Ma se si tolgono tutti quei vincoli
Costituzionali,
qualcuno dice vecchi e odiosi, che impediscono all'esecutivo di fare le cose che lui ritiene più giuste per noi cittadini...
E se si dà un
colpo di spugna alla prassi delle intercettazioni, grazie alla quale gli inquirenti in passato sono stati in grado di scoprire mafiosi e criminali, corrotti e corruttori, rei sospetti o
insospettabili...
E se si
limita la libertà di stampa e il nostro diritto a essere informati, se si epurano dalla TV le voci di minoranza che difendono il diritto, sacrosanto in democrazia, di poter dissentire e denunciare...
Insomma, se si progettano e fanno modifiche legislative e
amministrative di questo genere, siamo sempre nei confini del Diritto (
vd il commento di G. Zagrebrelsky)? Siamo davvero più liberi?
Ma liberi di fare cosa?
Liberi di cedere alla tentazione (dobbiamo averla nei geni) di abdicare il nostro potere sovrano a un regime "forte", una tentazione che i padri costituenti, reduci dalla
tragicissima esperienza del fascismo, cercarono di esorcizzare creando un sistema di garanzie, controlli, pesi e contrappesi.
Liberi di essere manipolati e plagiati. Perché la verità non è mai banalmente oggettiva, la verità è soprattutto quella visione del mondo che chi possiede più potere, carisma e mezzi d'
informazione, può "suggerire" all'opinione pubblica. Il TG1
minzoliniano ne è un esempio da manuale.
Liberi,
semplicemente, di poter delinquere più facilmente, almeno tutti quanti ormai ritengano l'onestà un valore meno importante, attuale e conveniente della furbizia.
Queste sono le libertà che il
Popolo della libertà sta
conquistando con prosopopea.
Questi sono i segnali di come un regime sempre meno autorevole e sempre più autoritario, sempre meno governo del popolo e sempre più
governo della maggioranza, stia
trasformando l'Italia a sua immagine e somiglianza: il Paese della libertà di fare quel che ci pare.
Chi è cresciuto credendo fermamente nel valore democratico del rispetto delle minoranze, non può che essere spaventato dal vedere richiamato in
continuazione, e a sproposito, l'alibi della delega e dell'avvallo della maggioranza: è sempre stato il tipico
leitmotiv delle dittature.
Forse è quello che si merita una nazione più coinvolta dalla vigilia delle partite di pallone in Sudafrica, che dalle partite di giro che si stanno svolgendo, sulla nostra pelle, in Parlamento.
Era appunto dal ventennio che non si respirava più quest'aria asfissiante.
RispondiEliminaNel post non manca nulla, il commento non può che essere di conferma.
Speriamo di poter almeno continuare a parlare: in allora l'unica libertà rimasta era solo quella di pensare.
Sì, è dittatura, la democrazia è pressochè polverizzata.
Libertà è una parola da tempo svuotata di significato.
RispondiEliminaVorrei rivalutarla con questa poesia di Paul Éluard, scritta nel 1942: Libertà, appunto.
La traduzione è letterale. Di seguito il link al testo originale.
http://bacfrancais.chez.com/liberte.html
Bellissimo post, grazie, è esattamente così: il popolo italiano si sta trasformando nel Popolo della Libertà di fare quello che gli pare
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