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martedì 30 settembre 2008
Sulla compagnia e sulla solitudine
1 commento:
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Interessante. Mi sa che lo leggerò anch'io questo libro.
RispondiEliminaMa... mi sono tornate in mente in maniera spontanea le parole di Myriam del libro di cui parli nel post precedente e cioè quando lei ad un certo punto scrive:
'Un pensiero che non mi concee tregua: cos'è avvenuto realmente in quel primo momento? E se non avessi sorriso in quel modo? E se non mi fossi stretta nelle braccia?
Pensare che ho affascinato qualcuno in questo modo, senza fare alcuno sforzo.
Quel che gli ho dato, quel che gli ha parlato da dentro di me, quel che l'ha rigenerato, senza che io potessi saperlo, questa cosa che è dentro di me...
Lo so che esiete. Esisteva già prima di quello sguardo. Esiste ora, anche se non c'è nessuno che la guarda. E' la parte buona di me. E' impossibile distrugerla e, grazie a lei, neanch'io posso essere distrutta.
Se solo potessi darla a me stessa.
Farla sgorgare.'
Forse uno non si sente solo quando, scoperto il proprio valore, lo custodisce in un luogo sicuro per potervi attingere 'compagnia' nei momenti in cui si sente abbandonato da quel qualcuno che nella nostra vita ha assunto un significato importante. E' una possibilità, no?
Ciao!
Amina