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lunedì 4 agosto 2008

La Grotta dei Cinque Laghi

Mentre ieri in Italia si registrava uno dei giorni più caldi dell'estate, ho trascorso un paio d'ore decisamente al fresco, a circa 7° C.! Mi trovavo dentro la Grotta dei Cinque Laghi sul Monte Nerone (alla quota di 1175 metri sul livello del mare), nel Comune di Piobbico (PU): una suggestiva cavità naturale visitabile solo se muniti di casco da speleologo, guanti e abbigliamento consono alla bassa temperatura e adatto a strisciare lungo strettissimi cunicoli (dove mai avrei immaginato di potere scivolare), guadare laghi sotterranei, camminare nel fango e soprattutto solo se accompagnati da esperti! Mi sono aggregato, assieme alla mia amica Lu', alla brigata di un'amica comune, Maria Grazia, che ci ha aveva invitato a partecipare a questa straordinaria e indimenticabile avventura; c'erano poi Federico e Desirèe, Roberto, Antonella, e soprattutto Antonio e Paolo, due membri del Gruppo Speleologico CAI di Città di Castello, che hanno predisposto l'escursione e ci hanno ben guidato dentro le sale e i rami della grotta. Per visitarla non è necessaria una particolare preparazione tecnica o fisica, però certamente tocca farsi accompagnare da speleologi che conoscano l'itinerario, non essere obesi soffrire di claustrofobia. La cavità presenta due accessi: noi siamo entrati da quello posto a quota superiore e siamo usciti da quello poco più a valle. Per accedere dall'apertura sul fianco del monte fino alla prima piccola sala, è stato necessario strisciare per una decina di metri lungo un angusto cunicolo (che presenta per di più una bella curva a gomito) appena a misura d'uomo. Al di là delle bellezze naturali presenti nelle sale della grotta, dai laghetti ai tanti particolari fenomeni carsici prodotti dall'erosione dall’acqua lungo il suo percorso ipogeo, proprio il momento dell'ingresso attraverso un pertugio così stretto per me è stata l'emozione più forte: un pizzico di paura, l'adrenalina e l'eccitazione dell'inaspettato, la magia di una regressione all'utero buio e silenzioso di Madre Terra. Una simbologia decisamente vaginale presto compensata da quella inequivocabilmente fallica data dalle innumerevoli stalagmiti d'ogni diametro e dimensione. Alcune strutture calcaree sono assolutamente degne di nota: a terra le cosiddette "acquasantiere", sulle volte diverse strutture talmente ricche di dettagli e armoniose da sembrare architetture simil-gotiche. Mi sarebbe piaciuto poter portare la Nikon D80 con me, ma da come mi avevano descritto la situazione avevo previsto che non era il caso: a riprova di ciò i chili di fango riportati indietro su scarpe, guanti, vestiti e zainetto, quest'ultimo spinto spesso avanti a me, perché tenendolo sulla schiena sarebbe stato impossibile superare i passaggi più stretti. Proprio nello zainetto ho potuto portare il cellulare (off line ovviamente) con la sua camera Zeiss da 5 MegaPixel, avvolto nel cellophane. Sfortunatamente non avevo previsto la formazione di un velo di condensa tra apparecchio e rivestimento, che ha inficiato irreparabilmente la qualità delle foto che ho scattato. Ho qui selezionato le tre meno peggiori. Se volete gustarvi la grotta guardate invece queste foto trovate sul sito del Gruppo Speleologico CAI di Perugia. All'avventura non è mancato il classico imprevisto: il canotto che era stato preparato per trasportare uno a uno i nove componenti della spedizione attraverso l'ultimo e più profondo laghetto, mentre saliva il secondo passeggero ha urtato una roccia e s'è bucato con un sibilo plateale. Cose che capitano. E naturalmente c'era l'alternativa di una corda fissata alla parete rocciosa, tramite la quale abbiamo potuto aggirare il piccolo invaso. Usciti dalla grotta verso le due e mezza eravamo affamati e abbiamo suggellato l'evento con una squisita grigliata e un buon picnic insieme a Marco Bani, lo speleologo che ha scoperto questa e tantissime altre gotte dagli anni '80 ad oggi. Marco ci ha deliziato con tanti racconti e aneddoti della sua vita. Se volete anche voi visitare la Grotta dei Cinque Laghi contattate il Gruppo Speleologico di Città di Castello , quelli Umbri limitrofi o quelli delle Marche. P.S. Prossimamente mi rimetto in pari e parlo del mio soggiorno a Trento a fine maggio e della visita a Pomaia (PR) a metà luglio. P.S. del 10/08/08. L'inaspetta appendice alla visita alla grotta!!!

6 : commenti:

arzach ha detto...

Ciao Daniele il tuo blog è sempre interessante e divertente. Volevo dirtelo.

Daniele Passerini ha detto...

Ti ringrazio Arzach, anche le foto che inserisci sul tuo sono sempre di gran classe.
Naturalmente spero sempre che questo blog possa interessare chi lo visita... riuscire ad essere pure divertente invece non me lo ero mai messo come obiettivo, troppo ambizioso!

arzach ha detto...

beh è divertente perchè è vario, perchè è il blog di una persona curiosa, attenta, che si sa guardare intorno.
E che sinceramente non pensavo facesse anche escursioni in grotta.
Questa cosa devo dire mi ha fatto molto divertire sopratutto l'attenzione che ho riconosciuto come mia riguardo alla Nikon . :-)
Io ho una D70.
Commenta ogni tanto le mie foto mi fa sempre molto piacere. ciao

Daniele Passerini ha detto...

Hai ragione, le foto tue, o che comunque inserisci nel tuo blog, meritano di essere commentate e riprenderò senz'altro a farlo. Ho un po' trascurato il web ultimamente, ora sono in fase di riavvicinamento.

L'escursione in grotta sembra avere un seguito estremamente "divertente" (gli attacchi di prurito sono una classica gag delle comiche degli anni '30!): in tre su nove del gruppo, a distanza di 24-36h, abbiamo avuto un'eruzione esantematica netta e diffusa, sembra quasi morbillo!!! :-)
Proprio ora vado a fare una visita dermatologica in ospedale, dopodiché s'imporra un antistaminico post d'aggiornamento!

Anonimo ha detto...

ahahahahaha! ma che cavolo c'era dentro sta grotta? quale perfidoi jin? no mollare : -) arzach

Daniele Passerini ha detto...

Nessun perfido jin... peggio!!! :)))
Leggi il post del 10/08/08.

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