post di Vincenzo Bonomo
Cento anni fa gli italiani quasi non sapevano cosa fosse il cancro, le cellule non "impazzivano" ed i conflitti interiori rimanevano tranquillamente irrisolti senza fare grossi danni. Ora invece l'incubo di questa malattia ci accompagna tutti quotidianamente (direttamente o indirettamente). I nostri antenati avevano uno stile di vita frugale con una dieta a base di vegetali e frutta, pochi carboidrati e ancor meno proteine di origine animale provenienti da un ambiente praticamente incontaminato. Oggi invece è esattamente il contrario (date uno sguardo nel vostro frigo) con grande abbondanza di proteine animali e carboidrati (semplici e complessi) fortemente acidificanti e scarse verdure e frutta perdipiù provenienti da ecosistemi gravemente inquinati. I picchi glicemici (la "benzina" dei tumori) una volta erano rari e rapidamente riassorbiti dal duro lavoro manuale (in casa e fuori) e dalla consuetudine di spostarsi a piedi o in bicicletta, mentre oggi l'iperglicemia ci accompagna spesso durante le giornate, amplificata dal fatto che la fatica fisica sul lavoro è molto rara, gli elettrodomestici ci sono di grande ausilio e l'automobile è diventata praticamente una nostra protesi.
Cento anni fa gli italiani quasi non sapevano cosa fosse il cancro, le cellule non "impazzivano" ed i conflitti interiori rimanevano tranquillamente irrisolti senza fare grossi danni. Ora invece l'incubo di questa malattia ci accompagna tutti quotidianamente (direttamente o indirettamente). I nostri antenati avevano uno stile di vita frugale con una dieta a base di vegetali e frutta, pochi carboidrati e ancor meno proteine di origine animale provenienti da un ambiente praticamente incontaminato. Oggi invece è esattamente il contrario (date uno sguardo nel vostro frigo) con grande abbondanza di proteine animali e carboidrati (semplici e complessi) fortemente acidificanti e scarse verdure e frutta perdipiù provenienti da ecosistemi gravemente inquinati. I picchi glicemici (la "benzina" dei tumori) una volta erano rari e rapidamente riassorbiti dal duro lavoro manuale (in casa e fuori) e dalla consuetudine di spostarsi a piedi o in bicicletta, mentre oggi l'iperglicemia ci accompagna spesso durante le giornate, amplificata dal fatto che la fatica fisica sul lavoro è molto rara, gli elettrodomestici ci sono di grande ausilio e l'automobile è diventata praticamente una nostra protesi.
Queste semplici considerazioni mi inducono a pensare che la teoria "dell'impazzimento" delle cellule è perfettamente funzionale agli interessi delle Case farmaceutiche che lucrano sui chemioterapici, ma è talmente aspecifica ed aleatoria che ritengo maggiormente plausibile la teoria del premio Nobel Otto H. Warburg sull'interrelazione fra acidosi del corpo e cancro. La Natura è implacabile e non fa sconti a nessuno per cui, una volta superati certi parametri biochimici in cui il nostro corpo va in prolungata acidosi, Lei "interpreta" questa condizione come segnale di debolezza e premorienza (come se fossimo molto anziani e quindi alla fine del ciclo vitale) e quindi non fa altro che attivare gli strumenti a sua disposizione per degradare il nostro organismo (polvere eravamo e polvere dobbiamo tornare) fino agli elementi base che lo costituiscono, per farli rientrare nel grande ciclo naturale (esattamente come fa per esempio con un animale morto o un albero caduto). Questi strumenti sono i funghi (candida) già presenti nel nostro organismo e fino a quel momento non patogeni che, opportunisticamente, cercano di colonizzare specifici tessuti particolarmente infiammati ed indeboliti. Il tessuto "aggredito" tenta di neutralizzare la candida inglobandola al suo interno formando un tumore che viene definito "benigno" se l'azione ha un esito positivo, se invece il nostro sistema immunitario ha delle difficoltà e il tessuto non riesce a contenere l'infezione, questa diventerà un tumore "maligno" ovvero la candida farà quello per cui è programmata e rilascerà spore/metastasi nel circolo sanguigno e linfatico per colonizzare tutto l'organismo fino alle estreme conseguenze. Molti sostengono che la candida è una conseguenza e non la causa del tumore scordandosi che quest'ultimo "se si comporta come un fungo e si riproduce come un fungo allora probabilmente è un fungo" (cit. del gallo di Levi). Oltretutto la prova del nove che il cancro è di origine fungina consiste nel fatto che le cellule cancerose oltre che di glucosio, sono particolarmente "avide" di ferro e guardacaso la candida normalmente presente nel nostro corpo ha proprio la funzione di chelare i metalli pesanti!
Alla luce di queste considerazioni mi sono chiesto come mi sarei curato nell'eventualità di un coinvolgimento personale in questa malattia e la risposta è stata univoca, ovvero adotterei sicuramente il "protocollo Amedeo Gioia" (potete trovarlo facilmente sul web, per esempio qui e qui) il quale molto intelligentemente ha sfruttato la capacità dell'artemisia annua di ossidare il ferro presente nelle cellule cancerose inducendone l'apoptosi e l'autofagia in tempi estremamente rapidi (già dopo poche ore i dolori lancinanti che aveva erano spariti) e senza "danni collaterali" alle cellule sane, passando da una aspettativa di vita di poche settimane ad una completa guarigione. Contemporaneamente alla cura a base di soluzione idroalcolica di artemisia annua e ferro, Gioia ha iniziato una dieta vegana che sicuramente ha dato un prezioso contributo al felice esito della malattia. Forse le uniche modifiche che introdurrei sarebbero un periodo di uno/due giorni di assoluto digiuno prima dell'inizio della cura per "affamare" vieppiù le cellule cancerose, inoltre starei ben attento a non ingerire nulla fra un pasto e l'altro (nel caso solo acqua) e presterei attenzione agli orari dei pasti per coprire equamente tutto l'arco della giornata in modo da non avere differenze temporali nella concentrazione di principio attivo nel corpo.
Per concludere ribadisco che tutto quello che ho scritto riguarda mie personali convinzioni: non voglio influenzare nessuno riguardo eventuali percorsi di cura che sono e restano responsabilità assolutamente individuali.