Siamo appassionati d’Amore onestà spiritualità arte poesia politica democrazia sostenibilità tecnologia green-energy cold-fusion LENR medicina alternativa cambi di paradigma rivoluzioni scientifiche criptoarcheologia e “tante cose infinite, ancor non nominate”. Siamo uno specchio capovolto della realtà, fuori c’è il patriarcato qui una "società gilanica", fuori c’è ancora la società del petrolio qui dentro siamo pro E-Cat (funzionanti), mobilità elettrica, fotovoltaico, sistemi d'accumulo ecc.

>>>> CERCHI LIBRI SUL BENESSERE DEL CORPO, DELLA MENTE E DELLO SPIRITO?

BACHECA DEL BLOG

22passi è un blog non una rivista on line, pertanto la responsabilità di quanto scritto in post e commenti dovrebbe appartenere solo ai rispettivi autori. In ogni caso (cfr. Sentenza Corte di Cassazione n. 54946 del 27 dicembre 2016), le persone fisiche o giuridiche che si reputassero diffamate da determinati contenuti, possono chiederne la rimozione contattando via email l'amministratore del blog (vd. sezione "Contatti") e indicandone le "coordinate" (per es. link, autore, data e ora della messa on line).

lunedì 13 giugno 2011

Che battiquorum: affluenza definitiva 56,4! :-)

Anche questa è andata. Se mo' se ne andasse via pure qualcun altro, avremmo i caroselli di auto per le strade come quando si vince ai mondiali di calcio! ;-)

Intanto ricordo a tutti che su Ventidue passi d'amore e dintorni c'è ancora un concorso aperto con attualmente al comando Manuel di Longiano, Comune in cui l'affluenza definitiva si è attestata a 71,14%.

Se non si fa vivo nessun altro visitatore del blog che abbia votato in un Comune fregiatosi di un'affluenza maggiore di Longiano, sarà proprio Manuel a ricevere:
  • una bottiglia di Recioto offerto da Robi... da bere rigorosamente in compagnia!
  • i miei libri (Ventidue passi d'amore, Sospensioni di gravità, Donne di Vrindavan); se non vi piacciono regalateli pure... sono ottimi per fare colpo su donne sensibili alla buona poesia! ;-)
  • PC Pentium 4, 512Mb ram, 80Gb disco, Ubuntu (qualsiasi versione), LAN 100Mb, 2 USB 1.1, 4 USB 2.0, scheda acquisizione video, monitor CRT 17", mouse, tastiera, da regalare a chiunque ne abbia bisogno a scelta del vincitore (associazione, studente che non se lo può permettere, scuola, biblioteca ecc.) offerto da Zippo.

ALLORA, CI SONO ALTRI PRETENDENTI ALLA VITTORIA?

AGGIORNAMENTO - Fantastico! Niccolò sorpassa e stacca di oltre 5 punti Manuel, comunicandoci che a Fabbrico (RE) è stato raggiunto il 76,58%. Una seria ipoteca per la vittoria finale, complimenti!

20 : commenti:

Niccolò ha detto...

Veramente abbiamo fatto meglio noi reggiani....

http://referendum.interno.it/referendum/refe110612/RFI0806802101.htm

Teste quadre, ma piene di sale in zucca!... ;-p

Fabio ha detto...

Vabbè, se c'è uno da Morterone (LC), vince a mani basse. Difficile, però, se ben ricordo son solo 13 i residenti!

Qui si scrive da Bussero (MI), 67,7% su 9.912 residenti. Non mi importa se non vinco nulla. Io oggi (ieri) ho già vinto. ;)

Fr@ncesco CH ha detto...

Bene,

ho atteso un giorno per permettere a Daniele di sfogarsi come voleva e di gioire per il risultato referendario da lui agognato.

Adesso parlo io.

Non sono stato prima a parlarne perchè sembrava come sparare sulla croce rossa, ma che in cinque anni e con tutto quello che è successo, recessioni, crac finanziari, euro, globalizzazione, invasione dalla Cina di merci, immigrazione di massa dal terzo mondo, guerre ecc.. si concentrino forze ed energie per fare due referendum (su quattro) come quelli cosiddetti "sull'Acqua" è sintomo dell'ignoranza, pressapochismo e stupidità della fetta "impegnata" della popolazione italiana.

Questi patetici tentativi dopo il voto di entusiasmarsi per avere vinto nel "difendere l'acqua" fanno un poco tenerezza, ma quella che provi per i bambini che non sanno.

I sondaggi dicevano oggi che il 37% voterebbe sì al referendum, parlo ovviamente del referendum in Scozia.

In Scozia si va a votare su un referendum (di cui non parla NESSUNO giustamente nei media) che darà la scelta tra:

1) indipendenza piena in termini fiscali della Scozia dal Regno Unito (cioè una nazione separata),

2) indipendenza parziale

3) oppure lo status quo.

Gli scozzesi a differenza dei lombardi o veneti o emiliani nei prossimi mesi voteranno se vogliono separarsi come nazione economicamente dal resto.

Un tantino più significativo come referendum di quelli sugli acquedotti.

Per ora chi vuole l'indipendenza piena è ancora sotto di 7 punti verso chi vuole rimanere attaccato all'Inghilterra, ma è salito di 6 punti in pochi mesi e tra i giovani sono al 51%.

Fino a qualche mese fa i politici erano rilassati sul referendum voluto dal partito nazionale scozzese, ma ora si cominciano a vedere segni di panico.

Stanno cercando di limitare ora la scelta tra indipendenza totale o status quo, perchè se lasciano l'indipendenza parziale vince di sicuro.

Ad un incontro con altri genitori di bambini di scuola elementare ho imparato da una serie di madri molto impegnate che ci sono (in Italia paese che seguo meno) dei referendum a cui devo assolutamente votare e sono sugli acquedotti, un altro sempre sugli acquedotti, sul nucleare, su una legge di legittimo impedimento.

E sulle banche niente ?...

Sull'economia italiana industriale che cola a picco, l'euro e il mercato aperto alla Cina che ci strangolano, il default dell'Italia in arrivo dopo Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, l'immigrazione che trasforma mezza italia in un paese del terzo mondo... non si trova niente da dire ?

Il fatto che ci siano militari italiani in Afganistan e Libano e siamo coinvolti anche in Libia...meno importante degli acquedotti ?

Sull'indipendenza o autonomia dal governo centrale come la Scozia, la Catalogna, i fiamminghi... ?

Evidentemente la finanza globale che controlla i media progressisti tipo Repubblica-Espresso, senza i quali referendum del genere non si fanno, vuole deflettere l'attenzione della gente su cose insignificanti in cui vinci anche ma non significano un tubo.

Fr@ncesco CH ha detto...

Tra le poche persone serie rimaste nel giro della politica c'è Franco Bassinini (che ha fatto una carriera tra parentesi nel vecchio partito comunista ed era ministro con Prodi) e per chi ha un quoziente intellettivo non inferiore ai 90-95 te lo spiega anche.

Bassanini è uno nel board dell'Ecole National De Administration a Parigi, ha studiato e lavorato e non è un Beppe Grillo.

Quello del referendum "sull'Acqua" era in realtà un test del quoziente intellettivo, chi ha votato tutto convinto di difendere l'acqua pubblica probabilmente non ha grandi chances di passare degli esami universitari selettivi.


COSI' SI ERA ESPRESSO BASSANINI:

Il referendum abroga le disposizioni del decreto Ronchi-Fitto sulla liberalizzazione di un vasto numero di servizi pubblici locali: i più rilevanti sono quelli di trasporto locale, di captazione, depurazione e distribuzione dell’acqua, di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

In più il decreto Ronchi-Fitto stabilisce in modo esplicito che l’acqua è un bene pubblico, che pubbliche sono le relative infrastrutture (acquedotti, depuratori), e che alle istituzioni pubbliche spetta fissare le tariffe. L’acqua resta un bene comune e gratuito; si paga il servizio che la capta, la porta nelle case o nelle fabbriche, la depura. Il prezzo lo fissano i Comuni (oggi), l’Agenzia pubblica dell’acqua (domani). La stessa cosa avviene nello smaltimento dei rifiuti e nel trasporto locale (le strade cittadine restano pubbliche, e non si paga per camminarci sopra, si paga il trasporto sull’autobus, il prezzo è determinato dal Comune).

Dunque gli effetti del referendum: a) non riguarderanno solo l’acqua, ma anche molti altri servizi; b) non riguarderanno la natura del bene acqua e la sua proprietà, ma la gestione dei servizi.

Secondo il decreto Ronchi-Fitto, questi servizi (acqua, rifiuti, trasporto, ecc.) dovranno essere attribuiti in concessione (per un periodo predeterminato) alle imprese, pubbliche o private, che vinceranno apposite gare: vinca il migliore. Agli enti locali spetterà definire le condizioni e gli standard dei servizi (nei capitolati di gara e poi nei contratti di servizio) e controllare che siano rispettati (altrimenti potranno imporre multe o perfino revocare la concessione). Questa è la regola: la stessa che ispirò i precedenti tentativi di riforma, targati Giorgio Napolitano (I Governo Prodi) e Linda Lanzillotta (II Governo Prodi), entrambi non arrivati in porto. L’idea di fondo è che la gestione di questi servizi debba essere fatta da aziende industriali esperte e attrezzate: non importa se pubbliche o private o a capitale misto; importa scegliere le più efficienti, quelle che assicurano i servizi migliori a costi più bassi. E il meccanismo delle gare consentirà appunto di scegliere le imprese più efficienti. E costringerà tutti, a partire dalle imprese pubbliche, a migliorare la loro efficienza e a rinunciare a superprofitti, altrimenti perderanno le gare. Agli enti locali spetterà definire le condizioni e gli standard dei servizi e controllare che siano rispettati (altrimenti potranno imporre multe o perfino revocare la concessione).

Fr@ncesco CH ha detto...

COSI' AVEVA PROSEGUITO BASSANINI:

Quanto al secondo quesito, l’obbligo di tener conto, nella fissazione della tariffa, dell’ ”adeguata remunerazione del capitale investito” non è a favore del profitto dei privati, dato che l’impresa che vince la gara potrebbe essere pubblica; ma è la condizione per potere fare gli investimenti necessari nel settore. Si trovano investitori (o anche finanziamenti dalle banche e da CDP) solo se si remunerano i capitali o i finanziamenti.

I referendari dicono che così si apre la strada alla speculazione e a superprofitti. Ma non saranno i privati a determinare le tariffe ma l’Agenzia pubblica per l’acqua, un organo indipendente. Dunque le tariffe terranno conto dei costi di gestione del servizio, di manutenzione degli impianti, e della remunerazione degli investimenti e dei finanziamenti necessari. Peraltro il meccanismo delle gare consentirà di scegliere le imprese più efficienti, quelle che assicurano i servizi migliori a costi più bassi.

E’ vero che il decreto Ronchi-Fitto prevede anche (discutibili) eccezioni. La possibilità di una gestione pubblica diretta, se i Comuni dimostrano che ci sono valide ragioni per scegliere questa ipotesi (quella che i referendari vorrebbero generalizzare); e la possibilità di lasciare in vita (temporaneamente) le attuali concessioni di gestione in affidamento diretto (attribuite senza gara), in tal caso garantendo che i privati abbiano una partecipazione significativa, in grado (forse) di resistere alle pressioni clientelari e alle esigenze di spartizione che spesso appesantiscono la gestione pubblica. Ma si tratta di eccezioni, limitate o transitorie, rispetto al principio della liberalizzazione e della competizione. Un referendum limitato a queste eccezioni avrebbe meritato il SI di tutti. Non un referendum che abroga la regola virtuosa e salva le eccezioni.

Aggiungo che i sostenitori del referendum non hanno mai dato risposta ad una obiezione: gli effetti di un eventuale successo del SI sulla finanza pubblica. Se vinceranno, si creerà un vuoto normativo che andrà colmato. Secondo i promotori del referendum bisognerebbe tornare alla gestione pubblica di questi servizi: sarà difficile contrastare questa richiesta legittimata dal voto popolare. Ora, gestione pubblica in house nell’acqua, nei rifiuti e nel trasporto locale (e in altri settori minori), significa che gli investimenti necessari (120/140 miliardi stimati nei prossimi 10 anni, nei tre settori) dovrebbero essere finanziati dagli enti locali, sui loro bilanci. Ma gli enti locali sono alla canna del gas, e il Patto di stabilità europea vieta loro di prendere altri soldi a prestito, anzi impone di ridurre il debito pubblico di 3 punti all’anno (sul PIL). Dunque: o non si faranno più gli investimenti e le città rischiano di restare senza acqua e sommerse dai rifiuti; o si toglieranno risorse essenziali ad altri servizi (scuola, assistenza agli anziani, asili nido, manutenzione delle strade, ecc.) che non si possono affidare in concessione a imprese pubbliche o private; o si aumenteranno vertiginosamente le imposte locali, per pagare in anno per anno gli investimenti dell’anno. Non so quale delle tre ipotesi è peggiore: sono tutte disastrose.

Fr@ncesco CH ha detto...

COSI' AVEVA CONCLUSO BASSANINI:

Aggiungo che nel caso dell’acqua, che è un bene scarso, la fiscalizzazione anche parziale dei costi del servizio e degli investimenti incentiverebbe gli sprechi; si pagherebbe infatti in proporzione al reddito dichiarato, non al consumo; e un pensionato o un lavoratore dipendente a reddito fisso pagherebbero anche l’acqua della piscina dell’immobiliarista o del finanziere evasore!

Tutto ciò è ignorato dalla stragrande maggioranza degli elettori: a questa colossale disinformazione hanno contribuito i promotori del referendum, che sanno di poter vincere e convincere solo manipolando la realtà dei fatti e delle norme; e molti esponenti dei partiti, che nel referendum vedono solo uno strumento di lotta politica. Tanto che contro la liberalizzazione si è schierato il PD, che delle liberalizzazioni (anche nel settore delle public utilities) aveva fatto la sua bandiera (da Napolitano a Bersani) nei precedenti 15 anni.

Per queste ragioni credo si debba fare di tutto per far fallire il referendum. In condizioni normali voterei NO, convinto che le forti ragioni della liberalizzazione dei servizi possano prevalere. In queste condizioni, con sofferenza, sceglierò di non ritirare le due schede “sull’acqua”: anche perché l’ acqua non è acqua pura ma, in questo caso, un miscuglio maleodorante di acqua, rifiuti, metropolitane e autobus, manutenzione dei giardini e pulizia delle scuole. E quasi nessuno lo sa!

E PERSONALMENTE SOTTOSCRIVO TUTTO CIO' CHE BASSANINI AVEVA SOSTENUTO.

zippo ha detto...

Caro Francesco,

magari la storia ti dara' ragione e le cose andranno come dite tu e Bassanini (personaggio che mi piace e ricordo bene per quanto e' stato ignorato/schifato dai funzionariucoli locali del suo partito in Emilia... ne avevano il terrore: semplificazione??? e io domani che lavoro faccio?)

Per dire: non c'e' nulla di non plausibile nella tua analisi cause/effetti (salvo il fatto che per gli altri servizi non ci vuole un genio legislativo a separare i trasporti dall'acqua).

E potremmo aggiungerne tanti altri: l'art. 18, ad esempio. Ha un valore totemico ormai abbastanza sganciato dalla realta', se mai vi e' stato agganciato. O che dire del diritto alla casa e al lavoro previsiti dalla costituzione?

Sono simboli, caro Francesco, e le persone normali (mica stupide, normali) vivono di questo.

Sei proprio sicuro che far passare l'idea che l'acqua e' un bene come tutti gli altri, alla lunga, migliorera' il tuo mondo?

Molti di noi pensano, e perdonaci ma non siamo tutti babbei, che al di la' dei cavilli e degli effetti giuridici, che preferiscono vivere in un mondo in cui l'acqua e' diritto di tutti. Se la usi in piscina te la paghi come fosse Uliveto, ma se la devi bere e lavare 3 mutande alla settimana, allora e' un diritto.

Non e' una questione politica. E' una questione etica.

Poi se la gestione pubblica non funziona... Bisogna farla funzionare. Punto. La sanita' tutto sommato funziona. Non peggio di quella di altri paesi. L'ENEL non funziona meglio adesso di quando era pubblica, idem l'ENI. La Telecom ha qualcosa in piu' e molto in meno.

Concordo che la democrazia costa, e se non la "innafi" (perdona il gioco di parole) tutti i giorni appassisce, e questa alla lunga e' una grandissima "seccatura" (ariperdona...). E' questo il punto, non la materialita' della gestione.

lorenzo ha detto...

il mio Comune omonimo (Borgo S. Lorenzo - FI) allora è al 3° posto (69,67)..
comunque, volevo lasciare una riflessione per S.B.:
caro Silvio, stavolta ti abbiamo proprio rotto il quorum :)

Cesare Vola ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Cesare Vola ha detto...

@Francesco
Ammetto che sulle leggi ne sai molto più di me ma un paio di obiezioni mi sento di farle:
Per prima cosa questa storia che l'acqua resta pubblica mi sembra senza senso anche perché la gente non ha accesso diretto alle fonti, non avviene neanche qua da me sulle Alpi figurarsi nelle città, per cui cui la gente ha accesso all'acqua solo attraverso gli acquedotti e se sono privati anche l'acqua indirettamente lo è.
La seconda è una riflessione sui monopoli naturali; il privato funziona meglio solo la dove c'è concorrenza reale (se compro una macchina fotografica la posso scegliere ma non posso scegliere a quale acquedotto attaccarmi) ma se la concorrenza non c'è allora mi sembra peggio del pubblico; ne è una esempio la rete elettrica io conosco ex dipendenti enel che lavoravano e bene (non saranno tutti cosi ma ce n'erano) per mettere in sesto la rete (mi riferisco alla bassa tensione), ora che ci sono i privati questi non fanno nulla sfruttano il lavoro fatto e non risistemano niente se non lo stretto necessario mentre incassano i nostri soldi del resto noi non scegliamo la rete a cui attaccarci e dunque che ci possiamo fare? Pensare poi ad un "Agenzia pubblica dell'acqua" che fissa i prezzi mi fa orrore visto come funzionano queste cose che di solito servono a raccogliere tangenti più o meno legalizzate.


Il mio comune Talamona ha raggiunto il 54% ma la mia provincia Sondrio è l'unica del centro-nord che non ha raggiunto il quorum 48% mentre il comune di Aprica ha fatto un misero 31,38%: io lo propongo per una scena alla amici miei, ci presentiamo come degli ingegneri e progettiamo il futuro deposito delle scorie nucleari da fare dentro il paese che ci sta?

Alberto ha detto...

Ponte San Nicolò (PD) 67%.
Vabbeh, complimenti ai più bravi....

zippo ha detto...

@ cesare

... ci sta?

:-D :-D :-D

bellissima! mi tenti. ho appena comperato ieri il primo paio di occhiali da vista della mia vita, e mi danno un'aria assolutamente integerrima e professionale (si', vuol dire da vecchio). peccato che non entro piu' nel vestito del matrimonio, ossia l'altra meta' della figura integerrima e professionale...

pero' se la organizzi di' qualcosa che ci penso molto intensamente!

:-D

robi ha detto...

Accidenti
bisognerebbe prima mandare avanti gente con telecamera e microfoni per sentire cosa ne pensano i cittadini di questa nuova centrale che sarà costruita.

AC/DC ha detto...

grande segnale di vitalità del nostro Paese... era ora!

Lo dice uno (me medesimo) che per uno stupido inconveniente (mea culpa) non ha potuto votare e ancora sta cosa gli rode, comunque è andata bene anche senza il mio voto ;)

piero41 ha detto...

@Fr@ncesco CH
"Evidentemente la finanza globale che controlla" A questo proposito consiglio di scaricare la prima parte di Reporter di domenica scorsa sul ruolo dei grandi capitali e della Banca Mondiale (ameriKa) che con le sue norme ha reso i vari governi nazionali totalmente indifesi dalla speculazione economica che ora può impadronirsi e distruggere le risorse ed i beni delle varie popolazioni sia in occidente che in oriente rendendo ovunque tutti più poveri e consumatori, anche in Cina ed in India. La maggior parte delle risorse mondiali saranno in mano al 3% della popolazione mondiale, dice Reporter. Se pochissimi quì in occidente si arricchiscono a dismisura con questa economia di speculazione e predazione, miliardi di poveracci in tante altre parti del mondo perderanno per causa loro quei pochi euro che servono loro per vivere.C'è poco da fare. Certo, continua Report, se qualcuno riuscisse a tassare al 30% tutti i capitali ora nascosti nei paradisi fiscali sarebbero risolti tutti i problemi della fame e della povertà in tutta la terra. Un documentario veramente scoraggiante quando si pensa di poter risolvere qui in Italia i problemi dei giovani , del lavoro, della disparità sociale con un po' di buon governo della Sx. In quest'ottica anche l'e-cat mi appare un altro mezzo per impadronirsi nel futuro di risorse economiche magari da parte delle due compagnie e non certo un mezzo per migliorare le condizioni di vita in tanti poveri villaggi in africa, in India dove probabilmente non arriveranno mai .Ma forse mi sbaglio col pessimismo, la sola conoscenza della situazione e delle sue cause, diffondendosi in rete, può formare gli anticorpi di contrasto. Mah!!
Forse per questo era meglio se sparavi sulla crocerossa prima del referendum. Persone come Chiamparino, come il sindaco Renzi e vari altri si sono compromessi spiegando perchè avrebbero votato No ai primi due quesiti.Ora sono presi per i fondelli dai"vincitori", ma quando il popolo della sx. si accorgerà che probabilmente non vi potrà esser questa benedetta spallata da sx. ma vi sarà solo una nuova delusione, e magari saranno loro chiamati a ripianare i deficit delle municipalizzate dei trasporti , dell'acqua ecc forse allora ricorderanno e apprezzeranno anche le Cassandre... Una diecina di giorni fa, quando ho cercato, nel vuoto più assoluto, di spiegare un po' la cosa, molto più banalmente, mi sono sentito tanto un "dagli all'untore".

Cesare Vola ha detto...

@Zippo
@Robi
Aprica è una località sciistica di montagna uno di quei posti dove circolano un mucchio di soldi grazie al turismo, ad ogni modo un deposito di scorie dentro la montagna è sicuro e non dovrebbe spaventare i turisti...

zippo ha detto...

@Cesare

spaventare i turisti? ma che, scherzi? e poi vuoi mettere l'attrattiva della pista nera illuminata di notte dagli abeti fluorescenti? ma mi richiama gente alla grande, vengono a sciare anche da sent moriz!

Daniele Passerini ha detto...

@TUTTI
Allora, se entro questa settimana non saltano fuori altri pretendenti alla vittoria del concorso, lo considereremo aggiudicato a Niccolò e mi accorderò con lui, Zippo e Robi per spedirgli il monte premi! ;)

@Niccolò
Intanto scrivimi una mail. :)

Niccolò II ha detto...

Mi piazzo orgogliosamente sul podio!!!
Sesto Fiorentino (FI) 72,4%

Daniele Passerini ha detto...

@Niccolò
Un Niccolò pure al secondo posto?
Ah però! :)

@Niccolò di Fabbrico
Dobbiamo spedirti il monte premi:
fatti vivo!!!
Mandami una email.

Posta un commento

N.B.PER LASCIARE COMMENTI È NECESSARIO REGISTRARSI CON LA PROPRIA GMAIL
22passi è un blog non una rivista on line, pertanto la responsabilità di quanto scritto in post e commenti dovrebbe appartenere solo ai rispettivi autori. In ogni caso (cfr. Sentenza Corte di Cassazione n. 54946 del 27 dicembre 2016), le persone fisiche o giuridiche che si reputassero diffamate da determinati contenuti, possono chiederne la rimozione contattando via email l'amministratore del blog (vd. sezione "Contatti") e indicandone le "coordinate" (per es. link, autore, data e ora della messa on line).

Related Posts with Thumbnails