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mercoledì 21 febbraio 2018

Le ragioni sono di tutti, torti compresi

80 anni di storia d'Italia attorno al pranzo di Nonna della domenica
Ovvero: ma mio nonno avrebbe votato 5 stelle?

PROLOGO AD UN INVITO A PRANZO PER TUTTI VOI
(fino ad esaurimento posti e scorte)
A ROMA IL 25 MARZO

post di Alessandro Pepe

La mia famiglia è un emblema del mio paese. Gente del sud e del nord con una cultura di sinistra ed un oscuro passato fascista. La parte meridionale con mia nonna paterna (nella foto) soggiogata dal padre Don Nicola (detto manin’inculo, e non spiego perché), dieci fratelli ed un’eroina, mia nonna appunto, sopravvissuta ai peggiori soprusi e mio nonno unico volontario della seconda guerra mondiale tornato nel ’46, un anno dopo, per scelta. A lato di questo, tante storie e leggende, barzellette e aneddoti, personaggi che fan parte della nostra mitologia privata. L’impegno politico come fil rouge (et noir), prima nel GUF (Giovani Universitari Fascisti) e poi nel partito comunista. Il ’68 vissuto dai miei nonni come una seconda rivoluzione per chiudere con Dalema e Berlusconi (il primo considerato un infiltrato della CIA, il secondo una specie di marziano indecifrabile, sintomo del decadimento strutturale dei valori buoni e cattivi del nostro paese).
Poi la Nonna materna milanese con natali a Costantinopoli, che verrebbe oggi considerata radical chic o cattocomunista. Credente a suo modo, considerava Marx il suo secondo vangelo, amava il bridge, il Barolo e Mao Tse Tung e mi ha lasciato in eredità la leggerezza, il senso del bello e un pò di sano snobismo dissacrante. 
Così i passaggi strutturali di quel secolo, ossia della mia privata storia familiare dell’Italia recente, li ho conosciuti attraverso commenti, racconti ma soprattutto discussioni avvenute attorno ad un tavolo, precipuamente quel tavolo ovale che ospitava tutte le domeniche a pranzo la nostra brava famiglia meridionale. Mia nonna (paterna), cucinava per 20-30 persone (sia che fossimo in 4 o in 40) e noi tutti, familiari ed affini, ci si sedeva e come un rito o una preghiera iniziava la discussione. Il tema era di solito l’attualità, o l’ultimo cliente dello studio legale di mio zio (negli anni settanta con Nino Pecorella molto attivo con Soccorso Rosso - supporto legale gratuito dato a simil brigatisti ed affini - e negli anni ’80 legale di Gucci ed Epaminonda, detto ‘il Tebano’). Così a seguire un diluvio di parole urlate e scomposte che abbracciavano tutto l’arco costituzionale degli avvenimenti politici degli ultimi 50 anni (tacendo, per pudore, il passato fascista e di qualche sasso tirato in manifestazione nel ‘68). Un minestrone, o meglio polpettone, fatto di tutti gli ingredienti, dai carciofi fritti alle pizzelle, dai partigiani alle brigate rosse, dalle zite alla siciliana alla Cassouela. Fino al 1981-82 ero troppo piccolo per intendere (9-10 anni), e posso solo ricordare facce e fumi (le prime spesso nascoste dai secondi). Barbe lunghe, sguardi seri ed impegnati, toni perentori, apodittici, ma niente più. Poi dalla elezione di Ronald Reagan, che va di pari passo con il successo del Tenerone (poi Gabibbo), ecco intromettersi nei discorsi dei grandi un elemento estraneo, un virus, la contaminazione di un discorso che era anti-discorso, la cultura di massa che entrava nella politica, la televisione che inquinava e ammorbidiva tutte le tensioni. Dal mio punto di vista di bambino il ruolo principale di Ronald Reagan è stato quello di abbassare le tensioni, di ammorbidire i toni, di spostare l’ago della bilancia dalle rivendicazioni sindacali ai mondiali di Spagna. Non che a casa di nonna si sia smesso di urlare. Almeno finché mio nonno ha avuto fiato in gola, non ricordo domenica a pranzo, almeno fino al 1995-96, in cui non si finisse appunto sbraitando. Il tema di base era se Napolitano e Dalema fossero infiltrati della CIA, il trauma della morte del PCI, per alcuni passaggio essenziale, per altri segno della fine della Sstoria (con S minuscola e Maiuscola). Ma erano grida disperate, di una vis polemica che andava lentamente a morire, assuefatta ed edulcorata dalla commistione di generi, dai serial televisivi, dalla commercializzazione del tutto, dal sapere che il nostro unico ed inequivocabile nemico, Berlusconi, era anche il pusher dei nostri nuovi piccoli piaceri quotidiani. Poi i miei nonni sono andati a discutere da qualche altra parte, reincarnati secondo il credo di mio nonno, in nessun luogo secondo mia nonna (donna cara e tranquilla, ma guai a farle vedere un prete). Alla domenica non ci si vede più, solo alle famose feste comandate. Ci si vuole bene, si è smesso di discutere. Io e mio padre tiriamo fuori qualche volta la questione 5 stelle, creando scandalo (è visto, dalla più parte della famiglia, come il male assoluto). Tutto questo per dire che mi mancano i pranzi di Nonna, mi manca quella tribuna politica settimanale alla ‘riso, patate e cozze’ che è stata per tutta la mia infanzia ed adolescenza la bussola che mi aiutava a comprendere e soprattutto digerire la follia polinsatura e mediterranea della politica italiana. È forse per questo, su consiglio di mio padre, che ho cominciato a frequentare, nel 2011, 22passi. Perché qui, come allora, si parlava di massimi sistemi, si discuteva all’infinito senza soluzione di continuità su temi irrisolvibili ed irredimibili. Così adesso che ho aperto un locale dove servo Gnumariddu, cime di rape e pasta alla Sangiovannella, ho pensato di invitarvi tutti, una Domenica pranzo.

Si è detto il 25 Marzo, di Domenica appunto, ed ovviamente a pranzo. Sarete miei ospiti (massimo 28 persone per questione di spazio). Il tavolo non è ovale ma rettangolare, ma abbiamo anche un video proiettore, e se qualcuno, come Franco Sarbia, vuol venire ad esporre le sue bellissime riflessioni e i suoi studi tra i più disparati, potremo parlare di tutto, come si faceva un a volta a pranzo, di politica, fisica nucleare, archeologia. Se lo faremo all’ombra di un governo Berlusconi allora non metterò limite allo stappo delle bottiglie (per la disperazione mia, e se qualcuno invece vuole festeggiare ben venga, a patto che riesca a spiegarmi secondo un principio di minima logica il perché).

Ma poi chissà se mio nonno avrebbe votato 5 stelle. 

Per confermare presenza mandatemi email a: winetasting@rimessaroscioli.com

Alessandro Pepe

Via del Conservatorio, 58 - 00186 ROMA
(vicino Campo dei Fiori / Ponte Sisto)

p.s. per chi ha memoria questo post risulterà un dejavù, per la super sola che vi ho dato qualche mese fa. Questa volta non ci saranno ritrattazioni, prometto.

***


Postfazione dell'admin di 22passi. A nome di tutto il blog, ringrazio di cuore Alessandro per il magnifico invito. Ho sempre ammirato e invidiato (in senso buono) le persone che hanno forti radici, io per esempio mi sento molto meno focalizzato sulle radici che sui rami, pur ben consapevole che nella vita serva un giusto equilibrio di entrambi. Alessandro è molto fortunato a essere cresciuto nella famiglia che, con passione e giusto orgoglio, ci ha descritto; non vedo l'ora di captare nel suo locale gli echi della 'Sstoria' condita e metabolizzata nel Pepe! Forza lettori del blog, che non resti libero nessuno dei 28 posti! Sarà una tavolata di belle persone, cucina regionale, buone parole, in cui condividere radici e rami, tradizioni e speranze, interpretazioni del presente e visioni del futuro. E in vino veritas! 

Arrivederci a Roma
Daniele Passerini

giovedì 15 febbraio 2018

Avviso pubblico per il finanziamento di progetti afferenti le politiche per la famiglia

Ieri ho scoperto un avviso pubblico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, costruito in quattro e quattr’otto a dicembre, pubblicato il 3 gennaio e che scade - guarda un po’ - il 28 febbraio. Si intitola Avviso pubblico per il finanziamento di progetti afferenti le politiche per la famiglia e mette in gioco 8 milioni di euro - mica bruscolini! - da destinare a un centinaio di progetti sociali (ogni progetto è finanziabile da minimo 50.000€ a massimo 250.000€), della durata di 18 mesi, da proporre e realizzare in una delle seguenti linee di intervento: 
  1. conciliazione dei tempi tra famiglia è lavoro;
  2. invecchiamento attivo e solidarietà fra le generazioni;
  3. sostegno alle famiglie in condizioni di fragilità;
  4. promozione di contesto sociali ed economici “family friend” 
  5. inclusioni sociale dei minori e dei giovani;
  6. sostegno ai minori vittime di violenza assistita, agli orfani di crimini domestici e alle loro famiglie affidatarie.
Tanto di cappello alle lodevoli finalità, ma sono davvero parecchie le cose “curiose” presenti nell’Avviso. Ne illustro qualcuna.

È surreale che, mentre i quesiti devono essere inviati esclusivamente via pec, la domanda di partecipazione deve invece pervenire alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, esclusivamente in plico cartaceo via raccomandata (sic!) entro le ore 19 del 28 febbraio, NON facendo fede la data di spedizione, ma esclusivamente quella di arrivo. Come ai tempi dei Borboni!

Sulla pagina web dedicata all’avviso il numero delle FAQ sta lievitando come un blob alieno (erano 7 al 9 gennaio, 20 al 12 gennaio, 40 al 19 gennaio, 57 al 23 gennaio, 81 al 28 gennaio, 134 al 4 febbraio, sono 191 all'11 febbraio e chissà quante diventeranno alla vigilia della scadenza): segno inequivocabile di quanto l'Avviso faccia acqua da tutte le parti. 

Le cooperative e associazioni con cui mi sono confrontato, per verificare se fossero in grado di fare dei progetti nel poco tempo che resta, dopo aver studiato avviso e allegati, mi hanno risposto negativamente: ritengono tutta l'impostazione dell'Avviso confusa e complicata, a partire dagli strani vincoli di budget (che evidentemente è stato congegnato ad hoc):
  • max 5% retribuzione coordinatore e amministrazione 
  • max 30% risorse umane per l’attuazione dell’intervento 
  • max 60% destinatari [non di erogazioni economiche, ma solo di servizi], mezzi e attrezzature 
  • max 5% spese generali [pulizie, manutenzioni ecc.] 
Voglio sottolineare che la cosa più incredibile è che un Ente comunale di quasi 30.000 abitanti (quello in cui lavoro) abbia scoperto l'esistenza di questo Avviso per puro caso, nonostante ci arrivino ogni giorno PEC in abbondanza per informarci di tutto: dalle cose più insignificanti a quelle più importanti. Invece dell'Avviso pubblico per il finanziamento di progetti afferenti le politiche per la famiglia non ci ha informato NESSUNO: né la Presidenza del Consiglio dei Ministri, né il MLPS, né la Regione, né l’ANCI... mai visto nulla di simile.

Un Avviso di cui magari “amici” ed "amici degli amici" sono stati direttamente informati prima ancora che uscisse... ed emanato in piena campagna elettorale... una perfetta macchina da voto di scambio insomma.

Scommetto quel che vi pare che negli ultimi giorni di febbraio (ma anche prima, perché non è che progetti con i requisiti richiesti da questo Avviso si preparano in un settimana) partirà in pompa magna su TV, giornali e siti la pubblicità urbi er orbi di questa nuova misura sociale concessaci dal nostro buonissimo governo... buonissimo quanto ormai privo di ogni freno morale, ritegno e pudore.

LINK: http://www.politichefamiglia.it/it/notizie/avvisi-e-bandi/avviso-pubblico-per-il-finanziamento-di-progetti-afferenti-le-politiche-per-la-famiglia/

Altre "recensioni" delle politiche sociali del governo Gentiloni in questi post: