Ultimamente mi è capitato di sentire parlare molto bene di un medico chirurgo omeopata che esercita non lontano da Perugia. Una settimana fa ho chiesto a un'amica che aveva
appuntamento con lui di poterla
accompagnare. Mentre aspettavo che terminasse la visita, ho fatto due chiacchiere con un altro paziente in sala attesa:
anch'egli mi ha raccontato con dovizia di particolari come questo medico gli avesse risolto diversi seri problemi di salute. Quando la mia amica è uscita dalla stanza, ho
approfittato dell'occasione per chiedere all'omeopata di fissare un
appuntamento per me; ero andato per questo I primi orari che mi ha proposto non andavano bene: o lavoravo o avevo da fare con mia figlia. Allora ha tagliato la testa al toro:
"Va bene alle 7.30 di mercoledì prossimo?"
"Certamente," gli ho risposto,
"così riesco perfino a entrare al lavoro per le 8.30."
Mercoledì mattina, quando sono arrivato puntuale al suo studio, ho constatato che non ero il primo paziente della giornata. Avete mai visto un altro medico fare orari simili?
In quaranta minuti mi ha fatto la classica
prima visita dell'omeopata. Proprio perché per me non era la prima volta (anche se erano passati molti anni), ho capito subito che avevo di fronte una persona davvero speciale. Ma ricordo solo quello che ho detto io.
"Allora, quale è il problema?" ha esordito.
"Nessuno in particolare," ho risposto,
"ma faccio prima a spiegarti che ho avuto solo tre problemi di salute di una certa importanza in vita mia."
C'eravamo già detti di darci del tu.
"Il primo," ho continuato,
"è stata la piastrinopenia quando avevo appena 4 anni e mezzo: imbottito di cortisone in ospedale per un mese, completamente guarito.
La seconda 11 anni fa, a 33 anni, quando mi ritrovai gravemente malato di ipertiroidismo (morbo di Basedow). Per il mio medico di base (e per l'endocrinologo a cui mi aveva indirizzato) avrei dovuto prendere il Tapazole a vita. Ma fortunatamente proprio in quel periodo mi avevano parlato di un anziano guaritore che veniva due volte all'anno ad Assisi e che curava gratis e soprattutto guariva con successo. Mi feci visitare da lui, iniziai a seguire la cura di erbe prescritta e gradualmente a scalare la terapia farmacologica. L'accordo col mio medico era che se i valori tiroidei fossero nuovamente schizzati in su (facevo le analisi ogni due settimane) avrei lasciato perdere le erbe e ripreso il Tapazole. Invece i valori continuarono a scendere fino a stabilizzarmi del tutto. Da allora non ho più avuto problemi di tiroide.
Terzo e ultimo episodio. Ai primi di giugno del 2006, di punto in bianco, senza nessun trauma, annunciato solo da un lieve dolore, talmente insignificante da non darci peso, d'improvviso mi si è gonfiato il ginocchio e mi sono trovato immobilizzato per un mese abbondante. La funzionalità dell'arto l'ho totalmente recuperata, ma è venuto fuori che ho i menischi incrinati e che non posso più andare a correre. Da allora per la prima volta ho capito che sto diventando "vecchio". A parte queste tre cose, sono sano come un pesce, se mi influenzo non mi viene febbre (al massimo mi prendo un bel raffreddore). E non mi sono rotto mai nulla, nonostante diverse belle botte che ho preso (in Inghilterra sono stato pure travolto da un'auto ventun'anni fa)."
Lui aveva ascoltato molto
attentamente. Mi ha fatto molte domande per farsi bene un'idea di che tipo di persona sia e quale significato abbiano i sintomi principali che il mio organismo ha manifestato nella sua storia. Nell'omeopatia il quadro fisico e psicologico della persona non vengono mai disgiunti.
"Ah giusto," mi è venuto in mente dopo un po', "forse c'è un motivo che mi ha spinto a venire. Nelle ultime settimane è successo che due diverse persone, in due diverse situazioni, mi hanno detto che non mi dovevo arrabbiare... io non mi sentivo per niente arrabbiato, stavo parlando, difendevo una mia opinione, ma sentendomi del tutto calmo. Alla luce dell'esperienza fatta durante la crisi ipertiroidea, questo mi è suonato come un campanello di allarme per la tiroide. Tanto più che anche con mia figlia ho l'impressione di essere meno paziente del solito ultimamente: mi capita di alzare la voce troppo facilmente. E pure quando salgo le scale mi sento le gambe più deboli di quanto sarebbe logico aspettarsi..."
A queste mie parole sono seguite altre domande.
Alla fine la
prescrizione è stata la seguente:
Con l'impegno a risentirci dopo un mese di terapia per verificare come il mio organismo risponderà.
"Bene, quanto devo per la visita?" ero pronto al peggio (avevo con me 200€).
"Trenta euro."
Nel mondo della medicine naturali, dei guaritori e della spiritualità ho imparato da tempo questo piccolo segreto: più una persona è capace di aiutare, meno pretende di essere pagato. Gesù non chiedeva nulla in cambio per le guarigioni che faceva, solo che la persona "aprisse gli occhi".
l'esperienza diretta e il passa parola sono la miglior pubblicità per le persone che meritano...
RispondiEliminaDavvero interessante... grazie per aver raccontato questa esperienza.. mi ha dato da riflettere.
RispondiEliminaHo iniziato da qualche giorno a seguire la terapia omeopatica prescritta. Ne riparlerò senz'altro sul blog, tra un po'.
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