendo la produzione eventuale di neutroni per altre vie, anche se non la auguro per ovvi motivi, dato che nella foto del post non si vedono i monitoraggi di gamma e neutroni, vorrei chiedere: come sono effettuati?
Grazie e complimenti per il lavoro,
Ubaldo
@ piero41
RispondiEliminaDare credito al solo caso Rossi e trascurare i fusionisti freddi classici e la fantascienza. Dall'intero segmento che ha per estremi da una parte gli ICCF ufficiali e dall'altra Abundo [o gli altri epigoni locali] non significa, secondo me, assumere una posizione molto negativa e pessimistica sul fenomeno delle Lenr.
Magari è segno di vigile monitoraggio ed equilibrio, già "equilibrio" una parola qui da tempo dimenticata.
...allora mi domando qualche mail, qualche dritta un po’ segreta a Celani, ad Abundo per arrivare ai Kw...perchè no??? Non credo che solo Rossi sappia!!
Dopo tutti questi anni e tante discussioni, credi ancora che in giro sia pieno di Babbo Natale?
Paul
RispondiEliminaCavoli in cobraf (riguardante Rossi)
c è un direttore d orchestra che stabilisce le suonate giuste e quelle di "solo rumore"
non so perchè ma mi vien da pensare che, infine ,abbia trovato la realizzazione della sua cultura
buon per lui
da noi Abundo riceve fin troppi consigli e.....
se qualcuno vuol infangarsi le scarpe per apparire su questo blog
è sempre ben accetto
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina@Franco Morici
RispondiEliminaForza Franco, tieni alta la bandiera dei bastian contrari! :)
@ Passerini
RispondiEliminaForza Franco, tieni alta la bandiera dei bastian contrari! :)
Esprimo solo il mio pensiero. Magari, qui dentro, risulta contrario al modo di pensare della maggior parte degli utenti, ma non ritengo per questo di doverlo condizionare al gradimento (o meno) della maggioranza.
Franco
RispondiEliminaprova notare una cosa.
Abundo parla ,spiega e tanti utenti di 22p. chiedono e addirittura consigliano.
C è un interesse totale per venirne a fondo con passione.
C è della gente che per la prima volta affronta problemi inconsueti ,lo fanno perchè hanno delle riscontranze seppur iniziali minime ,ma ,positive.
è un inizio .....perchè voler deridere il tutto
,ridi ....
ma< perchè non partecipi ,tu che ne avresti la possibilità!..
non c è nessun premio in gioco e neppure alcuna perdita di faccia
si chiama "ricerca sperimentale"
@ robi
RispondiEliminaperchè non partecipi ,tu che ne avresti la possibilità!
Partecipare? e a cosa?
Ti sei gia dimenticato dei contributi e dei suggerimenti dati a suo tempo da Mario, da Ilio e da me anche attraverso 22passi, per mail ecc, più e più volte?
Piuttosto è la volontà (o meno), di chi conduce il gioco, di seguirli è quella che determina l'utilità dei contributi.
La questione è che erano già state vantate evidenze e dei precisi risultati di overunity e pubblicamente, ma poi non sono mai stati dimostrati scientificamente.
Non affermare cose che non ho mai detto, non derido nessuno (rispetto lavoro e impegno), ma sono queste le verifiche prime ed essenziali, che chiedo inascoltato da lungo tempo, cioè un'evidenza scientifica di quanto accreditato.
I "problemi inconsueti" e le "difficoltà della ricerca sperimentale" c'erano anche quando, quasi un anno fa ormai, si affermava di riuscire a misurare gli eccessi di calore.
Se si pensa di aver realizzato un dispositivo che produce un eccesso di calore, al tempo l'Hydrobetatron, verifichiamolo come si deve utilizzando un buon Calorimetro, non passiamo oltre cambiando lo scenario.
Fosse vero, non credi anche tu che per un premio e un riconoscimento scientifico (almeno dal punto di vista sperimentale) sarebbe sufficiente?
Per me la questione vera rimane questa:
il fenomeno rivendicato è reale o erano delle misure errate?
@ Abundo
RispondiEliminaAvete abbandonato la teoria dell'annichilimento degli elettroni? Se sì, perché?
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RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaBertoldigno
RispondiEliminafuori tema
ci vai il 12?
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RispondiEliminanuovo convegno sulle lern:
RispondiEliminahttp://www.centrostudimalfatti.org/cms/wp-content/uploads/2013/09/Locandina-convegno-12-10-2013-900px1.jpg
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RispondiElimina@tutti
RispondiEliminaPer errore alle 21.22 ho lasciato questo commento su un altro post invece che su questo:
OT. Elisa ed io abbiamo visto verso le 21 un bellissimo meteorite che ha illuminato il cieo di luce verde chiaro... ora siamo a teatro, vi racconto più tardi. Comunque noi l'abbiamo visto tra Perugia e Assisi, veniva all'incirca da nord ed è scomparso all'orizzonte verso sud.
Eccolo!
http://www.centrometeoitaliano.it/enorme-bolide-infuocato-illumina-i-cieli-ditalia-poco-fa-1772/
http://blueplanetheart.blogspot.it/2013/09/avvistato-bolide-luminoso-sopra-i-cieli.html?m=1
RispondiElimina@Ubaldo Mastromatteo
RispondiEliminamolte grazie per il link, ci eravamo appunto interessati a powerchips.
A parte la foto, scattata senza schermi e a bassissimo voltaggio (90 V), solitamente abbiamo uno schermo di piombo e un muro d'acqua da 15 cm; non effettuiamo per ora misure. Grazie per i complimenti al nostro lavoro, che da Lei valgono molto.
@Daniele
...condivido, qui di belle teste gia' ce ne sono, e se altre verranno sono sempre ben accette...ma restiamo comodi qui in casa, a...ricevere al meglio gli ospiti.
@Franco Morici
Devo lamentarmi di essere tra i pochi che non sente affatto il nostro lavoro non rispettato da Lei, e rinnovarLe i ringraziamenti per esserci da pungolo verso dimostrazioni corrette degli eccessi anomali.
Devo dirlo chiaramente? Chiederei anch'io le stesse verifiche che chiede Lei, se fossi dalla Sua parte.
Una sola cosa ci contraddistingue: la scelta della parte a cui appartenere ( e la pazienza di lavorarci dentro). Ho piu' volte scritto che gli eccessi rilevati hanno durate troppo ridotte per essere garantiti al calorimetro diretto, e stiamo lavorando per renderli stabili (anche mediante innovativo disegno del catodo, come presto comunicheremo).
Ma e' obiettivo di tutti fornire prova controllata e duratura di eccessi misurati in modo diretto !
Chi tra noi la pazienza non la aveva, se l'e' fatta venire...
E ho anche scritto che mentre lavoriamo per stabilizzare, non possiamo dormire sugli allori, dobbiamo per tempo aprire strade di miglioramento, non importa come vengano denominate.
Sono sicuro che sara' Lei il primo a festeggiare con noi come e piu' di altri amici.
@Sandro 75k
Non abbiamo abbandonato nessuna ipotesi, usiamo un PERT per mantenerci lucidi (almeno cosi' speriamo...) e tracciare una linea prioritaria a dispetto della moltitudine esponenziale di incroci tra ipotesi che si arricchiscono vicendevolmente.
Mi fa piacere ogni tanto ricordare come si gioca a scacchi: lo scacco matto non si vede durante la preparazione, ma si sente quando arriva.
Cordialita' a tutti.
Ugo Abundo
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina@Abundo
RispondiEliminaSono stato uno scacchista dilettante ed ho fatto qualche torneo semi agonistico... E' vero che lo scacco matto si vede solo quando è "pronto" e che nel "medio gioco" non è così semplice vederlo ma è anche vero che c'è chi lo vede prima e chi lo vede dopo, tutto sta a calcolarlo prima dell'avversario!
Io purtroppo facevo parte della seconda specie...
Domanda semplice: cosa c'entra il fattore tempo con l'eccesso di calore?
PS: ho "scoperto" che ci accomuna l'Abruzzo. Ho avuto un insegnate pescarese ingegnere chimico di impianti chimici industriali, un certo P. De Fabritiis (bravissimo). Secondo i mie calcoli potreste conoscervi... Nostalgia? :)
@abundo
RispondiEliminase può interessarle per conoscenza un altro deposito americano di brevetto LENR;
http://www.google.com/patents/CA2772463A1?cl=en
ciao
@domenico canino
RispondiEliminaL'idruro di Zn è troppo instabile e piuttosto complicato da preparare. Lo escluderei...
@Sandro75k
Non c'è nessuna evidenza che l'ambiente chimico (vero e proprio, e da solo) influenzi i fenomeni nucleari. Ma non è neanche certo o scontato che il lavoro che fanno i catalizzatori avvenga puramente sul piano chimico.
@Abundo
Un consiglio (gratuito e forse già dato): Youtube non sostituisce documenti tecnici e report scritti per bene. Personalmente preferisco riflettere su dati, schemi e procedure, piuttosto che su cose che si intravedono al minuto x:yy... :-)
@Amico dell'altra parte
Forse sono stato un pò criptico... e forse è meglio così. Per ora.
Per inciso, gli idruri dei metalli dei primi due gruppi permettono di ottenere due piccioni con una fava, forse anche tre. Ma non si tratta della stessa specie di piccioni a cui invece mi riferivo io...
@Ugo Abundo
RispondiEliminaMi permetta una considerazione del tutto personale ma pensando alla densità energetica espressa dall'hot-cat e confrontandola con i risultati da voi ottenuti, non riesco a comprendere la necessità di produrre energia elettrica quando le caratteristiche del vostro reattore si prestano molto meglio, a mio sommesso parere, alla trasmutazione di elementi.
@ Abundo
RispondiEliminaHo piu' volte scritto che gli eccessi rilevati hanno durate troppo ridotte per essere garantiti al calorimetro diretto
Tempo fa le verifiche duravanto decine di minuti e i presunti eccessi di calore parevano manifestarsi in abbondanza all'interno di questo intervallo di tempo.
Parevano manifestarsi infatti tutto il tempo necessario per poter misurare e paragonare indirettamente a regime il dispositivo Hydrobetatron con un oggetto "simile" riscaldato da una resistenza di riferimento tanto da poter poi rivendicare, in base a quelle prove, il raggiungimento di overunity, o ricordo male?
Quindi ora prendo atto che i presunti eccessi di calore di Hydrobetatron, oltre ad essere percentualmente piccoli, avrebbero anche una durata molto ridotta e una misura con il Calorimetro (che Lei stesso aveva appositamente costruito e "calibrato" alcuni mesi fa) non va più bene per poter rilevare questi eccessi di calore con attendibilità.
Mi tolga una curiosità, ha poi eseguito delle misure di Hydrobetatron con il suo Calorimetro?
Sono sicuro che sara' Lei il primo a festeggiare con noi come e piu' di altri amici.
Sono sempre ponto a festeggiare purchè vi sia un reale, concreto e dimostrato motivo scientifico per farlo. Purtroppo ad oggi non risulta esserci.
@Sandro75k
RispondiElimina"Domanda semplice: cosa c'entra il fattore tempo con l'eccesso di calore?"
A causa della capacita' termica non trascurabile dell'hydrobetatron, per stabilizzare la temperatura in prove di riferimento con resistenza elettrica occorre un tempo dell'ordine di grandezza dell'ora.
Pertanto, l'osservazione di manifesti eccessi termici in reazione, dell'ordine dei minuti o decine, e' interessante ma non certificabile come prova diretta, bensi' misurabile solo come valore DIFFERENZIALE rispetto al ritmo di salita (di T ) di riferimento con la resistenza.
Purtroppo non conosco il prof. De Fabritiis, ma se vale la regola che talvolta gli ing. chimici sono bravissimi...mi fa piacere!
@Domenico Canino
Molte grazie dell'interessante link, non lo conoscevamo.
@Vettore
Non si puo' non concordare sulla superiorita' dei report, ma anche un video ha dei pregi sulla comunicazione, ad es. l'immediatezza.
@Vincenzo Bonomo
Ora sono d'accordo, ma speriamo che dati futuri, frutto di lavoro di indagine e non di improbabile buona sorte, giustifichino a posteriori l'aver iniziato per tempo la ricerca di applicazioni alternative.
@Last but not least Franco Morici
Che allenatore, tutti lo vorrebbero, e invece ce l'abbiamo solo noi !
1) per favore, leggere la risposta, circa i tempi, a Sandro75k (misurazioni indirette).
2)si parla quindi, per le misure indirette, dell'apparato "a due imbuti" che si vede sui video, non del calorimetro;
il calorimetro, invece, sta andando molto bene, ma siccome siamo onesti prima di tutto con noi stessi, stiamo migliorando i protocolli per fugare qualsiasi effetto di modalita' operative non corrette (si capisce, per quanto siamo riusciti a capire del comportamento dell'apparecchiatura finora...).
Vale la pena di notare che siamo diventati capacissimi di ottenere rese ARTEFATTE volontariamente, cosi' come abbiamo imparato a rilevare errori procedurali nell'operato (ovviamente in buona fede) di altri sperimentatori.
Questo suggerisce cautela e pazienza. Siamo un po' gli hacker della situazione, capaci poi di progettare migliori sistemi di sicurezza.
Imparando da errori che quotidianamente compiamo, ci sembra che la strada si stia linearizzando.
3) come dicevo, lavorando sui primi comportamenti IN REAZIONE del calorimetro, sono usciti preziosi suggerimenti procedurali per certificare poi correttamente la misurazione DIRETTA delle rese.
Per noi, ogni errore che togliamo (come dicevo, anche da protocolli di altri) e' un passo che certo non allontana il festeggiamento.
Molti cordiali saluti.
Ugo Abundo
http://www.galileonet.it/articles/5242e173a5717a6b3b0000c6
RispondiElimina@Bertoldo
RispondiEliminaGrazie!
Abundo wrote:
RispondiEliminaVale la pena di notare che siamo diventati capacissimi di ottenere rese ARTEFATTE volontariamente, cosi' come abbiamo imparato a rilevare errori procedurali nell'operato (ovviamente in buona fede) di altri sperimentatori.
Su questo non ho alcun dubbio.
Eseguire misure artefatte è più conveniente che eseguire delle misure corrette e rigorose.
Il problema è proprio quello di eseguire correttamente le valutazioni e, solo dopo averle accuratamente e scientificamente verificate, accreditare e pubblicare i risultati ottenuti.
Nel campo dell'artefatto ci sono certamente dei grandi maestri, anche in questo settore.