Le 19+1 sagge regole che seguono, redatte in originale dall'Ingegner Peter Gluck in rumeno e inglese, sono state tradotte, ad oggi, in altre 16 lingue: italiano, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, olandese, polacco, svedese, greco, ungherese, slovacco, ucraino, russo, filippino, malese, cinese.
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LE MIE REGOLE PER RISOLVERE PROBLEMI
1. NON ci sono problemi isolati, giungono sempre in grappoli dinamici.
2. NON ci sono soluzioni finali ai problemi davvero grandi: devono essere risolti sempre nuovamente.
3. NON risolvere il problema, ma definirlo è il passo fondamentale.
4 NON. i dati ignoti, ma quelli noti e falsi sono i maggiori ostacoli alla soluzione.
5. NON ciò che sappiamo, ma ciò che non sappiamo è più importante per risolvere il problema.
6. NON il principale effetto desiderato, ma quelli secondari negativi e/o indesiderati decidono nella maggior parte dei casi se una soluzione sarà implementata.
7. NON tutti i problemi hanno una completa, genuina soluzione.
8. NON le soluzioni che sembrano perfette dall’inizio, ma quelle che sono molto perfettibili sono le migliori in molti casi.
9. NON le soluzioni esuberanti, splendenti, spettacolari ma quelle elaborate, trovate con difficoltà e sforzo e pazienza sono le più preziose ed hanno un più largo ambito di applicabilità.
10. NON le soluzioni logiche e perfettamente razionali, ma quelle adeguate ai sentimenti degli utilizzatori potenziali, anche se illogiche, hanno le maggiori possibilità di una veloce implementazione.
11 NON. la qualità della soluzione ma la velocità della sua implementazione è il fattore decisivo in molti casi. Può essere meglio avere una soluzione parziale applicata velocemente che una soluzione più lenta quasi perfetta.
12. NON sempre lunghe ore di duro lavoro e grandi sforzi, ma (talvolta) relax e divertimento sono il modo migliore di ottenere soluzioni per problemi (terribilmente) difficili.
13. NON i nostri problemi personali, ma quelli degli altri sono generalmente risolti da noi in maniera più audace e creativa.
14. NON le soluzioni prodotte da noi, ma quelle prese in prestito, comprate o rubate da altri sono più facilmente accettate e implementate.
15. NON l’accrescimento delle forze dell’uomo, ma la riduzione delle sue debolezze è più utile per risolvere con efficienza i problemi.
16. NON l’attentissima perfetta pianificazione, ma l’intelligente assunzione di rischi e la decisione convinta, sono le chiavi pratiche per risolvere con successo i problemi.
17. NON sempre i problemi reali, esistenti, ma spesso quelli finti, immaginari sono più difficili da risolvere.
18. NON accettare le premesse del problema, cambiale quanto necessario e possibile.
19. NON fermarti alla prima soluzione, cerca alternative.
In ogni caso, per i risolutori di problemi allo stadio avanzato, c’è una SUPER REGOLA - la più importante di tutte;
20. NON nella saggia applicazione di queste regole, ma nel trovare le specifiche eccezioni ad esse, consta la vera arte di risolvere problemi.
TRADUZIONI IN ALTRE LINGUE:
Vi ricordate il tizio Italiano del Tricorder?
RispondiEliminaPeter Alexander Jansen, pare abbia rimpicciolito il tutto, come nel famoso telefilm...
Link al suo curriculum
http://www.tricorderproject.org/peterjansen_graphical_cv.pdf
Il suo sito
http://www.tricorderproject.org
Io lo scrivo poi se non volete perché ritenuto OT pazienza.... Ma credo gli vada dato spazio
Sopratutto l'ultimo consiglio, della capacità di vedere da quale delle precedenti regole eccepire, fà assumere al decalogo una bella organicità di approccio alle cose da risolvere
RispondiEliminaPeccato che il nostro inconscio non capisca il "NON" per cui messe cosi tutte queste belle frasi siano comprensibili a livello razionale ma non funzionino a livello profondo. Esprimere I concetti sempre con affermazioni positive se si vuole essere efficaci!
RispondiEliminaSilvio: please take the Dieci Comandameni, how many
RispondiEliminaof them do NOT have the word NO(T)? Is the Decalogo
NOT convincing and efficient?
I have discovered the immense power of NO step by step. See please my Ode to NO here: http://egooutpeters.blogspot.com/2011/02/can-you-guess-word.html
I am NOT speculating, what I tell is usually documented, at least I try. Including what I tell about LENR.
By the way, the impact of a NO on our unconscious
is almost always greater than the impact of a YES.
@peter
RispondiEliminaBell'esempio mi fai!
Guarda questa lista che è il modo in cui ce li insegnano in italia e dimmi sinceramente quali ti sembrano che abbiano avuto piu successo? Quelli affermativi o quelli negativi?
Non avrai altro Dio all'infuori di me.
Non nominare il nome di Dio invano.
Ricordati di santificare le feste.
Onora il padre e la madre.
Non uccidere.
Non commettere atti impuri.
Non rubare.
Non dire falsa testimonianza.
Non desiderare la donna d'altri.
Non desiderare la roba d'altri.
A me sembra che qua in italia a parte considerare sacre le feste ed essere dei terribili mammoni le altre frasi siano state un terribile fallimento! :-)
Sia chiaro, io sto parlando di programmazione neurolinguistica! Riferimenti religiosi, morali ed altro suono fuori dal mio discorso, come del resto condivido pienamente il contenuto delle tue frasi, solo ti faccio notare perche a livello inconscio falliscono nel loro intento! Se le provi a riformulare in modo positivo secondo me ottieni piu risultati positivi.
Un'altra prova di quello che ti dico è che la tua ode è appunto un indovinello... Per quanto tu dica subito nella prima riga la soluzione il cervello la censura e la capisce solo rileggendo razionalmente! :-)
Hai notato quanto è convincente questo mio testo? E quante volte ho usato quella parola? :-)
@Peter
RispondiEliminaConcordo totalmente (come farebbe qualunque psicoterapeuta) con quanto detto da Silvio: per l'inconscio i NO non hanno alcun significato. Esempio classico: "NON pensare ad un elefante rosa". Ma non ho ancora finito di dirtelo che già il tuo inconscio te lo ha fatto immaginare!
L'esperienza comune, e una mole impressionante di casistica di psicologia clinica, insegna che qualsiasi consiglio, comando, informazione, viene recepito molto meglio se posto in forma AFFERMATIVA piuttosto che NEGATIVA.