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mercoledì 20 febbraio 2008

La parabola dei "mostri" di Rignano

La vicenda di Rignano Flaminio occupò i mass-media finché si trattava di gettare il mostro in prima pagina e fare sensazionalismo. Era una storia orribile, ma in fondo corrispondeva bene all'immaginario collettivo che vuole i buoni e i salvatori da una parte e i cattivi e gli aguzzini tutti dall'altra. Di qua i bambini-vittima e i loro genitori, di là le maestre abusatrici e i loro complici. Ma sin dall'inizio i conti non tornavano: il semplice contesto ambientale rendeva inverosimile che si fosse realmente verificato quello che i bimbi raccontavano alle loro mamme e ai loro papà. Molti hanno avuto il dubbio che fossero i genitori stessi a proiettare le proprie paure sui loro figli. Di certo ad oggi non è emerso nessun riscontro al quadro accusatorio; viceversa è andata sempre più emergendo una diversa realtà, suggerita, sin dall'inizio, dalla mancanza di riscontri oggettivi.  
Un giorno la società contemporanea sarà probabilmente ricordata come la società della paura. Della paura insana. Spesso gli stessi decision-makers della politica internazionale sono soggetti che manifestano tratti paranoici e trovano sponda nel sentimento di insicurezza esistenziale e assenza di valori di cui soffre questa nostra epoca. Anch'io mi preoccupo di quello che può succedere a mia figlia, ovviamente, ma resto comunque ancorato a un senso di fiducia nella vita, nel prossimo, in Dio; anche se ciò chiaramente non mi assicura contro i pericoli del mondo. 
È difficile parlare di queste questioni in 5 minuti, prendo perciò a prestito queste mie parole da Sospensioni di gravità:  
Il mondo fa specchio ai nostri pensieri e loro creano santi e mostri: puoi pensare e fare il bene però imbatterti nel male rimuginato e compiuto da chi è meno consapevole. La mente non trova soluzione. Il cuore sa affidarsi alla corrente. I bambini si aprono con naturalezza e fiducia a parole e segni in arrivo, non hanno ancora una personalità che li rivesta né un bagaglio di cultura che li indirizzi. L'universo irrompe nelle loro vite, sante vele cucite e gonfiate da Dio, a spingerle verso una missione forse lunga forse breve. Potenzialmente sono tutto ciò che sognano, e lo saranno: finché ascoltano la voce antica della loro anima.

2 : commenti:

danDapit ha detto...

E' bello quello che hai scritto, e fa riflettere...
Molto mi ha colpita l'immagine che hai scelto/postato, mi piace, mi ha attratta, e poi accompagna con messaggi immaginari l'argomento, i contenuti...
...il piover dal cielo di bimbi/Mary Poppins colorati...
con delicatezza !
:-)

Daniele Passerini ha detto...

Grazie. E' che la metafora dell'urlo ha invaso mezzi di comunicazione e coscienze... la delicatezza è un'arte da rivalutare. Così come la parola per capire piuttosto che per "coprire".

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