Dedicato all'amico G.M.
Da decenni pionieri della cold fusion e portavoce della comunità scientifica si contrappongono. I primi annunciano di avere ottenuto prove incontestabili di eccessi di calore di natura inspiegabile, o meglio - per esclusione - di possibile origine nucleare (dati gli ordini di grandezza dell'energia in gioco); i secondi, barriere di Coulomb e sezioni d'urto alla mano, ritengono semplicemente impossibile l'esistenza di un siffatto genere di fenomeni, dunque - anch'essi per esclusione - riconducono i risultati sbandierati dai primi a banale incompetenza (errori di misura) o squallida frode.
Tanto più che i tentativi di replica - quasi sempre - danno esito negativo: come hanno testimoniato in tanti, a parità di setting sperimentali e condizioni, il fenomeno LENR a volte si presenta altre no, bizzoso come un gatto che non voglia farsi carezzare!
Questo accade probabilmente perché - in mancanza a tutt'oggi di una teoria in grado di abbracciare e spiegare a tutto tondo le LENR - il ricercatore non ha dominio e vera comprensione di quali siano le variabili da controllare e quali le procedure da adottare. Possiede solo "ricette" empiriche, frutto di innumerevole prove ed errori. Così a volte ci azzecca, altre no!
C'è un ulteriore elemento di complicazione. Chi ha avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con chi si sporca le mani in laboratorio con le Low Energy Nuclear Reactions, ha sentito tante volte spiegare che oltre alla bestia nera della riproducibilità tout court (eccesso di calore SI o eccesso di calore NO) c'è pure quella - chiamiamola così - dello sbuffo vigoroso o della fiatella! Non solo le reazioni LENR a volte partono e a volte non, ma pure quando partono a volte sono esplosive, iperboliche, bombastiche (e chi ne è stato testimone sa che non c'è margine di errore che tenga!) e a volte sono asfittiche, micragnose, miserrime! E a detta di molti sperimentatori tale variabilità di rendimento sembra correlata ai cicli astronomici in cui viviamo (notte-giorno, mese lunare, anno solare).
Ovvio che di fronte a ciò gli scettici a priori delle LENR (scetticismo dovuto al fatto che le LENR non sono "consentite" dai modelli fisici dell'attuale paradigma scientifici) hanno ancora più buon gioco a rotolarsi sul pavimento dal ridere!
Proprio come gli esperti accademici di elettromagnetismo alla fine del XIX secolo ridevano di quel Guglielmo Marconi che diceva di volere comunicare via onde radio con l'altra parte dell'Atlantico!
Ride bene chi ride ultimo.
Prima o poi si dovrà rendere merito anche a Giorgio Piccardi (1895-1972), autore di una notevole mole di osservazioni e studi, in anticipo di un centinaio di anni su quanto messo in agenda dalla comunità scientifica, che saranno a lungo fonte d'ispirazione per i ricercatori di mente aperta. Solo a titolo di esempio:
Abstract. A strong negative correlation
has been found between the growth rate of young rice seedlings as well
as the coefficient of variation affecting it and the P indices of the
chemical test of Piccardi. The correlation coefficients exceed 0.9 with a
probability of null hypothesis which is extremely low. The biological
effects appear to be due to electromagnetic radiations accompanying the
solar eruptions, whereas the chemical test appears to be influenced by
the subsequent corpuscular emission.
Über den Einfluss elektromagnetischer Strahlung auf die Wismutchlorid—Fällungsreaktion nach Piccardi (1969) J. Eichmeier, , P. Büger
Abstract. The influence of infrared rays, visible light, UV-, X-rays on the coagulation
speed of BiOCl according to the test reaction of Piccardi was studied.
Screening experiments with copper and lead were also carried out. It was
found that the coagulation was accelerated under infrared irradiation
or copper and lead screens and decelerated under UV-, X-irradiation. Visible light had no clear effect. The observations are explained by the assumption that the hydration of BiO*-ions formed in the test reaction, is influenced by the electromagnetic rays.
Statistical analysis of Piccardi chemical tests (1987) F. De Meyer, C. Capel-Boute
Abstract. The numerical data collected daily for the longest series of inorganic
chemical tests, carried out in Florence (Piccardi and co-workers,
1951–1972) and in Brussels (Capel-Boute, 1956–1978), have been submitted
to a statistical analysis for the purpose of searching an answer to the
questions which led to start the collection of long-term series of data
with the Piccardi chemical tests in different places. The question was
to study the variability in the course of time of various effects
observed on aqueous systems, even in the most rigorously standardized
conditions, for a chemical precipitation reaction. Since significant
long-term perturbations and an annual variation are present in all data
sets, the observations cannot be conceived as purely random
fluctuations. No common long-term pattern is observed and the
measurements are not unambiguously correlated with climatological
effects or the solar cycle. The statistical information content of the
chemical tests is time-dependent, which implies non-stationarity of the
observations. These results suggest the necessity of search for
disturbing geophysical and cosmological factors to understand the
mechanisms of the interaction.
Quest'anno un gruppo di fisici russi ha individuato una direzione nel cosmo che influenza il decadimento radioattivo di isotopi di Po che "la traguardano" nel corso del movimento della Terra nello spazio:
Abstract. The brief description of installation TAU-2 intended for long-term monitoring
of the half-life value τ (τ1/2) of the 214Po is presented.
The methods of measurement and processing of collected data are reported. The
results of analysis of time series values τ with different time step are
presented. Total of measurement time was equal to 590 days. Averaged value of
the 214Po half-life was obtained τ=163.46±0.04 μs. The annual
variation with an amplitude A=(8.9±2.3)⋅10−4, solar-daily variation
with an amplitude ASo=(7.5±1.2)⋅10−4, lunar-daily variation with
an amplitude AL=(6.9±2.0)⋅10−4 and sidereal-daily variation with an
amplitude AS=(7.2±1.2)⋅10−4 were found in a series of τ
values. The maximal values of amplitude are observed at the moments when the
projections of the installation Earth location velocity vectors toward the
source of possible variation achieve its maximal magnitudes.
È superfluo sottolineare che la scienza ufficiale approssima a costanti i tempi di decadimento degli isotopi.
Tante rivoluzioni scientifiche che cambieranno drasticamente la nostra visione dell'Universo sono alle porte, da un pezzo... francamente non so se a breve sfrecceranno accanto a noi, o se dovremo ancora osservarle all'orizzonte col cannocchiale, in lento avvicinamento, tra i
lazzi di chi l'occhio nel cannocchiale non lo mette e ci dà dei visionari! La Storia insegna che il futuro è sempre stato anticipato da chi diceva che qualcosa era possibile, mai da chi diceva che qualcosa era impossibile.
Post scriptum del 08/09/2015.
Un altro articolo, questa volta tedesco e del 2014, che affronta lo stesso "dubbio cosmico".
Analysis of Beta-Decay Rates for Ag108, Ba133, Eu152, Eu154, Kr85, Ra226 And Sr90, Measured at the Physikalisch-Technische Bundesanstalt from 1990 to 1996
Peter A. Sturrock, Ephraim Fischbach, Jere Jenkins
Abstract. We present the results of an analysis of measurements of the beta-decay rates of Ag108, Ba133, Eu152, Eu154, Kr85, Ra226, and Sr90 acquired at the Physikalisch-Technische Bundesanstalt from 1990 through 1995. Although the decay rates vary over a range of 165 to 1 and the measured detector current varies over a range of 19 to 1, the detrended and normalized current measurements exhibit a sinusoidal annual variation with amplitude in the small range 0.068% to 0.088% (mean 0.081%, standard deviation 0.0072%, an 11{\sigma} rejection of the zero-amplitude hypothesis) and phase-of-maximum in the small range 0.062 to 0.083 (January 23 to January 30). In comparing these results with those of other related experiments that yield different results, it may be significant that this experiment, at a standards laboratory, seems to be unique in using a 4{\pi} detector. These results are compatible with a solar influence, and appear not to be compatible with an experimental or environmental influence. It is possible that Ba133 measurements are subject also to a non-solar (possibly cosmic) influence.
En passant, il mio informatore sottolinea che il sistema di rilevamento apparecchiato dai Russi per il decadimento degli isotopi è nuovo e geniale. A ogni buon conto, eccovi un altro articolo dei nostri amici russi in cui si discute le eventuali sorgenti di errore. Se ho capito bene gli ordini di grandezza delle variazioni sulla emivita degli isotopi sono significativamente maggiori di quelli delle possibili fonti di errore.
Sources of the systematic errors in measurements of Po-214 decay half-life time variations at the Baksan deep underground experiments
E.N. Alexeyev, Yu.M. Gavrilyuk, A.M. Gangapshev, V.V. Kazalov, V.V. Kuzminov, S.I. Panasenko, S.S. Ratkevich
Abstract. The design changes of the Baksan low-background TAU-1 and TAU-2 set-ups
allowed to improve a sensitivity of Po-214 half-life (\tau) measurements up to
the 2.5 x 10^{-4} are described. Different possible sources of systematic errors influencing on the τ-value are studed. An annual variation of
Po-214 half-life time measurements with an amplitude of A=(6.9 \pm 3) x 10^{-4}
and a phase of (\phi=93 \pm 10) days was found in a sequence of the
week-collected \tau-values obtained from the TAU-2 data sample with total
duration of 480 days. 24 hours' variation of the \tau-value measurements with
an amplitude of A=(10.0 \pm 2.6) x 10^{-4} and phase of (\phi=1 \pm 0.5) hours
was found in a solar day 1 hour step \tau-value sequence formed from the same
data sample. It was found that the Po-214 half-life averaged at 480 days is
equal to (163.45 \pm 0.04) mks.
Ah, per concludere, pare che un gruppo di scienziati nostrani sia andato ai Laboratori del Gran Sasso e abbia fatto un esperimento
diverso da quelli dei Russi e dei Tedeschi, talmente diverso da non rilevare alcunché di quanto osservato dai colleghi russi e tedeschi. Saranno stati troppo bravi o poco attenti questi nostri compatrioti? Urge inventarsi una barzelletta su uno scienziato russo, uno tedesco e uno italiano che... forza, chi ci prova?! ;-)