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sabato 6 febbraio 2010

Umbria, terra di crisi e di speranza

L'Italia ha un cuore verde... sempre più al verde. Anche in Umbria il numero di famiglie in difficoltà è cresciuto in maniera esponenziale nell'ultimo paio di anni. Ce lo spiega la lettera della Conferenza Episcopale Umbra al Presidente del Consiglio (vedi oltre), che mi pare davvero uno specchio fedele di questi tempi e che mi risparmio di commentare!

Un cuore verde, al verde, che batte al contempo sempre più multietnico. Dunque umanamente sempre più ricco. Proprio in questi anni, infatti, questa Regione ha concluso la scalata della classifica per presenza di popolazione straniera che vede ora in testa (dati ISTAT al 01.01.09) Umbria ed Emilia-Romagna col 9,7%, seguite da Veneto e Lombardia al 9,3% e da Marche e Toscana con l'8,4% (fanalini di coda Sardegna e Puglia solo all'1,8%).

Come si concilia la crisi della sua economia col fatto che l'Umbria si è trasformata nell'ultimo decennio in un luogo di stanziamento di cittadini stranieri, da luogo di mero transito che era in precedenza? Vi do la mia personale spiegazione. Penso che in Umbria la cultura dell'accoglienza - legata all'eredità spirituale di San Francesco - riesce ancora sopravvivere, è stata meno messa in discussione e attaccata come è avvenuto nelle Regioni del Nord. Se la scelta di dove stabilirsi fosse dettata dalla situazione del mercato del lavoro locale, l'Umbria non sarebbe di certo tra le prime scelte di nessuno!

Per inciso il Governo in carica insiste col dipingerci una popolazione straniera i cui costi sociali sono maggiori dei benefici. Ciò è assolutamente demagogico e soprattutto falso. I dati INPS infatti parlano chiaro, un italiano su 5 è pensionato, nel 2015 solo 1 straniero su 25 lo sarà! E il 9% del PIL nazionale del 2007 è stato prodotto proprio dagli stranieri. Immaginate in quale abisso sarebbe precipitata l'Italia senza questo loro prezioso apporto. Be', credo che in futuro ne sentirete e vedrete delle belle dalla mia Regione verde arcobaleno!




Conferenza Episcopale Umbra


All’On. Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri

Signor Presidente, unendoci all’appello del Santo Padre per un forte impegno delle istituzioni a sostegno dei lavoratori a rischio per la crisi in atto, ci facciamo voce degli operai delle nostre comunità umbre, che nel panorama delle emergenze nazionali sentiamo meno menzionati, ma che vivono una situazione drammatica che pesa sulle prospettive dell’intera nostra Regione. I casi di criticità sono diversi, ma, soprattutto, preoccupa la crisi dell’azienda “Antonio Merloni”, alla quale fanno capo migliaia di lavoratori sia in Umbria che nelle Marche. Ci rendiamo conto che in una situazione di crisi generale anche la politica non può fare miracoli, se non si innesca un circolo virtuoso che impegni le categorie imprenditoriali, la finanza, le istituzioni e l’intera società civile. È appunto per questo che anche noi Pastori, con la Caritas e l’iniziativa specifica del Fondo di Solidarietà, stiamo dando un contributo. Prima ancora cerchiamo di portare avanti la nostra opera di sensibilizzazione delle coscienze, nella prospettiva di una rinnovata responsabilità sociale. In questo momento ci sembra urgente far sentire a Lei, Signor Presidente, la nostra preoccupazione. A noi sembra che, se non si prendono a breve provvedimenti che scongiurino la chiusura dell’azienda oppure offrano ai lavoratori alternative valide, la situazione potrebbe sfuggire di mano. Finora il grido degli operai si è espresso nei termini di un appello dignitoso e fiducioso. Non vorremmo sfociasse in sentimenti di disperazione e rabbia. È in situazioni come queste che emerge quanto un sistema politico, sociale ed economico si ispiri a quei principi di solidarietà e di sussidiarietà che, da sempre proclamati nella dottrina sociale della Chiesa, sempre più si rivelano fattori chiave dello sviluppo e della pace. La preghiamo pertanto di voler dare opportune direttive perché il grido dei nostri operai sia ascoltato. Ad un tavolo di concertazione convengano tutti gli organi interessati perché si possano decidere le linee di una soluzione valida e di non corto respiro per la nostra Regione. Naturalmente non dimentichiamo le altre Regioni interessate dalla crisi. Nel ringraziarLa per l’attenzione, restiamo in fiduciosa attesa e affidiamo alla preghiera il buon esito dell’impegno che Lei e il suo Governo vorrete porre in questa grave situazione. Assisi, 1 febbraio 2010 + Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, presidente della CEU + Domenico Sorrentino, arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera-Gualdo, vice presidente CEU + Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve + Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia + Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto-Todi + Mario Ceccobelli, vescovo di Gubbio + Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello + Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno 


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2 commenti:

  1. la foto che hai messo è tenerissima... bella. Se le elezioni non vanno bene a Venezia che dici mi trasferisco in Umbria?

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  2. Ciao SIR, molto volentieri, del resto dagli anni '70 in poi molte persone hanno scelto di trasferirsi qui dal settentrione.
    Però sai, nutro qualche apprensione che l'Umbria possa diventare una sorta di "riserva indiana" della sinistra. Di 'sto passo... :)

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