Per spiegare meglio la scelta di Wislawa Szymborska e delle sue “Poesie Indimenticabili” tra le pagine di questo blog, ritengo indispensabile raccontare un po’ di lei, per supportare l’approccio con la lettura delle sue poesie ed il filo del messaggio che lei lancia a chi lo voglia raccogliere. Wislawa Szymborska è una delle più grandi poetesse dei nostri giorni, entrata nell’Olimpo dei Premi Nobel nel 1996, eppure la sua opera e la sua stessa esistenza è sempre stata piuttosto nascosta, per sua stessa volontà. In Italia, fino al 1996, non se ne conosceva praticamente l’identità, nessuna intervista, fotografia, un’unica pubblicazione “Gente sul Ponte” poco prima d’essere insignita del Nobel, ma nessuno sembrava conoscerla. E dal canto suo, Wislawa ha sempre rifuggito le occasioni mondane, i salotti letterari, la stampa. Si direbbe una personalità schiva che fa parlare i suoi versi per lei. Ecco il modo con cui la poetessa si prende gioco delle “Serate d’Autore”: “Ci sono dodici persone ad ascoltare, è tempo ormai di cominciare. Metà è venuta perché piove, gli altri sono parenti. O Musa (…) In prima fila un vecchietto dolcemente sogna che la moglie buonanima, rediviva, gli sta per cuocere la crostata di prugne. Con calore, ma non troppo, ché il dolce bruci, cominciamo a leggere. O Musa”
Tratto da "Ogni caso" di Wislawa Szymborska
Il nulla si è rivoltato anche per me.
Davvero si è rovesciato all'incontrario.
Dove mai sono finita –
dalla testa ai piedi tra i pianeti,
neppure ricordando come fosse il non esserci.
O mio qui incontrato, o mio qui amato,
posso solo intuire, la mano sulla tua spalla,
quanto vuoto ci spetta da quell’altra parte,
quanto silenzio là per un grillo qui,
quanta assenza di prato là per un filo d’erba qui,
e il sole dopo il buio come risarcimento
in goccia di rugiada – per quali arsure là!
Cio che è stellare a casaccio! Il di qui alla rovescia!
Disteso su curvature, pesi, ruvidità
.....................................e moti!
Intervallo nell’infinito per il cielo sconfinato!
Conforto dal non-spazio in forma di betulla!
Ora o mai il vento scuote una nuvola,
perché il vento è proprio ciò che là non soffia.
E lo scarabeo s'avvia per il sentiero in abito scuro
...................................................da testimone
dell’evento d’una lunga attesa d’una vita breve.
E a me è capitato di esserti accanto.
E davvero non vedo in questo nulla
di ordinario.
Le sue poesie invitano, con discrezione e incisività, a prendere coscienza della realtà di ogni cosa e di ciascuno, dei limiti ineluttabili, ma anche delle grandi potenzialità, uno sprone a mettersi in gioco e, prima che il tempo scada, fermare l'attimo in cui cogliere la risposta a ogni domanda.
"La concretezza di ogni cosa e di ciascuno è il luogo in cui si rivela una dimensione di senso comune a tutti gli uomini che, per quanto nascosta con inganno dal male e dalla morte che ingiustamente divora ogni cosa su questa terra, accompagna il nostro viaggio nel tempo (…) Questa presenza essenziale a riscattare la vita dalla finitudine del tempo concesso al nostro stare al mondo, invisibile solo all’uomo che non sa dare attenzione all’attimo che passa, è il vero bersaglio della poesia di Szymborska, poesia che in tal senso è “vendetta di mano mortale” (“La gioia di Scrivere”) nei confronti della morte e dell’inganno che cela agli uomini la promessa d’eternità nascosta in ogni cosa creata".
Complimenti Betty,sono versi che fanno chiarezza, disinnescano l’inganno e mettono in risalto i veri contorni della cose, versi che sono un antidoto all’illusione, all’apparenza, alla mancanza di discernimento.
RispondiEliminaCi ricordano che la vita è un percorso a tempo determinato, che qualunque cosa ogniqualvolta ovunque sia accaduta, è scritta sull’acqua di babele. (“Acqua”), che inutili sono gli sforzi affannati, ridicoli senza saperlo, di tanti uomini di andare avanti senza porsi il problema della fine.
Adoro gli ultimi tre versi della poesia
RispondiEliminaE a me è capitato di esserti accanto.
E davvero non vedo in questo nulla
di ordinario.
e sono incantato da questi due
Ora o mai il vento scuote una nuvola,
perché il vento è proprio ciò che là non soffia.
che - scusate il volo pindarico - mi porta alla mente una metafora usata nell'esoterismo per la quale, in altre dimensioni, ciò che qui sperimentiamo come pulsioni, desideri, emozioni, sentimenti, appare, ai chiaroveggienti che si affacciano lì, simile o paragonabile ai nostri fenomeni atmosferici e climatici. Come dire che l'attimo nascente di un innamoramento potrebbe assomigliare a un'aurora che colora il cielo, uno scoppio di ira ad una grandinata, una depressione ad una fitta nebbia, la tristezza ad una pioggia monotona, l'allegria a un venticello fresco in piena estate, la gioia a un sole caldo in una primavera fiorita e così via.
Chiusa la parentesi e tornando ai versi della poesia... se sono così belli in italiano quanto lo saranno stati nella loro lingua originale? I traduttori di poesia sono dei veri e propri poeti! Non solo. Rendono all'umanità un dono pari a quello degli autori che traducono poiché li fanno conoscere al mondo intero.
Attenzione Ideavagante... Betty ha citato l'autore del commento (Stas’ Gawronski) che ha 'postato' insieme alla poesia. Anche il tuo commento risale alla stessa fonte... tributi a parte ti invito per il futuro ad usare parole tue non prese in prestito da altri, grazie.
RispondiEliminaEcco il testo completo della poesia!
RispondiEliminaO Musa, essere un pugile o non essere affatto.
Ci hai lesinato un pubblico in tumulto
Ci sono dodici persone ad ascoltare,
è tempo ormai di cominciare.
Metà è venuta perché piove,
gli altri sono parenti. O Musa.
Le donne sverrebbero liete in questa serata,
non qui, però, ma solo a un mach di pugilato.
Le scene dantesche sono soltanto lì.
E le ascese in cielo. O Musa.
Non essere un pugile, essere un poeta,
avere una condanna ai valéry forzati,
in mancanza di muscoli mostrare al mondo
poesiole da leggersi a scuola – tutt’al più –
o Musa. O Pegaso,
angelo equino.
In prima fila un vecchietto dolcemente sogna
che la moglie buonanima rediviva,
gli sta per cuocere la crostata di prugne.
Con calore, ma non troppo, chè il dolce non bruci,
cominciamo a leggere. O Musa.