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martedì 20 agosto 2013

Energie rinnovabili: lo strano caso dell'Italia
(autore: Guglielmo Pepe)

Ho preso l'abitudine di valutare l'importanza delle azioni politiche nei tempi lunghi. È un fatto evidente, oggi più che in passato, che la crescente fame di energia, la sua produzione ed il controllo di quella risorsa, rappresenti il fondamento su cui si regge la civiltà. Per questo motivo, ogni volta che si forma un nuovo governo, la prima cosa su cui metto l'attenzione è la politica energetica che intende applicare.
Chi ha dato il via ad un diverso modello di sviluppo energetico nel mondo, spingendo l'acceleratore sull'applicazione di energie alternative eco-sostenibili, è stata la politica europea quando a dirigerla fu Romano Prodi. Fu lui che tra il 1999/2004, in qualità di presidente della commissione europea, nominò Jeremy Rifkin suo consigliere personale per le questioni energetiche. Economista visionario che mise a punto il piano energetico europeo.
Rifkin comprese tre cose di importanza strategica:
  1. energia uguale potere;
  2. se l'energia è potere si deve limitare al massimo la produzione di grandi impianti a vantaggio di quelli piccoli e medi;
  3. l'energia non deve essere inquinante, perché i costi umani ed economici dell'inquinamento non sono prevedibili e quindi calcolabili, sempre che si voglia dare un valore alla vita umana.
Con Prodi l'Europa varò il piano energetico e la Germania fu la prima nazione a comprenderne l'importanza dando il via ad un ciclo virtuoso che ha fatto da esempio e stimolo al resto del mondo. Tuttavia la Germania ha privilegiato la messa in opera dei grandi impianti ecologici alternativi soprattutto per gli interessi della Siemens che, in quanto potentissima azienda privata, deve mettere al primo posto i propri interessi rispetto a quello dei cittadini. Non necessariamente questi interessi sono conflittuali, ma quando non lo sono è solo per casuale coincidenza. Questa è la sostanziale differenza tra politica ed economia. Siemens quindi ha operato sia spingendo il fotovoltaico sia l'eolico, tuttavia, nel 2013 ha deciso di abbandonare il fotovoltaico, anche a causa della concorrenza cinese, concentrando gli investimenti sull'eolico. Questa scelta aziendale si comprende perché l'eolico richiede investimenti unitari molto importanti e complesse tecnologie più difficilmente attaccabili dalla concorrenza. Anche il fotovoltaico è un prodotto ad alta tecnologia, ma ha il vantaggio per il cittadino e lo svantaggio per un grande produttore di aver sviluppato fonti unitarie energetiche modulari di taglia minima, molto più soggetti alla concorrenza.
La scelta dell'eolico risolve il problema della produzione di energia pulita che interessa anche i potenti più intelligenti di questo pianeta, ma non risolve il problema del controllo dell'energia e quindi del potere, perché gli impianti, in particolare quelli offshore, richiedono ingentissimi investimenti che possono essere sostenuti solo da governi o da multinazionali.
La Germania è stata la prima a comprendere l'importanza del piano energetico europeo e ciò ha permesso alle imprese di fare ricerca in questo settore aumentando l'efficienza ed abbassando i costi di produzione. Gli altri paesi hanno seguito questo sviluppo in misura più o meno convinta. L'Italia, come al solito, per caso o per fortuna, ma non certo per una consapevole centralizzata strategia polita, ha seguito il flusso della corrente e si è trovata ad essere, attualmente, il secondo produttore al mondo di energia da fotovoltaico con una potenza installata di 17 GW (potenza pari alla produzione energetica di 17 centrali nucleari). Le condizioni climatiche italiane sono sicuramente più favorevoli di quelle del Nord Europa. Vi ricordate cosa dicevano solo pochissimi anni fa i tromboni della scienza, al soldo dei politicanti-mercanti, sulla irrilevanza della produzione di energia pulita? L'attuale produzione di energia fotovoltaica ha però creato un problema. Oggi le centrali elettriche a turbo-gas vanno al 50% della loro potenza, proprio a causa dell'energia prodotta dagli impianti fotovoltaici, tuttavia, il governo Berlusconi ha stipulato con la Russia e con il Kazakistan un contratto a prezzo bloccato e consumo bloccato per cui, anche se non consumiamo gas lo paghiamo ugualmente. Penso male se da quei contratti ne abbia ricavato un vantaggio personale? Altro che IMU!!!
Dal pasticcio italiano è comunque emerso un dato positivo, non essendoci alcun serio piano energetico nazionale, come avviene in ogni paese dotato di un minimo di strategia politica, nessun importante gruppo industriale o finanziario si è preoccupato di investire in questo settore e così tutto è andato a caso e si sono realizzate una miriade di micro impianti ad uso domestico o ad uso di piccole e medie imprese. Questa frantumazione è un patrimonio di parziale libertà dalla quale possiamo trarre solo beneficio. Naturalmente è un piccolo passo verso quella libertà energetica indicata da Rifkin che passa attraverso le forche caudine dei grandi produttori di energia (Enel) che hanno il compito di assorbire e ridistribuire l'energia discontinua prodotta dagli impianti individuali collegati in rete. La vera libertà energetica potrà attuarsi solo se si spingerà la ricerca verso piccoli ed economici, anche se poco efficienti, sistemi di accumulo di energia, ma nessuna grande impresa ha interesse a sviluppare prodotti a bassa tecnologia. L'altra possibilità, più velocemente attuabile, ipotizzata dallo stesso Rifkin, è la formazione di numerose cooperative collegate in rete che possano avere una certo potere contrattuale nei confronti dei grandi ri-distributori di energia. Naturalmente so che questa non è la situazione ideale perché le cooperative, qualora diventassero molto forti, non si distinguerebbero più da qualunque altro gruppo di potere. La soluzione strategica è quindi, oltre alla produzione di energia, l'accumulo in loco. Anche l'eolico e l'idroelettrico potrebbero avere la loro parte a condizione che si spingesse il mini eolico ed il mini-idroelettrico e queste differenti forme di energia abbasserebbero il livello di discontinuità produttiva che dipende dalle variabili condizioni ambientali, che sono massime nella produzione di energia da fotovoltaico.
Ovviamente questa politica non può escludere totalmente l'impiego delle attuali fonti inquinanti di energia, ma deve porsi l'obbiettivo di metterle in decrescita. Allo stato attuale dello sviluppo tecnologico un paese come l'Italia potrebbe ridurre al 15/20% la produzione di energia inquinante senza correre rischi di black out.
La frantumazione della produzione dell'energia comporta un ulteriore vantaggio strategico che mette parzialmente al riparo dal ricatto dei paesi fornitori, da gravi interruzioni di energia in caso di disastri ambientali, da sabotaggi ed attacchi terroristici.
Altro importante elemento a favore del fotovoltaico è il numero di posti di lavoro che offre quella tecnologia. Si calcola che oggi gli addetti diretti nella sola Italia siano attorno a 100.000 unità. La costruzione di centrali nucleari avrebbe dato lavoro, a parità di spesa e di produzione energetica, allo stesso numero di dipendenti?
L'attuale produzione mondiale di energia da fotovoltaico è di 100 GW pari a 100 centrali nucleari e nel 2020 si prevede una produzione installata di oltre 300 GW. L'Italia perderà sicuramente il secondo posto nella classifica dei maggiori produttori, ma anche perché la politica non mette questa risorsa o altre comparabili, nelle priorità della sua agenda.
Comunque il cambiamento, pur essendo minimo, è epocale e sono certo che le attuali previsioni di sviluppo, saranno superate dai fatti.


È evidente che la fusione fredda, se non deludesse le aspettative di noi tutti, credenti, curiosi ed atei, risolverebbe in un colpo le condizioni indicate da Rifkin per raggiungere l'indipendenza energetica e quindi preparare il terreno più sicuro su cui far crescere la vera libertà sociale.   

Guglielmo Pepe

250 : commenti:

«Meno recenti   ‹Vecchi   201 – 250 di 250   Nuovi›   Più recenti»
CLaudio Rossi ha detto...

Mi piacerebbe che si facesse un sondaggio (referendum?) tra la gente comune chiedendo se sarebbe disposta a sopportare un raddoppio del costo del kwh (attenzione: solo il kwh non tutti gli altri balzelli che non c'entrano niente) garantendo in contropartita l'utilizzo di sole fonti rinnovabili e zero inquinamento e rischi. Credo che saremmo in molti ad accettare; magari riducendo conseguentemente un po' i consumi.....

tia_ ha detto...

>Mi piacerebbe che si facesse un sondaggio (referendum?) tra la gente comune chiedendo se sarebbe disposta a sopportare un raddoppio del costo del kwh

A parte che già ora sul costo del kwh c'è il contributo per energia rinnovabile, ma poi costava molto informarsi su chi consuma cosa?

AGRICOLTURA 5.907,0 kWh
INDUSTRIA 140.039
TERZIARIO 97.705,1
DOMESTICO 70.140,4

Il consumo domestico incide solo del 22% sul consumo nazionale.
O vuoi aumentare il costo del kWh pure delle aziende, azzoppandole del tutto?

http://www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/statistiche/consumi_settore_merceologico.aspx

tia_ ha detto...

Nel commento l'unita è milioni di kWh (GWh), mi è scappato.

AleD ha detto...

@Claudio Rossi:
"
garantendo in contropartita l'utilizzo di sole fonti rinnovabili e zero inquinamento e rischi
"
E tecnicamente vorresti fare come?
Per te la biomassa è fonte rinnovabile a zero inquinamento? E il geotermoelettrico?
E l'idroelettrico, un bel rischio zero vero?

Vuoi fare tutto con sole e vento, *come*?

E questo lasciando perdere i costi, quelli caso mai sarebbero un problema da affrontare dopo...

CLaudio Rossi ha detto...

Secondo il mio punto di vista si tratta di stabilire delle priorita' nei valori esistenziali e dei criteri di confrontabilita' nel valutare le forme di "ricchezza". Ho gia' detto che se il "costo" (anche monetario per chi considera solo quello) delle conseguenze a carico del S.S.N. e dei danni ambientali fosse addebitato alle rispettive fonti di inquinamento, il Kwh da fonti fossili avrebbe un prezzo proibitivo. Certo non immagino che dall'oggi al domani si trasformi un sistema energetico. Una forte riduzione dei consumi piu' inquinanti avrebbe pero' un effetto piu' che proporzionale per via delle concentrazioni.
Per i miei figli, preferisco un ambiente piu' sano a qualche elettrodomestico o telefono in piu'. Ma capisco anche che quando si mettono in discussione i "consumi" - veri idoli nelle nostre generazioni - si entra in un campo minato.

giorjen ha detto...

@CLaudio Rossi
Per i miei figli, preferisco un ambiente piu' sano a qualche elettrodomestico o telefono in piu'. Ma capisco anche che quando si mettono in discussione i "consumi" - veri idoli nelle nostre generazioni - si entra in un campo minato.

questa te l'appoggio alla grande, però purtroppo al mondo non ci sono solo persone come noi...
io vivo in una città di 10 milioni di abitanti, è un caos totale, ma nessuno manco si sogna di rinunciare all'auto appena arriva a permettersela. Plastica e confezioni dappertutto, la gente non ha una lira ma spreca a gogo. Pensa che qui non si può dare un premio di produzione ad un impiegato perchè quello il giorno dopo non viene a lavorare e sparisce tutto il tempo necessario a spenderselo... secondo te pensano ai loro figli? ma manco quando spariscono!! a loro ci pensano i nonni se gli va bene!
g

robi ha detto...

Claudio R
che strana che è la storia..
se a suo tempo non avessero scoperto la fissione ci si sarebbe dovuti adeguare e specializzare in energie più "naturali" (eolico, sole e chissà che altro)
Adesso si riparte..
vedremo queste lenr se si degneranno di diventare efficientemente pubbliche..

robi ha detto...

giorjen
solo per curiosità
dove vivi?

sempre che non ti dia fastidio riferirlo.

grazie in ogni caso.
ci provo Mosca!

robi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
robi ha detto...

AleD
mettiamo in chiaro che i danni dell idroelettrico possono esser comparati ad un piccolo tsunami.
Pertanto con volontà si potrà rimediare.
In Giappone dopo anni stanno ancora affrontando il problema nucleare e purtroppo non se ne prevede una scadenza.Ricordati lo stoccaggio lasciato in eredità ai nostri figli e nipoti.
A Longarone avresti potuto andarci a vivere anche una settimana dopo il disastro del vajont ,a chernobyl se vuoi fare un affare vendono appartamenti a prezzi stracciati.
per piacere certe similitudini ....





















AleD ha detto...

@robi:
"per piacere certe similitudini ...."
Le stai facendo te certe similitudini azzardate.
Una zona contaminata da radiazioni fin che non è bonificata non è abitabile, bene.
Tu preferiresti evacuare o morire come quei ennemila di Longarone?

AleD ha detto...

@Claudio Rossi:
"
Per i miei figli, preferisco un ambiente piu' sano a qualche elettrodomestico o telefono in piu'. Ma capisco anche che quando si mettono in discussione i "consumi" - veri idoli nelle nostre generazioni - si entra in un campo minato.
"
Qui non stiamo parlando di quanto di consuma, ma di come lo si fa.
Tu a casa potresti anche avere esattamente lo stretto necessario per vivere ma vorrei che mi dicessi quanto sei disposto a sincronizzare le tue abitudini *quotidiane* (cioè ogni giorno, non ogni tot) alla disponibilità di energia che potrebbe esserci o non esserci, senza sapere fra l'altro bene quando.
In sintesi: la stai facendo troppo semplice, ma veramente troppo. Ma se vuoi puoi iniziare a fare delle prove, giusto per vedere poi quanto la volontà possa vincere sulla presunta naturalezza nel rinunciare a consumare energia (anche senza sprechi ripeco) nelle modalità che oggi conosciamo.

robi ha detto...

AleD
se succede una calamità naturale ,dopo poco si potrà tornare e ricostruire
il fatto di una contaminazione nucleare include alcuni aspetti
.non sai se e quanto sei contaminato e che conseguenze avrai per il resto della tua vita
-ormai ci stiamo ripetendo come degli imbecilli, ma, non si sa ancora come la zone potrà tornare vivibile se mai potrà tornare abitabile.

Su Longarone ti rispondo con il telegramma scritto da un ingegnere a Roma il giorno stesso del cedimento.(lo puoi visionare al museo di Longarone
-La frana continua scendere ,a questo punto speriamo che Dio ce la mandi buona-
parole mie ma questo è il sunto.
disgrazia annunciata.

robi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
robi ha detto...

il telegramma inviato a roma
pardon

robi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
AleD ha detto...

@robi: Si evacua su precise soglie, non puoi dire che non si sa quando si evacua a quanto si è stati esposti. A Fukushima l'evacuazione non è stata in differita dopo molto tempo rispetto a Chernobyl. L'incremento del rischio per tumori per i livelli per cui scatta l'evacuazione è infimo e infatti vanno ripetendo che a distanza di anni molto probabilmente non si noterà nessuna variazione statistica. C'è chi non ci crede, ok, pazienza.
Quando tra un po' di anni saranno disponili i risultati del monitoraggio se ne riperlerà (dicendo che i dati reali sono stati insabbiati, immagino...)

Comunque non hai risposto alla domanda.

piero41 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
piero41 ha detto...

Rubbia nuovo senatore a vita!! Di Lenr e rinnovabili dovrebbe averne dirette conoscenze vediamo se potrà influire, definir meglio il famoso piano energetico it!!
Nominata anche la biologa Cattaneo, staminali.....

Daniele Passerini ha detto...

@AleD
Ha ragione Silvio Caggia, sei come quel tipo che mentre precipita dal grattacielo pensa "Sto benissimo, quindi non mi succederà nulla..."
Medita un po' su questo elenco:
http://www.legambienteamelia.it/2008/06/lista-incidenti-nucleari-nel-mondo/

Daniele Passerini ha detto...

@AleD
È incredibile che tu sia così irresponsabilmente insensibile rispetto all'eredità che lasciamo ai nostri figli (e nipoti e pronipoti ecc.):
http://www.peacelink.it/ecologia/a/34834.html

Daniele Passerini ha detto...

@AleD
Ti consiglio di scendere dal sogno di onnipotenza tecnologica proprio del XX secolo e rimettere i piedi sulla Terra, e cominciare a chiederti se valeva la pena di ridurla come abbiamo fatto per avere in cambio... la nevrosi del consumismo!
Un bell'articolo sulla ingestibilità delle scorie nucleari:
http://www.cartografareilpresente.org/article91.html

Daniele Passerini ha detto...

@AleD
Prendiamo per esempio cosa dice la pur prudentissima wikipedia:
«Il 60 % della radioattività cui siamo esposti è di origine naturale». Così l'industria nucleare cerca di rassicurare le popolazioni diffidenti per quanto riguarda il rischio ambientale e sanitario delle materie radioattive.
Infatti, la radioattività esiste nella natura ma non è mai molto concentrata:
In 1 grammo d'acqua, 1 atomo si disintegrerà, emettendo un'irradiazione radioattiva, ogni 100 secondi, sia 0,01 Becquerel (0.01 Bq/g).
In un grammo di granito, che contiene tracce di uranio, si contano 8 disintegrazioni al secondo (8Bq/g).
Radioattività del corpo umano (dovuto principalmente al Potassio-40 delle ossa, seguito dal Carbonio-14 che contribuisce per circa un quarto del totale): 0,1Bq/g.
Invece la radioattività artificiale, risultata dalle materie radioattive usate nelle centrali nucleari, nel settore militare o ancora in quello medico, è molto più alta. Si misurano:
10 000 disintegrazioni al secondo in 1 grammo di uranio (10 000 Bq/g)
2 miliardi di disintegrazioni al secondo in 1 grammo di plutonio (2Gbq/g)
3200 miliardi di disintegrazioni al secondo in 1 grammo di cesio-137 (3,2 Tbq/g)
359 000 miliardi di disintegrazioni al secondo in 1 grammo di tritio (359 Tbq/g)
La radioattività viene ritenuta «trascurabile» sotto 1 Bq/g, «di livello naturale» tra 1 e 1000 Bq/g, e «da sorvegliare» sopra.
Infatti, il corpo umano è capace di riparare le poche lesioni del DNA dovute ad una radioattività debole, però si rivela sopraffatto quando la dose d'irradiazione è massiva.

Daniele Passerini ha detto...

@AleD
Ancora da Wikipedia, che non credo possa essere accusata di fare "terrorismo psicologico":

Rischi per la salute

Tutti gli impianti nucleari, anche quando funzionano «normalmente», rigettano una certa quantità di radioattività nell'acqua e nell'aria. I poteri pubblici ritengono questi rigetti innocui, eppure le norme ufficiali si basano sul principio che «ogni dose di radiazioni comporta un rischio cancerogeno e genetico». I limiti stabiliti non corrispondono dunque ad un'assenza di pericolo, ma ad un numero di vittime considerato accettabile rispetto agli interessi economici. Infatti, la stessa CIPR confessa che "la scelta dei limiti di dose implica dei giudizi sociali".
Inoltre, i rischi sono generalmente sottovalutati, dato che i calcoli trascurano due fatti:
gli elementi radioattivi rigettati, anche in quantità minima, possono ritrovarsi nella catena alimentare. Per esempio, gli animali marini sono contaminati dai rigetti di La Hague (Normandia) nei pressi delle coste francesi fino alla Norvegia;
quando si ingerisce un cibo contaminato, le particelle radioattive agiscono diversamente dato che si trovano all'interno del corpo.
Un aumento di incidenza - pari al doppio - per quanto riguarda casi di leucemia fu riscontrata in uno studio del 2007 condotto dall'università di Magonza (Germania) in bambini con meno di cinque anni cresciuti a meno di cinque chilometri da una centrale nucleare.

Vittime dell'inquinamento radioattivo

Da 50 anni, l'attività umana ha portato una contaminazione radioattiva sull'insieme del pianeta, che è cumulativa poiché gli effetti delle radiazioni si accumulano nel corso del tempo. È principalmente dovuta alle ricadute degli esperimenti atomici e dei disastri nucleari.
Secondo il CERI 61 milioni di morti possono essere imputati a questa contaminazione. Sarebbe responsabile di gran parte dei cancri «inspiegati», il cui numero non ha smesso di aumentare fin dagli anni '60. Le valutazioni di questo comitato si basano su un modello che tiene conto degli effetti di un'irradiazione interna, contrariamente a quello adottato dal CIPR.
Numero di vittime dovute all'esposizione alla radioattività artificiale
Estimazioni secondo CIPR
Totale morti di cancri 1,2 milioni
Totale cancri non mortali 2,3 milioni
Mortalità infantile Non considerata
Estimazioni secondo <a href="http://www.euradcom.org/>CERI</a>
Totale morti di cancri 61 milioni
Totale cancri non mortali 123 milioni
Mortalità infantile 1,6 milioni

CLaudio Rossi ha detto...

"ma vorrei che mi dicessi quanto sei disposto a sincronizzare le tue abitudini *quotidiane* (cioè ogni giorno, non ogni tot) alla disponibilità di energia che potrebbe esserci o non esserci, senza sapere fra l'altro bene quando."

Tecnicamente non è impossibile risolvere i problemi di stoccaggio dell'energia e se ti dessi i consumi miei rispetto alla media gia' oggi (famiglia di 5 persone che non si fa mancare nulla) saresti sorpreso. Pero' capisco bene che il mio caso non e' per niente significativo.
Il problema e' piu' generale: in un sistema che non considera il tempo libero una ricchezza perche' non produce PIL; un sistema che non considera l'accessibilita' al web una ricchezza perche' e' pressoche' gratuito; che nel calcolare l'utile di un progetto non considera il costo della cementificazione del terreno o dell'abbattimento degli alberi perche' si tratta di risorse naturali valutate "zero" a disposizione di tutti (questo e' il solo motivo per cui le aree trasformate in "fabbricabili" diventano fonte di grandi speculazioni) e' ovvio che si misuri solo il prezzo pagato del kwh lasciando sulle spalle della collettivita' tutti gli oneri connessi non quantificandoli perche' incidono su altre voci di spesa.
Capisco che le mie osservazioni suonano utopiche ma solo qualche anno fa ricordo un ingegnere mio amico (AD di un'impresa molto importante e troppo noto per citarlo) che mi diceva: "eolico e solare arriveranno a rappresentare al massimo il 3% delle fonti energetiche". La Germania invece ci ha creduto e oggi siamo intorno al 20% anche in Italia. Costa di piu'? Con quale metro? Solo di noplasie se ne risparmiano diverse migliaia ogni anno.

CLaudio Rossi ha detto...

Errata Corrige: ...neoplasie...(ovviamente)

sandro75k ha detto...

@Daniele Passerini

Eehm... veramente ero io quello del grattacielo, Silvio Caggia sta male già sul tetto senza che precipiti... :)

robi ha detto...

AleD
la soglia su Lublino in Polonia era molto bassa.
Tanto che i bimbi non avrebbero rischiato nulla.
Eppure ,mia figlia , come cento ,mille altri bimbi non hanno seguito le direttive.
Certo non sono morti ma tutt ora hanno problemi di tiroide che si manifesta in molte maniere gravi e meno gravi(se vuoi un resoconto..)

No
non val la pena
le persone come te non ragionano
se non per il proprio interesse

addio

robi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
giorjen ha detto...

@robi
dove vivi?

quando torno dalle ferie facciamo un quiz!
ciaooooooo
g

robi ha detto...

con
non hanno seguito le direttive
è un modo di dire in Polonia per incolpare i bimbi che non han capito che non c era problema ,invece si son ammalati
avessero ascoltato...

robi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
AleD ha detto...

Ok, dai, lo ammetto. Senza nucleare nel mondo non ci si ammalerebbe e non si morirebbe.
Bene, ora mi sono abbassato al livello di "discussione".
Per il resto credete un po' quel che vi pare.

Ma occhio però fra un po' di anni cosa uscirà dal monitoraggio di Fukushima.
Nel frattempo se siete capaci di consumare energia senza chiederla alla rete farete qualche passo concreto verso l'utopia che inseguite.
A meno di novità "sconvolgenti" (che però continuano a latitare ad oltranza parrebbe) che però permetteranno di tagliare certamente l'uso di gas/carbone/nucleare lasciandoci ai bei consumi a cui siamo abituati, e un bell'addio ai discorsi di efficienza perché saranno anacronistici.

robi ha detto...

Aled
ti ho risposto alla domanda

preferisci evacuare o morire
al vajont per quanto sapessero non sono intervenuti ad avvisare la gente
con il nucleare quando scappa te lo ciucci
e i problema sarà dopo

certo che da noi si dice
tagliartele a fettine
quando qualcuno non vuol proprio capire

spero sia l ultima
rivolgiti ad altri
grazie

robi ha detto...
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sandro75k ha detto...

Il senator/Nobel Rubbia

http://www.youtube.com/watch?v=gq2_pEPfBEI

Daniele Passerini ha detto...

@sandro75k
Eehm... veramente ero io quello del grattacielo, Silvio Caggia sta male già sul tetto senza che precipiti... :)
Sorry, sono andato a memoria... onore a te autore di quella azzeccatissima immagine! :)

@tutti
Silenzio, sto creando... componendo... parafrasando... nuovo post aulico in arrivo! ;)

piero41 ha detto...

"Il senator/Nobel Rubbia"
Ma oltre a distruggere le scorie radioattive, la macchina di Rubbia (il Rubbiatron) nasce con l'obiettivo di generare energia, con un vantaggio sui generatori nucleari finora costruiti: essere molto più sicuro, allontanando lo spettro di Chernobyl....... mahh ??

http://www.zonanucleare.com/tecnologie_sperimentali_progetti_alternativi_smaltimento/B_rubbia_ads_accelerator_driven_systems_trasmutazione.htm

Antonio ha detto...

Io sono molto "appassionato" dall'energia nucleare, al contempo però direi che è arrivato il momento di fare ragionamenti più "emancipati" sui temi energetici e abbandonare le rispettive "tifoserie".
Anche mettendo da parte le questioni legate al rischio medico, quelle relative al rischio ambientale, e alla gestione delle scorie e del decommissioning (ammesso di avere un metodo diverso dalla costo perpetuo per calcolarlo) restano delle questioni di fondo:
1)il Kwh nucleare costa troppo. Il costo della sicurezza (principalmente) di un EPR III+ in termini di capex e opex è tale da spingere troppo in alto il costo Kwh nelle migliori condizioni di calcolo. Ovvio che con i criteri degli anni 60 i costi erano enormemente più bassi ma nessun sano di mente oggi accenderebbe un reattore Magnox. Ho dei dati australiani che, se non ricordo male, posizionano il costo del Kwh molto male, dopo Carbone e persino Gas a ciclo combinato oltre che idroelettrico ecc.
2)la generazione nucleare, allo stato attuale della tecnologia EPR III+ (e anche nei piani della IV) non è modulabile (non è possibile regolare la potenza di una centrale nucleare se non in un range molto piccolo) e i cicli ON/OFF sono molto lenti e complessi. Questo aspetto rende la generazione nucleare la meno adatta nello scenario attuale della energia elettrica con le rinnovabili con forti variazioni di potenza istantanea disponibile. Oggi è molto più "furbo" investire in sistemi di stoccaggio su larga scala che non sulla generazione e su questo fronte, a parte l'idroelettrico invertibile non abbiamo nulla. La Francia "regala" letteralmente l'energia di notte perché non può spegnere le sue centrali nucleari e costerebbe troppo smaltire il calore senza generare elettricità (l'unico metodo per modulare una centrale nucleare).
3)Costruire una centrale costa troppo e richiede troppo tempo, inoltre lo "spread" tra costo teorico di progetto del Kwh e costo reale di esercizio è troppo alto e ne fa un investimento troppo a rischio per un privato. Il dato è impressionante: il costo teorico è: "Nuclear (to cost plan): 40-70", quello "reale" è: "Nuclear (to suit site; typical) 75-105" Cost (AUD/MWh)

In ultimo consideriamo che le centrali nucleari aspirano (in Cina giusto per citare i piani più ambiziosi) a produrre il 10% del fabbisogno elettrico e, a sua volta è una piccola parte del fabbisogno energetico complessivo.
Di cosa parliamo?

Il nucleare non sta più in piedi economicamente e non si fanno cose che "non convengono".

piero41 ha detto...

Mi era rimasto in mente un commento di Vettore che aveva detto... è rispuntato fuori di recente e lo risegnalo:
http://www.globalenergycorporation.net/
È il gruppo di Pamela Mosier-Boss che a quanto pare vorrebbe produrre reattori nucleari di nuovo tipo. In pratica usano una reazione LENR per produrre neutroni veloci, che poi usano per fissionare (tradizionalmente) combustibile nucleare normale e anche non arricchito. Il pratica il reattore che si ottiene si può accendere e spagnere a comando (direttamente) perchè non usa la classica reazione a catena. Questo permette anche di produrre reattori piccoli. 14 agosto 2013 08:26

Nelle nelle FAQ del gruppo infatti si conferma :
“ I nostri reattori pilota Genie hanno dimostrato la capacità di produrre neutroni con energia sufficiente a fissione o uranio naturale , uranio arricchito , o rifiuti pericolosi esistenti . Attualmente stiamo lavorando per ottimizzare le reazioni e aumentare il flusso di neutroni ad alta energia . Fatto questo , molte applicazioni commerciali sono possibili .”

Non me ne intendo molto ma non sarà che con le loro sorgenti Lenr “Genie” stanno magari studiando e lavorando anche per recuperare, riusare con un nuovo tipo di reazione i vecchi ed obsoleti reattori a fissione ormai in chiusura , dando nuova vita molto più sicura agli enormi bestioni e precedenti investimenti .... Non ne capisco ma oltretutto forse con questo sistema queste loro sorgenti Lenr potrebbero forse anche avere un miglior rendimento degli Hot-cat di Rossi (???) oltre a risolvere un po’ anche il problema delle scorie, come forse voleva fare (più pericolosamente forse) anche Rubbia??

Forse prima di trarre conclusioni anche economiche definitive anche in questo campo si dovrebbe sempre tener conto delle possibili evoluzioni della nuova ricerca che potrebbe variare ancher molto le precedenti situazioni e conclusioni alle quali si era giunti. In genere la ricerca può procedere anche così...

AleD ha detto...

@Antonio:
"
3)Costruire una centrale costa troppo e richiede troppo tempo, inoltre lo "spread" tra costo teorico di progetto del Kwh e costo reale di esercizio è troppo alto e ne fa un investimento troppo a rischio per un privato.
"
Motivo per cui stanno facendo sul serio con i reattori di taglia piccola e modulari.
Confrontato il costo del kWh da nucleare con quello di gas e carbone + CCS?
E con le altre fonti "rinnovabili"?

"
In ultimo consideriamo che le centrali nucleari aspirano (in Cina giusto per citare i piani più ambiziosi) a produrre il 10% del fabbisogno elettrico e, a sua volta è una piccola parte del fabbisogno energetico complessivo.
Di cosa parliamo?
"
Citi l'altro 90%?
Di che parli?

"
Il nucleare non sta più in piedi economicamente e non si fanno cose che "non convengono".
"
Per reattori di taglia enorme e con l'assenza di garanzia di poter portare l'impianto a fine vita causa salti carpiati politici certamente.
Per quanto riguarda le rinnovabili, stanno in piedi grazie all'enorme quantità di incentivi, mica per altro. Fra l'altro con la comica condizione di dover tenersi tutto il parco elettrico corrente.
Un gran bell'affare.


@robi:
A Longarone non hanno avvisato potendolo fare? Azz, peccato. E' costata molto cara.
Tu pensa che a Fukushima Daichi non hanno messo i diesel e il loro combustibli in modo più intelligente, altrimenti non saremmo qui a parlarne.
Andiamo avanti con i se?

nemo ha detto...

Ecco un recente articolo su Fukushima.

http://oggiscienza.wordpress.com/2013/08/27/fukushima-e-solo-linizio/

E la centrale è sempre in Giappone, il luogo forse più geologicamente attivo del pianeta, sempre soggetto a terremoti e tsunami. un 'punto caldo'..

nemo ha detto...

P.S.:
trattasi di un intervista fatta ad Ezio Puppin, professore di fisica presso il Politecnico di Milano.

nemo ha detto...

Scusate, più che punto caldo credo che il Giappone sia in una zona di subduzione della placca pacifica..

nemo ha detto...

http://www.bloomberg.com/video/tepco-textbook-management-failure-at-fukushima-ugv8VhcpRBuZPzXiQs5n5g.html

nemo ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=lPKkSFOW-t4&feature=youtu.be

Daniele Passerini ha detto...

@AleD
http://oggiscienza.wordpress.com/2013/08/27/fukushima-e-solo-linizio/
Riguardo Fukushima Ezio Puppin pare molto più vicino alle posizioni di Bertoldo che alle tue! :D

@Nemo
Grazie ;)

Antonio ha detto...

@AleD
Il nucleare è "ancillare" sul mix di produzione dell'energia perché quella elettrica è una parte modesta del fabbisogno energetico complessivo, ho giusto sottomano questo documento divulgativo dell'ENI:
http://www.eniscuola.net/assets/4767/scenario_energia_italia.pdf
dal quale si vede che quello elettrico è meno del 20% dell'intero consumo energetico nazionale.
Il più ambizioso (o sconsiderato) piano nucleare mai realizzato è quello francese che ha un installato nominale pari al 75% dell'installato elettrico complessivo:
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/b/b8/Componente_nucleare_nel_mix_di_produzione_nazionale.jpg
non ho sottomano il dato adesso ma ricordo che la reale proporzione media in esercizio sugli ultimi 3 anni è del 50% (e quello dei fermi tecnici o di sicurezza è un altro dei gravi problemi del nucleare).
Dal che si evince che, per un mix al consumo come quello italiano un massiccio piano di centrali come quello francese alla fine inciderebbe per il 10% sul totale del consumo energetico.
Praticamente lo sconto che potevamo ottenere sul gas russo solo trattando meglio le condizioni economiche :-)

Ribadisco: di cosa parliamo?

Circa poi la questione costi (che secondo me è essenziale e non solo per il nucleare visto che ormai l'energia elettrica si compra in negoziazione continua con un meccanismo di borsa) è difficile trovare delle analisi serie della questione in quanto c'è troppo "political noise sulla questione".
Ti segnalo comunque questo interessante studio dell'
http://www.ansto.gov.au/__data/assets/pdf_file/0005/38975/Umpner_report_2006.pdf fig. 4.7 pag 56
Ti faccio notare che lo studio è fatto dall'UMPNER taskforce Australiano, non è recentissimo ma lo ritengo molto ben fatto. Oltretutto l'obiettivo dell'UMPTER (che significa: Uranium Mining, Processing and Nuclear Energy ) era quella di far avviare un programma nucleare. Inoltre alcuni costi delle "rinnovabili" sono scesi moltissimo in questi anni mentre il costo del Kwh nucleare sui nuovi impianti è in continuo peggioramento. Ma limitiamoci alla fig 4.7 ricordiamoci che è stata redatta da una taskforce che vorrebbe avviare un piano di centrali nucleari.... che deduci?

Antonio ha detto...

@AleD: aggiungo che, sempre il grafico di fig. 4.7 il costo da produzione nucleare è indicato (ma se poi leggi il teso sono onesti e hanno scritto il resto) al costo stimato in fase di progetto mentre:
Nuclear (to cost plan): 40-70 AUD/MWh
Nuclear (to suit site; typical): 75-105 AUD/MWh

Prova a prolungare la barra di costo con i valore "rilevati" in esercizio...

Circa il "micronucleare da giardino" mi affascina molto ma a conti fatti non riesce a ridurre il costo del KWh. Mi piaceva molto il progetto hyperion che poi è divenuto http://www.gen4energy.com; mi sono però convinto che si tratta ormai di una serie di tecnologie "fuori dal tempo".
Inutile insistere, è argomento per i fisici ma temo non più per gli ingegneri :-)

Piuttosto occorre studiare seriamente come gestire gli impianti esistenti, la vedo come la più grande sfida (e la più costosa) di gestione dell'obsolescenza di impianti pericolosi.

Carlo Ombello ha detto...

Sono un grande sostenitore del fotovoltaico, che già oggi è in grid parity perfino qui nel Regno Unito, e che in pochi anni sovvertirà tutti gli equilibri della produzione energetica.

Tuttavia, paragonare la potenza di picco del fotovoltaico (che ha un fattore di carico attorno al 15%) a quella di impianti con fattore di carico dell'85% (come l'odiato nucleare) è una castronata. 17 GW di fotovoltaico in Italia daranno circa 22TWh di energia l'anno, ottenibili con 3GW di impianti nucleari.

Questo tuttavia non è un problema, nè di spazio nè di costi. Il fotovoltaico a media e grande scala già oggi ha costi di produzione inferiori a quelli di tante altre tecnologie (nucleare in primis), l'unico problema alla sua diffusione è che il suo costo lo si paga tutto al momento dell'installazione, il che ne può limitare la diffusione nonostante i vantaggi sul costo di produzione dell'elettricità.

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