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domenica 3 luglio 2011

Numeri e poesia


Perché - mi ha scritto Eddy poco fa - contrapporre logica, matematica a intuizione, significato? 
Personalmente non sono mai riuscito a trovarci una vera differenza. Se si riesce a superare l'aspetto più superficiale ed esteriore, matematica e poesia hanno molto in comune.

Per questo mi piace segnalare questa bellissima poesia sui numeri primi, letta tanti anni fa in un vecchio numero delle Scienze. È di Helen Spalding, questa è una traduzione (che mi sembra fatta molto bene). 
Il web, che spesso rigurgita informazioni sulle cose più impensabili, è stranamente avaro di notizie su di lei: ho trovato solo una segnalazione di una raccolta di poesie del '50 e un articolo (di argomento matematico) in cui si accenna all'autrice.

Mi farebbe molto piacere se qualcuno ne sapesse qualcosa di più.

Lodiamo i numeri primi
Lodiamo i numeri primi
insieme ai padri che ci generarono:

la forza, la speciale gloria 
dei numeri primi
è che nulla li ha generati
non avi, non fattori,
sono gli Adamo delle generazioni 
che si moltiplicano.

Nessuno può prevedere il loro arrivo.
Tra i numeri ordinali
non fanno prenotazioni, ma
arrivano all'improvviso.
Lungo la fila dei cardinali 
si ergono come incredibili pontefici,
puri, imperscrutabili,
eletti da sé stessi.

All'inizio, dove il caos 
finisce e lo zero si impone,
affollano la scena senza risparmio
come una foresta,
ma la media distanza si assottiglia,
la grande distanza che li porta
all'infinito
li rende rari come comete
che non fanno ritorno. 

O inverosimili numeri primi,
possano i cacciatori di formule
a lungo affannarsi nell'astrazione,
consumare la loro pazienza e
ridursi a scheletri:
restate anticonformisti, scomodi,
fenomeni irriducibili
a sistema, serie, schema
o spiegazione.

***

Eddy mi ha scritto tutto ciò in un commento al mio precedente post (L'intuizione usa i versi...), però ha un po' frainteso quello che intendevo.  Infatti sono totalmente d'accordo con lui: le dicotomie sono sempre apparenti, mai reali... basti pensare al celebre koan Zen che chiede "qual è il suono di una mano sola?".

Come spiegavo stamane anche a Ironman99 nei commenti a un altro post di avantieri (Nonostante loro si può vincere), quando contrappongo dei concetti non credo mai che tale contrapposizione sia reale, lo faccio soprattutto con intento maieutico, dato che il pensiero tende a ricorrere alle dicotomie per dare un senso e selezionare le infinite informazioni che ci circondano. In altre parole, se generalizzo e semplifico non è per banalizzare ma per rendere più evidente qualcosa che vive tra le "sfumature" e persino tra le "ombre del reale:

Sono contro la generalizzazione che appiattisce le differenze, ma sono a favore della generalizzazione che permette di costruire in modo semplice e diretto una argomentazione. È ovvio che nei commenti di un blog si parla in modo veloce e franco, non si sta a scolpire massime eterne. La generalizzazione crea - è vero - una sorta di caricatura della realtà, ma tale "caricatura" evidenzia proprio i tratti su cui vogliamo focalizzare l'attenzione. Do insomma per scontato che qui dentro ci siano persone in gamba che generalizzano per spiegare meglio un concetto piuttosto che per spacciare per vero qualcosa che non lo è.

Così quando ho scritto "la logica usa le operazioni matematiche per quantificare ciò che è quantificabile" mentre "l'intuizione usa i versi per distillare significato da ciò che è percepito come sensazione ed emozione", alludevo più alla modalità della comunicazione che al suo contenuto. Si può scrivere una poesia sui numeri primi, e se una persona li collega a qualcosa di molto significativo per lei allora, leggendola, potrebbe persino commuoversi o provare qualsivoglia altra emozione. 

Mi guardo bene dal contrapporre numeri e poesia - e i due libri che ho pubblicato gettano un ponte proprio tra queste due dimensioni apparentemente aliene - perché entrambi portano all'estrema sintesi due sistemi di descrizione della realtà: i numeri quello quantitativo e la poesia e quello qualitativo.

A questo punto non posso esimermi di riportare un'altra poesia di Sospensioni di gravità, dedicata ai numeri dall'uno al nove:

Adpunto esoterico


Un punto
.e concludi il pensiero.
..Due e l'apri
...come l'alba il giorno:
....tre lo sospendono 
.....al Cielo e poi...
......quattro cardinali
.......fanno la croce.
........Cinque
.........per il Pentacolo del potere.
..........Sei punti morti
...........imbastiscono dolori,
............sette di coccinella
.............ne sanano le ferite.
..............Otto ai polpastrelli
...............di chi non vede.
................Nove in dieci
.................elevato ventisette
..................i nostri punti di fuga
...................nell'infinito stellato...

34 : commenti:

robi ha detto...

mi sa che non sia un accoppiata tanto affiatata.
più che altro trattando questo argomento
la poesia dà i numeri..

P.S.anche se riconosco di aver letto con piacere le poesie ma mi sembra che siano l eccezione che confermano la regola

Tal dei tali ha detto...

"qual è il suono di una mano sola?"

1. Nessuno
2. Sbatto i polpastrelli delle dita contro il palmo!

"qual è il suono di mille mani?"

Nessuno, per induzione dalla risposta precedente. Il suono è legato all'azione non alla staticità.

Sti maestri zen ... mah!

robi ha detto...

Tal dei tali
te ne dico un altra chissà che non si sblocchi qualcosa
-Se nel percorso della tua vita arrivi ad un bivio,non prender paura ,percorrilo.-

Daniele Passerini ha detto...

@robi
Be', per esempio c'è anche Trilussa

NUMMERI

- Conterò poco, è vero:
- diceva l'Uno ar Zero -
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
Sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
lo, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso.

@Tal dei tali
Stendiamo un velo pietoso, ma davvero tanto pietoso! Mi spiace per te, ma l'intelligenza non risiede solo nei neuroni e nella logica. Ma se hai meno di 25-30 anni (e mi sembra più che possibile) c'è ancora speranza. :)

Daniele Passerini ha detto...

@robi
Se nel percorso della tua vita arrivi ad un bivio,non prender paura, percorrilo.
Stupendo! Veramente profondo questo koan.
( e pure quantistico)
;)

robi ha detto...

in tutta la mia vita non ho mai letto una poesia sui numeri.Oggi son già a tre.Mi sa che dovrò ricredermi..

Daniele Passerini ha detto...

@robi
Trovata su internet :-)

NICOMACO
di Peppe, Grazia e Ivana

Nicomaco, eccelsa mente,
delle cifre competente,

più di mille anni or sono,
già qualcosa fe' di buono.

Se il due vorrai quadrato,
primo a terzo va sommato;

aggiungendo il cinque, poi,
tre per tre calcolar puoi;

se continui l'addizione,
presta al sette l'attenzione:

ecco il sedici trovato,
componendo un bel quadrato.

Siamo a sedici arrivati,
con i numeri "staccati".

Se a sommar continuerai,
i quadrati tutti avrai.

Senza dubbio, invece l'uno
va sommato con nessuno.

In tal modo di contare,
tu i par dovrai saltare.

Dispari sol son da sommare,
se la lista vuoi trovare.

Se la rima sconcludente
non ti fa capire niente,

leggi sotto e lo vedrai
quel che intendere dovrai.

Con il tanto calcolare,
anche svago puoi trovare;

se far presto è negli intenti,
lascia i conti agli "strumenti"*...

0 + 1 = 1^2
1 + 3 = 2^2
1 + 3 + 5 = 3^2
1 + 3 + 5 + 7 = 4^2
1 + 3 + 5 + 7 + 9 = 5^2
1 + 3 + 5 + 7 + 9 + 11 = 6^2
ecc.

Massimo P. ha detto...

Sì, ma il vapore?
e il tubo che disperde?
uhm... mi sa che la "poesia" a questo punto è solo vapore... ehm, fumo negli occhi.

nell'attesa che giungano i "naitsab" godetevi citanta poesia.


ANDREA ROSSI

Narrasse odi?
(narra o disse)
Denaro? Rissa!
Saran esordi.
Snida! arreso?
Ano disserra,
sanerà sordi

orrenda, si sa...

:)

Daniele Passerini ha detto...

@Massimo P.
Non vivo per l'E-Cat, voglio che questo blog oltre ad occuparsi della vicenda E-Cat ricominci a parlare anche di tutte le altre cose che mi appassionano. Vedo che abbiamo qualcosa in comune!!!

ORRENDA SI SA! è geniale
ANO DISSERRA non ci avevo proprio pensato (nonostante le scurrilità siano le prime cose che a cui penso in questi casi)... gli altri li avevo già trovati. :-)

Però siamo scivolati dalla poesia agli anagrammi, non è proprio la stessa cosa!
Ma a volte sì! ;)

Questa è una mini poesia (sempre da Sospensioni di gravità) composta da 4 anagrammi della stessa persona:

Anagramàta

grilli senza arie
sani allegri zeri
a elargir silenzi
e siglar l'inerzia


Tornando ad Andrea Rossi aggiungo:

Sì narrò da sè
Sorsi? Andare!
Sanare dorsi.
Sardine rosa.
Sarde in raso.
Sa radersi? No!
Radersi naso.
SI/NO da serra.


E tornando ai numeri: 8 a 8... pari!!!

:-)

Tal dei tali ha detto...

@robi
Mi spiace ma non sono una particella elementare!

Qualcosa di più sensato?

Tal dei tali ha detto...

"Un maestro zen si siede pronto a dare insegnamenti, i novizi seduti nel silenzio attendono, sta per parlare ma ecco, come apre la bocca , che arriva un uccellino dalla finestra aperta, si posa da una parte e si mette a cinguettare per un bel pezzo nel silenzio di tutti i presenti, poi scuote le ali, si alza in volo ed esce dalla finestra, il maestro si alza, si inchina e dice: per oggi l'insegnamento è già stato dato." ... statale di m.... ;-p

Cesare Vola ha detto...

Bravissima Hellen Spalding, ha fuso la poesia e la matematica: infatti quello che fa è un rigoroso discorso matematico in versi:

la forza, la speciale gloria
dei numeri primi
è che nulla li ha generati


Infatti i numeri primi non si ottengono dal prodotto di altri numeri per cui non sono generati.

Tra i numeri ordinali
non fanno prenotazioni, ma
arrivano all'improvviso.


Non esiste una regolarità nel presentarsi dei numeri ma arrivano in un modo caotico.

la grande distanza che li porta
all'infinito
li rende rari come comete
che non fanno ritorno.


Qui ci sono due cose: in primis l'affermazione che i numeri primi sono infiniti, cosa che viene dimostrata da un teorema; inoltre il fatto che man mano crescono i numeri ce ne sono sempre meno.

O inverosimili numeri primi,
possano i cacciatori di formule
a lungo affannarsi nell'astrazione,
consumare la loro pazienza e
ridursi a scheletri:
restate anticonformisti, scomodi,
fenomeni irriducibili
a sistema, serie, schema
o spiegazione.


E qui c'è il più grande problema, tuttora irrisolto, di trovare una formula o un metodo per calcolare i numeri primi(quando ero all'università mi cimentai anch'io in questo per due giorni.) Questo è un problema che si ponevano i greci che si sono posti molti grandi matematici (Gaus, Cauchy) e che è aperto tutt'ora; a proposito se qualcuno ci riesce può vendere la formula ai militari o alle banche per vagonate di soldi perché i numeri primi li usano per criptare i dati per cui più grandi sono più sono efficaci!

Bravissima, non solo era poetessa ma pure una coltrice della matematica.

Per me le formule fisiche sono poesie scritte da dio in persona e la matematica è la sua lingua ma certi aspetti della matematica, come i numeri primi, sono come generate da una sorta di magia.

Eddy ha detto...

Non è allo stesso livello, ma mi sono divertito a comporla.

(Ano disserra è impagabile :-)


ANDREA ROSSI

Se narro aids,
Rossi era dna.

Rodersi sana?
Disser no, ara!

Ornarsi da sé?
Rissano da re!

Esso in radar?
Saran: do re si...

Andrea Rossi
dà rar i' senso.

Valentina ha detto...

Mi sono un po' persa nel post, mi mancano dei pezzi. Però il tuo articolo mi fa pensare alla bellezza e alla straordinarietà dei numeri primi nelle persone chiamate comunemente "ritardate". Termine che detesto, preferendo il più amabile e ricco di tenerezza "mondo dei semplici" di Oliver Sacks. I numeri primi a volte possono "salvare" la vita.

Bacioni!

Cesare Vola ha detto...

E questa è una perfetta definizione di INFINITO, ma mi sa che la conosciamo tutti:

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare.

A scuola ci hanno insegnato che c'è la siepe, dunque la fine, e c'è QUESTO che sta di qua della siepe e QUELLO che sta di là della siepe: è come avere la retta dei numeri reali e stabilire un fine (prendere un numero al suo interno) per cui si hanno numeri più bassi e più alti, per definire l'in-finito (=non finito, senza fine) l'unico modo che si ha è dire ciò che non è dunque si nega l'esistenza della siepe: ma questo risulta incomprensibile:

Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura.

Ma lo si fa lo stesso e si va avanti:

Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare.

Eddy ha detto...

fatti non fummo a bloggar come bruti ma per seguir virtute e canoscenza :-)

Tal dei tali ha detto...

Fatti non fummo a scriver poesie
a ma usar la nostra scienza
per migliorar le nostre vite.

Rampa ha detto...

Rodersi NASA

Daniele Passerini ha detto...

@Tal dei tali
Ma sì, la musica, l'arte, la bellezza... chi se ne frega di queste cagate: il senso della vita è essere bambini viziati pieni di giocattoli e balocchi offerti dalla tecnologia!
Se sei un semplice provocatore, fai benissimo il tuo mestiere, bravo. Se credi davvero a quel che scrivi ho profonda pena di te.

Daniele Passerini ha detto...

@Valentina
Ma non è la cosa più bella del mondo perdersi? ;)

@Rampa
Rodersi NASA
:-)

Daniele Passerini ha detto...

@Eddy
Bravissimo anche tu ovviamente: 10 di numero e di voto, anzi 9, ché il nome stesso non vale! :)

Tal dei tali ha detto...

@Daniele
Qual'è il suono di una sola mano? Dai illuminami!

Poi mi spieghi anche

"All'ombra dei tuoi dubbi
arrugginisci e vieni"

perché van bene l'arte, la musica e la bellezza ma "Qual'è il suono di un pianoforte suonato male?"

Daniele Passerini ha detto...

@Tal dei tali
Studia:
http://it.wikipedia.org/wiki/K%C5%8Dan
Così - forse - capirai da te che i koan non vanno spiegati, per definizione. Gente strana gli orientali, ma incredibilmente saggia (quando ci si mette).
Anche chiedere a un autore di spiegare una poesia è quasi un insulto... sarebbe in ogni caso 1000 volte peggio che confidare un segreto a uno che non conosci... stai fresco!
Sono sollevato che le mie poesie non ti piacciano... ero un filino preoccupato!! :)))

Unknown ha detto...

@Tal dei tali

"Qual'è il suono di un pianoforte suonato male?"

Suonato male rispetto a che? Cerchiamo di essere precisi ne'... :-) :-) :-)

Massimo P. ha detto...

@Tal dei tali

"Qual'è il suono di un pianoforte suonato male?"


e quello di un apostrofo inutile?

Tal dei tali ha detto...

@Massimo P.
Fatte 'na curtura:

http://www.mauriziopistone.it/testi/discussioni/gramm01_qual.html

Daniele Passerini ha detto...

@Tal dei tali
Massimo P. e io siamo lieti che hai finalmente scoperto che esiste una ben nota discussione attorno all'eventuale uso dell'apostrofo in qual è.
Massimo P. converrà sicuramente con me che chi scrive qual è ha una marcia in più rispetto a chi scrive qual'è, e non tanto per una questione di purismo della lingua, ché la lingua è un insieme di regole vive e in mutamento, quanto di eleganza e stile.
P.S. la cultura non s'improvvisa con Google. ;)

Daniele Passerini ha detto...

@Massimo P.
@Eddy
Vi avverto, ho perso il conto degli anagrammi che ho trovato a una mia amica (con 15 lettere)... l'ultima volta che li ho contati erano quai 1400! :)))

ANDREA ROSSI

Rassodare Ni,
dosar resina.

Radar? Sì, ne so!
Di sera? Sonar!

Risa, donarne,
son risa da Re!

Re a indossar
sorrise a Dan!

Assordi rane,
rassodi rane.

Rassoda reni
d'ernia rossa.

È rissa a Nord:
no assiderar!

Riassodarne
ridarà nesso.

Se dan rosari
ridarne ossa.

robi ha detto...

Daniele
ma va là...
Proprio oggi che a forza di smanettare su questa scatola ,ho scoperto come si fanno gli apostrofi
qual'è...et voilà

Tal dei tali ha detto...

@Daniele
Ti fai bello ... arrivando dopo! Proprio per eleganza e stile è più corretto scrivere qual'è perché l'uso di qual come lo intendi tu è da vecchi ... come te! Largo ai giovani!!!

Daniele Passerini ha detto...

@robi
Ahimè, avendo fatto il classico e avendo avuto una madre professoressa di lettere e latino... un po' traviato sono! :)

@Tal dei tali
Sul largo ai giovani ti do ragione!
Sull'apostrofo... l'importante è che sei convinto tu.
Quanto a me continuo a usarlo come mi è stato insegnato a scuola e come ormai l'ho orecchiato... la lingua è musica e a me qual è suona molto meglio di qual'è. Ciao
P.S. ma allora ho ragione che sei un giovanotto :)
E diccelo quanti anni hai: io ne ho tra 40 e 50 esatti, non è un mistero. Ci arrivi alla metà dei miei anni?

@Massimo P.
@Eddy
Aggiungo anche

Ardessi 'n'ora...
darne ira: S.O.S.!

S.O.S. nei radar
da Iran sorse.

Insorse rada:
Re issò randa!

Narrò assedi
d'arnesi rosa.

robi ha detto...

il ma va là era riferito al discorso degli apostrofi.
Che casino parlare e non vedersi in viso..
notte ...sai le galline qui....

Tal dei tali ha detto...

@Daniele
Cos'è (chissà se per daniele dovevo scrivere cos è!) ci stai provando? ;-p A parte gli scherzi quand'è (aridaiie) che posti qualcosa di sostanzioso? Da qui ad Ottobre è lunga e a parte la dimostrazione che faranno quelli della Defkalion nei prossimi giorni rischiamo di annoiarci!

P.S. Perché non indici un concorso su chi scrive la più bella poesia. Titolo: Del Vapore ;-)

Daniele Passerini ha detto...

@robi
Lo so! :)
Io invece vado a letto coi gatti e mi sveglio coi galli... che raspano ovviamente! :)))

@Tal dei tali
Non lo indìco perché lo vinceresti sicuramente tu! ;-)

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